venerdì 1 novembre 2013

RENZI, BUONI PROPOSITI E MANTRA BERLUSCONIANI (Bruno Tinti)



Matteo Renzi ha pubblicato un eBook (Amazon): “Oltre la rottamazione. Nessun giorno è sbagliato per provare a cambiare”. Il titolo è perfetto e, quando sono arrivato al pianeta giustizia, mi sono stropicciato gli occhi: fantastico. Renzi propone: unificare i 30 riti processuali esistenti; semplificare le motivazioni delle sentenze; certezza della pena; sanzioni severe per il traffico di influenze, il falso in bilancio, l’abuso d’ufficio, reati tutti pregiudizievoli (insieme al reato-madre di corruzione; avrebbe potuto aggiungere la frode fiscale ma magari non ci ha pensato) per l’economia del Paese; estendere l’interdizione perpetua dai pubblici uffici; carcere come sanzione residuale e pene pecuniarie e interdittive per i reati minori; depenalizzazione dello spaccio di dosi di droga modeste; unificazione delle forze di polizia ora esistenti (Ps, Cc, Gdf); cittadinanza per chi è nato in Italia da genitori stranieri e per chi ha frequentato le scuole italiane. Insomma, roba che chi non è d’accordo davvero non capisce niente. 
Poi però mi è sorto un dubbio: Renzi a tutte queste cose ci crede o ha scritto quello che la gente vuole sentirsi dire? Dopodiché, a elezioni vinte, sarà tutta un’altra musica? Perché, mischiate a questi nobili propositi, ci sono le solite puttanate veicolate dagli house organ di B&C e saldamente penetrate nel cervello di molti di loro. Possiamo riassumerle nei due mantra ben noti. Una parte della magistratura, militante in fazioni avverse a B., ha cercato di sovvertire il consenso elettorale mediante l’uso politico dei processi; da qui una guerra senza fine che ha prodotto, tra l’altro, intollerabili (bontà di Renzi) leggi ad personam. E poi l’abuso della carcerazione preventiva praticato dai Pm. 
Sul presunto abuso della carcerazione preventiva tornerò: mi limito – ora – a rilevare che, come al solito, in quali casi se ne è abusato non si sa. Prima c’era Tortora; adesso Scaglia. Ammesso che siano vittime innocenti, due casi su decine di migliaia sono un po’ pochi per parlare di abuso. 
Quanto alla congiura della magistratura militante. Siccome B. ha subito 30 processi di cui 3 conclusi con sentenza di condanna (una definitiva e 2 di 1° grado), 2 per amnistia, 2 perché il fatto non costituisce più reato (per via della legge sul falso in bilancio che si è costruito appositamente), 6 per prescrizione e 9 per archiviazione; e dunque 13 in cui è stato riconosciuto colpevole e 9 in cui il processo non è neppure cominciato. E siccome dei restanti 8, 1 è in udienza preliminare, 2 si sono conclusi con assoluzioni stiracchiate (i fatti sono stati commessi ma non c’è prova che B. ne fosse al corrente; in uno di essi ne era al corrente di sicuro, ma l’avv. Mills aveva mentito) e 5 con assoluzioni. 
Vorrei capire come diavolo fa Renzi a parlare di guerra della magistratura militante contro B., riconosciuto colpevole in 13 casi su 30 e non processato in altri 9. È guerra quella in cui si scopre un delinquente seriale e lo si processa per i reati che commette? E lo si assolve quando le prove non sono tranquillizzanti? Magari sì: della legalità contro la delinquenza. Ma questa è una guerra giusta se mai ce n’è stata una. 
Vorrei sbagliarmi: ma tutto lascia pensare che Renzi faccia quello che hanno sempre fatto quelli che lui vuole rottamare: cercare il consenso nella pancia della gente invece che nella testa. 


 

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