mercoledì 18 maggio 2022

Zolletta: "Questa è LA NOTIZIA"



Qualche giorno fa Michele Serra, nel corso di un intervento televisivo, ha rilanciato una visione hegeliana che riguardava proprio le interrelazioni che intercorrono nella specie umana.
Sostanzialmente ha raccontato: “ai primi dell’Ottocento il filosofo tedesco Hegel spiegò benissimo il grigio, così bene che è una delle pochissime cose di filosofia che ricordo dal mio liceo. Si chiama dialettica hegeliana: c’è una tesi, c’è una antitesi, e alla fine c’è una sintesi. E la sintesi, dice Hegel, è più forte di entrambe, perché le contiene entrambe. Il bianco è solo bianco, il nero è solo nero, il grigio è bianco e nero. Il grigio non è una semplice somma, è un superamento della contrapposizione violenta. È il colore della dialettica, è il colore del ragionamento, delle sfumature, è il colore del compromesso, della trattativa, e dunque, alla fine, è il vero colore della pace. Bandiera bianca significa: mi arrendo. Bandiera grigia significa: parliamone da pari a pari. Stasera sventolo bandiera grigia.”
Oltre a tornare utile il predisporsi ad ascoltare quanto dicono gli altri, risulta altrettanto salutare leggere quanto viene scritto dai tanti, se si vuol tentare di comprendere o approfondire visioni e opinioni diverse.
Ascolti responsabili e buone letture costituiscono ottimi esercizi per innalzare in ognuno il livello di tolleranza, poiché entrambe le pratiche aiutano ad accettare il fatto che si possa argomentare sia attraverso strumenti comunicativi personali, più consoni e utili a esprimersi, sia per far capire specifici aspetti; soprattutto in merito a tematiche che sconosciamo o che risultano a noi ostiche o molto lontane.
Per quanto risaputo, il confronto basato sull’onestà intellettuale delle parti in causa, costituisce sempre - e per tutti - occasione di arricchimento. La convivenza civile ha nell’ascoltare e nel saper leggere i fondamenti per un contesto che vuole definirsi democratico.
Altro aspetto importante nella società di oggi risulta l'utilizzo ottimale delle professionalità e il diffuso precariato, con complicanze nelle possibili soluzioni praticabili; per la destinazione delle risorse economiche limitate, per la riduzione dei posti disponibili, anche a causa del mancato aggiornamento programmatico dei diversi assetti settoriali.
In argomento, la freschezza dell'articolo pubblicato su FB - che rilancio di seguito, con l'assenso dell'autrice, che nella vita svolge il ruolo di insegnante ed è pure l’artista creatrice del personaggio "Zolletta" - consente di far riassaporare atmosfere lontane che costantemente si rinnovano.
Accende un cono di luce nel mondo della scuola che, nel vissuto di ciascuno di noi, annovera un insieme di ricordi, mantenuti vivi a prescindere dal tempo.
Evidenzia come le tante componenti, regolamentari, didattiche e le controparti umane, che inevitabilmente mutano, si adattano ai contesti, assecondando i momenti culturali delle realtà socio-politiche vigenti.
Bando alle ciance, ritenendolo utile ed istruttivo, riporto di seguito il frizzante testo della docente Florinda Cerrito, legato al raggiungimento di un riconoscimento professionale, in modo che ciascuno ne possa trarre profitto, a prescindere della natura dell'argomento, cogliendo l’essenza e traendone ogni considerazione.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

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"Dopo dieci lunghi anni torno al LICEO ARTISTICO!
Questa è LA NOTIZIA.

Dopo averla appresa e immediatamente realizzata, ieri pomeriggio mi muovevo per casa urlando e saltando come una foca impazzita, che agita le sue pinne per autocompiacersi.
Dopo dieci lunghi anni alle medie e tre scuole in attivo, torno a insegnare in un Liceo Artistico.
Che dire, FANTASTICO !!!

Alle medie un'insegnante di Arte ha nove classi, due ore per ciascuna. Solo DUE ORE a settimana e in queste DUE ORE deve fare teoria, cioè Storia dell'Arte, teoria del colore, percezione visiva e pratica, cioè laboratorio creativo.
In verità in queste DUE ORE settimanali, l'insegnante d'arte deve convincere agli alunni che L'ARTE è una disciplina importante e non ricreativa, o 'babbio' , come credono. Che conoscere e studiare ARTE nella vita è importante tanto quanto studiare e conoscere matematica, italiano, inglese... Che cimentarsi nel disegno e fare attività pratica non è prerogativa di chi ha del talento artistico, ma che basta provare, impegnarsi un pochino, per ottenere dei risultati e delle soddisfazioni.
Insieme a tutta questa fase di CONVINCIMENTO costante c'è da aggiungere la parte più sostanziosa, quella di CONTENIMENTO, in cui si devono costantemente tenere a bada spiriti indomabili di preadolescenti impazziti, che non sanno più cosa vuol dire la legge della staticità e del silenzio, ma al contrario sanno cos'è il MOTO PERPETUO.

Alle medie transitano ragazzini tra gli 11 e i 13anni e in questi tre ANNI si trasformano continuamente, sono come mutanti, squassati da tempeste e tzunami interiori. Sono Irrefrenabili, insaziabili e purtroppo spesso infelici e STANCHI.
E noi docenti (più che stanchi), buoni o cattivi, poco importa, siamo come travi portanti di un meccanismo sempre più complesso e fragile e diventati il CAPRO ESPIATORIO di tutti i mali della scuola.

CI DOBBIAMO PARARE IL CULO, si sente dire sempre, scrivete, scrivete, scrivete NOTE, RELAZIONI, tutto quello che succede, nero su bianco.
E così che alle medie un insegnante vive, nel terrore di essere giudicato, sanzionato, accusato, denunciato.
Da chi? da genitori sempre più sul piede di guerra, da presidi sempre più 'dirigenti'... dall'intero universo che punta il dito su di noi!
Siamo sempre più chiamati a essere quello che non ci spetta: psicologi, educatori, coordinatori, segretari, mediatori culturali, animatori... ruoli importanti ma per i quali non abbiamo alcuna formazione e men che meno alcun riconoscimento, che tolgono tempo ed energia al nostro ruolo primordiale.

Ma la scuola non era una famiglia? Un'intera generazione qui cresce, si forma, impara cos'è la vita e come va il mondo. E invece a volte, spesso, si ha la sensazione che la SCUOLA sia diventata una trincea, un campo di battaglia o addirittura un'azienda di telemarketing.

In particolare la SCUOLA MEDIA, la scuola dell'obbligo, è lo specchio di una società che non sa più ascoltare, aspettare, avere pazienza, curiosità, entusiasmo, concentrazione, passione e soprattutto CULTURA. Ma che è sta CULTURA?
Oggi si usa moltissimo, quasi inflazionandola, la parola EROE. Alle medie, lo posso dire con certezza, gli insegnanti sono degli EROI.
Come dico sempre a chi mi dice che tanto AVETE SOLO 18 ORE SETTIMALI, che tanto AVETE DUE MESI DI VACANZA, rispondo che si è vero, ma che il prezzo che si paga per questo che sembra un privilegio è troppo alto.

Ieri, per esempio, tra una spiegazione e una verifica, recuperavo ragazzini che scheggiavano nei corridoi, usciti senza permesso dalle aule o mandati in bagno pur di avere qualche minuto di pace, corridoi dove i bidelli non riuscivano a gestire il caos (e non perché incapaci).
Sempre ieri, al cambio dell'ora ho trovato la collega che mi aspettava sul ciglio della porta, cerulea con segni di stanchezza e amarezza evidentissimi e dentro l'aula un frastuono esasperante che mi ha fatto salire improvvisamente un atto di fede mai avuta. Ho pregato tutti i santi del paradiso e gli dei dell'universo, per avere gli ultimi scampoli di forza e reggere fino all'ultimo suono della campana (e ovviamente ce l'ho fatta anche questa volta).
Questo è successo quasi tutti i giorni di questi ultimi meravigliosi anni alle medie.
E che dire ormai?

Non so perché ma oggi ho dei sentimenti contrastanti. Nostalgia? Noooo. Guardo già i piccoli mostri con distacco. Sento di aver concluso un percorso e un intero capitolo della mia vita e spero di avere contribuito, nel mio piccolo e crescere tante piccole TESTE PENSANTI e seminato un po' di BELLEZZA.
Spero che tutti i piccoli mostri con cui ho avuto a che fare possano ricordarsi della professoressa Cerrito più come un'amica, che come un'insegnante rompiscatole. Una compagna di viaggio, che con l'aiuto di Zolletta ha dato il suo minuscolo contributo per una società migliore."

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