(28 maggio 2009)
http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-3/zia-di-noemi/zia-di-noemi.html
Non entro nel merito della missione “militare” o di “pace”,di “guerra” o di pace libera tutti o libera alcuni,o di uno due tre tutti giù per terra…..Non entro nel merito delle possibilità che si avevano di spiegare meglio a tutti e prima il tipo di altezza o di bassezza(?) del rischio della suddetta missione; lascio tutto questo all’onestà, alla curiosità intellettuale e storica, all’intelligenza spero non di parte dei cittadini comuni, dei soldati, dei politici dei giornalisti, ma quello che mi interessa e’ altro: dopo i funerali spettacolari, i servizi iper televisivi, il giornalismo da tinello alle spalle dei parenti dei carabinieri di Nassirya, vedo che ancora si riesce a commemorare, forse anche giustamente, la ricorrenza di un mese dalla morte di quegli uomini, ma solo quella dei “nostri diciannove”, e si dimentica o quasi, quella per esempio dei sei bambini caduti in una adiacente guerra sotto il fuoco cosidetto “collaterale”, figli solo di una “disgrazia” involontaria (9 morti a Ghazni e 6 a Gardez in Afghanistan) A questo punto, premesso ciò che ho detto sopra sul concetto di giustezza di questa guerra e dei suoi mobili moventi, chiedo se qualcuno di noi riesce a sfilare almeno simbolicamente davanti a quelle macerie di tomba o a passare accanto a quelle famiglie che hanno sempre un dolore scomposto per quei cadutini a quanto pare non nostri e non ancora eroi! (e parlo di questi15, tra i tantissimi che tutti i giorni, a gruppi ben più folti di diciannove alla volta, tra l’altro non soldati, non volontari, e non consapevoli, cadono senza indagini, spiegazioni o onori….)
E’ gente che non rientra nel rinnovato e fulgido concetto di patria che unisce, ahimè, non tutti, non qualsiasi morto….
Non ho visto
Vorrei sapere dagli inventori della patria pret a porter, l’ultima, quella che per alcuni solo per alcuni per fortuna, e’ tornata di moda, cioè la patria televisiva, quel collante nazionale che tutti mette sullo stesso piano, vorrei sapere dicevo se il sangue di quelle vittime collaterali coagula o no col senso di “nostri” morti, e perché no col senso non solo Italico, fraterno, e di appartenenza alla vita, vita che si auspica nel 2003 non suddivisa in vita patria,vita nostra,vita giusta,vita onorata,normale o Italiana. La vita non e’ la cucina, non e’ la moda, non e’ la tradizione. Dove sono i parroci, i vicini di casa, i quartieri in lutto, i messaggi di cordoglio, i disegni dei compagni di gioco di questi altri morti?
Cari sfilatori di esequie e commossi cittadini comuni (ma solo dei comuni italiani), siccome abbiamo passerellato davanti a Lady Diana, Agnelli, Sordi, e Nassirya, cosa aspettiamo almeno mentalmente a fare ore di fila sotto nessun riflettore(se non quello che dovrebbe farci riflettere) lungo quel breve altare della vita che unisce anima a cervello,memoria a parità?
Proviamo a sfilare non solo sotto la “nostra” bandiera italica,ma magari con in alto un altro vessillo enorme e se non ci facesse paura sconfinato,quello della pietas e della commozione e del pathos ,che non rappresenti soltanto gli eroi della morte ma il rispetto della vita qualunque e di chiunque;la guerra per sua indole idiota e indolente, pigra e lenta nella sua velocità, non c’è la fa’ a distinguere perché la fine giustifica i mezzi, ma noi che siamo a casa in pace almeno con noi stessi, cerchiamo almeno di far emergere la differenza dell’uguaglianza!
Meno volemose bene, più memoria universale e umana.
Ma quale 11 settembre italiano……Proviamo a pensare a tutti i Santi giorni del calendario e da quanti anni prima delle torri,si continuano a colpire “sconosciuti non nostri” , che proprio in questi giorni magari meriterebbero di essere simbolicamente riconosciuti come nostri, come fossero salernitani trentini emiliani ma del mondo…..
Forse sarebbe meglio meno fratelli d’Italia, e più osservazione ai cugini di sangue.
Vorrei che il nostro dolore come e’ stato più volte enfaticamente definito “composto” ,fosse davvero composto anche dal pianto e dalla condivisione di ciò che solo apparentemente non sembra appartenerci e non sembra nostro,ma lo e’, se ci interessa far parte di una nazione di pace (magari studiando un po’ meno nozionisticamente la “nozione “di pace).
Mi sembra che alle volte morti siamo già noi: svegliamoci, perché la morte e la guerra non centrano con lo sport: qui ‘non c’è differenza tra un giocatore di una nazione e un raccattapalle dell’altra; mi dispiace ma la guerra non ha classifiche di merito, ha solo cannonieri e cannonati……
O diventiamo“ Tifosi” di tutti gli innocenti o saremo sempre fuori gioco anche come spettatori. Meno minuti di silenzio che rimbombano dentro gli stadi, più giorni a dar voce agli stati, anche gli stati d’animo:il problema non e’ dove andremo a finire (la guerra ) ma quando andremo a cominciare (La pace).
ALESSANDRO BERGONZONI
ETTORE PETROLINI (Roma, 1886-1936) è stato un grande attore comico teatrale e cinematografico. Il suo personaggio di romano cinico e sbruffone è tuttora attuale (non a caso un attore moderno come Gigi Proietti riprende spesso i suoi personaggi, le sue scenette e le sue battute che mantengono inalterata la loro carica comica). Sul palcoscenico Petrolini era un vulcano di battute, doppi sensi, sfottò (prese in giro), parole storpiate e freddure, spesso inventate al momento in un rapporto molto diretto, a tu per tu, col pubblico che affollava i teatri (ad esempio, l'Ambra Jovinelli all'Esquilino). Un vero e proprio gran giocoliere delle parole. La tradizione vuole che non abbia rinunciato alla battuta sarcastica nemmeno sul letto di morte: vedendo entrare il sacerdote con l'olio santo avrebbe mormorato: "Adesso sì che sono fritto". Quella che segue è una scena tratta da uno dei suoi pezzi teatrali più famosi, Nerone. Il testo è stato ripreso in un film del 1930, Nerone, girato dallo stesso Petrolini con la regia di Alessandro Blasetti; il film era una satira non tanto velata di Mussolini e del regime fascista. Nella scena, Nerone sta a casa sua e il popolo lo vuole morto perché ha incendiato Roma. Allora va alla finestra e fa un discorso per calmare gli animi. Il popolo gli grida "bravo!" e Nerone risponde grazie. E questo gioco del "bravo-grazie" si ripete più volte creando un effetto comico esilarante.
EGLOGE: (entrando con un urlo di terrore)
Cesaretto te vonno ammazzà! Tu sei responsabile dell'incendio.
NERONE: Io responsabile dell'incendio? No! Sono assicurato con la Fondiaria.
POPPEA: Cesare, persuadi il popolo con uno dei tuoi soliti discorsi.
NERONE: Sta bene, parlerò col popolo, ma non mi lasciate solo... venitemi a tergo...
(Si avvia al podio, ma delle urla improvvise lo fanno retrocedere frettolosamente)
Ah, no... il popolo è ignorante... vo' li quatrini...
(Ripete l'azione e nuovamente retrocede)
Ho trovato... il popolo è mio... un nume mi ha dato un lume: Eureka! Eureka! E chi se ne... importa! L'ho in mano... Basta che lo fai divertì il popolo è tuo...
(Va al podio accolto nuovamente dalle urla, rimane al podio dicendo i numeri della morra)
Sette... Tre... Tutta...
VOCE (d. d.): Quattro... Otto... Sei... Sei...
NERONE: Stupido... Ignobile plebaia! Così ricompensate i sacrifici fatti per voi? Ritiratevi, dimostratevi uomini e domani Roma rinascerà più bella e più superba che pria...
VOCE (d. d.): Bravo!
NERONE: Grazie.
(Rivolgendosi a Egloge e a Poppea)
E' piaciuta questa parola... pria... Il popolo quando sente delle parole difficili si affeziona... Ora gliela ridico... Più bella e più superba che pria.
VOCE (d. d.): Bravo!
NERONE: (sempre più affrettatamente quasi cercando di sorprendere il popolo)
Più bella e più superba che pria...
VOCE (d. d.): Bravo!
NERONE (facendo il gesto di dire la parola pria, senza però dirla)
VOCE (d. d.): Bravo!
VOCE (d. d.): Grazie!
NERONE: Lo vedi all'urtimo come è il popolo? Quando si abitua a dire che sei bravo, pure che non fai gnente, sei sempre bravo! Guarda
(ripete il gesto senza dire la parola).
VOCE (d. d.): Brrrrrr...
NERONE: Domani... Domani... Domani... quanti ne abbiamo... Domani ne abbiamo... saranno fatte grandi distribuzioni di vino, di olio, di pane e di sesterzi... Panem et circentibus...
VOCE (d. d.): Panem et circenses!
NERONE: Cacchibus... C'è uno che parla bergamasco... Eccomi a voi tutto d'un pezzo... Io vi darò tutto, basta che non domandate nulla! Il momento è difficile, l'ora è suprema, l'affare s'ingrossa e... e chi la fa l'aspetta! Ed ora, ed ora vattene, diletta ciurmaglia!
Presidente Bossi
IL PRESIDENTE del consiglio Umberto Bossi ha ricevuto ieri una delegazione di disoccupati. Il primo ministro ha accolto gli invitati con un nutrito lancio di frecce ferendone una dozzina, ma ha poi ridimensionato l'accaduto dichiarando di essere stato frainteso. Bossi ha quindi diviso i disoccupati in settentrionali e meridionali non per ragioni razziste, ha detto, ma perché le sedie non bastavano. Il nuovo ministro del Lavoro Maroni ha promesso ai delegati che, entro la fine dell'anno, verranno creati duemila posti di lavoro nel Sud, precisamente in provincia di Piacenza. Il ministro, però, è stato seccamente smentito dal suo collega delle Finanze Rocchetta, il quale è stato subito definito da Bossi «canaglia prezzolata della porcilaia berluscomunista nonché mio amico lealissimo».
Al termine della visita il ministro della Mistica Nordica, onorevole Miglio, ha ricevuto una delegazione di giornalisti stranieri. Alla giornalista dell'Ora di Palermo che gli chiedeva se fosse vero, come riportato in una intervista, che Miglio aveva strangolato e sepolto nel suo giardino ventisei zingari, Miglio ha ammesso sorridendo (come è vezzo della Lega) di avere scherzato: gli zingari erano solo tre.
Presidente Berlusconi
IL PRESIDENTE del Consiglio Silvio Berlusconi ha ricevuto ieri nella Sala Imperiale di Arcore una delegazione di disoccupati. Il presidente non si è però presentato all'appuntamento. È stato trovato solo a tarda sera dentro a un camino, dove si era nascosto da tre giorni per timore di dover incontrare l'ambasciatore del Ruanda. «Temevo mi volesse fare delle domande insipide di geografia» ha spiegato il presidente, che ha poi voluto sapere uno per uno i nomi dei disoccupati e ha comunicato al ministro del Lavoro Garcia Colmenares che acconsentiva all'incontro solo se esistevano le condizioni per un dibattito corretto e democratico: lui doveva essere solo sul palco e i disoccupati almeno a trecento metri senza microfono. Alle proteste del leader dei disoccupati Demattè, Berlusconi ha risposto scappando sul tetto. Alle ventuno, però, Berlusconi ha partecipato a un dibattito pubblico nella sua tavernetta di Arcore, sul tema «Quale giustizia». Alle domande del ministro della Giustizia Bettino Craxi, di De Lorenzo, di Fabio Capello e dei fedeli bracchi Spot e Deficit, Berlusconi ha risposto con assoluta chiarezza, esibendosi alla fine in un applaudito assolo di cetra. Domani, infine, è previsto l'incontro con i banchieri della City a cui Berlusconi spiegherà la politica monetaria italiana, a patto che nel dibattito non si parli di economia.
Premier Fini
IL PREMIER Gianfranco Fini ha ricevuto ieri, nel corso di un simpatico tea-party, una delegazione di disoccupati. Dopo essersi scusato perchè all'entrata i fidi «Er Caccola» e «Ricino» ne avevano pestati alcuni, il premier ha signorilmente discusso coi delegati di argomenti quali la partecipazione degli operai agli utili delle aziende e il nuovo look del fascismo. Il premier ha prontamente accolto la richiesta umanitaria di trasferire Bossi e Occhetto in due celle separate, e ha offerto all'intera delegazione un contratto da geometra statale. Gli ex-disoccupati, vestiti di un'elegante tuta grigioverde e caricati su una tradotta, passeranno alcuni mesi in Istria e Dalmazia con l'incarico di controllare l'esattezza dei confini. Al termine il premier ha premiato i vincitori del primo premio di ikebana «Starace» per le scuole romane.
Presidente Segni
IL PRESIDENTE del Consiglio Mario Segni ha ricevuto ieri una delegazione mista di disoccupati ed esponenti della Confindustria. A tutti ha assicurato il totale impegno del nuovo ministro del Lavoro, di cui però non ha voluto dire il nome per non sbilanciarsi troppo. Il presidente ha poi ricevuto l'onorevole Craxi, assicurandogli un possibile rientro politico come capo del Sisde, l'onorevole Occhetto dandogli ampie rasiicurazioni sulla imminente liberazione di D'Alema, e il cavalier Berlusconi, promettendogli che gli restituirà tutte le televisioni non appena il governo avrà nominato i nuovi direttori, da scegliere in una rosa di diciottomila nomi.
«Non vorrei scontentare qualcuno», ha detto arrossendo Segni, che ha poi voluto ballare un lento con ognuno dei presenti.
Presidente Pannella
IL PRESIDENTE del Consiglio Marco Pannella ha ricevuto ieri mattina una delegazione di disoccupati. Davanti alle telecamere di tutte le reti unificate, ha vibratamente e lungamente spiegato come la discriminazione effettuata nei suoi confronti dalle televisioni gli impedisca di poter eseurientemente spiegare il problema dei disoccupati, specialmente - ha aggiunto - di quei tre là in fondo che non applaudono.
Al termine delle tre ore Pannella ha regalato ai disoccupati una videocassetta della trasmissione con la sua foto autoografata, e ha multato un delegato che aveva pronunciato la parola «divorzio» senza pagare le duemila lire di royalties che, secondo la nuova Legge di Esclusiva sui Diritti Civili, spettano al presidente del Consiglio.
Presidente Martinazzoli
IL PRESIDENTE del Consiglio Martinazzoli ha ricevuto ieri nella sala delle autopsie del Viminale una delegazione di disoccupati, per illustrare la nuova politica occupazionale del governo. Il nuovo presidente della Fiat Totò Riina ha spiegato come la riconversione produttiva dell'azienda dovrebbe garantire centomila posti di lavoro nei prossimi anni.
La delegazione è poi stata accompagnata alla sala Tassodromica, ove tramite seduta spiritica ha potuto inoltrare le sue richieste al ministro del Lavoro Tambroni. Al termine, a tutti i disoccupati, come prova di buona volontà del governo, è stata consegnata in anticipo la Befana 1994.
Presidente Occhetto
IL PRESIDENTE del Consiglio Occhetto ha ricevuto ieri una delegazione di turnisti lavorativi. In un clima conviviale allietato da canti di lotta quali Stranger on the night Occhetto, ringraziando i disoccupati della loro sensibilità per i problemi del paese, ha assicurato che si stanno attivamente ricercando nuovi posti, e che negli uffici del nuovo Ministro del Lavoro Abete più di duecento segretarie stanno vagliando le pagine di offerta dei giornali. Riguardo poi all'eventuale ritorno di Bertinotti dal ruolo di ambasciatore in Borneo, Occhetto si è detto cauto, in quanto gli interessi italiani nel Borneo diventano ogni giorno più vitali e pressanti.
Occhetto ha poi ricevuto una delegazione di banchieri giapponesi, il comando interforze della Nato, lo staff dirigente di Yves Saint-Laurent e l'eroe del lavoro Ettore Baruffaldi, settemila fanali di trattore montati in un solo giorno.
Presidente Ciampi
IL PRESIDENTE del Consiglio Ciampi ha ricevuto ieri una delegazione di disoccupati. Il premier ha rinnovato l'impegno del Governo di Unità Nazionale per i problemi dell'occupazione, ma ha sottolineato che sarà difficile discutere la nuova legge economica finché Bossi e Berlusconi non usciranno dall'ospedale ove sono ricoverati dopo il loro duello a colpi di badile. Anche il ministro del Lavoro Visco, assediato nel suo ufficio da uomini armati del Ministro del Bilancio Andreatta, ha comunicato la sua indisponibilità all'incontro.
Dal suo Bunker Invecchiaprosciutti di Bologna, il ministro Occhetto si è detto disponibile a una riunione interministeriale se il collega Fini allontanerà la linea dei mortai dalla via Emilia. Da San Marino Leoluca Orlando, come segno di buona volontà, ha sospeso i getti di olio bollente.
Il Santo Padre, apparso in mattinata al balcone invitando i fedeli alla preghiera per l'unione tra laici e religiosi, è stato spinto e buttato di sotto da una suora integralista. Le sue condizioni non destano preoccupazioni. Il casco ha evitato guai peggiori.