mercoledì 3 giugno 2020

Vivian Maier & Gilbert Garcin



Capita di vedere casualmente dei documentari su persone o eventi poco conosciuti. Spesso questi video trattano di personaggi che, per combinazioni o stranezze varie, la cronaca ha scoperto o rivelato sotto una nuova luce.
Talvolta succede pure che gli aneddoti che li riguardano e le loro azioni/produzioni rivelino aspetti che inducono a rivedere molte questioni generali che fino a ieri davamo per scontate.
Nel campo della fotografia, le vicende che hanno accompagnato la vita di Vivian Maier e Gilbert Garcin aprono, infatti, interessantissimi squarci su molteplici argomenti che attengono non solo al mondo della fotografia ma al campo artistico più in generale.
Una bambinaia avvolta in una moltitudine di sue stranezze, nel caso della Maier, si rivela infine come un’acuta osservatrice che, con la sua macchina reflex a pozzetto, è riuscita a realizzare dei reportage di vita quotidiana che hanno colto l’anima delle persone ritratte.
La casualità della scoperta dell’enorme sua produzione, dovuta alla felice intuizione di un ragazzo che è rimasto folgorato da alcuni fotogrammi acquistati per caso in un’asta pubblica, pone ampi dubbi sulla classificazione nel mondo dell’arte quale frutto esclusivo di scuole di formazione e mostra come la casualità sia spesso protagonista nel destino e nella fama degli uomini.
Anche il fenomeno “Gilbert Garcin” fa in qualche modo traballare quelle certezze che tendono a disciplinare tutto, creando correnti di pensiero e tecniche di ripresa convenzionali che, nel caso, nulla hanno a che vedere con la manualità creativa e fantasiosa di un “artista-artigiano” che è riuscito a cristallizzare con la fotografia concetti universali, accessibili a tutti.
La rivelazione dei trucchi del mestiere messi in campo, che disvela ogni fantasia sottostante alle sue foto e ridimensiona la complessità dei set di ripresa, pone l’accento sulle idee di base che sottostanno a ogni analisi concettuale. Che la fotografia, cioè, nasce nella nostra mente.
Casualmente ho avuto modo di vedere i due interessanti documentari che mettono in risalto, riassumendole, le vite artistiche e il percorso umano dei due personaggi.
In entrambi i casi si scopre di avere di fronte due soggetti che - nella maggior parte del loro vissuto - hanno percorso delle strade abbastanza normali, mentre in privato tenevano nascoste delle potenzialità comunicative ed espressive per nulla ordinarie. 
Maier viene fuori come una figura enigmatica e complessa che ha lasciato una montagna di materiale che solo la casualità ha permesso di scoprire post mortem. 
Garcin, che per alcuni aspetti - e forse più per l’approccio comunicativo - ricorda un mix fra Jaques Tati e Alfred Hitchcock, rivela come per realizzare arte ogni tempo è buono. La sua affermazione avvenuta in età matura dimostra come nell’arte creativa qualunque periodo esistenziale è buono per potersi esprimere. 
Il suo modo di operare e presentare le opere, per taluni aspetti si accosta anche alla street art più recente, quella che sfrutta la cartellonistica, i poster e quant’altro di già realizzato, riciclabile e riciclato per creare variegate e infinite nuove forme espressive. Il tutto fissato, infine, in uno scatto fotografico che unisce scene e figure per concretizzare visivamente idee e concetti filosofici non sempre complessi, spesso espressi in chiave ironica, oltremodo diretti e comprensibili. 
Entrambi i fotografi, perché di questo si tratta, anche con tutti i distinguo e le peculiarità di ciascuno, hanno saputo realizzare delle produzioni che affascinano e inquietano al tempo stesso.
La bizzarria della storia, insomma, regala anche questo.
Il film documentario su Vivian Maier è stato reso pubblico con un’iniziativa temporanea, accessibile in rete attraverso la Fondazione Pistoia Musei: “Alla ricerca di Vivian Maier” di John Maloof e Chiarlie Siskel: https://www.facebook.com/FondazionePistoiaMusei/photos/a.320761105294882/558990564805267/?type=3&theater
Sarà in linea fino al 27 gennaio 2021 sul sito di Arte.tv “Gilbert Garcin - Tutto può succedere” realizzato nel 2015 con la regia di Ralf Kämpfevisionabile attraverso il link: https://www.arte.tv/it/videos/097378-000-A/gilbert-garcin-tutto-puo-succedere/
Per concludere invito solo ad attivarsi per vedere i due documentari, che dicono molto più delle parole.
Buona luce a tutti!

  © Essec




1 commento:

  1. Articolo interessante che nella sua sintesi riesce a creare un interesse per i due personaggi. Conosco la Maier ma non conosco Gilbert che cercherò di scoprire partendo dal link suggerito.

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