domenica 3 luglio 2022

Il problema forse non è rispecchiarsi .... ma riconoscersi



Nel lontano agosto del 2001 ci fu un Ministro della Repubblica che disse apertamente come con la criminalità organizzata bisogna giocoforza saper convivere.
Le affermazioni riportate in virgolettato dalla stampa e dai media furono: "con mafia e camorra bisogna convivere e i problemi sulla criminalità ognuno li risolva come vuole".
A poco servirono le correzioni di tiro prontamente attuate da Pietro Lunardi che, causa il clamore suscitato, venne a precisare: "la mia battuta è stata forse imprecisa o infelice. Lo Stato combatterà la malavita organizzata con impegno sempre crescente ma non è onesto illudere i cittadini sulla possibilità di sanare dall'oggi al domani questi mali profondi della nostra società".
A prescindere da ogni considerazione etica e sull’inopportunità di rendere espliciti concetti abbastanza risaputi e quasi evidenti, occorre prendere atto che l’ingenuità politica si collegava certamente con la realpolitik, che si aggancia al famoso detto “del si fa ma non si dice”. Del resto tutti sappiamo bene che il compromesso è il cardine stesso su cui ruota la politica.
In politica estera oggi un personaggio svedese evidenzia il fatto che trattare con Erdogan equivale a trattare con un politico dalle fattezze di Putin. Dice una verità ovvia, atteso che l’occidente in crisi anche di risorse, tratta incondizionatamente con tutti i regimi - totalitari e non - per cercare di accaparrarsi materie prime di cui non può fare a meno e delle quali è quindi “tossicodipendente”.
Oggi La Turchia chiede alla Svezia di estradare ventuno rifugiati curdi per un suo "si" all'entrata nella Nato; al riguardo Kakabaveh parlamentare svedese-curda apertamente afferma: "Trattiamo con Erdogan che e' come Putin".
Amineh Kakabaveh è una parlamentare svedese di origini curde, arrivata dall'Iran come rifugiata perché parte di un movimento politico militare curdo, la quale sostiene che il negoziato per l'accesso della Svezia alla Nato sia incentrato sulla questione curda poiché Erdogan ha chiesto di estradare alcuni rifugiati curdi da Svezia e Finlandia.
Solo in questo caso Erdogan si dice disposto a concedere il proprio sì ai due Paesi nordici nella Nato. "La Svezia abbandona 200 anni di storia di libertà, pace e difesa delle minoranze" dice, tra le altre cose, Kakabaveh.
Nell’ultimo periodo in Italia, un Presidente del consiglio, ennesimo debuttante, da sempre avvezzo a gestire in maniera aziendalistica i suoi incarichi pubblici - e quindi con metodi decisionisti, non sempre trasparenti - opera andando spesso ampiamente fuori dal seminato, nell’indifferenza di tanti, Capo dello Stato compreso; ritenendosi autorizzato, vista l’atipicità dell’incarico tecnico, derivato anche dalla complessità dei problemi, dalla pochezza e inconsistenza di una democrazia parlamentare, priva di una reale opposizione volta al controllo, stante il persistere di una profonda crisi di uomini e di idee e lo sconforto di un elettorato assente.
In poche parole, abbiamo a timoniere uno a cui piace giocare facile, senza dover dare tanto conto agli altri, secondo i tempi e modi di una democrazia istituzionale.
Nel tempo che stiamo vivendo il sistema mondiale - e specie il capitalismo - naviga in una grande confusione. Financo nel cattolicesimo - e non solo in questa setta religiosa - convivono etiche antitetiche, in tante “enclavi” apparentemente inconciliabili, che sostanzialmente però consentono di compattare la reale forza del potere.
In tempo di Covid una corrente di pensiero ha cavalcato il principio della immunizzazione di gregge, detta anche immunità di gruppo, immunità di branco o immunità collettiva.
Specificatamente può essere definita come la capacità di un gruppo di resistere all’attacco di un’infezione, verso la quale una grande porzione dei membri del gruppo è immune.
Wikipedia al riguardo la definisce: “È una forma di protezione indiretta che si verifica quando una parte significativa di una popolazione (o di un allevamento) ha sviluppato anticorpi specifici verso un agente infettivo (sia in seguito al superamento della malattia, sia dopo una vaccinazione): la presenza di anticorpi in una grande parte della popolazione riduce la probabilità di contagio anche negli individui che non hanno sviluppato l'immunità direttamente.”
Sarà così? Chissa? Una cosa certa è che l’umanità per sua costituzione ha la memoria corta e quasi mai prende a insegnamento la cultura e gli accadimenti della storia.
In molti declamano di vivere in democrazia, ma non tutti hanno presente il concetto classico inteso dai teorici filosofi.
Georges Burdeau, in un interessante articolo pubblicato sul portale della Treccani, sostiene tra l’altro che “la democrazia attinge la propria forza più dall'ideale che incarna che dalle istituzioni in cui si manifesta”; come dire che è fondamentalmente lo specchio della società che rappresenta. È quanto mi faceva pure notare l’altro giorno un caro amico, col quale ogni tanto ci avventuriamo in questo campo e non solo. “Giulio Andreotti diceva sempre: il 10% della classe politica è migliore, il 10% è peggiore, l'80% è l'esatto specchio della realtà!”. Io ebbi a rispondergli: “Perfettamente d’accordo …. Il problema è rispecchiarsi”.
In un articolo di tre anni fa, parlando del libro “Epistemologia del dialogo” – Carocci edizione 2011 – riportavo lucidi concetti espressi dal Prof. Enzo Di Nuoscio, assai attinenti col tema della democrazia e al panorama politico attuale.
Come sanno molti appassionati del settore, fotografare in generale è molto difficile, saper cogliere gli elementi che caratterizzano una società nel tempo contemporaneo è forse una cosa assai più complessa, anche se ci si impegna a discernere e analizzare il tutto, nel tentativo di capire.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

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