venerdì 9 agosto 2019

Analisi


 
Analisi

In un suo interessante articolo recente Massimo Fini focalizzava una peculiarità della situazione socio-politica italiana.
In particolare andava a mettere in luce come i tentacoli della vecchia politica fossero ormai profondamente radicati nell’intero tessuto sociale.
Come reazione alle molteplici metastasi sono quindi apparse nel panorama politico – come anticorpi - diverse realtà.
Tra queste, come una scommessa, il vecchio progetto dell’uomo qualunque è stato attualizzato da un comico che, associato a un esperto di informatica, è riuscito a rendere reale l’utopia.
Paradossalmente, la cancrena che ha pervaso la politica italiana ha avuto un’accelerazione imprevedibile e il movimento utopico ha cominciato a mietere successi con una progressione assolutamente imprevedibile.
Le attese dei cittadini elettori, artatamente manipolate anche dai social, si sono quindi concentrate verso un movimento non ancora strutturato e, di conseguenza, non ancora preparato per andare al potere e per gestire la “grande politica”.
Tutta questa ampia premessa è utile per evidenziare i seguenti punti:

1)  le lobby economiche avevano occupato tutti i partiti politici presenti nell’arco parlamentare;

2)  al vertice dei partiti, di contro e di conseguenza, si ritrovano soggetti che avevano goduto di facilitazioni disparate dalle varie componenti sociali che “contano”, cosa che ha reso naturale il poi corrispondere con nomine, cariche, promozioni e quant’altro potesse agevolare la realizzazione dei desiderata degli sponsors anzidetti;

3)  il corto circuito generato ha fatto si che la meritocrazia era diventata l’ultimo dei criteri per l’assegnazione di qualunque ruolo dirigenziale/vertice in ogni ambito sociale (Uffici pubblici, Ospedali, Università, etc….);

4)  nessuno dei partiti al potere si era mai distinto nel dissociarsi da tali prassi; tutti quanti i partiti, secondo il loro peso e correnti interne, hanno partecipato alle spartizioni; solo alcune frange estremiste - incapaci però di portare avanti un’unica e coesa azione di controllo – hanno cercato di contrastare gli accordi trasversali e consociativi consolidati, con valide opposizioni, ma anche qui il mercato delle vacche non ha preservato questi ultimi da fuoriuscite di cooptati, adeguatamente prezzolati e utili a depotenziare ogni possibile rischio di guasti (es. Gennaro Migliore & altri);

5)  ancor oggi emergono scandali vari che coinvolgono esponenti di tutti i partiti tradizionali in concorsi truccati, incarichi discrezionali e quant’altro, per indagini e interventi della magistratura (del resto, di recente, pure nella stessa magistratura sono emerse prassi interne nell'autogestione poco trasparenti e manovre losche volte a pilotare scelte e composizioni degli organismi giudiziari);

6)  speranze sistematicamente disattese che erano state riposte in partiti e personaggi nuovi, di destra, centro e sinistra hanno accelerato il declino e la sfiducia dell'elettorato;

7)  la crisi economica stagnante ha intanto fatto sparire la classe media e impoverito sempre più fasce più ampie di diseredati; ciò associata all’inefficienza del sistema anzidetto, ha in breve determinato una situazione di apparente non ritorno che ha di fatto favorito l’ascesa di outsiders su cui molti elettori delusi hanno preferito puntare (pur conoscendone i possibili rischi); una considerevole massa di voto fluido e di astensionisti ha, quindi, voluto inviare un segnale forte di cambiamento;

8)  l’estraneità di queste nuove realtà politiche, costituite sostanzialmente da soggetti talvolta improvvisati nei ruoli, prima di opposizione e oggi chiamati alla gestione diretta della cosa pubblica, ha comportato un aumento del tasso di rischio che in qualche caso ha, ovviamente, procurato anche inevitabili gravi errori;

9)  per quanto intuibile l’intero sistema socio-economico rimasto totalmente escluso con un governo anomalo (Giallo-Verde) si è quindi subito compattato per evidenziare - e ridicolizzare, nel caso, con l’utilizzo dei media a disposizione – tutti i passi falsi eventualmente commessi (quasi sempre per ingenuità, incapacità o altro; errori che non hanno mai arrecato – tranne in pochissimi casi - arricchimenti privati o particolari privilegi);

10) un vecchio detto dice che “nessuno nasce imparato” e inserimenti di personaggi esperti, acquisiti attraverso soggetti esperti e affermati operanti da tempo nella società civile, non sono risultati sufficienti e sempre adeguati a garantire la professionalità ed l'esperienza richiesta in tutti i tantissimi settori chiamati a ricoprire a seguito del successo nell’ultimo voto;

11) da osservare che l’azione di opposizione portata avanti oggi dai partiti esclusi (incentrati esclusivamente su critiche dell’operato del governo, senza mai entrare nel merito o ancor meno prospettare nuove linee o alternative gestionali dei problemi) rimane principalmente incentrata a trovare il modo per disarcionare gli “usurpatori” e ritornare il prima possibile ad occupare i posti di potere (dei quali si sentono scippati, come se di loro spettanza, per volontà divina o giù di lì);

12) i principali partiti di opposizione, infatti, risultano interessati da diaspore intestine, anche per la natura stessa dei tanti avventurieri inglobati - poco ideologizzati, non più provenienti dalle vecchie sezioni di partito - che hanno sempre dimostrato poca sensibilità alla gestione della cosa pubblica nell’interesse dei loro rappresentati – e in questo caso ci si riferisce più agli elettori che hai loro veri sponsors occulti (cui peraltro hanno sempre corrisposto) - e esclusivamente occupati a accaparrarsi posti/opportunità di potere attraverso loro cordate fidelizzate, senza se e senza ma; I vari Potere al Popolo, Comunisti Italiani ed altri minori restano disorganizzati rispetto ai primi …. non avendo alcun appoggio reale dai media schierati rispetto alle loro appartenenze;

13) in uno scenario del genere un’organizzazione sgamata come la Lega, ben inserita nel territorio, è riuscita a introdursi come un Cavallo di Troia tra i “Grillini” vogliosi di avventurarsi nell’occasione unica di una vita. Ben esperti nella gestione del potere, si sono assegnati ministeri a loro più consoni e vicini ai loro interessi (Agricoltura docet) e, paradossalmente, sono riusciti a continuare a svolgere un ruolo di opposizione pur essendo parte integrante del governo;

14) l’assegnazione del Ministero degli interni, poi, è stata per loro la ciliegina sulla torta; ha coronato il disegno propagandistico di Salvini  che, scientemente, ha diffuso il falso problema dell’immigrazione per rianimare la parte sottotraccia del razzismo italiano e l'invenzione costante di un nemico;

15) in tutto questo, i ministeri più impegnativi sono stati lasciati ad un M5S chiamato a compiti ben superiori alle proprie capacità con un’opposizione mai costruttiva;

16) per quanto ovvio, l’irrealizzabile, rimane sempre e tutto a carico del Movimento, mentre il Ministro della propaganda incassa inimmaginabili dividendi (vedi elezioni europee);

17) come per il caso dell’altro Matteo, però, che andò a vincere inaspettatamente le precedenti europee, quest’altro omonimo continua ad aver paura ad andare alle elezioni per tre motivi principali: primo perché al momento si ritrova a spaziare un una situazione ottimale in cui non deve rendere conto della politica impopolare cui costringe le problematiche della finanza pubblica; secondo, perché si trova a muoversi senza spine sul fianco che potrebbero prefigurarsi con alleanze con Forza Italia e con la stessa Meloni (FdI). In questo scenario i più lucidi sembrano risultare i seguaci della Bonino che, con il suo noto pragmatismo, riesce a leggere in quadro politico prima degli altri e libera da pregiudizi e interessi di bottega; in ultimo perchè il suo consenso è legato ad un 40% di elettori che non si pronuncia ancora (anche se parte di essi saranno gli astensionisti, altri decideranno ma non certamente per il partito di Salvini);

18) per concludere, in relazione a tutto quanto fin qui evidenziato, un eventuale ritorno al ruolo di opposizione da parte del M5S potrebbe non risultare così traumatico come qualcuno crede; anche perché, nel caso, il ruolo di controllo e denuncia potrebbe risultare oggi molto più efficace, in relazione alle esperienze maturate. L’opportunità di aver potuto gestire direttamente tutti gli apparati pubblici operativi ha, infatti, consentito di conoscere ogni aspetto, funzionamento e ambito dell’apparato pubblico.

19) Alla luce della sintetica analisi esposta inviterei a riflettere e magari a pensarci meglio, approfondendo tutti gli aspetti (antefatti, fatti e realtà sociale, con annessi e connessi, logge e loggette comprese) prima di dire ancora che la colpa di tutto questo gran marasma è da attribuire principalmente/esclusivamente al Movimento Cinque Stelle. Per non considerare il fatto di come le cose stiano casualmente precipitando con l'approssimarsi a interventi/riforme che intendano disturbare/colpire privilegi consolidati della "casta", in questo caso non solo della politica (es. giustizia in primis o anche finanziamento ai partiti e trasparenza amministrativa degli stessi).

20) Un'ultimissima cosa: nell’intanto, i partiti che si trovano oggi all'opposizione, oltre a ricercare (i principali) con ogni mezzo di riappropriarsi del potere, che nuovi soggetti/idee propongono, cosa stanno realmente e seriamente facendo al loro interno per migliorarsi?

© Essec


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