domenica 9 maggio 2021

"I fenomeni"



In ogni contesto sociale ci sono sempre "i fenomeni".
Al di là dell’indiscutibile preparazione teorica e dottrinale, gli appartenenti alla categoria talvolta si rivelano però delle mine vaganti, che apparirebbe sempre utile saper gestire a modo.
In un certo momento storico accadde che l’Istituzione sentì la necessità di diffondere nel sistema vigilato una bellissima idea: la verifica della trasparenza periferica.
Bella cosa senza alcun dubbio, ma come in tutte le novità complesse, l’avvio di tale pratica avrebbe necessitato di un affinamento sia degli schemi operativi che della preparazione dei soggetti chiamati a svolgerla. Facendo ben collaudare prima la normazione messa a punto da strutture giuridiche, magari da chi nella materia era certamente - e già da tempo - praticamente più esperto.
Nella vigilanza centrale, da sempre si alimentava la diatriba tra la struttura amministrativa e il corpo ispettivo; solo a stento la prima sapeva trarre pieno beneficio e riusciva a capire fino in fondo i vantaggi che derivavano dall’attività della seconda. L'azione ispettiva, con la sua attività sul campo, era però quella che riusciva a ben discernere - costantemente - ogni aspetto che differenziava teorie cartolari e inconfutabili verità rilevate.
Per inciso preme anche dire che, e forse non solo a mio parere, la supremazia finale della prima sulla seconda non è risultata poi tanto estranea anche ai disastri recentemente occorsi al sistema bancario italiano. L’avvento della BCE ha poi cantato il de profundis, per il ridimensionamento delle funzioni nazionali conseguenti.
Sappiamo ormai molto bene come è andata a finire a molti risparmiatori che, a presunta insaputa dei controllanti, sono rimasti impantanati nelle pastoie pasticciate dei default di banche popolari, in primo luogo. Realtà, queste ultime, che hanno rappresentato gli agnelli sacrificali principali, per una certa maniera allegra di fare vigilanza; oboli offerti a un sistema nazionale rivelatosi almeno impreparato e risultato palesemente imperfetto.
Ma le banche popolari non furono le sole, perchè anche altre istituzioni creditizie più importanti non sono rimaste escluse da improvvide gestioni non adeguatamente controllate.
Tornando alla trasparenza attuata negli sportelli bancari, l’intento di sviluppare diffusamente a livello territoriale l’operazione di controllo, come poteva essere ben prevedibile – se si fosse applicato un minimo di buon senso - si dimostrò quasi subito un quasi disastro, ancorchè potesse in verità tornare utile.
Le direzioni locali, infatti, tornate ebbre dopo l'euforia per aver ricevuto queste nuove qualificanti incombenze istituzionali, nella quasi totalità disposero affinchè agguerrite coppie di giovani rampanti, in cui almeno uno fosse esperto di materie giuridiche, assolvessero ai compiti e scendessero in campo, per acquisire le risposte ai questionari teorici che erano stati approntati (con ricercatezza, nelle intenzioni, e acuto perfezionismo) dagli uffici amministrativi gerarchicamente competenti.
Per quanto ovvio, i giovincelli, specie quelli che nei contesti si erano sempre dimostrati degli inarrivabili “pierini”, non bruciarono l'occasione per mettersi in mostra. Del resto era stata concessa loro l’opportunità per vestirsi un po’ da "ispettori di campagna" e scorrazzare sul campo.
S’incominciarono così a mietere irregolarità a go go; vere o presunte. L'irrefrenabile carica emozionale da "detective o sceriffi" fece sì che ognuno andasse a scovare quante più anomalie possibili.
Come succede nei film d’azione, i novelli cacciatori di scalpi accumularono trofei e i fantastici pistoleros da Far West finto misero tacche sulle loro colt sempre calde, per ostentare agli altri concorrenti il numero di duellanti uccisi.
Per farla breve, in poco tempo gli uffici centrali destinatari finali, chiamati a analizzare i molti report frutto d’indagini e a curare la gestione dell’iter giuridico per l’individuazione delle sanzioni erogabili, accumularono molti mini rapporti negativi. Le strutture centrali si videro sommerse da rilievi di mancato rispetto degli obblighi normativi da loro stesse prefigurate e obbligate a proporre, quindi, l'emanazione di una miriade di multe; oltre a dover avviare iter per risvolti penali, essendo stati accertati aspetti che incautamente erano stati classificati come passibili di reato.
Per la storia ormai passata agli annali, si ricorda anche la grande frenata cui furono impegnati dopo pochi mesi tutti quanti: i Capi servizio e i Direttori periferici. Furono immediatamente preparati molti seminari e corsi finalizzati a ridimensionare le questioni, per riportare a normalità e raziocinio anche quella tipologia di accertamenti.
In ogni caso, carta canta e gli eventi accaduti non si cancellano. Anche questa può ben annoverarsi fra quelle topiche eccellenti di un sistema autoreferenziale che continuava a ritenersi efficace e infallibile.
Il proverbio recita che la gatta frettolosa fa i gattini ciechi. Se si dovesse fare un’anagrafe delle scelte sbagliate in quell’ambito istituzionale si avrebbe un corposo elenco che andrebbe pure a coinvolgere personaggi chiamati oggi a incarichi pubblici di maggiore rappresentanza.
In tutto questo i più delusi restarono allora i “fenomeni” rampanti che, da un giorno all’altro, passarono a nuovo ruolo. Si ritrovarono tutti ridimensionati, riclassificati da eroi decorabili a pazzi scatenati e costretti a ritornare indietro pure medaglie e stellette.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

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