domenica 30 agosto 2009

La colpa, insomma, è sempre degli altri

La tendenza alla rimozione è purtroppo uno dei tratti tipici accertati del carattere nazionale. La prima e più rilevante rimozione sembra quella – praticata forse già nel grembo materno – della responsabilità individuale. Dove tutti sono responsabili, nesuno è responsabile. Contro quest’alibi facile e ricorrente ai è basato – e ha perso – Gaetano Salvemini, uno dei pochi intellettuali “protestanti” (nel senso di anticonformista, rigoroso, coerente) prodotti dalla Penisola. L’idea che “gli italiani sono fatti così”, e non ci sia niente da fare per correggere anzitutto la loro auto-indulgenza, gli ripugnava profondamente. Non meno di quanto detestava Giovanni Giolitti, quando da Primo Ministro sosteneva che “a un gobbo non poteva fare che un abito da gobbo”. Per Salvemini, al contrario, quel gobbo che era il popolo italiano si poteva raddrizzare, cominciando intanto ad applicare un principio semplice semplice: “Ciascuno è responsabile per la parte che gli spetta, in proporzione alla sua capacità a fare il bene o a fare il male”. E’ l’etica della responsabilità così rara da rintracciare nei nostri comportamenti pubblici e privati. E’ per questo che gli italiani si lasciano di buon grado convincere che i loro guai derivino tutti da un ceto politico corrotto e inefficiente: vera o falsa che sia, questa presunzione di colpa altrui comunque assolve l’opinione pubblica dal dovere di farsi sentire, e gli individui dal rischio di affrontare una sfida personale. Sentite questa. Ultima campagna elettorale, in un grosso centro vicino a Roma, assemblea di un movimento di genitori con il senatore, e candidato, Luigi Zanda Loy. Gli intervenuti muovono le previste lagnanze, accusano il Parlamento di scarso interesse per i problemi della scolarità di prima infanzia, denunciano l’esiguità di fondi per gli asili-nido, la poca attenzione a problemi apparentemente minori ma vitali per la gente comune: come fa una mamma con due bimbi e carrozzina, s’infiamma una signora, a passare sui marciapiedi se sono zeppi di macchine? Pazientemente, il senatore risponde che certo, cara signora, lei ha ragione, però se tutti avessimo maggior senso civico, evitando per esempio di parcheggiare sui marciapiedi ……. Una voce dal fondo interrompe: “E i vigili allora che ci stanno a fare?”. La colpa, insomma, è sempre degli altri.

Antonio Caprarica (Gli italiani la sanno lunga …. O no? – 2008 – Sperling & Kupfer)

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