Buongiorno a tutti, abbiamo e lo sappiamo, un Ministro imputato di mafia, Ministri in carica imputati di mafia non ne avevamo mai avuti, di solito processi ai politici per mafia, avvenivano quando avevano già lasciato l’incarico, invece questo è diventato Ministro quando era indagato per mafia e poi come spesso avviene, dopo essere diventato Ministro, è stato addirittura imputato, cioè la Procura di Palermo ha chiesto il suo rinvio a giudizio.
Il ministro imputato - Inizialmente la Procura di Palermo aveva chiesto la sua archiviazione ritenendo dimostrati, ultradimostrati i suoi rapporti con mafiosi, ma non sufficienti a far scattare quel reato che è scritto apposta per i politici mafiosi, il concorso esterno in associazione mafiosa, che è un’interpretazione dell’associazione mafiosa e che scatta soltanto quando si dimostrano non i rapporti tra il politico e il mafioso, ma lo scambio tra il politico e il mafioso.
Bisogna dimostrare cosa ha dato il politico al mafioso di utile per rafforzare l’intera organizzazione mafiosa e cosa ha dato il mafioso al politico per rafforzarlo nella sua carriera politica, la stessa cosa naturalmente vale per tutti quelli che non fanno parte organicamente della mafia, associazione interna alla mafia, ma che dall’esterno, dalle loro professioni spalleggiano e aiutano la mafia non occasionalmente una o due volte, quello è favoreggiamento, ma stabilmente mettendo al servizio la loro funzione pubblica o privata per rafforzare la mafia e del resto la mafia non esisterebbe se non avesse aiuti nella politica, nelle forze dell’ ordine, nella magistratura, nel mondo della finanza, nel mercato degli appalti, nella Chiesa e in tanti altri ambiti come quelli delle professioni, come quelli degli ospedali etc..
Chiunque, architetto, prete, poliziotto, Carabiniere, Magistrato, politico, banchiere, finanziere, spione dei servizi segreti etc., mette al servizio di Cosa Nostra il suo lavoro, il suo ruolo nella società, commette concorso esterno in associazione mafiosa, sempre che si riesca a dimostrare quello che ha dato per contribuire al rafforzamento della mafia e quello che ne ha ricevuto in cambio. Se non si dimostra sia il do sia il des, il reato non scatta, anche se ci sono magari le prove persino fotografiche o telefoniche del fatto che il mafioso e l’esterno si incontrano, vanno a cena, si abbracciano, fanno affari insieme, si danno del tu, fanno l’uno il testimone di nozze dell’altro, il padrino di battesimo dei figli dell’altro etc..
Quindi la Procura di Palermo aveva ritenuto che Francesco Saverio Romano fosse sì un amico dei mafiosi, ma che non ci fossero sufficienti elementi per dimostrare quel patto, quello scambio, quel do ut des e quindi aveva chiesto l’archiviazione, cosa vuole dire? Vuole dire che sei innocente? No, l’archiviazione vuole dire che l’indagine con quello che è riuscita a trovare, non fa ben sperare di poter dimostrare l’accusa al processo, quindi al processo sì che se l’indagine non ha dimostrato le cose che tu pensi che siano avvenute, dà luogo a un’assoluzione che poi diventa tombale, se uno assolve una persona per dei fatti, quella persona non può poi essere condannata un’altra volta per gli stessi fatti, per un principio giuridico che si chiama ne bis in idem, non due volte sulla stessa cosa , molto meglio quando un’indagine si ritiene ancora incompleta, ancora suscettibile di raccogliere nuovi dati, archiviarla, così poi se arrivano queste nuove carte, questi nuovi dati, questi nuovi elementi, queste nuove testimonianze, queste nuove prove, queste nuove confessioni, riapri, archiviare vuole dire mettere in freezer per poter scongelare al momento opportuno.
Se invece tu mandi a processo con degli elementi un po’ carenti e l’imputato ti viene assolto, poi per quegli stessi fatti non lo puoi più riprocessare, neanche se hai degli elementi più importanti.
Caso clamoroso è quello della strage di Piazza Fontana, la strage di Piazza Fontana furono assolti, a suo tempo nel processo che da Milano era stato trasferito a Catanzaro per legittimo sospetto, erano stati assolti Freda, Ventura, Giannetini etc..
Qualche anno fa in Cassazione il nuovo processo ha stabilito che tra i colpevoli della strage di Piazza Fontana, c’erano proprio Freda e Ventura ma non potevano più essere condannati perché erano già stati assolti in un altro processo, per questo la Procura di Palermo, conoscendo anche le maglie strettissime dell’aggiudicante palermitana quando ci sono di mezzo dei politici e dei potenti ha detto: abbiamo elementi per dire che Saverio Romano è amico dei mafiosi, ma forse non siamo ancora in grado di assicurarci che venga in un processo condannato per concorso esterno, archiviamo e aspettiamo di trovare nuovi elementi.
Il G.I.P. invece ha deciso diversamente ha detto: no, secondo me quegli elementi ci sono e ha disposto una serie di nuove indagini, al termine delle quali la Procura ha di nuovo detto: non siamo così sicuri di avere elementi in grado di convincere un Tribunale a condannare un parlamentare, non un passante, per concorso esterno, archiviamo, il G.I.P. per la seconda volta gli ha detto: no, quando succede la seconda volta il G.I.P., se non è d’accordo con la richiesta di archiviazione della Procura, ordina alla Procura l’imputazione coatta, cosa vuole dire? Ordina alla Procura di chiedere il rinvio a giudizio, rinvio a giudizio che poi verrà accolto o respinto, non più dal G.I.P. che seguiva le indagini, ma dal Gup, quindi da un altro giudice, il giudice dell’udienza preliminare e questo è accaduto, la Procura ha formulato l’imputazione cioè ha chiesto al Gup nuovo, giudice il rinvio a giudizio di Francesco Saverio Romano, ed il 25 ottobre il Gup si pronuncerà e quindi il 25 ottobre sapremo se Romano che è già imputato nel momento in cui la Procura chiede il suo rinvio a giudizio, cioè esercita l’azione penale, sarà anche davanti al Tribunale o se invece verrà prosciolto.
Se verrà prosciolto per quei fatti per i quali era indagato, non potrà più essere riprocessato neanche se emergeranno nuovi atti e questa è la vicenda giudiziaria, dopo vedremo quali sono gli elementi a carico di Romano, perché dopo che la Procura ha chiesto le due archiviazioni e il G.I.P. le ha respinte tutte e due, sono saltati fuori già dei nuovi elementi, per fortuna ci sono un paio di nuovi pentiti del giro Provenzano che chiamano in causa vari politici, tra i quali anche Saverio Romano e vedrete che ce ne saranno degli altri di nuovi pentiti, io non so niente perché certamente i nuovi pentiti non vengono da me, ma credo che il clima politico favorisca l’emersione di nuovi collaboratori di giustizia, i collaboratori di giustizia sono persone umane, sono dei criminali, sono dei mafiosi che ogni giorno, quando si svegliano valutano se sia il caso di collaborare per ottenere qualche sconto di pena e un trattamento carcerario più umano o se invece convenga tacere, in questo momento con la politica sottoterra per quanto riguarda il suo prestigio e la sua influenza nella società, tirare in ballo un politico legato alla mafia, è molto meno pericoloso che farlo quando i politici spadroneggiavano, quindi è abbastanza possibile che la situazione politica favorisca l’affiorare di nuovi collaboratori di giustizia, per intanto sappiamo che ce ne sono due nuovi che tirano in ballo Romano oltre a altri 3 collaboratori storici, lo vediamo tra un attimo.
Il versante politico di tutta questa faccenda è che Romano diventa Ministro, questa primavera, Ministro delle risorse agricole, al posto di Ronchi, Ronchi era Ministro… ho sbagliato tutto, al posto di Galan che è passato ai beni culturali al posto di Bondi dimissionario. L’agricoltura è ovviamente un Ministero molto clientelare, per esempio rientrano sotto la sua competenza tutta la faccenda delle quote latte comunitarie e rientrano ovviamente sotto la sua competenza gli aiuti all’agricoltura che sono molto importanti in una Regione come la Sicilia. Cuffaro ha fatto l’Assessore all’agricoltura prima di andare a fare il Governatore della Sicilia e poi il parlamentare e attualmente il detenuto, quindi l’agricoltura è importante e Romano è andato lì. Ricorderete la pantomima del Capo dello Stato che da un lato nominava Romano, non dimentichiamolo mai, i Ministri li nomina il Capo dello Stato, il Presidente del Consiglio li può indicare, ma poi è il Capo dello Stato che decide se diventano Ministri oppure no, infatti il Capo dello Stato, dopo avere nominato e dopo avere fatto giurare Romano nelle proprie mani sulla Costituzione, mentre Romano usciva dal Quirinale, emise un comunicato in cui diceva che aveva chiesto notizie dell’indagine per mafia a carico di Romano che era indagato per mafia, in quel momento c’era la richiesta di archiviazione della Procura che di lì a poco sarebbe stata respinta.
Chiese informazioni perché stava nominando un indagato per mafia Ministro dell’agricoltura, non è mai successo nella storia, pur disgrazia del nostro paese, che una persona indagata per mafia, diventasse Ministro, di solito era il contrario, prima diventavano Ministri e poi venivano indagati per mafia, oppure venivano indagati per mafia dopo che avevano lasciato il governo e la politica (vedi Andreotti). Cosa succede? Succede che poi le cose vanno avanti, quindi Napolitano dopo avere saputo che la Procura aveva chiesto l’archiviazione, avrà formalmente letto i giornali e avrà scoperto che l’archiviazione era stata respinta e che la seconda volta c’era stata l’imputazione coatta e che la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio del Ministero che lui ha nominato, rinvio a giudizio per associazione mafiosa in concorso esterno, però da allora non si è più sentito. Chiedeva informazioni e se ne dichiarava evidentemente soddisfatto perché nominava quel Ministro lì quando era solo indagato per giunta con una richiesta di archiviazione sul capo e adesso che è imputato con una richiesta di rinvio a giudizio sul capo, non fa altri comunicati, non dice niente, non prende le distanze? L’ha nominato lui quel Ministro, domani in Parlamento, alla Camera si vota, voto segreto, la mozione di sfiducia individuale al Ministro Romano presentata dai partiti di opposizione, vuole dire che il Parlamento, se su quella mozione si raggiungerà una maggioranza, sfiducerà non il governo, ma il Ministro delle risorse agricole che dovrebbe quindi immediatamente dopo dimettersi, correva voce che Berlusconi volesse far dimettere Romano un attimo prima della votazione, perché? Perché con il voto segreto ovviamente non si sa mai come vanno a finire le cose, avete visto che con il voto segreto l’On. Papa è finito in galera, “tradito” dalla sua stessa maggioranza, mentre invece Marco Milanese si è salvato per pochissimi voti, per 6 voti dall’arresto, qui non si vota contro o contro l’arresto, pro o contro un’autorizzazione ai magistrati, qui si vota un fatto politico, se questo signore debba fare ancora il Ministro oppure no, quindi non si vota per togliergli la libertà, per intercettarlo, per mettergli le manette, semplicemente se un imputato di mafia possa fare il Ministro delle risorse agricole oppure no.
Maroni e la lotta alla mafia col ministro imputato di mafia - Maroni, il Ministro dell’Interno, quello che si vanta sempre di avere fatto tante catture di mafiosi, Maroni e i maroniani sono quelli che avevano affondato e mandato in carcere Papa, hanno già detto che voteranno contro la mozione di sfiducia e quindi per mantenere Romano dentro allo stesso governo che dice di combattere la mafia anche se ha un Ministro imputato per mafia.Bossi non parliamone, Bossi ha salvato addirittura Milanese per salvare le poltrone sua e soprattutto dei suoi anche familiari, Bossi ormai sarebbe capace di salvare dal carcere anche Al Capone se glielo chiedessero.
Il Pdl sappiamo bene cos’è, Romano ha già fatto sapere con un pizzino dei suoi “se cado io, cadono tutti, io sono un leader di partito” e già, lui è il leader dei responsabili insieme a Scilipoti e a altri eletti con l’opposizione, Romano è entrato in questo Parlamento nelle file dell’opposizione, nel Partito dell’Udc e poi a un certo punto ha cambiato posizione insieme a Cuffaro si è schierato con il governo Berlusconi votando contro la mozione di sfiducia del dicembre scorso e facendosi imbarcare nella maggioranza e poi con il rimpasto, venendo remunerato con un Ministero, quindi uno dei leader siciliani dei responsabili, fa sapere che i responsabili sono fondamentali per la sopravvivenza della maggioranza, se la maggioranza non vuole diventare minoranza, non ha che da respingere tutta quanta la mozione di sfiducia, Romano sa che i responsabili, se lui finisce in galera, fanno cadere il governo.
Quindi è molto probabile che domani la mozione di sfiducia venga respinta, anche da quelli che dicono di avercela con i mafiosi, anche da quelli che dicono di avercela con il peggiore meridione malavitoso, dai leghisti che saranno decisivi per salvare questi bei soggetti. L’ultima domanda che ci si deve porre è: ma siamo sicuri che uno soltanto perché ha una richiesta di rinvio a giudizio, si debba dimettere da Ministro? E se poi viene prosciolto? E se poi non viene accolto il rinvio a giudizio chiesto dalla Procura? Chi lo risarcirà della perdita della poltrona? Quante volte sentiamo ripetere questa storia: chi lo risarcirà etc., etc…. penso che anche se verrà prosciolto, Romano non solo non dovrebbe fare il Ministro, non dovrebbe fare neanche il parlamentare, non dovrebbe fare neanche il consigliere di circoscrizione, non dovrebbe fare neanche il bidello di una scuola professionale, per le frequentazioni che ha, non per i reati che ha fatto o non fatto, se ha fatto dei reati giudicheranno i magistrati, sulle frequentazioni possiamo giudicare noi, se conosciamo i fatti.
La tragedia sapete qual è? Che domani il Parlamento voterà pro o contro Romano in un paese dove nessuno, a parte pochi intimi, sa chi è Romano. Come la settimana scorsa si è votato contro o contro l’arresto di Milanese in un paese dove quasi nessuno sa chi è Milanese, a parte Tremonti e pochi intimi e quando è finito in carcere Papa, nessuno sapeva chi era Papa, neanche gli elettori del centro-destra visto che era stato traghettato in Parlamento sulla base della legge elettorale vigente, a proposito c’è ancora qualche giorno per firmare il referendum, quindi se si sapesse chi è Romano, se in Padania si sapesse chi è Romano, non per i reati o non reati che spettano alla Magistratura, ma per le frequentazioni e per la sua biografia, io credo che la Lega sarebbe costretta dai suoi elettori a votare la mozione di sfiducia che è molto meno impegnativa dell’autorizzazione all’arresto, si tratta semplicemente di dire a questo signore “tornatene in Parlamento da peone semplice e non fare il Ministro almeno finché non è chiusa la tua vicenda giudiziaria” ma dato che a noi dell’esito delle vicende giudiziarie importa fino a un certo punto, importa sapere chi ha fatto che cosa, credo che comunque vada a finire la vicenda giudiziaria di Romano, lui non dovrebbe poter fare il Ministro.
Chi è Romano? Facciamo una breve biografia per capire di cosa si va a decidere domani alla Camera dei Deputati, Romano è nato a Palermo il 24 dicembre 1964, quindi ha 47 anni, laureato in giurisprudenza, avvocato, è stato sottosegretario al Welfare sotto Maroni che ne era Ministro nel Governo Berlusconi 2, dal 2001 al 2006, è stato Segretario regionale dell’Udc in Sicilia e è in Parlamento dal 2001, quindi esattamente da 10 anni, è alla terza legislatura.
Il 17 dicembre 2002 si è espresso pubblicamente contro la norma che rendeva definitivo il 41 bis, il carcere duro per i boss mafiosi e al momento dell’approvazione di quella legge si è astenuto. Il Sisde lo ha indicato tra i 6 avvocati del sud che Cosa Nostra voleva eliminare per dare un segnale a chi non aveva rispettato certi impegni e certi patti con la mafia, anche lui come la maggior parte dei suoi colleghi ritenuti minacciati, per non avere rispettato i patti o perché il loro schieramento non aveva rispettato i patti, ha avuto l’offerta della scorta ma l’ha rifiutata. E’ stato indagato per mafia la prima volta insieme a Totò Cuffaro che è il suo mentore, il suo gemello siamese, il suo dioscuro, perché? Perché era accusato di avere accompagnato Cuffaro a incontrare alcuni esponenti di Cosa Nostra, inchiesta Guttadauro, quest’ultima ha portato Cuffaro alla condanna definitiva per favoreggiamento mafioso e è attualmente in galera, Romano invece fu archiviato, archiviato vi ho spiegato cosa vuole dire, preso il suo fascicolo, messo in freezer per non bastava per giustificare un giudizio, una condanna, quello che si era scoperto sui suoi rapporti con la mafia, ok?
Ma nel 2006 è stato di nuovo indagato per concorso esterno dopo le rivelazioni del pentito Francesco Campanella a proposito di presunti summit con altri mafiosi.
Cosa racconta Campanella? Lo vediamo adesso e così capiamo perché c’è questa indagine, perché c’è questa richiesta di rinvio a giudizio, perché un G.I.P. ha già stabilito che bisogna processare Romano e perché domani tutte le persone per bene dovrebbero augurarsi che venga approvata la mozione di sfiducia. A accusare Romano sono 5 collaboratori di giustizia. Intanto il primo è Nino Giuffrè, quest’ultimo era uno dei principali collaboratori di Bernardo Provenzano, era il capo mafia delle Madonie che ha raccontato che Romano era molto chiacchierato e se ne sentiva parlare nell’entourage di Provenzano già quando era Presidente dell’Irca (Istituto regionale per il credito alla cooperazione) gestiva soldi pubblici e se ne sentiva parlare nell’entourage di Provenzano, è un sentito dire, mettiamolo lì.
Angelo Siino vecchio capo del tavolino degli appalti in Sicilia, l’uomo che Riina ha messo a capotavola nel tavolino degli appalti fin dall’inizio degli anni 90, detto Bronson perché somiglia a Charles Bronson, appassionato di macchine, di belle donne, fu addirittura l’autista di Papa Wojtyla che naturalmente non sapeva niente durante il viaggio del Papa in Sicilia, Angelo Siino Ministro dei lavori pubblici di Totò Riina, dice che nel 1991 Francesco Saverio Romano gli portò a casa Toto Cuffaro, che era candidato in quel momento alla Regione Sicilia, non alla Presidenza a diventare consigliere, era all’inizio della carriera, era 20 anni fa, Romano aveva 26 anni e gli portò a casa a Siino Totò Cuffaro per presentargli questo giovane candidato cicciotello che iniziava la sua carriera all’ombra di Calogero Mannino, che era il papà di Cuffaro, ma anche di Totò Cardinale e di Romano.
Terzo pentito, quindi già un fatto, Siino incontra a casa propria, tutti sanno chi è Siino in Sicilia, il giovane Cuffaro accompagnatogli da Francesco Saverio Romano.
Terzo pentito, Salvatore Insalaco, altro Ras degli appalti mafiosi, racconta un altro episodio, dice: Romano e Cuffaro in tandem procuravano a vari imprenditori, dietro il pagamento di tangenti, finanziamenti pubblici per lavori di vario genere.
Quarto pentito, Francesco Campanella, chi è quest’ultimo? L’enfant prodige della Democrazia Cristiana che poi morta la Democrazia Cristiana passa rapidamente all’Udeur, fino a diventare il coordinatore nazionale dei giovani mastelliani perché pare che esistano dei giovani mastelliani, credo i figli di Mastella o giù di lì. I giovani mastelliani, i giovani Udeur sono coordinati da Campanella che fa carriera, diventa Presidente del Consiglio Comunale di Villabate, un comune a ridosso di Palermo a alta densità mafiosa, dove regna la famiglia mafiosa dei Mandalà e infatti Campanella è il braccio destro del boss Mandalà per cui mezza giornata la passe al servizio di Mandalà e l’altra mezza giornata la passa nel Consiglio Comunale di Villabate, è il Consiglio Comunale che verrà sciolto due volte per mafia, anche per la presenza di Campanella e per la presenza di un Sindaco imparentato con il boss Mandalà e in quella Giunta farà da consulente urbanistico Renato Schifani.
Villabate è molto nota a Schifani e Schifani è molto noto a Villabate. Campanella a un certo punto si dedica alla protezione della latitanza di Bernardo Provenzano quando addirittura gli vengono procurati i documenti falsi per la trasferta a Marsiglia, dove Provenzano andò a operarsi alla prostata con un nome di fantasia e con documenti fasulli. Campanella racconta un paio di episodi che gli sono venuti in mente in tempi diversi: 1) molto noto, è un pranzo a Roma in Campo dei Fiori, Romano dice agli altri commensali: Francesco, Campanella che era particolare a quel pranzo, quindi sono tutti intorno al tavolo, Romano indicando Campanella dice: Francesco mi voterà, siamo della stessa famiglia e aggiunge Campanella, la famiglia naturalmente è la famiglia di Villa, capeggiata da Nino Mandalà, fu proprio Mandalà, spiega Campanella a volere la candidatura di Giuseppe Acanto alle regionali del 2001 nella lista del Bianco Fiore che aveva fondato Romano, Romano lo sapeva e accettò e infatti la Procura sostiene che Romano si è dato da fare per candidare non solo sé stesso, ma anche un altro politico gradito alla mafia, questo Acanto in una lista che aveva fatto lui e che si chiamava Bianco Fiore.
Ultimo pentito Stefano Loverso, quest’ultimo chi è? E’ stato per due anni l’autista di Bernardo Provenzano e anche lui lo ha ospitato a casa propria e ne ha curato un pezzo di latitanza prima dell’arresto nel 2006, dice Loverso: Nicola Mandalà - (il figlio di Nino Mandalà), anche lui mafioso, condannato in via definitiva all’ergastolo – mi disse abbiamo nelle mani un paesano di un mio parrino Ciccio Pastoia (che era uno degli uomini di Provenzano che poi si è suicidato in carcere poco dopo l’arresto), Saverio Romano, mio parrino è a conoscenza e consenziente, quindi Ciccio Pastoia, mafioso di Belmonte Mezzagno, che è il paese di Francesco Saverio Romano, fedelissimo di Provenzano era il parrino del compaesano Saverio Romano, garantiva per lui, dice Loverso.
I pentiti tornano a parlare (di Saverio Romano) - Altra rivelazione di Campanella, il quarto pentito più recente, dice: "nel 2001 Romano mi chiamò a casa sua e mi disse che aveva intenzione di candidarsi anche come punto di riferimento delle famiglie di Villabate e di Belmonte Mezzagno, la città controllata dai Mandalà e la città controllata da Pastoia, due uomini di Provenzano e mi rappresentò che sapeva della mia vicinanza alla Famiglia di Villa, quindi sapendo che Campanella è l’uomo di Mandalà, Romano lo chiama a casa e gli dice: guarda che mi candido al Parlamento, la prima volta, quando fu eletto la prima volta alla Camera, come punto di riferimento delle famiglie di Villabate e di Belmonte Mezzagno."Campanella apre anche l’album delle fotografie del proprio matrimonio, Campanella si sposa, mi pare nel 1999, se non erro, e chi ti spuntano a quel matrimonio? Due persone le conosciamo già sono: Cuffaro e Mastella che partecipano alle nozze di Campanella, mafioso di Villa, Cuffaro e Mastella, ma c’era pure Saverio Romano, questa è la sorpresa! Fotografato dietro gli sposi all’altare mentre si sposano Campanella e la sua sposina, Romano dietro, Cuffaro e Mastella ai lati.
Pensate che bel presepietto, si dirà: va beh, ma queste sono soltanto accuse di pentiti, no, la foto al matrimonio indica che quando Campanella parla di Romano, parla di una persona molto conosciuta, ha partecipato al suo matrimonio, è un bel riscontro! Ma attenzione, perché ci sono anche alcuni elementi a carico di Romano che non sono parola di pentito e neanche parola di testimone, sono documenti.
Solo la foto al matrimonio di Campanella, la anche le intercettazioni telefoniche tra Ciancimino Massimo e il Rag. Gianni Lapis che era il prestanome del vecchio Ciancimino, quello che custodiva il tesoro di Don Vito Ciancimino, soprattutto per quanto riguardava gli investimenti del vecchio Ciancimino in società Enel business del gas, a un certo punto morto Ciancimino, questo Lapis e il figlio di Ciancimino parlano di restituire, come se fossero delle quote azionarie occulte a certi politici che evidentemente erano soci occulti del vecchio Vito Ciancimino in questi affari, tant’è che vengono date delle quote e questo risulta dalle intercettazioni, dai documenti, dei soldi da questo Lapis di intesa con Massimo Ciancimino a alcuni politici siciliani: Cuffaro, un altro paio di parlamentari siciliani che non sto qui a nominare perché ci porterebbero lontano e Francesco Saverio Romano che infatti è indagato per corruzione insieme a Lapis, poi c’è Vizzini e poi c’è un parlamentare defunto, poi c’è Cuffaro e poi c’è Romano, tutti secondo l’accusa destinatari di queste somme che sarebbero una sorta di restituzione di quote societarie che avevano occultamente insieme a Ciancimino.
Per vedere se si processerà Romano per corruzione, bisognerà attendere che la Camera autorizzi o meno la Procura di Palermo a usare quelle intercettazioni, perché? Riguardano indirettamente un parlamentare che sta parlando con Lapis.
Terzo elemento di fatto e non di parola di pentiti, un’intercettazione, un’intercettazione che era sfuggita a tutti nell’inchiesta del 2003, quella delle cimici ambientali nascoste nel salotto di casa di Giuseppe Guttadauro, il boss di Brancaccio, il medico mafioso, capo famiglia di Brancaccio, uomo dei Graviano che riceveva medici e killer e estorsori del pizzo nello stesso salotto, pilotando la sanità e pilotando il racket delle estorsioni e occupandosi di candidature. Finora sembrava che fosse stato Mimmo Miceli, altro pupillo di Cuffaro a proporre a Guttadauro di incontrare Romano nel 2001, quando Romano fu letto in Parlamento e quindi sembrava un’iniziativa di questo Miceli, invece da un’intercettazione che ha scoperto proprio il G.I.P. che si è andato a rileggere tutte le carte del processo Cuffaro, si scopre che fu Romano in persona a far sapere a Guttadauro, tramite un intermediario che lo voleva incontrare, quindi non era un’iniziativa di Miceli mettere in contatto Guttadauro e Romano, era Romano che si proponeva di incontrare un capo mafia che indiscutibilmente era noto come un capo mafia, perché Guttadauro era già stato condannato per associazione mafiosa e scontata la pena era rientrato a casa e si era rimesso in attività, ma era già stato condannato, si sapeva già che era un capo mafia!
E voi capite che cambiano le cose, perché? Perché se tu vuoi incontrare un capo mafia e mandi avanti un tuo intermediario che non è stato individuato per annunciarti e fare da tramite, capite che non è mica un incontro occasionale al bar o al circolo, ecco perché la Procura scrive che Romano ha messo a disposizione di Cosa Nostra il proprio ruolo contribuendo alla realizzazione del programma criminoso dell’organizzazione e poi c’è un pizzino, altro elemento fattuale, un pizzino l’ha pubblicato l’altro Repubblica, il capo mafia di Agrigento Alberto Provenzano, omonimo e collega di Bernardo, quando è stato arrestato nel 2002 quindi 9 anni fa, aveva nel portafoglio dei bigliettini, dei pizzini, uno per esempio era un bigliettino del servizio “pronto pizza” quello che recapita a domicilio le pizze, dietro, sul resto aveva annotato due numeri di telefono, uno fisso e l’altro di cellulare, mobile che corrispondono entrambi ai numeri di Romano, Romano quando è stato sentito ha detto: beh l’avevo conosciuto all’università nel 1984 e poi non l’avevo più visto, studiavamo entrambi l’attuale Ministro e il capo mafia giurisprudenza, capita, se non ché nel 1984 facevano l’università e nel 2002 il capo mafia ha il suo numero fisso e di cellulare e nel 1984 i cellulari non esistevano, quindi è evidente che il numero di cellulare l’aveva avuto più recentemente e come faceva a averlo avuto se Romano dice di non averlo più incontrato? Gliel’avrà dato qualcun altro e cosa se ne faceva di quei numeri nel 2002? Quando Romano non era più uno studente universitario ma era un parlamentare della Repubblica in Parlamento al fianco di Cuffaro?
Voi capite che questo mosaico a incastro fa un certo effetto, anche perché il pentito Loverso di cui vi ho parlato prima ha aggiunto un altro particolare, quando c’erano problemi burocratici con il Comune di Villabate, lui andò a parlare con Nicola Mandalà, il figlio del boss e questo mi promise – dice Loverso – che si sarebbe attivato poi allargò il discorso e iniziò a parlare di argomenti politici e mi disse che non c’erano problemi neanche a livello regionale e nazionale, noi non abbiamo nessun problema neanche con i partiti di centro, cioè con l’Udc , abbiamo nelle mani Saverio Romano e Totò Cuffaro.
Poi Loverso aggiunge che Michele Aiello il re delle cliniche private e degli appalti stradali condannato anche lui per mafia, forse non ancora in via definitiva, ma sicuramente in secondo grado, aveva fatto sapere anche lui che Romano spingeva per candidare l’uomo dei Mandalà e cioè Piero Acanto di cui avevamo parlato prima nella lista Bianco Fiore e un altro uomo di Provenzano Vincenzo Paparopoli commentando le dichiarazioni di Campanella disse che era tutto vero, erano confabulazioni che facevano tra mafiosi e che i contatti tra la famiglia di Villabate e l’On. Romano erano intermediati da Nino Bruno, personaggio noto nell’inchiesta Cuffaro, per questo nel capo di imputazione per Romano ora al vaglio del G.I.P. c’è scritto che Romano Ministro dell’agricoltura, ha consapevolmente e fattivamente contribuito al sostegno e al rafforzamento dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, mettendo a disposizione il proprio ruolo e così contribuendo alla realizzazione del programma criminoso dell’organizzazione, tendente all’acquisizione di poteri di influenza sull’operato di organismi politici e amministrativi.
Se la Lega salverà questo signore, sappiate che non è soltanto per salvare il governo, ma è anche perché Romano è proprio Ministro dell’agricoltura e voi sapete che Bossi continua a difendere poche centinaia di allevatori che hanno fatto i furbi con le quote latte, fregando le migliaia di allevatori del nord onesti che hanno sempre rispettato le quote latte e hanno pagato eventuali multe per infrazioni e Romano sta perseguitando un leghista per bene come Dario Fruscio, Presidente dell’agenzia per l’erogazione dei fondi europei, che sta cercando di far pagare le multe a chi le deve pagare e di far rispettare le norme europee a chi le viola, Romano ha commissariato questa agenzia che stava tagliando i costi e stava dando una mano un’agenzia delle entrate a recuperare il mal tolto, quindi Romano è diventato complice di Bossi in questa operazione a premio dell’illegalità e a svantaggio di quelli che invece praticano la legalità e così probabilmente si è politicamente comprato l’appoggio della Lega, lo segnalo a tutti i cosiddetti padani che guardano a Roma ladrona senza accorgersi che i ladroni ce li hanno in casa, passate parola!
Marco Travaglio (Passaparola del 26 settembre 2011)
http://www.beppegrillo.it/battaglie/passaparola.php
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