sabato 3 giugno 2023

"MCN" ovvero: Coerenze, contraddizioni e originalità



Coerenze e contraddizioni sono sempre aspetti da verificare, specie se tendono a coesistere contemporaneamente nell’indole di uno stesso individuo. Resta pertanto sempre valido il proverbio che recita: “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, oppure l’altro che suggerisce: “fai quello che ti dico io e non quello che faccio io”.
Capita molto spesso che, anche nell’ambito di una articolata disquisizione, uno stesso soggetto possa fare delle chiare affermazioni e esprimersi poco dopo con considerazioni totalmente contrarie, mostrando come la coerenza spesso possa confondersi per interessi o preconcetti che, prevalendo, adombrano quel minimo di onestà intellettuale che dovrebbe sovraintendere in qualsiasi tesi in discussione.
Nell'indole umana è costante, pure se talvolta in forma inconscia, la voglia di condizionare chi ci ruota intorno. Vuoi per cercare di convincere a condividere un proprio modo di pensare o un semplice punto di vista, ovvero per l'ego narcisistico eccessivo che caratterizza tanti.
Pur essendo la tolleranza una dote praticata, spesso dedita a cercare compromessi che aiutino ad andare avanti, non sempre può risultare sufficiente per evitare contrasti. La natura umana, purtroppo anche in soggetti intelligenti tende sempre a strafare e l'invadenza può, quindi, far insorgere o alimentare l’intolleranza che costringe a reagire.
Spesso accadeva, a noi soggetti giovani più portati alla pazienza, di essere scambiati per dei fessacchiotti, di cui poter magari approfittare. Era così che accadevano le classiche volte in cui, col tirare della corda oltre misura, si provocavano rotture impreviste o reazioni esagerate da entrambe le parti.
MCN a Palermo era una sigla molto usata negli anni della mia adolescenza; particolarmente diffusa negli ambienti scolastici delle medie e superiori. In prossimità degli edifici scolastici le scritte MCN, infatti, abbondavano sui muri interni ed esterni; ma figuravano anche nei diari di noi alunni, annotati nelle varie giornate, apposti autonomamente o annotati di straforo da compagni di classe burloni.
L'efficace vignetta ricevuta che fa da copertina a questo articolo è stata la vanga che ha fatto riesumate dai lontani ricordi una delle formule goliardiche che stavano a segnalare l’assoluta intolleranze a ogni ingerenza, abuso o a qualunque forma di potenziale machismo/bullismo fra giovani studenti, ma non solo.
Anche l'uso diffuso nelle periferie e nei quartieri popolari dell'MCN era un modo sintetico per lanciare un chiaro segnale sociale a chi avesse avuto voglia di travalicare e invadere il campo.
Nello specifico, volendolo decriptare, letteralmente MCN era l'acronimo di "Minchia Cacata Niente", rude corrispondente al messaggio a non rompere le scatole. Un avvertimento leggero se espresso unito a un sorriso, con l'intento di frenare a monte una qualsiasi intenzione invasiva solamente accennata; poteva però anche costituire un pronunciamento sintomatico per concettualizzare una arrabbiatura latente o manifesta, come monito rivolto al contendente per avvertire che il limite di tolleranza era stato ormai valicato.
L’acronimo potrebbe essere coetaneo al può famoso “800A” di cui si è scritto tanto e che costituisce ormai quasi un argomento anche di dotta letteratura. Peraltro, tenuto conto che per “MCN” grossomodo ci si rifà agli anni sessanta, può ben affermarsi che i giovani palermitani forse potrebbero di diritto annoverarsi fra i fondatori della prima street art, quella fatta di sole scritte sui muri quantomeno, per quell’ampia diffusione attuata negli ambienti cittadini in tempi molto antecedenti al manifestarsi dei popolari writers americani.
Tutto quanto detto porta ad affermare, ancora una volta, che sull’origine delle cose è sempre bene documentarsi, approfondire; anche perchè e come spesso accade, c’è sempre qualcuno che ha inventato o pensato quello che noi crediamo possa costituire un’idea unica e originale.

Buona luce a tutti!


© ESSEC

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