martedì 12 aprile 2022
Ecco a voi l’Algoritmo, per molti di noi un illustre sconosciuto
Tratto da Wikipedia, ”un algoritmo è una strategia atta alla risoluzione di un problema, costituita da una sequenza finita di operazioni (dette anche istruzioni), che consente di risolvere tutti i quesiti di una stessa classe.” Inoltre, “l'algoritmo è un concetto fondamentale dell'informatica, anzitutto perché è alla base della nozione teorica di calcolabilità: un problema è calcolabile quando è risolvibile mediante un algoritmo. Inoltre, l'algoritmo è un concetto cardine anche nella fase di programmazione dello sviluppo di un software: preso un problema da automatizzare, la programmazione costituisce essenzialmente la traduzione o codifica di un algoritmo per tale problema in programma, scritto in un certo linguaggio, che può essere quindi effettivamente eseguito da un calcolatore rappresentandone la logica di elaborazione.”
Uno dei fenomeni che influenzano la convivenza oggi è costituito dagli algoritmi che imperversano nella dinamica della rete e in special modo nei social.
In un interessante libro di qualche tempo fa Federico Rampini ("Rete padrona" edito da Feltrinelli) racconta dell’evoluzione di queste formule matematiche che nel web tendono ad accomunare socialmente i soggetti che hanno visioni di vita similari.
Il tutto finalizzato a limitare le molteplici diatribe degenerative che avevano infuocato i social di prima generazione.
Nel settore, soggetti chiamati a vigilare professionalmente le chat, per limitare scontri con licenza di censure e oscuramenti, non riuscivano sempre a gestire le questioni e, racconta Rampini, che in breve molti degli addetti con incarichi di vigilanza andavano essi stessi in psicanalisi.
L’introduzione dei nuovi algoritmi ha indubbiamente risolto fortemente la problematica in argomento, eleminando spesso a monte la possibilità di scontri fra soggetti aventi opinioni contrapposte.
Si può facilmente osservare, ad esempio su Facebook, come molte delle cose che noi postiamo vengono portate in rete solo all’attenzione di pochi soggetti, che corrispondono per lo più ad amici (o pseudo tali perchè vituali) che presentano affinità con noi, vicini a come la pensiamo, sia su passioni comuni che in altro.
Da tutto questo deriva che progressivamente - e in modo inconsapevole - noi tutti ci disabituiamo al confronto, specie a quello serrato e contraddistinto da punti di vista fortemente divergenti.
Con il falso risultato che ci convince di avere sempre ragione, confortati in ciò dai tanti like e commenti favorevoli di soggetti a cui l’algoritmo ci avvicina e a cui ci propone.
Si perpetua così il triste fenomeno che caratterizza molto il nostro tempo, che concede pochi spazi per approfondimenti e ancor meno per procedere alla verifica della concretezza del nostro pensiero apparentemente libero.
Di conseguenza, siamo diventati tutti irascibili e intolleranti, specie se le cose non vanno per il verso che più ci aggrada. Senza ombre di dubbi o restii a porci delle serie domande sul perché di eventuali insuccessi, ovvero come certe poi idee condivise - e quasi omologate attraverso il virtuale dei social - non trovino effettivo riscontro nel nostro mondo reale.
Parlandoci addosso il pensiero si atrofizza sempre più, a tal punto da disabituarci anche all’ascolto, a capire la ragione dell’altro.
Capita, pertanto, talvolta senza averne piena coscienza - nell’isolamento fisico volgente progressivamente all’inconscio virtuale - che ciò che udiamo sempre più di frequente corrisponde solo all’eco della nostra stessa voce, dell’ego represso che non riusciamo più a riconoscete e che ci piace solo leggere sotto la più comoda forma di "oggettivo consenso" e d'inconfondibile piena approvazione.
Materiale patologico tutto questo, assai trascurato dai media, che merita molta attenzione perché il rischio potrebbe in breve anche essere quello di apparire estranei a se stessi, non sapendosi riconoscere neanche più allo specchio che ci riflette.
Sarebbe uno stadio progressivo rispetto al percorso da qualche tempo intrapreso.
Buona luce a tutti!
© ESSEC
Abbiamo bisogno di verde natura sole silenzio abbiamo bisogno di capire errori e omissioni tali da indurci al silenzio imposto. Diceva qualcuno ..seun giorno non hai voglia di parlare con nessuno chiamami . Staremo in silenzio.
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