venerdì 24 aprile 2009

Come mai nel 1994 la sinistra e Berlusconi erano quasi pari e oggi invece il distacco sembra incolmabile?

Bella domanda. Quella che si pone Giovanni Sartori sul Corriere della sera. E cioè: come mai nel 1994 la sinistra (il Pds di Occhetto) e Berlusconi erano quasi pari e oggi invece il distacco sembra incolmabile? Già, perché?

Perché? Una bella domanda sulla quale ognuno dirà la sua. La mia è che la sinistra ha commesso sbagli colossali, con D’Alema che avrebbe regalato a Berlusconi l’impero della tv (tutta quanta), e con Prodi che si è ossessivamente dedicato alla creazione di un partito «contro natura» tra cattolici di sinistra e sinistra «dura» e laica. La legge vigente sul conflitto di interessi che in sostanza consente a Berlusconi non solo di essere il monopolista di tutta la tv privata ma anche, quando vince le elezioni, di controllare a suo piacimento tutta la tv pubblica, è la legge Frattini (oggi ricompensato con il ministero degli Esteri). Ora, la sinistra poteva benissimo approvare, tra il 1995 e il 1998, una legge che invece bloccava Berlusconi. Non l’ha fatto. Il testo c’era (steso dal senatore Passigli), era ben disegnato e fu approvato dal Senato nel 1995. Decadde per lo scioglimento anticipato della legislatura, ma fu subito ripresentato dal centrosinistra nel 1996. Dopodiché niente. Niente anche se allora esisteva una sicura maggioranza (ci stava anche la Lega) per vararlo. Non avevo mai capito, confesso, questa stupefacente inazione.

L’arcano è stato poi inopinatamente svelato da Violante, che nel 2002 era capogruppo Ds a Montecitorio, con questa dichiarazione: nel 1994 a Berlusconi «è stata data la garanzia piena che non gli sarebbero state toccate le televisioni ». Garanzia da chi? I sospetti possono soltanto convergere su D’Alema, a quel tempo segretario del Pds.

http://segnaleorario.splinder.com/tag/legge+frattini

1 commento:

  1. Legga Violante stesso al riguardo e si ricreda.
    IL FONDO DI SARTORI
    Corriere della Sera (14 marzo 2009) - Pagina 38
    Governi di sinistra e conflitto di interessi
    Caro direttore, Nel fondo di ieri il professor Giovanni Sartori, parlando del conflitto di interessi,
    riferisce due verità, ma, per eccesso di malizia, fa l' errore di collegare l’una all’altra.
    È vero che il
    centrosinistra non è riuscito a fare una seria legge sul conflitto di interessi. Ed è vero che nel 2002, replicando a un collega della maggioranza, io dissi che l’on. Silvio Berlusconi era stato informato che non sarebbero state toccate le sue tv; ma aggiunsi che questo era avvenuto «nel 1994, quando ci fu ilcambio del governo».
    È invece falso che la ragione dell’omessa riforma stia in quell’assicurazione fatta
    a Berlusconi. Io parlai di una questione sorta nel 1994, dopo la crisi del primo Governo Berlusconi. Il governo Dini, che gli successe, essendo un governo tecnico, non avrebbe potuto avere in programma una riforma intensamente politica come quella del conflitto di interessi o dell’assetto radiotelevisivo. A
    riprova del fatto che non c’è mai stato alcun accordo segreto tra dirigenti Ds e Silvio Berlusconi
    è sufficiente ricordare alcune vicende. 1) I Ds parteciparono attivamente al referendum contro che si tenne nel giugno 1995. 2)Nel luglio 1995 il Senato approv
    ò, col voto determinante dei Ds, un rigoroso progetto sul conflitto di interessi del senatore Passigli (non del governo) che si fermò alla Camera per lo scioglimento anticipato della legislatura. 3) L’on. D' Alema, dopo che la Camera aveva approvato un testo «morbido», chiamò nel suo primo governo (ottobre 1998) il senatore Passigli, perché favorisse l’approvazione di una legge più
    rigorosa; il Senato, dopo interminabili ostruzionismi del centrodestra,approvò il testo, ma anche questa volta lo scioglimento delle Camere impedì il voto finale. 4) Nella scorsa Legislatura io stesso sono stato relatore di una seria proposta sul conflitto di interessi che venne approvata dalla Commissione, ma non approdò in Aula anche questa volta per lo scioglimento anticipato delle Camere. Gli studiosi accerteranno se gli scioglimenti delle Camere hanno impedito l’approvazione di una buona legge o se il rischio che una buona legge fosse approvata ha prodotto gli scioglimenti delle Camere. In ogni caso, caro professore, a pensar male, lo dico con la stima profonda che ho per lei, a volte non solo si fa peccato, ma si sbaglia anche.
    Luciano Violante

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