Esistono gli angeli ed esiste anche il Demonio. Non si sa se è quello rappresentato dalle allucinazioni di Hieronymus Bosch; se ha il piede di capra, il forcone, le corna, la coda del drago come nelle illustrazioni popolari e se sparge attomo a sé un odore nauseante di zolfo. La sua presenza l'ha confermata anche il papa. Sembra che Bologna, secondo la rivista dei Padri Dehoniani, sia la sua residenza privilegiata: è qui che ha sede la compagnia dei Bambini di Satana Luciferiani, che conta alrneno duecento adepti. Ha detto il cardinale Biffi: E’ lui il responsabile di tutti i mali. E Satana, secondo Giovanni Paolo Il, suggerisce alla mafia le turpi imprese, e andrebbe identificato proprio in Belzebù - che significa: colui che si è perduto per poco - il signore della Cupola. A Sarsina, in Romagna, si venera san Vinicio, uno specialista nella lotta agli indemoniati. Raccontano di ragazze che, toccate con la prodigiosa reliquia, un collare di ferro, vomitavano rose. Fu uno dei miei primi servizi giornalistici: vidi una giovane donna che lanciava, come il professor Unrat dell'Angelo azzurro, terrificanti chicchiricchì e non voleva saperne di inginocchiarsi davanti all'esorcista. Non so se era vittima del Maligno o di una forma di isteria. Le manifestazioni sono di vario e imprevedibile genere: bestemmie, occhi che roteano, contorsioni, svenimenti. Bisognerebbe distinguere tra malattia mentale e crisi dello spirito. Si parla di messe nere, di orge, perfino di sacrifici umani. Ci sono delitti che fanno supporre macabri riti. Donne nude che fanno da altare e vengono possedute dai fedeli, paramenti viola, turiboli, crocefissi capovolti: e gli ammiratori del Diavolo scelgono, per le loro cerimonie, chiesette abbandonate, cimiteri e il buio della notte. Una sacri lega parodia della liturgia cattolica. Lucifero, oltre che in Emilia, ha le sue chiese a Torino, Genova, Roma, Bergamo, Locri e Trieste: esiste anche, a uso dei credenti, il vangelo infernale. E Dio che ha creato il mondo, ha detto uno scrittore francese ma è il Diavolo che lo fa vivere.
Enzo Biagi (I come Italiani)
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