martedì 25 aprile 2023
"Il sol dell'avvenire", film di Nanni Moretti ..... per come l'ho visto io
Ho visto l’atteso film di Nanni Moretti. Un autore sempre interessante per la capacità di riuscire ad essere attuale nel focalizzare aspetti compositi del sociale.
Prendendo a pretesto l’invasione sovietica dell’Ungheria del 1956, il film revisiona l’ideologia socialista di quel tempo, amalgamandola con la confusione ideologica che coinvolge oggi l’intera area politica della sinistra.
Come se non bastasse, si sviluppano in parallelo aspetti inerenti alla convivenza umana che toccano, talvolta solo accennandoli, problematiche che costituiscono allergie sociali diffuse, a prescindere e indipendentemente dalle convinzioni politiche.
Il regista Nanni Moretti dirige il suo film, inserendone un altro di regista - che è sempre lui – utile a sviluppare altri discorsi paralleli, fortemente proiettato all’interno di una dinamica che dipana visioni che talvolta appaiono quasi da Cinema d’essai.
Il gioco di Moretti è anche quello di cambiare e mescolare continuamente le carte del gioco, forse per confondere e lasciare al fruitore del film di leggere ciò riesce a vedere o che vuole.
Sono anche moltissimi gli argomenti affrontati o solo volutamente sfiorati, in un racconto concitato e, in alcuni momenti, stressante che mescola aspetti personali col sociale, psicanalisi e psicologia, egocentrismo e altruismo, sentimento e pragmatismo.
Ad accompagnare tutti i vari passaggi e le diverse componenti c’è anche l’utilizzo - mai casuale - di musiche e testi di canzoni che enfatizzano, anche per rafforzare di volta in volta l’aspetto che in quel momento si sta trattando.
La chiusura differente e imprevista, rispetto a quella programmata nel copione originario (del film nel film), costituisce forse anche quella che è la revisione finale raggiunta ormai dall’attuale realtà socialista, che sembra aver preso atto e assimilato quelle che sono state le tante scorie dell’utopia di un comunismo teorico, ogni volta divenuto - nella pratica umana - quasi sempre una semplice forma di dittatura.
Per chiudere, superbe, come sempre, le interpretazioni di Margherita Buy, Silvio Orlando e dello stesso Nanni Moretti.
Buona luce a tutti!
© ESSEC
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