venerdì 11 gennaio 2013

Marco Travaglio: "miconsenta: i miei interventi di ieri a Servizio Pubblico"

 

Vittorio Mangano: vabbè, capita, errori di gioventù. Poi, se ti serve uno stalliere…
Licio Gelli: succede, sembrava una così brava persona. Poi il fascino del cappuccio…
Bettino Craxi: pareva un grande statista, poi ha tralignato. Vai a prevederlo.
Cesare Previti: facile scambiarlo per un bravo avvocato, specie se non hai letto Cesare Lombroso. Marcello Dell’Utri: era dell’Opus Dei, aveva tanti amici siciliani, con tutti quei libri antichi ti confondeva, era molto colto, soprattutto sul fatto. Vabbè, ha più processichecapelliintesta.Maallora Gramsci, ne vogliamo parlare? Don Luigi Verzé, quello del San Raffaele: si può capire, era un prete, sembrava un sant’uomo, vai a prevedere che al Dio Uno e Trino preferiva il quattrino.
Renato Squillante: ma insomma, ti accusano di avercela sempre coi giudici, poi te ne piace uno e te lo arrestano subito, ma allora ditelo.
Gianpi Tarantini: vabbè, dai, un’amiciziasbagliatapuòsempre capitare. Viene da te un giovane imprenditore che si è fatto da solo, in tutti i sensi. Come fai a pensare che uno che va in giro con 20-30 ragazze alla volta fa quel mestiere lì, dai, era proprio insospettabile. Aggiungi che le sue ragazze appena entravano a Palazzo Grazioli o a Villa Certosa e tum! s’innamoravano tutte del latin lover: tac! folgorate dallo charme del vecchio play boy. Se poi Gianpi le pagava, mica te lo veniva a dire, era a tua insaputa, e comunque era per le spese del viaggio, l’indennità di trasferta. Valter Lavitola: un fine diplomatico, questo sembrava a prima vista, gli mancava giusto la feluca. A Panama lo conoscevano tutti, e anche a Saint Lucia. Capita a tutti di sbagliare valutazione, no?
Lele Mora: ma dico io, come fai a sospettare che uno condannato 20 anni fa per spaccio sia un poco di buono. E la redenzione dell’essere umano?
Ruby Rubacuori: quella poi, appena la vedi ti viene in mente una parente di Mubarak, due gocce d’acqua. La tipica faccia di una che vuol metter su un centro estetico. Allora le compri il laser antidepilazione da 60 mila euro. E quale minorenne: ma se dimostrava 65 anni!
Nicole Minetti: lei invece quando la vedi ti viene subito in mente l’igiene dentale, la pluri-laureata, altro che balle. E poi mica l’ho candidata io: hanno fatto tutto 5 scrutatori senza farmela neanche vedere. Chissà cosa scrutavano.
 Totò Cuffaro: l’ha scoperto Casini, poi lo condannano per favoreggiamento alla mafia e tu che fai, glielo lasci? Ma no, ti viene un attacco di gelosia e glielo freghi: è la stessa soddisfazione del tifoso del Milan che prima del derby strappa la bandiera nerazzurra all’ultrà dell’Inter.
Francone Fiorito detto “Er Batman de Anagni”: era finiano, ma non si poteva lasciarlo alla concorrenza. Basta guardarlo: è il tipico liberaldemocratico di scuola einaudiana. E dove lo metti uno così? Ma a capogruppo alla Regione Lazio, come minimo. L’hanno arrestato, e allora? Anche Giordano Bruno!
Ed è solo un piccolo campione del ritratto di famiglia in un inferno, ché a citarli tutti facciamo notte.
Ecco, Cavaliere, premetto che sono tutti innocenti: anche i condannati, anche gli arrestati,anche chi ha patteggiato, e pure lei, anche se ha avuto 7 prescrizioni, 1 amnistia, 3 volte s’è depenalizzato il reato e ha una condanna in I grado per frode fiscale.
Però… non so se ha presente il film di Mel Brooks Mezzogiorno e mezzo di fuoco: quando il cattivo arruola una sporca dozzina per assaltare il villaggio di Rock Ridge. Si siede dietro un banchetto ed esamina i curricula dei candidati in fila indiana: “Precedenti penali?”. Il primo risponde: “Stupro, assassinio, incendio doloso, stupro”. E lui: “Hai detto due volte stupro”. “Sì, ma mi piace tanto lo stupro!”. “Ottimo, firma qua. Avanti il prossimo… Precedenti penali?”. “Atti di libidine in luogo pubblico”. “Non è mica tanto grave”. “Sì, ma in una chiesa metodista!”. “Ah carino! Arruolato, firma qua!”. Ecco, a volte viene il sospetto che lei la sua classe dirigente e i suoi candidati li selezionasse così.
Ma se l’immagina un Obama, una Merkel, un Cameron, fotografati accanto a uno solo di questi personaggi? Ora, meritoriamente, promette liste pulite, rinnovate per il 90%, forse non troverà un posto nemmeno per il suo amico Dell’Utri. E terrà fuori chi ha più di 65 anni, chi ha processi in corso, e chi non si impegna ad andarsene dopo 2 legislature. A parte che lei ha 77 anni, i processi non se li è mai fatti mancare e si candida alla sesta legislatura, ma che senso ha eliminare imputati e condannati? Se li elimina, vuol dire che si fida della magistratura, o almeno la rispetta: la magistratura che, come dice lei esagerando, l’ha sempre assolto. Dunque va rispettata anche quando condanna lei o qualcuno dei suoi, no? Mica si può rispettarla a targhe alterne.
Per carità, ci sono impresentabili anche in altri partiti: ma lei 20 anni fa entrò in politica per rinnovare la classe dirigente, per fare la rivoluzione liberale, per essere diverso, migliore dei politicanti, portando gente competente, dalla trincea del lavoro. Nella sua prima campagna elettorale, fece firmare agli aspiranti candidati di Forza Italia questa dichiarazione: “Dichiaro 1) di non avere carichi pendenti 2) di non aver ricevuto avvisi di garanzia 3) di non essere stato e di non essere sottoposto a misure di prevenzione e di non avere a mio carico procedimenti in corso” . E quando vinse le elezioni tentò di avere come ministro dell’Interno il pm simbolo di Mani Pulite, Di Pietro, mentre La Russa offriva al pm Davigo il ministero della Giustizia.
Poi è emersa tutta un’altra foto di gruppo. I casi sono tre: o è sfortunato nelle amicizie; o porta una sfiga boia ai suoi amici; o i personaggi “discutibili” li attira come la carta moschicida, perché le somigliano, o perché vorrebbero somigliarle, o perché lei dà il cattivo esempio. Mai pensato di aver sbagliato nella scelta dei suoi uomini? E, se sì, perché non ha mai chiesto scusa?
Ecco, sono 20 anni che aspetto di intervistarla su ciò che diceva e faceva. Ma ora non mi viene nemmeno una domanda. Perché la cosa più grave non è quel che ha detto e fatto in questi 20 anni: ma quel che non ha detto e fatto, o non ha potuto dire e fare.
Poteva chiedere la verità sulle stragi politico-mafiose, o forse non poteva.
Poteva, o forse non poteva dire alla gente che le tasse sono alte non perché lo Stato le mette le mani in tasca, ma perché molti non le pagano e invece bisogna pagarle tutti; e chi non le paga non è un furbo da invidiare e condonare, ma un ladro da punire e detestare, perché deruba i tanti onesti che le pagano. O forse non poteva.
Poteva dire che chi paga e chi prende tangenti non va candidato, va isolato e punito perché ci ruba 60 miliardi all’anno. O forse non poteva.
Poteva dire che la mafia va combattuta, e per sconfiggerla non si devono chiedere voti ai mafiosi, e tantomeno accettarli. O forse non poteva.
Poteva dire agli italiani che le leggi e la Costituzione vanno rispettate, non cambiate a proprio uso e consumo. O forse non poteva. Pensi, se l’avesse fatto, come sarebbe bella, onesta, pulita e ricca oggi l’Italia.
Invece abbiamo perso 20 anni: lei ha speso tutte le sue energie, la sua potenza mediatica e la sua influenza sulla gente a combattere non le mafie, l’evasione e la corruzione, ma chi combatteva le mafie, l’evasione e la corruzione. Se non avessimo perso questi vent’anni e tutti quei miliardi, sa oggi quante Imu potremmo togliere sulla prima casa, e anche sulla seconda e sulla terza? Se proviamo a fare il calcolo, ci verrà da piangere. A me, a tutti, e forse persino a lei.

Marco Travaglio (Intervento letto a Servizio Pubblico)

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