lunedì 20 febbraio 2023
Commento suscitato dall'articolo di Gerardo Coppola pubblicato su Economia & Finanza Verde
"In qualche modo le considerazioni di questo articolo costituiscono quasi un parallelo con le tesi sostenute da Thomas Fazi sulla politica economica nel volume “Una civiltà possibile – La lezione dimenticata di Federico Caffè”, edito da Meltemi.
Fazi, dopo aver fatto un ampio escursus nel substrato formativo dell’economista, pure approdato in Banca d’Italia e fermo sostenitore del pensiero keynesiano, conclude mestamente il suo libro, soffermandosi sulle sovrapposizioni sociali incompatibili ormai venutesi a creare tra la Costituzione italiana e i Trattati europei vigenti, cui il nostro paese aderisce.
Le tante incongruenze tra i diversi principi, portano quasi a manifestare una dicotomia difficilmente conciliabile con quei valori chiari ai padri fondatori della Repubblica italiana.
Una sottolineatura in blu evidenzia, anzi e pone come fondamentale spartiacque, il famoso divorzio fra Tesoro e Banca, che fece venir meno lo strumento di politica economica principale, volto a creare elasticità e temporanei tamponamenti nella gestione ai fabbisogni di tesoreria statale e nelle politiche sociali conseguenti.
Il venir meno di quelle preziose autonomie per far fronte alle esigenze finanziarie del paese, in qualche modo corrisponde oggi al venir meno – stante accentramenti di compiti e funzione alla BCE – di una serie di strumenti usati dalla Banca d’Italia; specie nell’assorbimento di realtà bancarie patologiche e nell’inglobamento delle crisi nascenti nell’universo bancario nazionale più in generale. Principale obiettivo della Banca Centrale era sempre stato quello di assicurare stabilità all’intero sistema. (In funzione di ciò sono stati tanti i sarcofagi di cemento che nel tempo, come per Chernobyl, hanno bloccato diverse centrali nucleari andate fuori controllo).
Come per il sistema Europa palesa già da tempo - e con molta evidenza - anche la politica sociale limitata alle Banche nazionali, ha sconvolto la disponibilità di collaudati strumenti, agili e flessibili, utilizzati a risolvere con immediatezza l’insorgere di crisi.
Il tutto, sempre nell’interesse generale volto alla tutela costituzionale del risparmio e orientato alla “sana e prudente gestione” del credito assurta come un faro.
La complessità di tante culture sociali differenti comporta - però e come sempre – dei compromessi che non sempre trovano logiche nella storia degli specifici e radicati pensieri autoctoni locali.
Per non dilungarsi oltre, il “Bail in” bancario e la guerra in Ucraina d’oggi, ad esempio e a prescindere dal pensiero di ciascuno, costituiscono evidenti vincoli insormontabili (in parte dei veri spartiacque) che limitano le diverse autonomie e condizionano, pur non risultando pienamente aderenti alle democrazie di tutti quanti i paesi consorziati.
Ci sarebbe tanto altro da dire su molte altre cose, ma ci si astiene.
Forse sarebbe opportuno solo tornare a ripensare e riflettere su quanto ci accade e da vicino. Anche perché si mantiene confuso l’orizzonte verso cui si sta velocemente andando." (Commento suscitato dall'articolo di Gerardo Coppola, pubblicato su Economia & Finanza Verde https://www.economiaefinanzaverde.it/2023/02/18/dentro-la-storia-della-vigilanza-di-bankitalia-in-compagnia-di-gianni-toniolo/ )
Buona luce a tutti!
© ESSEC
P.S. La foto in copertina l'ho intitolata "Sei fotografi in cerca d'autore". Ispirandomi a Luigi Pirandello che, come spesso capita con intellettuali e sottili pensatori, era troppo avanti rispetto ai tempi in cui ha vissuto.
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