mercoledì 30 giugno 2021

Varianti e altro in tempi di Covid - In Asia i grilli fritti, in Italia c’è quello bollito



Qualche giorno fa, in un suo editoriale, Marco Travaglio ha associato Mario Draghi a risapute caratteristiche del cuculo che ama impossessarsi dei nidi altrui. Altre specie di volatili si distinguono per queste caratteristiche furbesche anche nel far covare proprie uova ad altri. Poi c’è anche chi si ciba di carogne: il mondo animale è vario. In ogni caso sono leggi di natura a cui rispondono per un loro DNA e forse Travaglio voleva enfatizzare le caratteristiche che identificano anche taluni presunti abili strateghi della razza umana.
Nella vita la nobiltà d’animo e la purezza di sentimenti presuppongono che chi si propone come illuminato statista riconosca i propri confini umani, con limiti e difetti, ma impongono altresì che si abbia il riconoscimento delle capacità altrui o quantomeno si dia pubblicamente atto a chi ha preparato il campo dei tuoi raccolti.
Con un’operazione edile che prefigura molte ombre sull’iter che ha portato all’attuale “Governo dei Migliori”, che hanno visto certamente la compartecipazione di rappresentanze sia interne che favoreggiamenti non convenzionali. Ne è riprova l’assistere oggi a una gestione del Governo della Repubblica senza che ci siano adeguati e chiari collegamenti con le forze politiche. L’opacità che ha accompagnato l’incarico dall’alto, non riferendoci solo al ruolo esercitato dal Capo dello Stato, determina il permanere della confusione in un’ammucchiata politica poco eterogenea, che proietta l’immagine di un’orgia politica dove i protagonisti sembrano assumere ruoli mutevoli e posizioni ambigue, promiscue e ambivalenti.
Al di là di ogni possibile dietrologia, che tuttavia può risultare pertinente, appare chiaro che l’obiettivo principale in Italia era ed è stato quello di esautorare e cercare di annientare quella rivoluzione pacifica che aveva dato adito alla crescita e alla materializzazione di un Movimento utopico costituito dal M5S. Alle solite oligarchie trasversali che hanno sempre mantenuto salde le leve del potere non poteva neanche star bene che un “Avvocato del Popolo” venisse a fare pure il Masaniello, senza nemmeno porsi prono o disponibile ad assecondare dialoghi e desiderata dei soliti padroni del vapore.
Oggi l’Italia, e forse tutto l’occidente capitalista, è pure pervaso da imprenditorie che amano solo il profitto, rimettendo le regole del classico rischio economico in capo al pubblico per tesaurizzare solo guadagni. Non solo, paradisi fiscali e finte nazionalità off shore consentono pure di continuare ad accumulare e occultare ricchezze che condizionano i mercati e le caratteristiche socio politiche dei vari paesi.
In tutto questo si confondono strategie nazionaliste, improntate talvolta a sopravvivenze ideologiche, con altre più lucide e ciniche strategie monopoliste, volte essenzialmente ad assecondare l’ingordigia di potere che ha sempre contraddistinto una larga fetta della razza umana (eternamente distinta in “metinculi e pianculi”).
Lobbies e interessi che accomunano delle caste simili indirizzano pertanto le politiche locali, nazionali e internazionali. E creano, a tale scopo, delle montagne di norme e codicilli volte a confondere per garantire al meglio privilegi a pochi. Premi Nobel ed altri riconoscimenti rappresentano solo piccole concessioni simboliche per dar parvenza di una democrazia, che non esiste in nessun angolo del mondo.
Quanto fin qui detto non costituisce nè una premessa generica e neanche un corollario colorato su quanto sta accadendo in questi giorni in Italia. E la perseveranza che si sta attuando per cercare di cancellare e magari trovare un modo per inchiodare l’ex Premier Giuseppe Conte costituisce, al riguardo, quasi un classico caso da scuola.
Lasciando perdere ogni ideologia e punto di vista personale, è indubbia e nota a tutti l’autonomia che ha palesato l’ex Primo Ministro rispetto alla burocrazia consolidata e gli interessi forti che da decenni indirizzano le sorti del Paese. Il modo più raffinato in uso in certi ambienti è sempre quello di ridicolizzare o squalificare il più possibile le figure di successo (o che riscuotono di molta popolarità) rappresentano in qualche modo ostacolo.
In questo scenario, come se non bastasse, s’insinua l’invidia/gelosia di chi, avendolo quasi inventato, scopre come si stia ormai ridimensionato il proprio ruolo. E’ questo il caso di Beppe Grillo, generatore del fenomeno Cinque stelle. Da sempre, del resto, le emancipazioni autonome dei seguaci hanno procurano fastidio.
A un osservatore esterno il cofondatore del Movimento appare oggi confuso e contraddittorio rispetto al lucido stratega. Il personaggio metaforico che in lui si rappresenta potrebbe, quindi, essere un “Grillo Bollito”, per distinguersi dalle prelibatezze asiatiche che, nella variante fritta, arricchisce i banchetti del cibo di strada commercializzato in Asia. Il richiamo/ricatto oggi pubblicato da Beppe Grillo su FB ne è una chiara riprova.
Il popolo grillino è in subbuglio e, salvo indottrinati, comprende bene tutto quel che sta accadendo. Capisce le paturnie che opprimono il Garante, capiscono la fragilità della sua posizione personale che precarizza anche una certa lucidità di pensiero.
Paradossalmente, poi, come sottolinea spesso lo stesso Travaglio nel suo editoriale di oggi – e non solo lui – più cercano di abbattere Giuseppe Conte e più cresce la sua popolarità fra la gente; alimentata dall’empatia che ha ingenerato in molti, anche perché espressione del mondo civile più genuino.
Di contro la figura del Primo Ministro attuale stenta a crescere, mantenuto in auge da media che lo sostengono e adulano per rispondere ai tanti loro padroni che pregustano la loro fetta di miliardi di un PNRR calato dal cielo e pronto da spartire.
Un aspetto non secondario nella vicenda è anche il vincolo del secondo mandato. Parte dell'elettorato 5 Stelle è infatti andato avanti e non vede più il vincolo come un tabù insormontabile. Che ne saranno di coloro che hanno maturato conoscenze e professionalità durante l’esercizio dei due mandati, ora che sono ridotti anche il numero dei parlamentari che comporranno Camera e Senato ridotte nei componenti. Atteso che con Draghi in cabina di regia non potrebbero in alcun modo trovare spazi in futuri incarichi di sottogoverno? Anche questo è un fatto concreto che porta a riflettere. L’elettorato grillino ha anche avuto modo di osservare come taluni onorevoli abili, durante la legislatura, si sono sempre mossi come quella figura della pubblicità Michelin di un tempo che rappresentava una sorta di Ercolino sempre in piedi. Molti di coloro che hanno votato il movimento hanno saputo apprezzare le politiche coerenti e potuto valutare opportunamente le scelte di campo, in verità mai apparse contraddittorie rispetto ai principi di base rivendicati.
La regola costante, infatti, è sempre stata quella di aderire agli “imparentamenti politici variegati” seguendo percorsi perseguibili ovvero che consentissero il raggiungimento degli scopi e mai di coltivare tout court solo il potere in quanto tale.
Per altri aspetti che riguardano la vicenda può anche tornare utile la lettura di un precedente colorito post, in cui si parla anche di democrazia.
Non occorre aggiungere altro, occorrerà solo aspettare l’evoluzione naturale degli eventi. Non ultimo, i sondaggi riproposti ad ogni settimana, prospettano percentuali di gradimento per i partiti che appaiono mutevoli e accennano a affiancamenti e sorpassi, senza mai mettere bene in vista quel 39% che non manifesta mai alcuna preferenza e che, in qualche caso, comporta – alle elezioni vere – anche risultati sorprendenti.
Così come nel 2018 il M5S costituì una bomba, sono anche convinto che un’elezione politica fatta oggi non produrrebbe dei risultati conformi ai sondaggi.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

P.S. - A completamento del discorso si rimanda all’editoriale di oggi del solito Travaglio che, come sempre, non le manda a dire e – lasciando a ciascun lettore la facoltà di condividere o meno – esprime in modo chiaro e trasparente il suo pensiero.

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