Buongiorno a tutti, ci siamo arrivati come ci siamo detti per anni e cioè al tracollo ormai visibile anche della Seconda Repubblica che muore dello stesso virus che si era portato via la prima: l’illegalità, la corruzione e le collusioni con il malaffare finanziario e mafioso e curioso che quelle forze dell’ ordine che dovrebbero essere mandate a rastrellare il Parlamento colmo di inquisiti e di condannati, vengano mandate invece a picchiare la gente che si oppone alla costruzione di una di delle grandi opere che forse è l’ultimo cascame degli anni 80, della stagione delle opere faraoniche dello sperpero di denaro pubblico e della corruzione sottostante che è il Tav Torino – Lione.
Il Parlamento è peggio del Paese - Si è sempre detto in questi anni, noi abbiamo sempre contrastato questa scemenza che il Parlamento è lo specchio del paese.
Abbiamo fatto dei libri, io insieme a altri colleghi come Peter Gomez, Gianni Barbacetto, Marco Lillo in cui si raccontava che in Parlamento ci sono fissi ormai da 3, 4 legislature un centinaio tra imputati e indagati e dai 20 ai 30 condannati definitivi, il che significa che in Parlamento c’è un parlamentare su 10 che ha seri guai con la giustizia, se il Parlamento fosse lo specchio del paese, significherebbe che su 60 milioni di abitanti, 6 milioni di abitanti sono sottoprocesso o sono già stati condannati, una cosa semplicemente impensabile, quindi il Parlamento non è lo specchio del paese, il Parlamento è molto peggio del paese, anche se il paese non scherza! Vedete con quali arzigogoli in questi giorni si cerca di giustificare quello che sta accadendo, questa escalation, questa accelerazione di indagini su tangenti, mafie, appalti truccati, si cerca di raccontare la vicenda a prescindere dalle tangenti perché questo è il modo che si è usato per raccontare anche la storia di Tangentopoli dopo qualche mese dall’entrata al governo di Berlusconi nel 1994, si cominciò a dire che Tangentopoli non era scoppiata perché i politici rubavano, ma perché i magistrati avevano dichiarato guerra ai politici e sono più o meno 20 anni che ci raccontano questa favoletta della guerra tra politica e magistratura, per non dover ammettere che le indagini sui politici che rubano e che mafiano nascono perché ci sono molti politici che rubano e che mafiano e sono molti di più i politici che rubano e che mafiano rispetto a quelli che vengono indagati, perché ovviamente su reati nati da associazioni per delinquere così omertose e così impenetrabili quali sono sia il sistema della corruzione, sia il sistema delle mafie, è molto difficile scoprire le prove, scoprire le notizie di reato, sapete bene che i reati si dividono tra quelli a copertura totale e quelli a copertura parziale, quelli a copertura totale sono quelli che non si possono nascondere, gli omicidi sono tanti quanti gli omicidi che conosciamo sono tanti quanti quelli che vengono commessi, le rapine che vengono commesse le conosciamo tutte, i furti d’auto li conosciamo tutti, i furti in appartamento li conosciamo tutti, perché? Perché ovviamente la gente per le assicurazioni va a denunciare questi furti subiti, esattamente come gli omicidi ovviamente non possono passare inosservati, mentre invece la corruzione e i rapporti dei politici con la mafia, sono reati invisibili, quindi o parla chi li ha commessi, o parlano i complici di quelli che li hanno commessi, oppure è impossibile scoprirli, eco perché in quei casi occorrono i pentiti cioè i complici che collaborano con la giustizia e parlano oppure le intercettazioni che fanno parlare la gente senza che la gente sappia di essere ascoltata e è proprio per questo che in questi 20 anni, invece di colpire la corruzione e i rapporti di collusione tra mafia e politica, si è tentato in tutti i modi di colpire i due principali strumenti con i quali i magistrati andavano a scoprire questi reati invisibili.
Da un lato si sono colpiti i pentiti con la riforma Fassino – Napolitano che praticamente li ha aboliti per legge, rendendo non più conveniente per un mafioso collaborare con la giustizia, togliendo un sacco di benefici, obbligando i mafiosi che collaborano a raccontare tutto entro 6 mesi, dopodiché qualunque cosa dicono non vale più, lo stesso si è fatto per i “pentiti” dei reati di tangentopoli quando con la riforma dell’Art. 513 del Codice di Procedura Penale, altra porcheria votata dal centro-sinistra quando era maggioranza con la complicità del centro-destra, poi dichiarata incostituzionale e poi addirittura trasformata in legge costituzionale e infilata all’Art. 111 della Costituzione si è stabilito che quando io, complice di una tangente accuso l’altro mio complice, devo ripetere la stessa cosa non basta che la dica davanti al PM, la devo ripetere davanti alle Tribunale e se non la vado a ripetere, non è che mi possono obbligare a ripeterla, semplicemente se non la vado a ripetere, la persona che ho accusato viene assolta per insufficienza di prove perché quello che ho detto davanti al PM, sia che sia vero, sia che sia falso, viene cestinato, non può più essere preso in considerazione dal giudice.
Così hanno tappato la bocca ai complici che avrebbero potuto accusarli, dopodiché hanno cominciato una tale campagna contro le intercettazioni, per cui adesso si è creato un clima politico bipartisan per il quale non solo a destra, ma anche a sinistra si sostiene quasi unanimemente che le intercettazioni devono essere limitate, devono essere ridotte, devono essere ridimensionate, anche se le usiamo in casi semplicemente eccezionali, basti pensare che le persone intercettate in Italia ogni anno sono 6 mila, su 60 milioni di abitanti, lo 0,001%, ancora l’altro giorno il Capo dello Stato in base a non si sa quali dati, sosteneva che bisogna ridurre le intercettazioni, limitarle ai minimi casi indispensabili, il che peraltro è già previsto dalla legge anche se lui probabilmente non lo sa.
Eppure casi di corruzione e di mafiosità sono talmente numerosi, massicci e evidenti che nonostante il continuo tagliare le unghie, le mani, le dita e le braccia ai magistrati, ancora i magistrati ne scoprono un sacco di questi casi, evidentemente perché la forza della realtà è tale che fa saltare tutti i coperchi che sono stati messi in questi anni non sulla corruzione, ma sulle indagini che riguardano la corruzione e quindi lo spettacolo è quello che abbiamo sotto gli occhi, ogni giorno ormai c’è un arresto per quelli che si possono arrestare o una richiesta di arresto per gli intoccabili che senza autorizzazione del Parlamento non si possono arrestare. L’altro giorno nella stessa giornata si è votato alla Camera, pro o contro la richiesta di poter eseguire l’arresto nei confronti dell’On. Alfonso Papa e al Senato si è votato sulla richiesta del G.I.P. di Bari di poter eseguire la cattura del Senatore del PD Alberto Tedesco, Papa accusato di favoreggiamento e rivelazione di segreti e corruzione, Tedesco accusato di concussione, corruzione, abuso, falso e turbativa d’asta, voto segreto alla Camera Papa viene arrestato, o meglio la Camera concede ai magistrati l’autorizzazione a eseguire un mandato di cattura che era già stato emesso dal G.I.P. e quindi di portare questo parlamentare, Papa, magistrato in aspettativa, a Poggio Reale, là dove quando era magistrato a Napoli era solito lui mandare i suoi indagati.
Il Senato invece grazie ai soliti mascalzoni che si nascondono dietro l’anonimato del voto segreto, è stato salvato Tedesco che continuerà tranquillamente a scorrazzare a Palazzo Madama con sulla testa imputazioni di corruzione, concussione, abuso, falso, turbativa d’asta, nei prossimi giorni si esaminerà alla Camera la richiesta di autorizzare, sempre da parte della Procura di Napoli, anzi del G.I.P. di Napoli la cattura di Milanese, ex finanziere della Guardia di Finanza, diventato poi braccio destro di Tremonti, la vera potenza del Ministero dell’economia, quello che faceva le nomine, quello che teneva i rapporti con una delle due bande ai vertici della Guardia di Finanza, perché l’altra banda era invece considerata vicina al Cavaliere e quindi c’erano gli ufficiali vicini a Tremonti e a Milanese, gli ufficiali vicini al Cavaliere e alla sua azienda.
Milanese è accusato di essersi fatto corrompere per anni, più in natura che non con mazzette tradizionali, regali, Ferrari, auto d’epoca, gioielli, di tutto, aveva un tenore di vita tale che gli permetteva di pagare ogni mese l’affitto di un mega-appartamento nel centro di Roma dove abitava senza pagare Tremonti, che evidentemente gli doveva molto, ragion per cui chiudeva non un occhio, ma due occhi su tutte le scorribande di Milanese che da anni ne combinava di cotte e di crude, vedremo cosa deciderà la Camera, se posso fare una previsione tale è lo shock con cui i parlamentari hanno vissuto l’arresto di Papa, di un loro simile, che penso che d’ora in poi faranno quadrato, troveranno sempre il modo con il voto segreto di salvare i loro simili, come già avevano fatto prima di questo caso, perché dal 1994 a oggi, parliamo soltanto della Seconda Repubblica in 17 anni una ventina di volte i magistrati avevano chiesto di poter arrestare dei parlamentari e tutte quante quelle 20 volte la Camera o il Senato avevano risposto picche, spesso con un voto molto trasversale, spesso salvando dal carcere persone che poi sono state regolarmente condannate.
Nella storia della Repubblica italiana, Prima e Seconda Repubblica, dal 1946 a oggi, su decine e decine di richieste di autorizzazioni all’arresto da parte dei magistrati al Parlamento, il Parlamento aveva votato sì soltanto 4 volte, nel caso di Moranino, il partigiano rosso eletto poi in Parlamento con il partito comunista, accusato per avere fatto dei delitti orribili dopo la fine della guerra partigiana, salvato negli anni 60 dall’arresto, per accuse di reati di sangue, poi ci fu Massimo Abatangelo accusato di eversione nera, reati di armi e di banda armata, poi ci fu Toni Negri accusato di banda armata anche lui per l’eversione rossa, sì per Abatangelo, sì per Negri e sì per Sandro Saccucci il Missimo che nel famoso comizio di Sezze Romano si mise a sparare facendo secca una persona, quindi almeno per chi sparava il Parlamento aveva stabilito che si poteva autorizzare l’arresto, ma se un parlamentare non si metteva a sparare, poteva fare qualsiasi cosa e non aveva mai il rischio di finire in galera.
Arresto di Papa: panico in Parlamento - Ecco perché parlo di shock, perché Papa è stato il primo parlamentare della storia della Repubblica, tra la Prima e la Seconda Repubblica a essere arrestato per una storia non di sangue e non di armi, cioè per un reato contro la pubblica amministrazione, corruzione, rivelazione di segreto, favoreggiamento.E se pensate che in anni passati furono salvati persino candidati all’arresto per mafia come Giancarlo Cito poi condannato per i suoi rapporti con il clan della Sacra Corona Unita, come Marcello Dell’Utri, poi condannato per false fatturazioni, frode fiscale in via definitiva e in Parlamento e in secondo grado per associazione per delinquere di stampo mafioso in concorso esterno, voi vi rendete conto che forse Papa non è il peggiore dei parlamentari degli ultimi 65 anni, eppure per lui è stata data l’autorizzazione all’arresto, perché? Evidentemente perché la politica in questo momento si sente detestata dall’opinione pubblica e sta cercando, nel suo impazzimento terminale, di dare qualche segnalo in contro tendenza, visto che la rabbia contro la casta monta, se credono di salvarsi la faccia autorizzando l’arresto di Papa e ricominciando a fare i loro porci comodi, naturalmente si sbagliano, anche perché lo stesso giorno il voto per l’arresto di Papa veniva neutralizzato dal voto contro l’arresto di Tedesco che se è possibile è accusato di cose ancora peggiori rispetto a Papa.
A contorno sappiamo che a Milano c’è un’indagine clamorosa sull’enorme buco dell’ospedale San Raffaele, ospedale di questo prete, il Simoniaco che si chiama Don Verzè e che da 40 anni tiene il sacco a Berlusconi fino a quando lo aiutò a far spostare le rotte aeree da Milano 2 con la scusa che bisognava costruire l’ospedale nel bel mezzo della città satellite, che c’è un Ministro romano, Saverio Romano imputato per mafia che non si dimette, che c’è la Procura di Roma che indaga su Finmeccanica e sulla P3 e sugli amici di D’Alema nello scandalo Enac, ne abbiamo parlato due settimane fa, che la Procura di Napoli ha indagini di altissimo livello che quella di Palermo sta indagando su parlamentari ipoteticamente corrotti con i soldi di Don Vito Ciancimino, pizzini, Romano e Cuffaro e che presto il Parlamento dovrà autorizzare o negare l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni che riguardano questi parlamentari con il commercialista di Vito Ciancimino, nonché suo prestanome, il Rag. Lapis, a questo punto uno dice va beh, il centro-destra è nella melma fino al collo, lo sapevamo, il Partito fondato da Berlusconi non può che finire con una grande retata, perché? Perché è ovvio che se si mettono tutti a imitare il capo li vanno a prendere con l’accalappiacani, visto quello che va il capo, qualunque cosa facciano i suoi sottoposti, sarà sempre meno grave di quello che ha fatto il capo che ha letteralmente fregato una casa editrice a De Benedetti per mettersela in tasca con una sentenza comprata, si può immaginare qualcosa di più enorme, stiamo parlando di un furto che la Corte d’Appello di Milano ha appena quantificato in 560 milioni di Euro, avete mai visto uno che è riuscito a rubare più di 560 milioni di Euro?
Quindi capite, questa è la maggioranza, maggioranza che naturalmente ha non soltanto i suoi esponenti inquisiti, a cominciare dal capo del governo, ma ha i suoi principali esponenti che o sono inquisiti in proprio, oppure hanno il loro braccio destro, il loro prestanome indagati, Tremonti operava per le mani di Milanese, Gianni Letta operava per le mani di Bisignani, inchiesta P4 anche questa davanti alla Procura di Napoli, il problema è quello che c’è dall’altra parte, quello che non c’è dall’altra parte, che in una situazione come questa è ovvio che le opposizioni ci dovrebbero sguazzare, praterie per correre a guadagnare consensi, invece dall’altra parte, come al solito, c’è chi riesce a pareggiare il conto, c’è chi riesce se non a fare pari e patta, alleno a far dire alla gente che se Atene piange, Sparta non ride o viceversa, se Sparta non ride Atene piange, perché questo? Perché non bastando gli scandali dei finanziatori della fondazione di D’Alema italiani e europei che prendevano e pagavano tangenti come abbiamo raccontato due settimane fa, adesso riesplode una Tangentopoli a Milano tutta rossa, nella vecchia Stalingrado del nord che era Sesto San Giovanni, Sesto San Giovanni, comune operaio, comune rosso, popolato da tanta brava gente che lavora e che ha sempre votato a sinistra e che ha avuto come Sindaco in passato Filippo Penati, il quale poi ha fatto carriera, è diventato per una legislatura Presidente della Provincia di Milano, due anni fa quando Bersani ha preso in mano la segreteria del PD Pennati è diventato il braccio destro ufficiale di Bersani, capo della segreteria politica del segretario nazionale, dopo avere perso le provinciali e quindi avere mancato la riconferma come Presidente della Provincia, Penati quest’anno è stato premiato come tutti i trombati, del resto, con una bella candidatura alla Regione e lì è Vicepresidente del Consiglio regionale da una settimana, almeno che si sappia, poi lo era almeno da prima, da una settimana si sa che Penati è indagato dalla Procura di Monza per concussione, corruzione e finanziamento illecito, concussione vuole dire che è accusato di avere costretto degli imprenditori a pagargli tangenti, con la minaccia di non farli lavorare, cioè di rovinarli, corruzione vuole dire che ci sono degli imprenditori che lo hanno pagato anche senza essere costretti e che lui ha preso i soldi, finanziamento illecito vuole dire che almeno una parte di quei soldi li ha destinati al suo partito, che fino al 2008 si chiamava PS e dal 2008 si chiama PD.
I fatti contestati dalla Procura di Monza arrivano fino al 2010, quindi questa è la prima indagine per finanziamento illecito, non solo a un esponente importantissimo del PD, il pupillo del segretario, ma è la prima indagine che coinvolge direttamente il PD per essersi finanziato illecitamente, a qualcuno di voi potrebbe venire una curiosità e dire: ma i partiti a differenza che nella Prima Repubblica, dove i finanziamenti pubblici non riuscivano a coprire le loro spese, nella seconda si sono regalati tradendo il famoso referendum del 1993, quelli che chiamano i rimborsi elettorali, che sono uno sproposito perché non solo bastano a sostenere tutte le loro spese elettorali, ma coprono il triplo delle loro spese elettorali, che ovviamente sono taroccate, non è neanche necessario giustificarle, quindi navigano nell’oro, che bisogno hanno di integrare, con tangenti.
Infatti in questi ultimi anni è stato rarissimo il caso di una contestazione di finanziamento illecito a partiti, perché quasi sempre si scopriva che in realtà i soldi se li mettevano in tasca i singoli, questo capitava anche nella Prima Repubblica, ma nella Prima Repubblica c’era un sistema di taglieggiamento fisso di una percentuale che gli imprenditori dovevano dare a tutto il sistema dei partiti, spesso anche alle opposizioni perché non si opponessero, che serviva a foraggiare illegalmente i partiti e poi all’interno di quel sistema c’era qualcuno che ci faceva la cresta e che si metteva i soldi in tasca, questa volta non c’è quel sistema generale, sono episodi molto frequenti, per importi anche molto alti, ma senza una sistematicità, infatti per esempio Sesto San Giovanni le accuse riguardano soltanto Penati e il suo entourage, gli altri partiti non sono coinvolti, mentre nella Prima Repubblica c’era sempre un accordo di tutti i partiti di governo e spesso dell’opposizione addomesticata, perché ciascuno avesse la sua parte e nessuno rompesse i coglioni sulle gare d’appalto truccate, quindi questa è la principale differenza, però qui una parte, almeno di questi soldi pare che sia andata prima ai DS e poi al PD, partiamo di importi molto grandi, c’è un imprenditore, costruttore…
Terremoto PD - Scusate, c'è stata una scossa di terremoto e sono andato nel pallone. Dicevo, delle consulenze a due commissari delle cooperative rosse emiliane, anche ai tempi di Tangentopoli spesso il PC poi PDS si faceva retribuire non con tangenti cash, ma con lavori o consulenze alle cooperative rosse, che poi evidentemente si sdebitavano secondo un altro canale.Quindi il totale dei soldi che Pasini avrebbe dato a Penati e al PD ex DS sarebbero circa 8 miliardi in 10 anni, poi non c’è solo lui perché come vi ho detto c’è Di Caterina il quale dice di avere pagato ratealmente, mensilmente a volte 100 a volte 20 milioni di lire, ma non solo, adesso salta fuori un altro nome molto rinomato fin dai tempi di Tangentopoli, Bruno Binasco che era il braccio destro l’uomo ombra di Marcellino Gavio, il defunto l’anno scorso, costruttore, uno dei più grossi proprietari di autostrade in Italia, Binasco entrava e usciva di galera nel 1992/1993, poi è stato processato una miriade di volte per una miriade di tangenti, la gran parte delle volte si è salvato per prescrizione, qualche volta è stato anche condannato in via definitiva, una volta è stato condannato insieme a Primo Greganti per avere finanziato Greganti con una finta caparra non tornata indietro, allo scopo, scrivono i giudici di Tortona di finanziare illegalmente l’allora PC, PDS, adesso questo signore che è il plenipotenziare del gruppo Gavio perché Gavio è morto, ritorna fuori, come possibile finanziatore ancora una volta di Penati e questo in tempi molto recenti, tra il 2008 e il 2010 con un meccanismo che spiegano bene Ferrarella e Guastella su Il Corriere della Sera, una tangente presunta naturalmente di 2 milioni di Euro, concordata nel 2008 e pagata nel 2010 e nel 2008 Penati era Presidente della Provincia di Milano e nel 2010 era diventato il capo della segreteria di Bersani, cosa hanno fatto? Hanno finto la vendita di un immobile di proprietà dell’imprenditore Di Caterina al gruppo Gavio retto da Binasco, cosa hanno fatto naturalmente? Di Caterina per i preliminari dell’acquisto, della cessione del suo immobile a Binasco ha avuto una caparra enorme di 2 milioni di Euro e poi dopo due anni Binasco ha rinunciato all’acquisto di quell’immobile, ma gli ha lasciato la caparra, secondo l’accusa erano già d’accordo fin dall’inizio che l’acquisto era falso e che quindi la caparra sarebbe rimasta a Di Caterina e così hanno giustificato un esborso da Binasco a Di Caterina, perché questo? Non perché Binasco dovesse qualcosa a Di Caterina, ma perché Binasco doveva finanziare, questa è l’ipotesi d’accusa, il PD e Penati, Di Caterina avanzava un sacco di soldi che aveva anticipato al PD e a Penati e allora cosa hanno fatto? La triangolazione: Binasco deve finanziare Penati, Di Caterina avanza dei soldi da Penati, invece di Binasco dà i soldi a Penati e Penati li dà a Di Caterina, cosa fanno? Binasco li dà direttamente a Di Caterina e Penati a estinto il suo debito avendo ricevuto soldi prima da Di Caterina, paga Binasco, questa è l’ipotesi di accusa, la triangolazione per camuffare una tangente da caparra.
Credete che questi costruttori facciano questa versamenti importanti in periodi di crisi così per la bella faccia dei politici? Ovviamente no, in cambio vengono favoriti, oppure non vengono ostacolati, in questo caso è tutta una partita di centro-sinistra, è tutta una partita PD a altissimo livello perché sotto Bersani c’è Penati, Penati sta a Bersani come Milanese sta a Tremonti è il suo uomo di fiducia, non sto dicendo che fa le stesse cose, sto dicendo che è il suo uomo di fiducia. A questo punto ai magistrati viene la curiosità di andare a vedere quali sono negli anni i rapporti tra il Gruppo Gavio e Penati, quel gruppo Gavio che era già stato condannato, lo ripeto, nella prima Tangentopoli del 1992/1993 per avere finanziato illegalmente il PC tramite Greganti, quando trattano con Binasco questi signori sanno che è un pregiudicato per avere finanziato il loro partito e continuano a trattarci. Nel 2004 cosa fa l’ottimo Penati da Presidente della Provincia di Milano? Compra le quote della Milano - Serravalle facendo, accollando alla collettività, alla Provincia di Milano un bel pezzo di autostrada, la Milano – Serravalle è quella che collega Milano con Genova, e facendo spendere alla Provincia di Milano una barcata di soldi, una barcata di soldi che poi vanno ovviamente nelle tasche di Gavio e del gruppo Gavio – Binasco e con quei soldi cosa fa il gruppo Gavio? Sostiene la scalata di Unipol alla Banca Nazionale del lavoro, quella di Consorte, quella dei furbetti del quartierino. In un bel libro di Gianni Barbacetto che si intitola “Compagni che sbagliano” sono pubblicate le intercettazioni, intercettazioni nelle quali si dimostra che la Provincia di Milano grazie a Penati, per comprarsi il 15% di azioni della Serravalle da Gavio, ha speso 238 milioni di Euro pagando a azione 8,9 Euro, mentre un anno e mezzo prima, Gavio le aveva pagato 2,9, il che significa che Gavio realizza una plusvalenza di 176 milioni a spese dei milanesi e con quell’enorme tesoretto va a sostenere Consorte che di lì a poco dà la scalata alla Bnl, non ci sarà mica un legame? La cosa più interessante ancora è che nelle telefonate intercettate si scopre, lo ha raccontato Barbacetto in quel libro e su Il Fatto Quotidiano, salta fuori anche il nome di Bersani, perché il 28 giugno 2004 Binasco a Marcellino Gavio dice: il problema non è Penati (Presidente della Provincia) che con lui un accordo si trova, il vero problema è Albertini, cioè il Sindaco di centro-destra. Due giorni dopo entra in scena Bersani, Binasco dice a Il Giornale che con Bersani Gavio ha da sempre un ottimo rapporto, infatti il 30 giugno 2004 Bersani dice a Gavio che ha parlato con Penati e dice a Gavio di cercare Penati per incontrarsi in modo riservato, ora fermiamo tutto e vedrà che tra una decina di giorni, quando vi vedrete troverete un modo. 5 giorni dopo, il 5 luglio 2004 Penati chiama Gavio e gli dice: buongiorno, mi ha dato il suo numero l’On. Bersani e Gavio: sì volevo fare due chiacchiere con lei quando è possibile e Penati: guardi non so, beviamoci un caffè. L’incontro avviene in modo riservato come suggeriva Bersani in un Hotel di Roma, non in una sede istituzionale, non è che il Presidente della Provincia di Milano riceve il costruttore Gavio nella sede della Provincia di Milano davanti a testimoni e poi emette un bel comunicato per dire: abbiamo ricevuto il Commendator Gavio per parlare di questo, questo e questo, riservato su suggerimento di Bersani e quello che succede dopo è naturalmente quell’affarone meraviglioso che riesce a concludere sulla Serravalle il gruppo privato Gavio a spese dei contribuenti milanesi, grazie alla scriteriata scelta di Penati di comprare quel 15% di quote, strapagandole il triplo di quelle che le aveva pagate un anno e mezzo prima il privato.
Allora voi capite che quando i rapporti tra politica e affari sono questi, che ci siano tangenti o che non ci siano tangenti, è già grave di per sé quello che è successo, che non c’è nessuna trasparenza e quando queste opacità sono ai massimi livelli, bisogna interrogarsi su come vengono selezionate anche le classi dirigenti del centro-sinistra, queste intercettazioni sono di 7 anni fa, sono note da almeno 5 anni, dopo che queste intercettazioni sono state rese note, Bersani è diventato Segretario del PD e Penati è diventato il capo della sua segreteria e se non ci fosse l’indagine della Procura di Monza, molto probabilmente, visto il rapporto che c’è tra i due, se il centro-sinistra dovesse vincere le prossime elezioni tra due anni, Penati sarebbe diventato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel posto dove oggi Letta fa il braccio destro di Berlusconi e magari un altro fedelissimo di Bersani, Pronzato, arrestato per le tangenti sui voli, essendo lui consigliere di Bersani al Ministero, responsabile trasporti aerei del PD e consigliere di amministrazione dell’Enac in conflitto di interessi totale, visto il rapporto che ha con Bersani, magari poteva diventare il Ministro dei trasporti, ora uno è in galera, Pronzato e sta patteggiando dopo esserne uscito e l’altro è indagato per corruzione, concussione e finanziamento illecito, c’era bisogno dell’inchiesta per capire che Penati ha un rapporto malato con il mondo degli affari? Cosa ci voleva per mandarlo via se non bastavano quelle intercettazioni con Gavio e quell’affare che ha impoverito la Provincia di Milano, un’istituzione e ha arricchito un privato che poi finanziava il partito come il gruppo Gavio?
Queste sono le domande che dobbiamo cominciare a porre duramente, d’estate i politici girano nei loro collegi, quando incontrate Penati o incontrate Bersani se vi capita fategli queste domande, noi le abbiamo fatte su Il Fatto Quotidiano e speriamo di ricevere risposta, perché questi signori si illudono di raccattare il potere quando Berlusconi se ne andrà, si illudono che gli caschi in mano Palazzo Chigi, non hanno capito quello che noi, mi spiace, autocitarmi ancora ma abbiamo più volte ripetuto e cioè che la casta è fatta così, non sono tutti uguali ma sono complementari e quando cade Berlusconi cadranno anche questi, se prendono qualche volto è perché c’è ancora Berlusconi, quando non ci sarà più Berlusconi uno sarà costretto a guardare in faccia loro, quindi non li voterà più o si inventano dei leader nuovi, una classe dirigente nuova che abbia un altro tipo di rapporto con il mondo degli affari, oppure Berlusconi cadrà, cadranno anche loro e noi avremo un voto politico totale, dentro il quale potranno infilarsi i peggiori avventurieri, esattamente come accade nel 1994 quando ci si infilò il Cavaliere Silvio Berlusconi, passate parola, buona settimana!
Marco Travaglio (Passaparola del 24 luglio 2011)