giovedì 28 settembre 2023
"Il massacro di Fort Apache"
Atteso che i fuorilegge, gli evasori vari e in genere i beneficiari del sistema partitocratico attuale sono gli unici fedeli, che esercitano il voto alle varie elezioni, a quanto pare, per quanto sta accadendo, quei partiti che rappresentano al meglio i loro interessi hanno deciso di uscire evidentemente allo scoperto.
Ritengono forse che non occorre più, per loro, mascherare con manovre (di lobby o pseudo ideologie di comodo) i propositi e le azioni che ritengono più utili per mantenere un potere facilmente raggiunto; tra l’indifferenza di chi convintamente ritiene che esprimere il proprio voto, quando chiamati alle urne, costituisce solo una perdita di tempo.
Sta succedendo la stessa cosa che ormai accade sistematicamente (in piccolo) anche nelle assemblee di condominio, dove raggiungere il quorum per poter deliberare anche sulla normale gestione è diventata un’impresa titanica.
Forti di ciò, gli amministratori condominiali hanno costituito una loro casta, fino ad assurgere talvolta a inamovibili despoti, che operano nella indifferenza di coloro che in verità (loro sì) detengono il vero potere decisorio per ogni cosa.
L’amministratore, che rappresenta il capo di un governo nominato dai condomini e che è chiamato ad eseguire pedissequamente le delibere emanate, molto spesso, senza il minimo rispetto per le regole interne, genera un’ammuina anche amministrativa, facendosi forte di consiglieri cooptati e compiacenti che avallano e acconsentono deroghe, ritenendosi privilegiati (o importanti nel condominio) già per il marginale ruolo (per loro prestigioso) ricoperto. Ignoranza e piccoli privilegi, quindi, molto spesso sostengono e oleano dei veri e propri soggetti trasformati in ras, che diventano difficili da scalzare anche per la carenza di attenzione e la scarsa partecipazione numerica anzidetta.
Nell’ultimo mio soggiorno romano ho potuto verificare interventi di sicurezza sul territorio forse spropositati.
Financo gli spazi antistanti alle principali istituzioni governative, diversamente dall’anno scorso, risultano oggi inibite al passaggio dei normali cittadini. Il tutto mi ha dato l’impressione che ci fosse quasi un fortino da difendere; dove i potenziali assalitori potrebbero solo essere quegli stessi italiani che li hanno indirettamente eletti.
Tale costatazione mi ha fatto sorridere in merito alla notizia diffusa dai media riguardo al trasbordo dei due Capi di governo (M&M) da Montecitorio a Palazzo Chigi, per un percorso a piedi di poco più di cento metri e nello spazio interno al fortino di cui si è detto; che veniva spacciato come uno spostamento fatto in mezzo al popolo, in spazi accessibili alla gente comune. Cronaca falsata, propaganda dei media fine a sé stessa o cosa?
Sembrerebbe che i governanti dei due trittici famosi (Liberté, Egalité e Fraternité, per Francia ovvero Dio, Patria e Famiglia per Italia), respirando nell’aria un'impopolarità diffusa e temendo sempre più l’imminente ira delle rispettive loro genti, tendano a chiudersi sempre più nei loro bunker superprotetti.
Il tutto mi fa tornare in mente quei film epocali del cinema americano degli anni cinquanta, dove i “nostri” rappresentavano i buoni e i poveri indiani degli incivili, violenti e cattivi.
Al riguardo può tornare interessante leggere la critica al film "Il massacro di Fort Apache"; è un film western del 1948 diretto da John Ford, dove gli indiani vengono rappresentati in una maniera sostanzialmente rispettosa, o comunque neutrale. Le loro ragioni - il diritto a vivere sulla propria terra, il mantenimento delle tradizioni - e le loro proteste contro i soprusi e le violenze dei bianchi, accoratamente esposte da Cochise durante l'incontro con il comandante Turner, non vengono offuscate dalla violenta battaglia finale, il cui esito disastroso per la cavalleria rimane peraltro da imputare in tutto alla proterva ottusità del colonnello.
La Storia ha certamente un valore, ma anche la cinematografia che rivisita i fatti, senza alcun dubbio, ha uguale importanza.
Buona luce a tutti!
© ESSEC
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