domenica 7 marzo 2021

Celebrazione di ricorrenze, a cento anni dalla nascita del PCI.



Una nota pubblicità diceva alla fine a chi aveva avuto successo: “ti piace vincere facile, vero?” E qui si palesava l’evidente scorciatoia che era stata assunta per il raggiungimento dello scopo prefissato, senza impegnarsi tanto e correre alcun rischio.
Nel caso che si tratta, del resto, poter fare il copia incolla di tante relazioni di specialisti, può aiutare nell’approntarsi a stilare un bel programma, di quelli da dieci e lode per intenderci (rifacendomi alle votazioni in uso ai miei tempi di scuola), per la cui redazione sarebbero altrimenti previsti personali studi e approfondimenti.
Se poi ti crei uno staff abbondantemente aduso a quelle tecniche, che ti filtra le frasi più belle e i periodi che talvolta possono anche far passare alla storia, è ancora meglio (cooptando magari collaboratori da strutture che già in precedenza, in un trascorso istituzionale, svolgevano questi compiti).
Tutti ricordano il famoso "Whatever it takes" che ormai abbina il solo pronunciamento al nome di Draghi.
Circa il taglio e cucito presente nel discorso proclamato da Mario Draghi al Senato, un eccellente articolo evidenzia nel dettaglio tutte le frasi. Riguardo poi al frequente ricorso a consulenze, sovviene e si propone al riguardo, un vecchio articolo scritto da Stefano Sansonetti su “ItaliaOggi” ( Numero 028 pag. 4 del 3/2/2009). Quanto fin qui detto potrebbe tornare, quindi, utile per avere un quadro più completo sull’intera questione.
In un suo editoriale Marco Travaglio allarma sul potenziale pericolo per le diverse consulenze che, senza alcun apparente avallo politico della coalizione governativa e alcun preannuncio o segnale etico di trasparenza, sembra che siano state disposte o dettate dal “Premier”, affidandole a multinazionali. Società private, che operano in strutture non si sa quanto indipendenti dai tanti variegati interessi in campo per la gestione “diretta” dell’ormai arcinoto sussidio/sostegno europeo.
Sarebbe ancor oggi lecito chiedersi, in relazione agli interventi/suggerimenti di tali expertise, quanto dei famosi 209 mld assegnati potrebbero così incanalarsi per un “ritorno indiretto” ai soliti noti.
Nel recente volumetto pubblicato da Editori La Terza, intitolato "La Metamorfosi", essenzialmente incentrato sull’involuzione di una certa sinistra italiana degli ultimi tempi (soffermandosi in particolar modo sull’evoluzione del PCI dal 1921 ad oggi), il filosofo e storico Luciano Canfora ad un certo punto affronta il problema del nesso tra democrazia politica e riforme economiche.
Al riguardo ricorda come Togliatti, nell’aprile del 1961, ebbe a ribadire un concetto che è difficile (oggi ancor più d’ieri) contestare, ovvero che la grande borghesia monopolistica (assimilabile al capitale finanziario di adesso) può riuscire ad “esercitare una sua dittatura pur in forme di una certa democraticità”.
Nello stesso capitolo scrive anche come oggi "il capitale finanziario regola la vita della così detta Unione europea, e i governi nazionali (per quel poco che contano) e la pomposa Commissione europea (che nessun elettorato ha designato) ne eseguono gli ordini e ne rispettano scrupolosamente le istanze.”
In merito all’opacità artatamente generata dalla coabitazione di forze politiche disomogenee indotte a compromessi, Canfora sottolinea inoltre come: “Anzi, si è determinata, col passar del tempo, una situazione in cui quelle forme di una certa democraticità di cui parlava Togliatti si sono di molto ridotte”.
Tornando alle consulenze dell’attualità e all’agire abbastanza disinvolto dell’attuale Governo Draghi, non sono solo queste le stonature che più dovrebbero far preoccupare, ma forse ancor di più le letture della storia, per certe coincidenze come la “mollezza” della classe di "eletti" che occupa gli scranni parlamentari e la debole opposizione e vigilanza messa in campo dai Partiti.
In questi giorni ho fatto osservare che la situazione politica potrebbe cominciare a far preoccupare ...... la deriva a dx anticipata alle elezioni non era, infatti, prevista.
Certe coincidenze di date, che determinano la celebrazione del centenario, da un lato della costituzione del partico Comunista Italiano (1921 per l’appunto), dall’altro dell’avvento (1922) del ventennale fascista, alla luce di certe procedure recentemente attuate per le nuove investiture - che potrebbero apparire borderline rispetto ai dettami costituzionali vigenti (coerenza e corrispondenza al peso politico elettorale 2018) - porterebbero oggi a dei pessimismi; ma meglio non soffermarsi troppo e tentare di cercare d'andare oltre nel superare l'oscuro fosso.
In ogni caso, nella quarta di copertina del già citato libro “La Metamorfosi”, si riporta: “Qui vorremmo ripercorrere brevemente il cammino che ha condotto una formazione politica (quella educata nel PCI), per progressive trasfigurazioni, a farsi alfiere di valori antitetici rispetto a quelli su cui era sorta.” Si può però ben dire, senza tema di smentita, che i mutamenti della specie progressivamente intervenuti, in Italia certamente, non hanno solo interessato il Partito Comunista.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

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