domenica 3 gennaio 2021

Time X

 

Talvolta non servono tante parole per esprimere un messaggio. Nello scorso dicembre ho postato un commento a un articolo di altri e pubblicato su Economia & Finanza Verde, che prendeva spunto dalla X apposta da quelli del Time per significare e ostentare la cancellazione di qualcosa o qualcuno; nel caso "The worst Year ever" (l'anno peggiore di sempre), ripetendo una forma editoriale già sperimentata in passato.

Nello specifico sul Time si faceva quindi riferimento proprio alla cancellazione dell’anno 2020 che, in principal modo a causa del Covid 19, è stato giudicato nefasto dall’intera umanità.

Con le poche parole esprimevo un mio punto di vista sugli U.S.A. che ha procurato una serie di riscontri imprevisti e, di gran lunga, più interessati rispetto ad altri argomenti su cui ogni tanto m’avventuro.

Il motivo per il quale lo riporto di seguito è quello di recuperarlo nel mio almanacco dove raccolgo di tutto e di più, compresi scritti di altri che m'intrigano.

 

A mio parere la X rientra e rispecchia pienamente la cultura statunitense.

Gli USA sono uno stato federale che accosta popoli non autoctoni che ancora risentono delle differenziazioni politiche derivanti dalla guerra di secessione di fine ottocento.

Gli americani, grande potenza riconosciuta, non sono propensi a discutere, a mediare e le azioni di forza hanno sempre caratterizzato la strategia politica imperialista da loro attuata nei tempi moderni. Sarebbero infiniti gli esempi al riguardo.

Il popolo americano, di per sé e un crogiolo di gente immigrata che si riconosce in appartenenze. La diffidenza e la mai definita problematica razzista sono forse fra i principali motivi che avallano anche il perenne far west consentito per legge, con l’accesso indiscriminato a ciascuno nel possesso di armi, con i rischi e le conseguenze che tutto ciò comporta.

Tutto questo per dire che la X americana corrisponde, per me, a un perentorio “SHUT UP”, che non consente spazi e che, se non assecondato e stressato, preannunzia soltanto violenza.

Del resto, da un paese dalle radici giovani e peraltro realizzato da civili multietnici trapiantati - anche riconoscendo il loro ruolo di “liberatori” - non può certo pretendersi altro.

 

Si sarebbe potuto fare anche cenno alle elezioni americane 2020, perse indecorosamente da Donald Trump. Ma quella sarebbe stata un’altra storia che avrebbe meritato un'analisi più lunga e molto più complessa.

 

© Essec

 

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