mercoledì 1 settembre 2021
“Na nuci n’on saccu un fa mai scrusciu” (una sola noce chiusa in un sacco non fa mai rumore)
Ogni giorno ci viene proposta dai media un’agenda che più che permettere di capire le problematiche dell’attualità che ci circonda, tendono a distrarre verso finti problemi, magari mettendo al centro pure delle questioni reali ma che risultano abbastanza distanti da ciò che costituisce la vita ordinaria a noi più prossima.
È tutto un circo che si muove, con tanti trapezisti, clown, funanboli, bestie ammaestrate, animali feroci e domatori.
Lo spettacolo è quasi gratuito, basta leggere i giornali, vedere la TV, leggere un articolo, assistere a un talk e ci viene presentata un’informazione precotta, non priva di conservanti e additivi che cercano di spacciare per freschi i prodotti surgelati o temporaneamente congelati per ogni scopo.
Tutti si accalcano per ottenere spettatori e dietro i fornelli delle ristorazioni autoctone, vengono presentati cibi utili ad alimentare obesi, più che atti a sfamare masse bene ammaestrate ad assecondare il consumo.
Ormai è la psicanalisi al centro della scena; ciò che orienta una politica non più governata da ideologie o visioni di società più o meno perfette.
Nell’editoriale di oggi - su “Il fatto quotidiano” – intitolato “Il giuramento di Ipocrita” Marco Travaglio si sofferma sul punto, citando un detto che recita come “l’ipocrisia è la tassa che il vizio paga alla virtù”.
Uno scritto che cerca di nobilitare, in qualche modo e descrivendola, una deriva che interessa l’intero mondo globalizzato, deviato verso interessi che si allontanano sempre più dalla comprensibilità. Focalizzando con ciò sostanzialmente comunità sempre più spinte dall’eterno stupido nazionalismo latente: improduttivo. Che si rivela, talvolta, pure controproducente.
Lo scritto di Travaglio, rivolgendosi all’attualità politica e alla complessità sociale italiana, oltre che a quella più prossima al nostro paese, enuclea le tante evidenti contraddizioni; messe in campo dai tanti attori che calcano le scene.
Il tutto incentranto sulla ipocrisia regnante nel contesto sociale contemporaneo, che caratterizza tutti gli ambiti o ogni versante e fazione.
Protagonisti visibili o occulti, che però condizionano assai fortemente l’informazione e la politica, manipolano a proprio piacimento e convenienza anche la memoria della gente.
Ma, come mi ricorda spesso un caro amico e non solo lui, “na nuci n’on saccu un fa mai scrusciu” (una sola noce chiusa in un sacco non fa mai rumore).
Fake news e notizie inventate, artatamente manovrate da esperti specialisti utili allo scopo, costituiscono gli argomenti dei molti prevenuti e dei tanti tifosi orientati a mantenere le proprie facoltà cerebrali in letargo; come potesse essere solo un optional variabile, attivabile a piacimento, l’eventuale uso del cervello per il cittadino.
Seguendo questa inpostazione, per la società che ci ospita, il meglio è dedicarsi ai tanti diversivi; concentrandosi nella ricerca di soluzione per i tanti problemi (reali o artificiosi) messi in campo e, se all'occorrenza si fosse chiamati, esprimere più semplicemente opinioni basate sul sentito dire. Chi conduce le danze ritiene (e da tempo) che l’approfondimento e il controllo è più consono e appropriato che lo svolgano altri per noi.
Siamo ormai tutti pronti per le prossime amministrative e a seguire l’elezione del nuovo (??) Presidente della Repubblica, navigando a vista istituzionalmente in un “semestre denominato bianco”.
Al cittadino comune rimane oggi solo il compito di sventolare a piacimento la propria bandiera, evitando possibilmente di scendere in piazza per non arrecare disturbi ai manovratori, atteso che - grazie al progresso - ciascuno può ben veicolare sui social con i tanti emoji ogni eventuale malcontento.
Buona luce a tutti!
© ESSEC
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