martedì 6 giugno 2023

Ritorni di fiamma: vecchie reminiscenze d’attività ispettive



In passato ho avuto modo di scrivere più volte sull’argomento che, indipendentemente dal trascorrere degli anni, rimane sempre attuale, perché molto spesso fortemente legato alla presunzione d’infallibilità vissuta da taluni soggetti chiamati a svolgere funzioni di accertamento e controllo.
L’attività ispettiva senza essere prevenuti e l’oggettività pura nell’esercizio della giustizia, ad esempio, comprendendo in ciò tutti i vari compositi ambiti, costituiscono i presupposti essenziali per un’equa applicazione delle regole.
Peraltro le stesse regole debbono essere sempre adeguatamente interpretate e non essere vissute con presupposti coercitivi o repressivi, bensì come soluzioni per un compromesso sociale volto a una convivenza civile basata sulla trasparenza.
Purtroppo, come abbiamo modo di osservare nel quotidiano o apprendiamo dalle notizie di cronaca, le complessità ingenerate dall’evoluzione umana, tendono sempre più a confondere (ad ammuinare, si direbbe a Napoli), facilitando - con l’anonimato e un legiferare spasmodico - ogni possibilità di truffa e mistificazione.
La giurisprudenza oggi, più che facilitare la qualità della convivenza civile, costituisce un’aggrovigliata matassa dove specializzati azzeccagarbugli riescono spesso a fare il bello e il cattivo tempo; con occhi strabici rivolti, con particolare attenzione, alle variabili oligarchie del tempo.
Di certo non si può sempre fare di tutta l’erba un fascio, ci sono di certo anche persone per bene, chi può anche ritrovarsi a sbagliare in buona fede, ma restano differenziati e contrapposti gli onesti rispetto ai ladri malfattori, che approfittano delle opportunità offerte.
I primi si ritrovano, quasi paradossalmente, a vivere sempre più dentro una bolla illusoria, che rimane oltremodo permeabile e che non assicura adeguate difese.
Nihil sub sole novum (anche Nihil sub sole novi), è la frase biblica contenuta nel libro dell’Ecclesiaste (o Qoelet): “Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole”.
La frase è citata, generalmente in italiano (niente di nuovo sotto il sole), quando si vuole affermare l’eterno ripetersi egli eventi nella storia del modo o come forma elegante dell’espressione “nessuna novità” (fonte internet).
Nulla di nuovo sotto il sole si dirà quindi, ma ce sempre rimane latente nella storia dell’umanità il rischio che continuando a tirare la corda ….. alla fine questa è destinata a spezzarsi.
Nel leggere l’articolo “I cambiamenti della pubblicità bancaria”, pubblicato oggi da Pasquale Tribuzio, inerente anche all’attività delle banche in genere, mi sono tornate in mente tantissime esperienze direttamente vissute e che ancora rimangono vivide nei ricordi (anche con nitidi ritratti dei singoli personaggi interessati alle varie vicende).
Per non tediare oltre, elenco di seguito una serie di casistiche emblematiche, che per un verso evidenziano le fantasie creative di chi è portato per natura alla manipolazione e dall’altro una certa stupidità, un’inadeguatezza professionale e talvolta l’impreparazione assoluta di potenziali “sceriffi”, definibili tali solo dalla stella che qualcuno aveva loro inopinatamente apposto sul petto.
Ogni singola linea potrebbe svilupparsi con interessantissimi e ricchi racconti e aneddoti, ma nell’occasione appare sufficiente solo un accenno (come fossero titoli di tanti potenziali capitoli).
Elenco:
- Vecchi crediti occultati nei classici conti di debitori diversi, sconosciuti ai responsabili dei fidi.
- Gestione finanziaria dei depositi con riconoscimenti di tassi d’interesse arbitrari, in relazione alla vicinanza/affinità a vertici aziendali.
- Speculazioni finanziarie e improprie su obbligazioni di terzi assunte a garanzie di affidamenti.
- Algoritmi primordiali occulti nel calcolo e l’applicazione di commissioni di massimo scoperto, funzionali al raggiungimento degli obiettivi di budget aziendali prefissati.
- Manipolazione ad arte nella gestione delle linee di credito eccedenti i limiti di fido, funzionali alle segnalazioni da rendere all’OdV.
- Creazioni di liquidità su depositi artificiose.
- Blocco dei calcoli di interesse su talune posizioni (manomissioni attraverso responsabili del centro elettronico aziendale), ovvero rese infruttifere con tanto di delibera consiliare, accendendo nuove linee di credito ad affidati insolventi.
- Utilizzo abusivo di promotori finanziari non autorizzati.
- Attività finanziaria parallela e occulta interfacciata con conti DD e CC Diversi aziendali.
- Accanimenti terapeutici basati su preconcetti che andavano a pregiudicare le analisi ispettive.
- Commissioni per richiami da Notai di effetti e assegni mai inviati agli stessi. Ovvero mancati addebiti d’assegni insoluti mantenuti sospesi da tempo o, ancora, impropri usi di blocchi di carnet di assegni (così dette “farfalle”).
Probabilmente, ripensandoci meglio, potrebbero affiorare tantissime altre casistiche e fattispecie anomale, in buona parte riportate nei relativi rapporti ispettivi, probabilmente oggi non più in uso e, in ogni caso, afferenti a rilievi e prassi che, per il lasso ti tempo intanto trascorso, sono tutte ampiamente prescritte ovvere rese legali da innovazioni normative che prendono atto di nuove realtà intanto sopraggiunte.
Magari delle raccolte ben pensate e afferenti a tutti i rilievi, rivenienti da accertamenti (di ogni genere), magari differenziati per materia, organismi e quant’altro, potrebbero costituire degli ottimi manuali per rappresentare le vere storie che hanno interessato i mondi interessati. Sarebbe come venire a togliere i veli a quelli che volgarmente vengono definiti “segreti di stato”, consentendo a chi continua a praticare i controlli di capire meglio certi meccanismi e poter possibilmente svolgere meglio il lavoro spesso delicato a cui sono chiamati.
Verrebbero così anche scoperti tanti “Sepolcri imbiancati” che potrebbero svelare retroscena di molti accadimenti, mettendo in luce persone false, ipocrite, che spesso nascondono comportamenti disonesti o comunque riprovevoli ammantandoli di una parvenza di rettitudine irreprensibile.
Dell’attività svolta, che mi ha molto appassionato, mi rimangono le certezze che umiltà, il saper osservare e l'ascoltare per cercare di capire, sono cardini essenziali; con una pratica, quindi, basata non su apparenze ma su certezze ovvero su punti fondamentali che – accompagnati dalla pura onestà intellettuale – consentono di delineare i profili dell’oggetto posto a base di ogni analisi.
Mettendo sempre in conto anche, per quanto ovvio, che l’eventuale fallimento nel non aver centrato l’obiettivo prefissato rientra nelle possibilità, perché non occorre avere come obiettivo principale l’acquisizione di uno scalpo o di una nuova tacca da apporre sulla pistola fumante, quando si ritorna dall'sver svolto un accertamento.

Buona luce a tutti!


© ESSEC

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