venerdì 2 luglio 2021

Da Stonewall ai giorni nostri: DDL Zan



Quella che segue è la sinossi di accompagno al portfolio che ho presentato il 27 giugno u.s. nelle letture in streaming Fiaf di Sassoferrato. L'argomento del portfolio - letto da Silvano Bicocchi, Clausia Ioan e Massimo Mazzoli - è stato da me scelto anche al fine di sfruttare un'opportunità pubblica per mettere in luce questioni complesse da tempo sul tappeto e sempre molto attuali.

"Ogni pride è un evento collettivo aperto, dove ciascuno partecipa come vuole, in modo libero in un contesto gioioso.
 Il reportage proposto è stato realizzato con 20 fotografie scattate nel corso di un gay pride svoltosi a Palermo nel giugno 2019, nella ricorrenza del cinquantesimo anniversario dei moti.
I moti di “Stonewall” (1) hanno rappresentato la data nascita del movimento Lgbt+ per com’è concepito oggi. Da allora sono migliorate molte cose, ma c’è ancora tanto fa fare. Come la storia insegna, i diritti acquisiti possono essere perduti. In Italia sono molte le battaglie ancora in corso e molti sono, purtroppo, gli episodi di violenza ai danni di persone che sono oggetto di forme di discriminazione e bullismo. “Oggi è più importante che mai marciare per le strade”, scrivevano nel 2019 le organizzazioni che si battono per il riconoscimento di uguali diritti per tutti.
In un suo articolo, Margherita Cavallaro che si domandava se “A 50 anni da Stonewall, c’era davvero ancora bisogno del pride?” rispondeva: “Sì, perché l’omofobia esiste e non è solo quella che ci uccide fisicamente. Il pride serve perché le nostre vite sono ancora controllate dalla paura e questa si combatte e sconfigge solo con l’amore” e - aggiungo io - certamente con la cultura e con la diretta conoscenza della realtà.
Proprio in questi giorni è in discussione alla Commissione Giustizia del Senato il Disegno di Legge Zan, già approvato alla Camera a larghissima maggioranza nel novembre 2020, con un testo frutto di mediazioni e compromessi fra le diverse forze politiche. L’iniziativa, intende prevenire eventi di violenza e si riallaccia alla Legge Mancino, che contrasta i reati di razzismo. Nello specifico, l’intento è di legiferare allo scopo di prevenire e contrastare discriminazioni e violenze basate sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere o sulla disabilità.
II provvedimento legislativo, per quanto ovvio, interessa tutta la comunità lgbt+, compresa anche una moltitudine di bambini con due mamme o due papà. Bimbi ancora oggi discriminati nei loro affetti e nel riconoscimento del loro diritto ad avere riconosciuti legalmente entrambi i loro genitori. Al riguardo, dalla consultazione della pagina web delle Famiglie Arcobaleno emerge che già nel 2005 in Italia, su circa 7.000 omosessuali, il 18% dei gay e il 21% delle lesbiche over 40 dichiara di avere figli. A quella data sono stati anche stimati circa 100.000 minori che vivono con almeno un genitore omosessuale, la maggior parte nati all’interno di relazioni eterosessuali precedenti. L’ISTAT nei dati desunti dal Censimento generale della popolazione 2011 ha documentato che le coppie di persone dello stesso sesso che hanno dichiarato di essere unite da un legame affettivo di tipo coniugale sono in totale 7.513, di cui 529 con figli.
Il reportage presentato testimonia dell’ampia vastità sociale del mondo Lgbt+, che continua però a trovare difficoltà nel dialogo, ritardi e resistenze nell’accoglimento d’istanze, da parte della classe politica italiana chiamata a rispondere. Il tutto in una società sempre più distante che, paradossalmente, si ritrova costantemente più avanti e aperta, nella vita reale composita condotta dai suoi cittadini."

Buona luce a tutti!

© ESSEC

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