giovedì 18 novembre 2021

Il barbiere Luciano del Quartiere Capo



A chi come me ha la passione della fotografia, capita spesso di percorrere itinerari che, gioco forza, portano a ritrovarsi in luoghi conosciuti e d’imbattersi in persone che a lungo andare creano una certa familiarità empatica.
In una di queste circostanze, una mattina mi sono ritrovato davanti alla bottega di un barbiere del quartiere Capo. Una persona molto gentile e affabile che si è sempre mostrata disponibile per qualche fotografia da scattare al suo salone o per ritrarlo nell’esercizio del suo antico mestiere.
Era diventata consuetudine, nel passare per la sua strada, di dare sempre un’occhiata dietro la vetrata a giorno e salutarlo mentre si ritrovava intento in una barba o in un taglio di capelli.
Una mattina giravo per il quartiere in cerca di qualche scatto di street e, transitandogli davanti, lo ritrovai inattivo, seduto senza la presenza di alcun avventore, mi soffermai per il solito saluto a cui lui rispose con la consueta cortesia e un gentile sorriso.
Un negoziante che si ritrovava vicino, guardando la mia sparuta zazzera che necessitava di una sistemata, disse: “e perché non entra e si fa un bel taglio di capelli?” Ci pensai un attimo e accolsi l’invito.
Il signor Luciano, questo era il suo nome, mi fece accomodare nella prima sedia e mi mise subito a mio agio. Nel sedermi, però, io mantenni fra le mani la mia mirrorless e all’annuncio che avrei fatto qualche scatto durante il taglio non trovai alcuna resistenza.
Fotografare un barbiere da questa prospettiva non è cosa usuale. Per me era diventata l'opportunità per una cosa curiosa, un gioco mai fatto che meritava d’essere provato.
Devo riconoscere che era da molto tempo che non ricevevo un trattamento così professionale. Pochi tagli sicuri con risultati che non manifestavano segni di sbavature. Mi sembrava di essere tornato all’età giovanile, quando ricorrevo alle prestazioni del mio vecchio barbiere di borgata. In quel quarto d’ora mi ero ritrovato a respirare gli stessi odori, si era magicamente ricreata la stessa atmosfera d’allora.
Intanto conversando il signor Luciano mi raccontava il suo vissuto da barbiere, che aveva intrapreso all’età di dieci anni, ovviamente sotto padrone.
Le sue prime esperienze ebbe a svolgerla a quella tenera età innalzandosi su una piccola panca, per poter raggiungere la stessa altezza del cliente assiso. Ma prima, ancora, aveva iniziato con la scopa, rimuovendo dal pavimento i tanti resti di capelli. Poi le varie promozioni, con l’apprendimento delle varie fasi del mestiere e poi venne il giorno per un salone tutto suo.
Ad un cento punto arrivò l’opportunità di un impiego pubblico e si avventurò in un nuovo lavoro impiegatizio. Tanti anni e poi maturò il tempo per andare in pensione.
I tempi duri che stiamo vivendo non consentono una certa agiatezza con una pensione ridotta e il sig. Luciano pensò bene di rilevare il salone che aveva dato in gestione.
Certi mestieri non si dimenticano per nulla e basta poco per rimettersi nuovamente in carreggiata.
L’esperienza e la stima nel quartiere gli consentirono di recuperare parte della clientela che si era dispersa, riuscendo a far rinascere, in una passione mai sopita, il classico mix tra utile e dilettevole.
Intanto che procedeva nel taglio, qualche abituè del salone entrava nel locale. Più che per una barba o per un taglio per farsi compagnia, anche perchè quando si è avanti negli anni occorre sempre trovare un modo per far trascorrere al meglio il tempo.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

1 commento:

  1. Una nuova esperienza in una tradizione ormai destinata a scomparire, perlomeno in questi piccoli quartieri. Ciao Toti a domani, Angelo.

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