Un
recente blitz della Polizia attuato a Palermo ha fermato un’organizzazione malavitosa
dedita allo spaccio di droga pesante.
La particolarità dell’organizzazione criminale era quella d’assicurare “H24” la consegna di cocaina. Sembrerebbe che tramite dei telefonini sempre accesi i pusher dovevano tenersi pronti per la consegna tempestiva al domicilio dei richiedenti.
Dall’operazione è emerso anche un altro fatto importante e non trascurabile, ovvero che la clientela da soddisfare apparteneva a tutte le classi sociali e i domicili della stessa erano equamente diffusi nell’intero territorio cittadino.
Il fatto di per sé sembrerebbe riguardare una questione d’indagine di Polizia, volta a debellare lo smercio di sostanze stupefacenti illegali, in realtà la notizia più importante sarebbe quella della diffusione capillare di un uso di cocaina da parte di soggetti di diverso genere e appartenenti a fasce sociali variegate, ubicate in un’area territoriale diffusa nell’intero comprensorio di Palermo.
Qualche tempo fa, un’analoga operazione aveva messo in luce l’utilizzo diffuso e il relativo spaccio che andava ad interessare una moltitudine di professionisti che operavano, anche in quel caso, a Palermo, ma specificatamente nell’ambito giudiziario.
L’operazione di questi giorni evidenzia invece la portata molto più vasta del fenomeno.
Ne deriva che la dipendenza da cocaina è molto più diffusa di quanto si potesse immaginare e che tutte le fasce di popolazione risultano in parte interessate al problema.
Se ne deduce che nel palermitano navigano quindi, con ruoli contrapposti una massa di drogati e delle organizzazioni criminali che si fanno concorrenza per soddisfare “H24” le esigenze di tossici. Non occorre aggiungere altro.
Gli elementi del quadro, infatti, appaiono abbastanza sufficienti per capire il grado di stordimento/torpore che tende ad attanagliare parte del contesto sociale con cui ci ritroviamo a convivere.
Confusione e dipendenza che, certamente, condizionano anche le regole nello svolgimento del quotidiano e la piena osservanza dello “stato di diritto” che dovrebbe contraddistinguere il sociale e su cui crediamo di basare il tutto.
Non oso riflettere sulle possibili conseguenze nello scenario politico, inteso quest’ultimo come possibili figure coinvolte che dovessero appartenere alle classi dirigenti e a altri esponenti vari “eletti” assurti magari a gestire la cosa pubblica.
Come calcolo di probabilità, immaginando la pletora di tossicodipendenti che – come rivelato dall’indagine di Polizia – pervaderebbe tutti i ceti sociali cittadini, non può escludersi un possibile loro coinvolgimento.
Meglio fermarsi e attendere l’esito delle indagini. Altro che maggioranze e opposizioni, rossi, verdi, gialli, neri e interi colori intermedi dell'arcobaleno, qui - se si continua a ragionare e riflettere - l’affare si potrebbe ingrossare …….. e di molto.
Mentre scrivo mi sovviene un articolo che ho visto pubblicato qualche tempo addietro e che qualcuno mi aveva indotto a leggere ovvero che "nei fiumi italiani vi sono alti tassi di cocaina provenienti dagli scarichi fognari, con tutto ciò che questo comporta per i prodotti agricoli, ittici, ecc...".
Anche questa notizia di stampa induce a serie riflessioni sulla dimensione del fenomeno, non certamente circoscritto alla sola città di Palermo.
© Essec
La particolarità dell’organizzazione criminale era quella d’assicurare “H24” la consegna di cocaina. Sembrerebbe che tramite dei telefonini sempre accesi i pusher dovevano tenersi pronti per la consegna tempestiva al domicilio dei richiedenti.
Dall’operazione è emerso anche un altro fatto importante e non trascurabile, ovvero che la clientela da soddisfare apparteneva a tutte le classi sociali e i domicili della stessa erano equamente diffusi nell’intero territorio cittadino.
Il fatto di per sé sembrerebbe riguardare una questione d’indagine di Polizia, volta a debellare lo smercio di sostanze stupefacenti illegali, in realtà la notizia più importante sarebbe quella della diffusione capillare di un uso di cocaina da parte di soggetti di diverso genere e appartenenti a fasce sociali variegate, ubicate in un’area territoriale diffusa nell’intero comprensorio di Palermo.
Qualche tempo fa, un’analoga operazione aveva messo in luce l’utilizzo diffuso e il relativo spaccio che andava ad interessare una moltitudine di professionisti che operavano, anche in quel caso, a Palermo, ma specificatamente nell’ambito giudiziario.
L’operazione di questi giorni evidenzia invece la portata molto più vasta del fenomeno.
Ne deriva che la dipendenza da cocaina è molto più diffusa di quanto si potesse immaginare e che tutte le fasce di popolazione risultano in parte interessate al problema.
Se ne deduce che nel palermitano navigano quindi, con ruoli contrapposti una massa di drogati e delle organizzazioni criminali che si fanno concorrenza per soddisfare “H24” le esigenze di tossici. Non occorre aggiungere altro.
Gli elementi del quadro, infatti, appaiono abbastanza sufficienti per capire il grado di stordimento/torpore che tende ad attanagliare parte del contesto sociale con cui ci ritroviamo a convivere.
Confusione e dipendenza che, certamente, condizionano anche le regole nello svolgimento del quotidiano e la piena osservanza dello “stato di diritto” che dovrebbe contraddistinguere il sociale e su cui crediamo di basare il tutto.
Non oso riflettere sulle possibili conseguenze nello scenario politico, inteso quest’ultimo come possibili figure coinvolte che dovessero appartenere alle classi dirigenti e a altri esponenti vari “eletti” assurti magari a gestire la cosa pubblica.
Come calcolo di probabilità, immaginando la pletora di tossicodipendenti che – come rivelato dall’indagine di Polizia – pervaderebbe tutti i ceti sociali cittadini, non può escludersi un possibile loro coinvolgimento.
Meglio fermarsi e attendere l’esito delle indagini. Altro che maggioranze e opposizioni, rossi, verdi, gialli, neri e interi colori intermedi dell'arcobaleno, qui - se si continua a ragionare e riflettere - l’affare si potrebbe ingrossare …….. e di molto.
Mentre scrivo mi sovviene un articolo che ho visto pubblicato qualche tempo addietro e che qualcuno mi aveva indotto a leggere ovvero che "nei fiumi italiani vi sono alti tassi di cocaina provenienti dagli scarichi fognari, con tutto ciò che questo comporta per i prodotti agricoli, ittici, ecc...".
Anche questa notizia di stampa induce a serie riflessioni sulla dimensione del fenomeno, non certamente circoscritto alla sola città di Palermo.
© Essec
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