mercoledì 2 febbraio 2022

I vecchi restano comunque e sempre dei fortunati



Arrivare alle venerande età, specie in buone condizioni fisiche e psichiche, costituisce un privilegio non da poco; non tanto per la longevità insita, ma per l’opportunità concessa dal caso ai tanti fortunati di poter vedere la vita da angoli differenti, con diottrie rimodulate e con un bagaglio di esperienze che, volendo, consentono di aggiornare i bilanci personali.
Le varie fasi di un vissuto presuppongono iter compositi, caratterizzati da diverse tappe.
Come didascalia al blog che curo (laquartadimensionescritta.blogspot.com) scelsi all’origine di mettere: come didascalia: "Dopo gli anni ovattati dell'infanzia e quelli spensierati dello studio ci si immerge nella catena lavorativa che, al di là di qualunque gratificazione, assorbe e lascia poco tempo ... e poi finalmente arriva la tua quarta dimensione ... e ritrovi quella serenità smarrita."
Quando ho creato questo portale nel web ero appena passato dall’essere ingranaggio in un contesto produttivo a fruitore della tanto attesa quiescenza.
Una condizione lungamente agognata e che potrebbe consentire a tutti di rileggere con onestà il proprio vissuto, certo ricco degli alti e bassi che contribuiscono all’edificazione della piramide di ognuno, ma di vedere anche, con gli occhi acuti di una mente attenta e piena di esperienze, i colori della realtà che ci circonda.
Idealmente è quasi come ritrovarsi calati in un posto numerato del loggione di un teatro. In una posizione, cioè, che offre all’occhio delle panoramiche ampie e che dimensiona gli attori/artisti che recitano nell’ambito delle scene a dei soggetti piccolini.
Dalle postazioni di galleria si distinguono al meglio le variazioni acustiche e, diversamente dallo stare seduti in poltrona di platea o in una sedia di un palco laterale, generalmente più congrui a status di rappresentanza, non ci sono elementi di disturbo che impallano e rendono parziali le visuali.
Potenzialmente, quindi, patologie escluse, l’osservazione e l’ascolto di un vecchio risulta integra e pura, pienamente in grado di poter visionare e ascoltare al meglio il cuore di ogni cosa.
L’enfasi si presta a poter affermare che a ciascun longevo è possibile vedere in modo diverso, a seconda del contesto, della cultura reale e della maturità individuale raggiunta.
Ma del privilegio non tutti ne fanno tesoro.
Resta il fatto che i vecchi restano comunque e sempre dei fortunati per aver già solo raggiunto il traguardo. Non solo, ma anche perché è a loro concessa l’opportunità, volendo, di riflettere sulle proprie convinzioni; di ripercorrere e revisionare quei giudizi giovanili con i quali etichettavano sbrigativamente quelli che erano per essi i “loro vecchi del tempo”.
Singoli anziani comunque, anche invecchiando, rimangono spesso indolenti; permangono variegate le miscellanee di individui, accomunate o differenziate e spesso anche faziosamente divise.
Mentre molti anziani, non ostante gli anni e la naturale decadenza fisica, riescono a mantenere vivo il fuoco giovanile, magari pieni d’illusioni e sempre innamorati di utopie, altri si annegano in un cinismo pragmatico connaturato; altri ancora rimangono ancorati a pregiudizi, indifferenti della storia (generale o personale) e del tempo o si lasciano spesso semplicemente vivere passivamente, forse senza neanche rendersene più conto.
Ogni testa è un tribunale diciamo noi in Sicilia. Mettila, quindi, come vuoi ma in ogni caso, indipendentemente da come la si pensi, di ogni cosa occorre prenderne atto e, infine, tutti quanti e a prescindere dell’età, ce ne dobbiamo fare una ragione.
Qualcuno, dopo aver letto, si porrà la domanda: “Ma con tutto questo, che si vuole dire?”. La risposta è: “nulla di particolare, gli argomenti su cui scrivere per chi è anziano non sono tanti, magari vuole solo essere una semplice dissertazione per invitare dei coetanei a fare qualche ulteriore riflessione”.

Buona luce a tutti!

Buona luce a tutti!

© ESSEC

P.S. - A stretto giro di posta un amico che mi segue scrive: "Condivido: tendiamo a invecchiare senza diventare vecchi e qualche volta, ahimè, senza diventare adulti. L’importante è che i sogni non invecchino…".

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