mercoledì 6 novembre 2024

D-Day



Una delle domande più vacue cavalcate dalla stampa e dai media in genere fino a ieri era stata quella sulla preferenza nelle elezioni americane tra la Harris e Trump, anzi, più precisamente: “ma lei per chi voterebbe fra i due?”. Per quanto evidente, una discussione sostanzialmente da bar, volta a precostituire o rinforzare delle tifoserie.
Il quesito avrebbe potuto starci, per sondare l’orientamento socio-politico dell’intervistato generico, ma non come domanda da porre a un politico schierato, che avrebbe avuto connotati assai banali.
Il responso che oggi sembra aver vinto le elezioni americane Donald Trump apparirebbe un fatto acclarato che deve essere democraticamente accettato, oltre che dal popolo americano, anche dalle diverse nazioni in attesa e poste ad osservare.
In ogni caso, anche se gli USA costituiscono ancora un punto di riferimento molto importante per gli equilibri mondiali e in special modo per il mondo occidentale, al di là del risultato, gli USA rimangono una realtà complessa, variegata e con tanti problemi, pertanto, comunque: “non sarebbe stato tutto oro quello che luce”.
Un libro di Kevin Scott del 2020, intitolato "il nuovo sogno americano - Come l'intelligenza artificiale cambierà il mondo", edito da HarperCollins, nel trattare il mondo dell'IA fin dalle origini, evidenziando quanto delle nuove tecnologie sono ormai parte ingegrante del quotidiano senza che più ce ne accorgiamo, descrive una società confederata non perfettamente integrata. Con discrepanze socio-economiche rilevanti fra un sud e un nord, fra l'america moderna e quella rurale, dimostrando come equilibri e pari opportunità per tutti siano assai lungi dal divenire anche negli Stati Uniti d'America. Così come tutto è in continuo mutamento, in un contesto spazio-tempo indefinito, così la babele sociale americana si evolve e involve secondo logiche di potere spesso difficili da cambiare. Ne consegue che le tante soluzioni che caratterizzano stati, nazioni e culture sociali rappresentano, in generale, tante fotografie raccolte in pagine enciclopediche che presentano panorami differenti.
Del resto, un combinato di società e di relativi rappresentanti politici che si autolegittimano costituiscono ognuno gli interlocutori obbligati a interfacciarsi nel governare il mondo.
Oligarchie, democrazie, dittature e tante altre situazioni producono propri rappresentati, legittimati e destinati a dialogare e coesistere. Globalizzazioni, autarchie, liberalismi o pseudo democrazie si trovano, quindi, costrette a rapportarsi per garantire ricchezze e opportunità destinate, in ogni caso, a non essere mai equamente divise.
Esponenti delle diverse rappresentanze, al fine di gestire privilegi e potere, sono pertanto costretti a dialogare fra loro o a confrontarsi in eventuali guerre (virtuali, fisiche o psicologiche non ha molta importanza).
Nel caso dell’esito delle elezioni americane accennate in premessa, indipendentemente da chi sarebbe risultato vincitore, una cosa era già certa e conosciuta da tutti. Ovvero che ognuno avrebbe dovuto avere a che fare con qualunque fra i due ne sarebbe uscito vincitore.
Sherlock Holmes avrebbe chiosato, per chiudere: “elementare Watson”.

Buona luce a tutti!


© ESSEC

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