domenica 30 agosto 2009

Bel Presidente del Consiglio “socialista” che si rivolge ad un ex Presidente del Consiglio socialista: è davvero un capitano coraggioso!”

Risvegliatosi dall’anestesia, Bettino salutò la moglie attraverso lo schermo di un vetro, facendo con la mano un gesto, a dire: “ci vediamo dopo”. ……….. Intanto avevano telefonato Francesco De Martino, Ottaviano Del Turco, Giuliana Nenni, Claudia Cardinale e Veronica Berlusconi: “Tutti carini” desse Anna. “Per la prima volta ho avuto la sensazione di una maggiore comprensione da parte degli italiani”. Quello che li rappresentava più di tutti, il Presidente Ciampi, aveva già inviato parole che fecero ad Anna “un immenso piacere”. “E’ una bella soddisfazione per uno che è considerato latitante” ella fece notare. Poi arrivò allo spedale militare Stella Gregoretti, l’amica della famiglia Craxi che il nuovo ambasciatore a Tunisi, Armando Sanguini, aveva reintegrato nell’incarico impiegatizio. Ella era latrice di un fonogramma di dieci righe di augurio del Presidente Massimo D’Alema, in una busta aperta, e accompagnata d garofani rossi che si era procurata nonostante quel genere di fiori non venisse coltivato in Tunisia. Quel messaggio era nato dal sollievo di Palazzo Chigi alla notizia che Bettino Craxi era uscito vivo dall’operazione, evitando a Massimo D’Alema una disastrosa caduta d’immagine. Secondo la versione di Pasquale Cascella, già biografo di Romano Prodi e all’epoca portavoce di D’Alema, si era inteso comunicare all’ambasciatore ciò che egli avrebbe dovuto dire al convalescente: parole di sentimenti umani, si soddisfazione per il buon esito dell0perazione e di auguri di pronta guarigione. Secondo l’ambasciatore Sanguini, invece, quel messaggio egli aveva avuto istruzioni di farlo arrivare “in via confidenziale” in quanto iniziative personale del Presidente del Consiglio: quindi aveva ritenuto opportuno affidarlo, senza ricopiarlo su carta intestata dell’ambasciata, alla sua impiegata Stella Gregoretti che era anche amica personale della famiglia Craxi, evitando così di esporsi al rischio di farsi riconoscere dai giornalisti all’ingresso dell’ospedale militare. Il risultato fu che quel foglietto venne mostrato ad un Bettino Craxi appena risvegliatosi dal sopore, in preda a un comprensibile stato di tensione e di prostrazione. Si infuriò: “ma questo non ha nemmeno il coraggio di augurarmi pubblicamente la guarigione? Ha paura di esporsi anche per poche righe di circostanza, me le manda anonime e di nascosto, senza firmarsi nemmeno? Bel Presidente del Consiglio “socialista” che si rivolge ad un ex Presidente del Consiglio socialista: è davvero un capitano coraggioso!”

Massimo Pini (tratto da “Craxi – Una vita, un’era politica” – 2006 - Mondadori)

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