Chissà se stavolta riuscirà a diventare sottosegretario all’Economia. Il senatore Mirello Crisafulli, oggi vincitore delle primarie a Enna e candidato ormai certo del Pd alle elezioni di febbraio il 30 aprile del 2006, quando era stato eletto per la prima volta in Parlamento sognava a occhi aperti quell’incarico
per poter cacciare un controllore troppo occhiuto dell’azienda
sanitaria locale di Enna, Ausl Enna 4: Michele Mario Branciforte.
In occasione della prossima ricandidatura di Crisafulli, senza alcuna opposizione da parte del leader del Pd, Pierluigi Bersani né del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso,
è molto utile rileggere con attenzione quella e altre trascrizioni
delle intercettazioni contenute nell’informativa del Reparto operativo
di Enna dei Carabinieri del 29 febbraio del 2008. In questa nota, finora
inedita, destinata al pm di Enna Marcello Cozzolino, i militari
pregavano il magistrato di presentare richiesta di arresto per
Crisafulli e per altre 12 persone. I Carabinieri ipotizzavano reati
gravi come l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata
e alla turbativa delle gare e segnalava anche molti singoli episodi di
reato. Gli arresti non sono stati richiesti poi dal pm e l’indagine
principale sui fatti più gravi è stata poi archiviata. Alla fine la
Procura di Enna ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per
Crisafulli nel settembre 2010 solo per un episodio minore.
Il senatore Pd, anche grazie alle intercettazioni
contenute in questa informativa, è stato rinviato a giudizio per
concorso in abuso d’ufficio assieme a due dipendenti della Provincia di
Enna con l’accusa di aver ottenuto la pavimentazione di una strada
comunale che porta alla sua villa a spese della Provincia di Enna.
Nell’informativa si legge che nell’ottobre del 2005 una strada fu
ripavimentata per “accontentare”. I Carabinieri riportano
un’intercettazione di una conversazione tra il geometra Nicola Di Bari, poi arrestato per altre vicende, e Marcello Catalfo,
che sta seguendo il lavoro vicino alla casa del politico. Scrivono i
carabinieri che “quest’ultimo a proposito della strada menzionata
riferisce che ci sono voluti otto camion da 19 metri cubi, ma il lavoro è
venuto troppo buono, domattina manderà i ragazzi a fare pulire la
strada per togliere i detriti. Continuando dice che ha firmato lui le
fatture, siglandole. A tal proposito specifica che queste ultime sono
intestate all’Amministrazione Provinciale di Enna … Marcello dice
‘oggiMirello è sceso, come un boss prendendolo sotto braccio per fargli
vedere cosa doveva fare, ma lui diceva che era a conoscenza di tutto in
quanto altri in precedenza gli avevano fatte vedere il lavoro’”.
Anche
il resto dell’informativa però non merita l’oblio. Anche se non sono
stati considerate rilevanti dal punto di vista penale gli audio e i
video delle intercettazioni riportate nelle 207 pagine depositate
nell’inchiesta descrivono un sistema di potere inquietante che coinvolge
politici, burocrati e imprenditori privati. Un sistema che un partito
come il Pd dovrebbe combattere e non favorire. Per comprendere
l’interesse di Crisafulli alla poltrona di sottosegretario e di rimbalzo
a quella di presidente dei sindaci della Ausl di Enna, bisogna partire
dall’antefatto della riunione del 30 aprile del 2006.
“In quei giorni”, spiegano i Carabinieri, “Crisafulli e i suoi
collaboratori si trovano coinvolti in un pesante braccio di ferro (a
causa del mancato accordo sulla spartizione dei servizi ospedalieri),
con il Dirigente Generale dell’Ausl 4 di Enna, il dottor Francesco Iudica cognato del noto esponente politico siciliano Raffaele Lombardo, e su posizioni politiche radicalmente contrapposte alla lobby di potere facente capo a Crisafulli”.
Il cognato di Lombardo ha preso il posto di Nino Bruno,
di area cuffariana. Poco prima di lasciare il suo incarico però Bruno,
l’8 aprile del 2005, firma una delibera per la creazione della società
Enna Servizi Srl, a capitale misto con la Ausl e una cooperativa
privata, selezionata attraverso un bando di gara. La cooperativa è
ovviamente vicina sia a Crisafulli, ma anche all’Udc Giovanni Palermo.
Iudica si oppone. Scrivono i Carabinieri: “Denuncia l’illegittimità
dell’affidamento di alcuni servizi alla cooperativa Piramide gestita da
uomini dell’On. Crisafulli istituita ad hoc da lui e dai suoi uomini. Il
30 aprile, nel corso dell’animata discussione all’interno del suddetto
studio del professor Rabbito prendono parte oltre a Crisafulli e a Gaetano Rabbito e all’avvocato Giovanni Palermo, ex candidato sindaco dell’Udc anche Angelo Salamone e Mario Tedesco
(amministratori della Piramide). Durante la discussione si concorda la
strategia per fare “pressione” sul Dirigente Generale Iudica al fine di
indurlo a trattare sulla spartizione dei servizi Ospedalieri, il cui
controllo da parte degli stessi verrebbe meno, qualora come prevedibile
la società mista partecipata dalla cooperativa La Piramide dovesse
venire sciolta”. Cosa che poi accadrà effettivamente nel 2006 dopo un
contenzioso davanti aiu giudici amministrativi. Crisafulli e i suoi
amici vogliono scongiurare questo evento o quanto meno limitarne gli
effetti.
“L’amministratore della Piramide, Mario Tedesco
prima, e l’avvocato dell’Udc Giovanni Palermo poi spiegano agli altri
che il Dottor Iudica è fermamente determinato ad osteggiarli ed a
pretendere lo scioglimento della predetta cooperativa. Dal dialogo
emerge chiaramente un forte risentimento di tutti i presenti verso la
controparte (Iudica). Si fanno riferimenti al fatto che pur essendo lo
stesso “ben sostenuto politicamente” in quanto cognato di Raffaele
Lombardo, non dovrebbe fare lo ‘spirtu’ con loro. L’Onorevole
Crisafulli”, continuano i Carabinieri, “udite le versioni dei fatti dei
suoi collaboratori e amici ordina al Professor Rabbito, (avente il ruolo
di mediatore nel cercare di indurre il dirigente a più miticonsigli) di
fissarsi un appuntamento con questo e fargli capire che ‘deve
obbligatoriamente assegnare a loro una parte dei servizi’. Durante le
sue affermazioni”, proseguono i Carabinieri sintetizzando le parole di
Crisafulli, “richiama anche delle presunte irregolarità ed illeciti
compiuti dal Dottore Iudica nell’assegnazione di alcuni servizi. Indica i
termini che dovrà usare il suo amico Rabbito”. A questo punto c’è un
esempio mirabile del concetto di legalità formale che ispira il senatore
Crisafulli nel rivolgere consigli al suo amico Rabbito, presidente
dell’Asi di Enna ed ex parlamentare dei Ds anche lui.
Spiegano i
Carabinieri: “Insieme all’Avvocato Palermo, lo mettono in guardia circa
il rischio di essere registrati durante il dialogo e poi si raccomandano
di usare spesso la parola “legalità”, quasi a voler apparire ad un
eventuale testimone o ascoltatore come un tutore della legalità e della
correttezza”. Crisafullli e i suoi sanno che: “vi sono delle indagini da
parte della Procura di Enna”. Crisafulli prima tenta con le buone:
convoca il direttore in pectore e dopo aver cercato, alla presenza del
direttore generale uscente della Ausl Nino Bruno di fargli cambiare idea
sulla società mista Enna Servizi, secondo la
testimonianza di Iudica, formula una minaccia: “se ben ricordo”, secondo
Iudica Mirello Crisafulli avrebbe detto “che avrebbe attivato la
conferenza dei sindaci per sfiduciarmi”. Prosegue poi Iudica: “Non meno
cogente sul piano della pressione psicologica credo possa identificarsi
una pubblica conferenza organizzata da un associazione culturale vicina
all’Onorevole Crisafulli, tanto che l’invito a partecipare al dibattito
mi è stato formulato dallo stesso, nel corso del quale ho ricevuto
pesanti attacchi, in un clima che certamente era di forte pressione”.
Poi Iudica premettendo “nessun elemento può determinare un nesso tra la
vicenda di cui si sta parlando e due episodi” racconta “il ritrovamento
all’interno della mia autovettura di un “geco ” vivo che faccio fatica a
capire come possa essere entrato, considerato che l’autovettura,
parcheggiata in una traversa limitrofa all’Azienda, aveva i finestrini e
le portiere chiuse e il ritrovamento, nel primo gradino dell’abitazione
privata a Caltagirone, di un topo morto con la testa schiacciata. Di
quest’ultimo episodio possono testimoniare le mie due figlie minori che
hanno ritrovato l’inquietante messaggio”.
Il neo nominato
direttore della Ausl Enna 4 a un certo punto sta per cedere: “Stante
tali accadimento e la sensazione di solitudine nella mia posizione di
contrasto alla società mista … mi ero determinato a dimettermi da
Direttore Generale”. Poi ci ripensa. La creazione della società mista
era stata contrastata oltre che da Iudica anche dal presidente del
consiglio sindacale della Ausl Enna 4,di nomina ministeriale, Michele Mario Branciforte.
Quel 30 aprile del 2006 nello studio del commercialista Gaetano
Rabbito, tra una risata e l’altra dei suoi sodali, il neosenatore
dell’Unione Crisafulli diceva chiaramente quello che gli sarebbe
piaciuto fare se fosse stato nominato sottosegretario. “Se per tutti i
casi, capito al Ministero dell’ economia, telefono da li, lo stesso
giorno, mi passate il direttore del tesoro di Enna, lo chiamo (e gli
dico Ndr) lei è il dottore Branciforte? Io sono il Sottosegretario
Onorevole Crisafulli, ha sentito parlare di me?Ho saputo che lei ha
chiesto trasferimento e vero? Se è vero me lo dica e vediamo di
accontentarla, se non è vero, sì prepari perché l’ accontenteremo lo
stesso”.
A questo punto il candidato del Pd sul quale né Piero Grasso né Pierluigi Bersani hanno nulla da ridire, tira giù una sonora bestemmia
e aggiunge con la voce dura da boss della politica di Enna, in grado di
decretare la vita e la morte pubblica di un funzionario: “Se ne deve
andare di notte”. I presenti alla riunione, puntualmente
video-registrata dai Carabinieri del reparto investigativo di Enna, lo
acclamano. Crisafulli non fu nominato seottosegretario ma riuscì
comunque a pilotare le nomine della Ausl di Enna: il 28 luglio del 2006
chiama l’amico Gaetano Rabbito per comunicargli che lo ha fatto nominare
sindaco della Ausl Enna4 e si compiace: “Gli abbiamo fatto arrivare un
segnale” al direttore Iudica, ovviamente.
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