Forse
gli arbitri internazionali di oggi sono tecnicamente più bravi di
quelli di una ventina di anni fa. Ma mancano di psicologia. Non si dà un
rigore dubbio all’ultimo minuto di una partita esaltante. Detto questo
la reazione di Gigi Buffon in campo e soprattutto dopo è inaccettabile.
Andrés Iniesta, detto “don Andrés” per la sua signorilità in campo e
fuori, non avrebbe avuto una reazione così scomposta. E qui sta la
differenza. Iniesta, che con il Barca e con la Spagna ha vinto tutto,
non solo è un grandissimo campione, certamente superiore a Buffon, ma è
anche un grande uomo, Gigi un po’ meno, sia sul campo sia fuori.
La
Juventus ha poco da lamentarsi. Io tengo a una piccola, modesta,
tragica squadra, il Toro, e quante volte, come tante altre piccole
squadre, abbiamo visto gli arbitri favorire, con rigori fasulli o rigori
negati, le cosiddette ‘grandi’, Juventus, Milan, Inter? Ciò che la
Juventus ha subìto a Madrid è esattamente la stessa cosa che le piccole
squadre subiscono nel Campionato italiano.
Esiste
indubbiamente una questione Real, perennemente favorito in campo
internazionale. Tant’è che la stessa sorte della Juve, e anche peggio,
era toccata l’anno scorso al Bayern di Monaco che non è proprio l’ultimo
della pista. Ma i tedeschi non ne hanno fatto un caso. Perché son
tedeschi. E qui sta un’altra differenza: quella fra la Germania e tutti
gli altri Paesi europei. Non solo nel calcio. Ma qui il discorso ci
porta a una questione che parrebbe molto lontana dal calcio, ma non lo
è. Ci porta in Siria dove i francesi, questo popolo di codardi, hanno
voluto fare, per l’ennesima volta, i fenomeni sulla pelle altrui. Sul
moralismo ipocrita del cosiddetto Occidente abbiamo scritto tante volte.
Adesso c’è la questione delle ‘armi chimiche’ che il dittatore siriano
Assad avrebbe usato a Douma. Ma chi fornì a suo tempo a Saddam Hussein
le ‘armi chimiche’ perché le usasse contro i curdi e i soldati iraniani?
Gli americani e i francesi (oltre ai sovietici, via Germania Est).
Compito che il raìs di Baghdad eseguì diligentemente ‘gasando’ in un sol
colpo 5.000 civili curdi nella cittadina di Halabja e usando quelle
armi contro l’esercito iraniano. In realtà sono stati proprio gli
occidentali a violare le poche norme di diritto internazionale che
ancora esistono o dovrebbero esistere.
1.
A Helsinki nel 1975 quasi tutti gli Stati del mondo firmarono un
accordo che sanciva il principio dell’”autodeterminazione dei popoli”.
Cioè ogni popolo ha diritto di farsi da sé la propria storia senza
pelose intromissioni altrui. Se questo principio fosse stato rispettato
nel 2011 la questione siriana sarebbe risolta da tempo: o con la
vittoria dei ribelli o con quella di Assad. Adesso al posto di una
guerra ne abbiamo sei combattute, si fa per dire, per interposta persona
che vede al centro inquietanti Potenze e medio-potenze: Stati Uniti,
Russia, Gran Bretagna, Francia, Turchia, Iran e il sempre, e da sempre,
intoccabile Israele.
2.
L’Ayattolah Khomeini, in base al Corano, impedì l’uso di armi chimiche
al proprio esercito che proprio con armi chimiche veniva attaccato. Il
Mullah Omar, sempre in nome del Corano, impedì ai suoi l’uso delle ‘mine
antiuomo’. Però Khomeini e Omar sono stati inseriti nella galleria dei
‘mostri’, mentre le ‘anime belle’ siamo noi. Se le cose stanno così io
sto con i ‘mostri’.
La
guerra siriana mette in luce tutte le contraddizioni dell’Occidente che
hanno al centro la Nato. Così vediamo che la Turchia, membro Nato, sta
con i russi per poter meglio massacrare i curdi, ingenuo nemico di
sempre, sempre utilizzato, all’occorrenza, e sempre, alla fine, gabbato.
La
Nato ha avuto un senso fino al 1989, cioè finché è esistita l’Urss,
perché gli americani (la Nato è cosa loro) erano gli unici ad avere il
deterrente atomico necessario per scoraggiare ‘l’orso russo’ dal tentare
avventure in Europa Ovest. Ma oggi la situazione è radicalmente
cambiata e i russi più che dei nemici dovrebbero essere considerati, per
ragioni energetiche, per vicinanza geografica e anche culturale, dei
possibili amici, se non proprio degli alleati, come mi pare abbia detto
chiaramente Matteo Salvini.
Se
l’Europa vuole mantenere un ruolo nel mondo dovrebbe denunciare il
Patto Atlantico e uscirne. Dovrebbe anche riarmarsi autonomamente e non
seguire lo sciagurato avventurismo yankee che ci ha provocato
solo drammatiche conseguenze, migrazioni incluse. E’ la politica che,
con la necessaria cautela, sta seguendo da anni la Germania, in
particolare sotto la guida di Angela Merkel. I tedeschi non hanno
partecipato all’invasione dell’Iraq né a quella della Libia e, a
differenza dell’Italia, non hanno prestato le loro basi, neppur per un
utilizzo logistico, all’avventura anglo-franco-americana in Siria.
Il
divieto alla Germania, imposto dai vincitori della Seconda guerra
mondiale, di possedere l’Atomica è diventato del tutto anacronistico.
Non si vede perché la Bomba possa averla Israele e non il più importante
Paese europeo e guida inevitabile dell’Europa unita.
Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 18 aprile 2018)
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