lunedì 23 febbraio 2009

Favola vera

Eletto a furor di popolo Presidente di tutto (della Repubblica, del Senato, della Camera, del Consiglio) il Cavaliere riunì i suoi ministri e disse: «Da tempo avevo preparato la riforma della Costituzione. Prendete appunti. Il testo l’ho già inviato alla Gazzetta Ufficiale». Diligentemente, i ministri si munirono di carta e penna.
«Articolo 1», dettò il Presidente, «Iliata è una Repubblica fondata sui lavori del Cavaliere». I ministri annuirono.
«Articolo 2», proseguì il Presidente. «Il colore rosso, simbolo dell’odiato comunismo, è dichiarato anticostituzionale e pertanto viene abolito». «Come la mettiamo con le Ferrari?», domandò il ministro dell’Industria. «Non c’è problema. Diventano azzurre», ribattè il Cavaliere. «E con il Tricolore?», domandò a sua volta il ministro della Difesa. «Rimane tricolore, ma al rosso si sostituisce l’azzurro», fece seccamente il Cavaliere. E via di questo passo. Furono stabilite multe salatissime per chi, coinvolto in un qualsiasi incidente, mostrava pubblicamente il rosso del suo sangue, con i diserbanti si fecero sparire rose e fiori rossi, la carne rossa non venne più messa in vendita mentre il pesce azzurro fu portato alle stelle, l’unico vino in commercio rimase quello bianco. Sommersi da tutto quell’azzurro, gli Iliatani cominciarono ben presto a soffrire di nostalgia del rosso, una nostalgia che diventava di giorno in giorno sempre più acuta. Si ebbero i primi attentati rivendicati dai Grar (Gruppi rivoluzionari adoratori rosso). I contrabbandieri facevano affari d’oro non con le sigarette o i clandestini, ma con le scatole di sugo di pomodoro, assolutamente proibite in Iliata. Finché un mattino, dopo un violentissimo acquazzone, apparve in cielo un gigantesco arcobaleno che coprì l’intero paese. Il rosso di quell’arcobaleno non era solamente un colore, ma un altissimo grido di rivolta, deciso e terso.

Quell’arcobaleno segnò, sempre a furor di popolo, la fine del Cavaliere.


Andrea Camilleri

La vacca, la capretta, la pecora e il leone

Non è mai sicura l'alleanza con il potente: questa favoletta dimostra la mia tesi.

La vacca e la capretta e la pecora rassegnata all'ingiustizia fecero società con il leone nei boschi. Dopo avere catturato un cervo bello grosso, a parti fatte, il leone parlò così: «Io mi prendo la prima perché mi chiamo leone; la seconda me la darete voi perché sono forte; poi, perché valgo di più, mi verrà la terza; se la vedrà brutta chi oserà toccare la quarta».
Così la prepotenza si portò via, lei sola, tutta la preda.

Fedro (Favole)

L'Antico Testamento - Perché Dio ci ha creati?

È accertato che fu Dio a crearci.
Dio ci ha creati per spedirci con calma in Paradiso.
Dio ci ha creati perché ci voleva più bene di prima.
O Dio o un altro, qualcuno ci doveva creare...
Dio ci ha creato gratis.
Dio ha creato pure i negri, solo che loro non lo sanno.
Se Dio ci ha creati sono cazzi suoi.
Dio ha fatto bene a crearci, solo che ha esagerato un po'.
Al Pronto Soccorso uno non ci credeva che Dio ci ha creati.
Dio prima creò l'uomo e poi lo addomesticò
Dio ci creò antichissimi.
Dio ci ha creati con molta cautela.
Se ci ha creati Dio perché a mio fratello l'hanno messo in colleggio?
Dio ci ha creati per farci circolare.
Ma se Dio sapeva che la maggior parte andava all'Inferno, perché ci ha
creati?
Quando voi avete spiegato perché Dio ci ha creati, io ero assente.

Marcello D'Orta (Dio Ci Ha Creato Gratis)

LA NUOVA DESTRA

Non ce l'abbiamo con i neri e gli africani,
solo non vogliamo che ci rubino il lavoro.
Non ce l'abbiamo con gli omosessuali,
solo non vogliamo che ci contaminino col loro morbo.
Questa è una Destra nuova che vuole battersi per il
rispetto della civiltà e della democrazia.
non ce l'abbiamo con gli zingari,
solo non vogliamo che mettano in pericolo
la nostra comunità.
Non ce l'abbiamo cogli extracomunitari
solo non vogliamo che occupino le nostre case.
Questa è una Destra nuova che vuole mettersi
dalla parte del cittadino e del lavoratore.
La pelle, la lingua, la razza non c'entra.
E se non capite questo siete degli ebrei!

Corrado Guzzanti (Il libro de Kipli)

venerdì 20 febbraio 2009

I Vangeli dei due Apostoli


Tra i moltissimi apostoli che diffusero, con opere e azioni, il Verbo del Cavaliere, due, Marcello e Cesare, furono anche gli autori dei Vangeli che ancor oggi ci permettono di conoscerne e ammirarne la sovrannaturale grandezza.
Tra i due sacri testi esistono, è vero, delle discrepanze che non inficiano però la sostanziale verità del racconto.
I due concordano sull’episodio del dodicenne Cavaliere che, assalito da alcuni facinorosi senza Fede detti comunisti, li sgominò, novello Davide, lanciando loro dei sassi e tutti colpendoli alla fronte perché la sua mano era guidata dal Signore. Dissentono invece, ma solo per un dettaglio, sul fatto che il Cavaliere avesse camminato sulle acque, come Egli stesso confidò a un ristretto gruppo di apostoli.
Mentre Marcello afferma che il Cavaliere disse: «Ho camminato sulle acque», Cesare racconta che la frase esatta fu: «Ho attraversato cattive acque».
I due evangelisti invece concordano, in tutto e per tutto, sul miracolo del risveglio del giovinetto che, caduto in coma, tornò alla coscienza udendo la voce del Cavaliere durante una delle sue predicazioni.
Marcello e Cesare perfettamente concordano anche sul miracolo detto della «conversione del Sinedrio». Portato dai nemici davanti al Sinedrio per essere giudicato, il Cavaliere fu accusato di colpe che mai aveva commesso e dovette subire pesanti condanne. Ma, qualche tempo, dopo il Cavaliere, aiutato dall’apostolo Cesare, riuscì a incontrare a quattr’occhi i componenti del Sinedrio e con loro lungamente parlò facendoli illuminare dallo Spirito Santo.
Alla fine non solo venne proclamato mondo da ogni peccato, perfino da quello originale, ma alcuni degli antichi persecutori presero a seguirlo e diventarono suoi apostoli. I pochi reprobi del Sinedrio che continuarono satanicamente ad accusarlo ebbero vita breve e infelice.
Particolare curioso: i due evangelisti stranamente non fanno parola del miracolo più clamoroso e conosciuto, quello della moltiplicazione dei miliardi.

Andrea Camilleri

Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo

Preambolo


Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana, i loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;

Considerato che il disconoscimento ed il disprezzo dei diritti dell'uomo hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo;

Considerato che è indispensabile che i diritti dell'uomo siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione;

Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le Nazioni;

Considerato che i popoli e le Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'uguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un migliore tenore di vita in una maggiore libertà;

Considerato che gli stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l'osservanza universale dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;

Considerato che una concezione comune di questi diritti e di queste libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni;


L’Assemblea Generale

Proclama


la presente Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale ed internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.

art. 1:

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

art. 2:

1) Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.

2) Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia che tale territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi altra limitazione di sovranità.

art. 3:

Ogni individuo ha diritto alla vita, alle libertà ed alla sicurezza della propria persona.

art. 4:

Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.

art. 5:

Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudele, inumani o degradanti.

art. 6:

Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.

art. 7:

Tutti sono uguali dinanzi alla legge, e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad un'eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad un'eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione, come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.

art. 8:

Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.

art. 9:

Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.

art.10:

Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad un'equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri, nonché‚ della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta.

art.11:

1) Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.

2) Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetrato, non costituisce reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.

art.12:

Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

art.13:

1) Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.

2) Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.

art.14:

1) Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.

2) Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.

art.15:

1) Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.

2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.

art.16:

1) Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.

2) Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.

3) La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

art.17:

1) Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.

2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.

art.18:

Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.

art.19:

Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

art.20:

1) Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.

2) Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.

art.21:

1) Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.

2) Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese.

3) La volontà popolare è il fondamento dell'autorità di governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.

art.22:

Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché‚ alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.

art.23:

1) Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.

2) Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.

3) Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia un'esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, ad altri mezzi di protezione sociale.


4) Ogni individuo ha il diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.

art.24:

Ogni individuo ha il diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.

art.25:

1) Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.


2) La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.

art.26:

1) Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria.

L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.


2) L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.


3) I genitori hanno diritto di priorità nella scelta di istruzione da impartire ai loro figli.

art.27:

1) Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.ù


2) Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.

art.28:

Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e la libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.

art.29:

1) Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.


2) Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e della libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.


3) Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e i principi delle Nazioni Unite.

art.30:

Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di qualsiasi Stato gruppo o persona di esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione dei diritti e delle libertà in essa enunciati.


10 dicembre 1948


"Lodo Bellillo"

Ci voleva Sabrina Ferilli per spiegare il fallimento del Pd. C’è chi lo attribuisce all’invincibilità di Berlusconi (che però ha perso due elezioni su cinque contro Prodi, non a caso prepensionato).
Chi al presunto “antiberlusconismo” veltroniano (mai visto). Chi all’alleanza con Di Pietro (che continua a guadagnar voti proprio con l’antiberlusconismo). La verità è che il Pd è parso fin dall’inizio come qualcosa di stantio, discorsi astrusi, facce muffite, immagine tetra e sfigata. Qui Sabrina la popolana vera ha colto nel segno con la lettera a Veltroni a proposito del voto della Camera che ha salvato con l’insindacabilità l’ex deputata Katia Bellillo dal processo per diffamazione che le aveva intentato l’attrice. I giornali l’han presentata come una rissa fra “compagne”. Invece è una questione di principio. Bellillo aveva accusato Ferilli di aver «preso soldi da testimonial» contro la legge sull’eterologa e di aver poi dichiarato di preferire l’adozione alla fecondazione assistita. Poi, tanto per cambiare, aveva smentito tutto. Poi aveva invocato l’immunità, dicendo di aver parlato «nella cornice della mia attività parlamentare». La Camera, come sempre, gliel’ha concessa con 357 Sì, compresi quelli di metà Pd.
Se Ferilli avesse insultato Bellillo, sarebbe già stata condannata (a meno che non si fosse fatta eleggere anche lei). Ma qui è Bellillo che ha insultato Ferilli, dunque è intoccabile, anche se non è più deputato. L’immunità, per i mandarini, è come la pensione: è per sempre.

Marco Travaglio - http://www.unita.it/rubriche/Travaglio

mercoledì 18 febbraio 2009

Il tribunale di Milano : «David Mills fu corrotto» Condannato a 4 anni e 6 mesi

I giudici: «Almeno 600mila dollari per testimoniare il falso in due processi a Berlusconi

MILANO - L’avvocato inglese David Mills è stato condannato a 4 anni e sei mesi per corruzione in atti giudiziari dai giudici del Tribunale di Milano.

LA SENTENZA - I giudici lo hanno riconosciuto colpevole ritenendo valido l’impianto dell’accusa secondo cui Mills fu corrotto «con almeno 600mila dollari» da Silvio Berlusconi per testimoniare il falso in due processi al fondatore della Fininvest. Il legale è stato inoltre interdetto per 5 anni dall'esercizio dei pubblici uffici e dovrà risarcire 250 mila euro alla presidenza del consiglio, costituita parte civile.

IMPUGNEREMO LA SENTENZA - Federico Cecconi, il legale di David Mills, annuncia l'impugnazione della sentenza di condanna: «Credo e continuo a credere alla sua innocenza - afferma - di regola le sentenze non si commentano, ma si impugnano, e questo verdetto sarà certamente impugnato. Ma questa volta voglio fare un'eccezione e dire qualcosa su questa sentenza che mi sembra appiattita sull'impostazione accusatoria ed è tutto tranne che pacifica e consolidata. La sentenza è contraria alla logica». «Senza l'ombra dell'altro coimputato (Silvio Berlusconi ndr.) - ha concluso Cecconi - questo processo sarebbe stato esaminato in modo più sereno».

LA VICENDA - Il processo all'avvocato inglese David Mills riguarda il pagamento di 600mila dollari che sarebbero stati versati a Mills, attraverso il manager Fininvest Carlo Bernasconi, da parte di Silvio Berlusconi perché il legale fosse testimone reticente nei processi per i casi Guardia di Finanza e All Iberian. Nelle scorse settimane l'avvocato Mills aveva presentato alla corte un memoriale nel quale affermava che Berlusconi era stato vittima dei suoi errori e chiedeva scusa al premier. Secondo la ricostruzione fatta dai consulenti della difesa, invece, i 600mila dollari versati a Mills erano parte di quanto ricevuto dall'imprenditore Diego Attanasio perché ne fosse il gestore.

MILLS DELUSO - «Sono molto deluso»: questo il primo commento a caldo dell'avvocato inglese David Mills alla sentenza di Milano che lo ha condannato a quattro anni e mezzo per corruzione in atti giudiziari. In una dichiarazione diffusa dopo il verdetto di Milano, Mills afferma: «Sono ovviamente molto deluso da questo verdetto. Sono innocente, ma questo è un caso dalla forte valenza politica. I giudici non hanno ancora dato la loro motivazione per la decisione, così non posso dire come abbiano gestito l'ammissione dello stesso pubblico ministero di non avere prove». «Spero che verdetto e sentenza siano cancellati in appello, e mi dicono che avrò ottimi motivi per sperarlo. Ho la massima fiducia nel mio eccellente avvocato, Federico Cecconi. La sentenza non diventa effettiva fino a quando non si saranno conclusi i due gradi di appello. Mi è stato consigliato di non fare altri commenti pubblici fino a quando il caso non sarà finalmente chiuso. Nel frattempo, andrò avanti con la mia vita professionale», ha concluso Mills.

BERLUSCONI - Insieme a Mills era imputato anche Silvio Berlusconi, ma la posizione processuale del premier era stata stralciata in attesa del verdetto della Corte Costituzionale sulla legittimità costituzionale del Lodo Alfano.


Corriere della Sera del 17 febbraio 2009


giovedì 12 febbraio 2009

Banca d'Italia: Alla corte di Draghi 333 consulenti

È l'esercito di incarichi attivi al 31 gennaio 2009. Solo il mese scorso ne sono arrivati 17 . Ci sono ex ministri, ex deputati e principi del foro. Costano 4,6 mln. Spuntano ex ministri, ex parlamentari, figli celebri e un'autentica pattuglia di principi del foro. Tutti accomunati dall'inserimento in una lista che contiene la bellezza di 333 nomi. Si tratta dell'esercito dei consulenti della Banca d'Italia, che ha un controvalore di 4 milioni e 658 mila euro, naturalmente a carico delle casse di Palazzo Koch. L'elenco è aggiornato al 31 gennaio del 2009, quindi contiene anche i 17 incarichi sfornati da via Nazionale nel solo mese di gennaio. La media, tanto per fornire un altro dato, è di 14 mila euro a consulenza. Non tutte, però, sono uguali. A spiccare sono gli incarichi di tutela in giudizio dell'istituto centrale guidato da Mario Draghi. Parliamo di rapporti che in alcuni casi sono risalenti nel tempo, ma del tutto attivi anche ai giorni nostri. Insomma, sono collaborazioni storiche che continuano. Tra gli avvocati di grido alla corte di Draghi, per esempio, compare Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense, con un compenso di 15 mila euro e un rapporto con la banca centrale che affonda le radici all'ottobre del 2004. Altro principe del foro è Franco Coppi, che vanta un gettone da 30 mila euro per una prestazione occasionale iniziata con palazzo Koch nell'ottobre del 2007 e in corso ancora oggi. L'ex ministro di turno, anche lui giurista di lungo corso, è Agostino Gambino, che durante il governo tecnico guidato da Lamberto Dini (altra vecchia conoscenza di Bankitalia), fu titolare del dicastero della poste e telecomunicazioni. Per Gambino il compenso è di 6 mila euro, con un rapporto che va avanti dal 2005. Tra gli ex parlamentari, allo stesso tempo con ascendenti celebri, compare Andrea Guarino, avvocato con trascorsi politici nella lista Dini e in Forza Italia, nonché figlio dell'ex ministro dell'industria e delle partecipazioni statali, Giuseppe Guarino. In questo caso parliamo di due incarichi, per 10 mila e 6 mila euro, che vanno avanti dal 2002 e dal 2006. Alla categoria forense appartiene anche Natalino Irti, che in passato è stato vicepresidente dell'Enel e componente del consiglio di amministrazione dell'Iri. Adesso, in virtù di una prestazione occasionale con palazzo Koch che risale al 2004 e che continua ancora adesso, incassa un gettone di 15 mila euro. Sarà bene chiarire che per quasi tutti questi consulenti la lista di via Nazionale fissa la data di partenza dell'incarico, mentre quando si tratta di indicare il suo termine viene utilizzata l'espressione «data fine non determinabile». E questo, appunto, per dare l'idea di come queste storiche collaborazioni continuino a svilupparsi. Ci sono poi i recordman degli incarichi. La medaglia d'oro va assegnata all'amministrativista Filippo Satta, forte di ben 44 incarichi che oscillano tra i 2 mila e i 6 mila euro di compenso. Al secondo posto, invece, si piazza Vincenzo Catapano, già avvocato generale della Banca d'Italia, con 18 consulenze che anche in questo caso si mantengono all'interno della forchetta 2 mila-6mila euro. Al terzo posto, sempre parlando di incarichi che vengono ricompresi nella dicitura «tutela in giudizio», troviamo Claudio Pepe, che vanta 15 incarichi con compensi tra i 2 mila e i 30 mila euro. Per quanto riguarda gli altri rapporti, si può registrare un po' di tutto: dalla «direzione e coordinamento lavori» a «consulenza tecnica», da «consulenza economico, finanziaria, contabile» ad «attività di comunicazione». La consulenza singola più cospicua, a livello economico, fa parte però della categoria delle «prestazioni mediche». Parliamo di 104.452 euro che sono stati assegnati a Fabio Tomei. In assoluto, a dirla tutta, il compenso più alto deriva da due rapporti di consulenza tecnica che la banca centrale ha chiesto all'ingegner Ferruccio Pillon, che per ognuno di essi incassa 76 mila euro.

Stefano Sansonetti (ItaliaOggi - Numero 028 pag. 4 del 3/2/2009)


E’ facebookmania fra trentenni soli e nostalgici. Sesso, amicizia e insoddisfazione: l'identikit di chi è sempre online

Basta un clic per ritrovare vecchi amici, ex compagni di scuola o antichi amori, condividere pezzi di vita, foto e video, e alla fine sentirsi meno soli. Quella per Facebook è una passione in crescita anche nel Belpaese: contagia secondo gli ultimi dati 1 milione 369 mila italiani (su 132 milioni di utenti nel mondo), con un incremento di 'visitatori' che, in appena un anno, ha segnato un +961% (con un +135% degli iscritti). "Ormai è Facebookmania fra gli italiani, una febbre che ultimamente ha contagiato in particolare la fascia tra i 30 e i 40 anni, e non a caso: questo mondo virtuale è infatti vissuto come un antidoto al senso di vuoto e alla solitudine, che in questa fase della vita, fitta di bilanci, contagia anche i cosiddetti vincenti". Parola di Paola Vinciguerra, presidente di Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico) e direttore dell'Uiap (Unità operativa attacchi di panico) alla Clinica Paideia di Roma. Se infatti il sito è nato richiamandosi - anche nel nome - agli album fotografici che le università americane pubblicano a inizio anno accademico per ritrovare amici perduti, oggi i 'nostalgici' a caccia degli ex compagni di classe sono solo uno dei tanti profili dei facebook-maniaci: ci sono i 'troppo soli', gli 'insoddisfatti', 'quelli con l'alter ego', 'quelli che lo fanno per farsi pubblicità', i 'cuori infranti' e, naturalmente, i 'latin lover virtuali'. "L'enorme sviluppo di Facebook è spia di un grosso problema di solitudine - diagnostica la Vinciguerra - Abbiamo costruito la nostra vita su un'immagine capace, vincente, superorganizzata. Ma a 30-40 anni, che gli obiettivi che c'eravamo posti siano stati raggiunti o meno, si fa strada un senso di vuoto, perché più che l'essere abbiamo curato l'apparire". Così finiamo per ricercare quelli che sono sentiti come "rapporti veri: i compagni di scuola, gli amici di tante estati al mare, i ragazzi del cortile. Quelli a cui davamo e ricevevamo sostegno e comprensione sinceri. Oggi nel mondo reale recitiamo un po' tutti - avverte la Vinciguerra - ma in passato non era così". "Facebook è una colossale illusione: permette a tante persone di pensare di essere importanti, perché hanno decine e decine di 'amici virtuali', ma purtroppo si tratta spesso solo di un gran numero di 'sfigati'", sostiene Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, docente di psichiatria dell'Università Gregoriana di Roma, e fra i primi a occuparsi del problema delle tecno-dipendenze in Italia.

Ecco, secondo gli esperti, l'identikit dei popolo di Internet contagiato dalla Facebookmania: I NOSTALGICI - Si emozionano alla vista delle foto dei compagni di classe delle medie o del liceo. Cercano gli amici del passato per vedere come sono invecchiati, e commentano i bei tempi andati.

I LATIN LOVER VIRTUALI - Dichiaratamente a caccia di nuovi potenziali partner, ma anche di ex piacenti e disponibili. Spesso celano una relazione (se l'hanno) e rimpinzano il proprio profilo e gli album con foto sexy o interessanti, a volte ritoccate.

I CUORI INFRANTI - Prostrati dall'ultima relazione - in corso o finita - sono a caccia degli antichi amori, mitizzano i ricordi.

I TROPPO SOLI - "Sono un po' sfigati, non sono riusciti a costruire relazioni vere e cercano amici 'virtuali' per farsi compagnia - dice Cantelmi".

GLI INSODDISFATTI - Infelici anche se hanno una famiglia e dei figli, spesso sono donne.

QUELLI DELLA PUBBLICITA' - Sono più o meno famosi, politici, campioni dello sport, attori. Ricorrono a Facebook in modo strumentale, per farsi mega-spot gratuiti.

QUELLI CON L'ATER EGO - Dai 400 burloni che si sono presentati nei panni del calciatore Francesco Totti, ai tanti Giulio Cesare o Maria Antonietta, a quelli che pubblicano foto diverse o 'ritoccano' la descrizione vantando titoli ed esperienze di fantasia.

Fonte: adnkronos (17 novembre 2008)