domenica 24 luglio 2022

Dissertazioni su politica e politicanti italiani: Una volta c’erano i così detti scemi di guerra, ma ora certi politici non sono da meno.



Patologie e sindromi non guardano mai in faccia nessuno, si manifestano a prescindere dal censo e costituiscono spesso concause e varianti di vite disgraziate: le loro e di quelli cui fanno carico.
In natura ci sono però anche soggetti che incarnano i così detti cretini naturali, i quali vivono una condizione positiva di semi coscienza che li porta a convincersi di capire ogni cosa e per questo essere sempre sicuri di cogliere ogni verità.
Per i veri cretini il dubbio è una condizione sconosciuta; pertanto non si pongono mai domande complicate perché per loro ogni cosa è sempre corrispondente alle evidenze facili che vengono loro narrate.
Per alcuni perfino un rassicurante cadenzato “stai sereno”, anche se accompagnato più volte da sonore fregature, non induce a prudenze, anche come ovvia conseguenza per il trauma vissuto.
Eppure, in natura, le negatività maturate costituiscono, almeno nel mondo animale in particolare, termini d’insegnamento.
Ma i cretini sono di per sé sempre sereni, restano coerenti e pure indifferenti; tanto che i soggetti più sgamati che li soggiogano, sanno sempre di poter contare sulla loro piena malleabilità: da scemi naturali. È anche il motivo per cui i furbi di sempre si attorniano di loro, che risultano indispensabili per infoltire numericamente i loro schieramenti onde assicurare tanti possibili sbocchi ai loro giochi.
La dabbenaggine, tanto diffusa oggi nel panorama del nostro evoluto occidente, è coerente alla logica politica che di fatto tende a rispecchiare fedelmente la porzione reale di società che ogni fazione rappresenta, determinata dai costanti e progressivi appiattimenti culturali, non solo nelle categorie sociali ma anche nelle rappresentanze elitarie che variabilmente le orienta.
Quindi accade che in un’organizzata struttura sociale, dove i media costituiscono un essenziale mezzo di controllo e orientamento politico, si può far credere facilmente alle masse la bontà di ogni loro vino proposto; spesso prodotto da vignaioli truffaldini soci dell’oste che, a sua volta, tende ad aggiungere dell’acqua per trarre lucro a proprio tornaconto. Scientificamente è provato che, aggiungere dell’acqua nelle bevande alcoliche mantiene più a lungo lo stato di sbornia e stordimento negli avventori (vedi il cattivo uso che si può fare in estate del Pernod francese o dell’Ouzo, secondo la condizione di tolleranza del consumatore e un calibrato dosaggio dell’acqua).
La categoria dei giornalisti e di tanti opinionisti tuttologi che liberano con disinvoltura loro punti di vista, mai certificati, parziali o improvvisati e costantemente intrisi di prevenzioni, s’infoltiscono oggi tra i molteplici osti addetti alle mescite.
Le loro analisi preconcette sono quasi sempre lo sbandieramento occulto di interessi di parte precostituiti o, peggio, sono talvolta frutto di rivalse che rispondono a congenite frustrazioni personali.
Le appartenenze e le bramosie di poter emergere nel piattume socioeconomico che ci affligge, fa sì che ognuno stabilisce un prezzo, per offrirsi e vendersi nel mercato fariseo dell’occidente evoluto.
Altro che esportare la democrazia. Quale democrazia è quella di appartenere a neocaste o vecchie lobbies che i rivoluzionari sessantottini - che siamo noi - hanno contribuito a restaurare, con l’assoldamento di taluni anche attraverso i classici trenta denari.
Nell'attualità di oggi, in Italia molti si lamentano e gridano angosciati per la cessata avventura del navigato Draghi. Pochi però sono coloro che, con un approccio asettico, hanno il coraggio di analizzare a fondo i fatti oggettivi. Di considerare anche il peso reale dei condizionamenti internazionali nella vicenda. Di focalizzare, non ultimo, l’importanza economica e la destinazione effettiva dei finanziamenti europei derivanti dal PNNR e dei veri percettori individuati dalla politica e non solo.
Oggi in molti, nel caos regnante, cercano di posizionarsi in partiti per assicurarsi un futuro; ma non per tutelare in forma primaria il bene del paese, ma semplicemente per assicurarsi un futuro personale; come singoli individui che, associandosi in branchi anche eterogenei, possano continuare a lucrare sulle rendite di posizione e sulla politica politicante che rappresentano.
In questo clima capita che alcuni che si professano di sinistra si mostrino paladini e si strappino le vesti per difendere un Piano Draghi virtuale e vago, tendente all’inesistente, ma certamente - per il poco visibile - liberista e politicamente di destra. Altro che strabismo di venere, questa è palese miopia.
In verità compagnie, logge e brigate inneggiano a cavalieri, e i tanti Lancillotto si candidano per sedersi alla famosa tavola rotonda. Ma non si tratta di quella tavola romanzata presieduta da Re Artù bensì di quella tipica italiota accomodante, dove si collocano in poltrona in convivio quelli del magna magna ….. per quanto è possibile accessibile a tutti. Storica è ormai al riguardo la frase detta da Franco Evangelisti all’amico democristiano: “a Fra’ che te serve?” (Frase divenuta celebre, anche per riferirsi al sistema corrotto della Prima Repubblica e di Tangentopoli).
In questo contesto ci sta che quel famoso e discusso ex Presidente del Consiglio, protagonista di scissioni e doppi giochismi di Palazzo, venga pure creduto da tanti come lo “statista” cui stanno a cuore le sorti del paese; anche se il suo vero obiettivo è apertamente e solo quello di assicurarsi, per il tramite di ex compagni di partito appena traditi (i veri allocchi), di restare in parlamento affrancandosi parte dei loro scarsi seggi (pure per le ridotte unità disponibili alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica) in nome di una alleanza strategica più che sospetta.
E qui ritorneremmo agli scemi di guerra di cui si è detto all’inizio, che richiamano la famosa scenetta del Totò comico che continua a prendere schiaffi - e se ne ride perchè lui non si chiama Pasquale - e vuole anche vedere "sto scemo dove vuole arrivare".
L’unica verità è che in tutta questa confusione, attesa anche l’anzidetta disponibilità di posti accessibili nelle nuove camere parlamentari, fondamentale rimane oggi la campagna elettorale e gli accorpamenti che sapranno portare avanti le menti più lucide e oneste. Con l’intento di poter indurre e convincere almeno parte di quel quaranta per centro (di indecisi e delusi) a recarsi alle urne per manifestare il loro voto che, di certo, non andrebbe a premiare i soliti partiti delle caste.
Sperando e puntando, con il loro impegno civile, di migliorare o almeno raddrizzare le sorti del paese; già incanalato verso un futuro pieno di incertezze e prospettive di difficile gestione e molto pericoloso, anche per l’ordine pubblico e la sicurezza sociale in genere.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

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