martedì 29 agosto 2023
Gibellina Photoroad 2023
In genere, mantenere vivo un successo è sempre molto complicato.
Nonostante l’impegno di voler combinare un insieme di elementi di per sé validi, che porterebbero ad assicurare un livello elevato, è spesso il giusto amalgama che dovrebbe combinare il tutto e condizionare il risultato.
Chi organizza qualsivoglia evento s’impegna sempre, tenendo conto di quelle che sono le opportunità e i contenuti disponibili.
Chi si impegna si carica dell’onere di dover assicurare livelli e risultati consoni alle attese ma, come è facilmente intuibile, non è facile riuscire a rendere compatibili la teoria con la pratica.
Poi ci sono le limitazioni correlate alle risorse disponibili che, necessariamente limitano ogni impegno economico e, se si vuole proporre dell’arte a un certo livello, i costi da affrontare non sono quasi mai indifferenti.
Gibellina Photoroad 2021 è stato, senza alcun dubbio, un evento culturale di livello internazionale che ebbe a riscuotere un enorme successo e cercare di ripeterlo nel 2023 avrà di certo richiesto molto impegno in molti.
Come detto in premessa, però, è difficile nel tempo mantenere alti i livelli già raggiunti e il coinvolgimento di artisti - anche se di indubbia fama - non può di per sé costituire una valida polizza assicurativa al riguardo.
La scelta di integrare nel percorso culturale di quest’anno le innumerevoli opere artistiche "Open" dislocate nei principali angoli della cittadina, a suo tempo genialmente inventata come un museo all’aperto da architetti e artisti nazionali e internazionali d’arte contemporanea, ha forse ristretto gli spazi che nell’edizione precedente avevano affiancato l’evento.
Ne è però risultato che le installazioni esterne disseminate nel territorio sono apparse abbastanza isolate, poco appariscenti e, in ogni caso e per quantità, quasi modeste rispetto all’eventuale intento degli organizzatori.
Forse è questo che è alla base delle mie aspettative rimaste un po’ deluse, immaginando un avvenimento che in qualche modo risultasse incisivo e visivamente esplosivo in un contesto urbanistico particolare – oserei dire, quasi asettico - come potrebbe essere ritenuta Gibellina Nuova.
Per realizzare mentalmente l’idea e il concepimento generale dell’operazione “post terremoto” risulta intanto molto efficace ed esaustiva l’esposizione dei vari modelli progettuali che sono stati felicemente organizzati in un’apposita sala del MAC (Museo d’arte contemporanea Ludovico Corrao), che consente di godere di una visione complessiva delle opere dei tanti artisti che, a suo tempo, aderirono all’idea di rinascita.
In adeguati spazi, presso lo stesso MAC, è esposta la collezione di foto di Mimmo Jodice intitolata “Misteri surreali tra Cielo e Terra” e in una saletta adiacente è proiettato un video del famoso fotografo napoletano. Il tutto facente parte integrante della edizione 2023 del "Gibellina Photoroad".
Uno slide show su alcune delle opere esposte è accessibile tramite il link: https://youtu.be/dtvguXbNKYU?si=Dl_yS1ysIDj7hkSt
Buona luce a tutti!
© ESSEC
mercoledì 23 agosto 2023
Slide show Maratona Città di Palermo 2022
Attingendo alle fotografie conferite da tutti coloro che hanno deciso di collaborare a documentare l’evento ho realizzato uno slide show, postato su You Tube, che intende narrare visivamente l’edizione della Maratona Città di Palermo 2022.
Gli amici, dislocati nei vari punti del percorso di gara hanno consentito, ancora una volta, di documentare l’intero circuito della Maratona, oltre che permesso di dare piena testimonianza all’aspetto ludico della manifestazione.
L’evento organizzato dagli esperti Totò Gebbia e Vincenzo Alaimo, connubio indissolubile e ampiamente collaudato, costituisce un appuntamento costante supportato da sponsor (ormai storici) che ne consentono la realizzazione.
Come può ben intuirsi la giornata di gara è ogni volta il culmine di una serie di tanti lavori preparatori che coinvolgono l’insieme dei podisti siciliani, dei relativi circoli e associazioni di appartenenza.
Tutti quanti ormai costituiscono una vera e propria famiglia itinerante, che gareggia durante l’anno nei diversi angoli isolani, dove si organizzano tante corse propedeutiche all’appuntamento di fine anno a Palermo.
La costante partecipazione di atleti continentali e la sempre maggiore presenza di atleti provenienti da tanti paesi esteri, conferisce un’importante visibilità annualmente crescente che è anche un riconoscimento alle bellezze dei luoghi.
Non occorre soffermarsi sulle testimonianze storico-culturali custodite in Città che, con l’illuminato appoggio delle amministrazioni locali, consentono agli organizzatori di includere nel percorso di gara l’attraversamento del centro storico e di talune delle più belle dimore dotate di fantastiche architetture (Atrio interno del Palazzo dei Normanni in primis).
Tornando allo slide show, mi preme precisare che nella selezione ho preso in considerazione immagini di tutti quanti i fotoamatori rimasti coinvolti nella benefica operazione, rivolta anche agli atleti partecipanti; senza alcuna discriminante o preferenza e col solo intento di meglio documentare le fasi di gara.
Seguendo e differenziando le scelte secondo quanto è stato realizzato dalla sensibilità e dall’occhio fotografico di ciascuno.
Non le foto più belle in assoluto quindi (e ce n’erano tante, rimaste escluse), bensì le immagini che meglio riuscivano – a mio parere - a raccontare l’atmosfera che ha accompagnato l’intera Maratona.
Buona luce a tutti!
© ESSEC
Link per accedere allo slide show realizzato con le fotografie scattate da tanti fotoamatori: https://youtu.be/ruumvXzcFao
P.S. Slide show e Fotografie anche delle passate edizioni sono visibili su: https://maratonadipalermo.blogspot.com/
sabato 19 agosto 2023
L’immagine condivisa” di Andrè Gunthert
All'ombra della calura estiva, accostarsi a leggere a distanza di tempo libri un po’ datati ma che, per molti aspetti, hanno focalizzato efficacemente la portata di certi avvenimenti può tornare spesso utile.
Mi riferisco al saggio "L’immagine condivisa” di Andrè Gunthert, pubblicato in Italia da Contrasto (nel 2016), che riesce a definire in maniera interessante e circostanziata una serie di passaggi epocali intervenuti nel nuovo millennio nella fotografia contemporanea.
Il volume tratta anche delle tante evoluzioni sociali introdottesi con internet e, in conseguenza, anche di una moltitudine di cambiamenti che hanno determinato una vera rivoluzione nei metodi di ripresa della “luce” in fotografia, con il lento ma inesorabile passaggio dal tradizionale metodo analogico al digitale.
Per dare una idea e per molti aspetti, riguardo alla rilevante portata innovativa, Gunthert crea un certo parallelismo con l'avvento che si era venuto a creare a metà dell'ottocento con l'introduzione della fotografia, che veniva allora a sconvolgere l'operatività e la stabilità delle professioni preesistenti, fino ad allora dominanti nel campo figurativo (pittori e incisori in primis).
Pur non trascurando ampie riserve irrisolte sulle tecnologie connesse all’utilizzo dei software e sulla validità nel tempo delle relative apparecchiature tecniche, in continuo aggiornamento, l’autore si sofferma sull’avvenuta definitiva affermazione dei metodi moderni, anche per gli indubbi vantaggi di fluidità e trasmissione rapida introdottasi nella gestione delle produzioni fotografiche.
In questa chiave è anche focalizzata l'efficacia sempre più comunicativa e immediata assunta dall’immagine nel mondo dei media che, nel nuovo processo di “democratizzazione” e con l’utilizzo di diversi mezzi tecnologici ha pure notevolmente ridotto il divario preesistente fra professionismo e amatorialità fotografica.
Altri aspetti interessanti che vengono trattati anche lungamente sono i concetti di produzione, condivisione e appropriazione delle immagini prodotte, anche per i tanti data base e social che ormai consentono e rendono facile a tutti un utilizzo delle foto in tempo reale, con rapide trasmissioni e interscambi (di frequente liberi) fra produttori e utenti.
In questa veste viene affrontato il tema del copyright che, attesa la diffusa condivisione dei dati in tante piattaforme free, continuano ad alimentare ancora incertezze e confusioni.
Il volume ebbe anche ad anticipare temi ancor oggi di grande attualità, per i quali non sono ci sono mai stati pronunciamenti certi e definiti, non ultimo e anche a causa della globalizzazione e la portata di tanti aspetti che vengono a coinvolgere gigantesche realtà multimediali, che ormai costituiscono degli immensi archivi transnazionali (si pensi ad esempio a You Tube) o delle vere e proprie miniere del sapere disponibili a tutti (nel caso di Wikipedia).
Se si vuole approfondire, si presenterà una lettura scorrevole e interessante, utile anche a capire meglio le trasformazioni e le tante evoluzioni sociali ed economiche intervenute nel tempo, indipendentemente dagli assetti politici locali.
Buona luce a tutti!
© ESSEC
mercoledì 16 agosto 2023
Figure professionali: Il Fotoriparatore
In molti ambiti ci sono professioni che nascono quasi per caso e che poi crescono diventando eccellenze. Talune, quando specialistiche, spesso mettono a frutto altre esperienze accumulate attraverso percorsi, che in realtà prosperano elevandosi sempre più in attività complesse.
È quello che è scaturito da dialoghi intercorsi durante un incontro con l'amico V. conosciuto quasi per caso, accomunati entrambi dalla passione per la fotografia.
Ormai più che esperto tecnico il foto riparatore oggi costituisce un approdo e un’ancora di salvataggio in un mondo sempre più anonimo, intriso di rapporti spersonalizzati, dove l’interscambio umano è reso difficile - e quasi impedito - da sempre maggiori barriere.
Un mercato ormai dominato da vendite on line vede ormai solo pochissimi punti vendita utili a poter interloquire; dove puoi trovare soggetti preparati disponibili ad ascoltare e rendere edotti dei vari problemi. Ambienti preziosi che annoverano personaggi che ancora esercitano il mestiere con passione, costituendo così delle perle rare, utili ancor più ai neofiti.
Quindi può anche capitare, avendo la fortuna di incontrare questi specialisti artigiani, di ritrovarsi a discutere anche sulle origini delle loro storie nell'inventarsi foto riparatore, rievocando anche personaggi e realtà di un tempo perduto.
Ecco che, in queste circostanze, il filo del racconto costituisce la formula magica che fa riaffiorare ditte, prodotti, manutentori, esperti, riportando all’oggi tante realtà scomparse.
Dal peso dei pochi capelli bianchi che i soggetti dialoganti inesorabilmente tradiscono, riappare anche lo spaccato commerciale - ad esempio - della mia Palermo di un tempo, di negozi e negozianti che accorpavano talvolta il mestiere con la passione e che rappresentavano dei punti di riferimento per un’attività di nicchia o ancora riservata soltanto a pochi.
Di questi soggetti, che rappresentano oggi degli eremiti che ancora continuano a operare principalmente per passione questi antichi mestieri, si sono perse un po’ le tracce ma, se ricercati, attraverso l’intramontabile passaparola fra appassionati del settore, ne riesci a scoprire alcuni validamente attivi.
In un convivere quotidiano, dove sempre più abbondano soggetti che restano affascinati dai discorsi di affabulatori, che spesso duellano di fioretto, rilanciandosi spesso su teoremi incentrati sul vero scopritore dell’acqua calda, i pragmatismi di questa fauna destinata ad estinguersi (almeno a livello locale) sono eccezioni che focalizzano con estrema sintesi aspetti pratici, risolutori di tanti problemi.
L’approfondita artigianalità di un tempo consente loro di leggere ancora - e facilmente - le formule e le stringhe delle scritture software ormai da tempo inglobate e sintetizzate progressivamente nella meccanica di apparecchi super sofisticati e sempre più ridotti.
Ogni discussione, magari seduti a sorseggiare un caffè, risulta quindi assai utile per far ritornare ciascuno alle proprie origini, alla sua prima macchinetta fotografica, alla sua prima reflex, agli inizi con le esperienze di camera oscura, facendo ripercorrere i tanti sentieri dimenticati e le tappe perseguite negli anni.
La storia non si cancella, anzi costituisce sempre un elemento essenziale per poter meglio discernere e capire il tempo d’oggi; che spesso viviamo quasi passivamente e sempre più velocemente, dimenticando i tanti cambiamenti avvenuti e che ancora intervengono.
Buona luce a tutti!
© ESSEC
giovedì 10 agosto 2023
Gibellina Photo Road 2023 e un Portfolio fotografico descritto a parole
Gibellina photo Road 2023 era l’obiettivo principale dell’escursione ma, come spesso succede, sarà però il caso l’artefice di una piccola sequenza.
Dittico, trittico o mini portfolio sarà il risultato di immagini combinate, realizzate da due autori che immaginano le scene.
Nell’ambiente un accenno di tramonto illumina prepotentemente il muro d’arenaria della chiesa madre.
Contempliamo il giallo intenso, mentre G. incomincia a immaginare giochi di ombre.
Noi presenti veniamo coinvolti nel cercare di creare delle sagome accattivanti che possano corrispondere a una fantasia; non c’era un’idea precisa ma le foto erano nell’aria e se ne sentiva chiaramente il respiro.
Si ragiona, si fantastica seduti sul bordo della siepe di fronte e, mentre restiamo a contemplare i colori vividi, passa una coppia formata da due giovani.
Chiediamo loro di fermarsi, li sproniamo a offrirsi come sagome e poi a baciarsi. Si sta pensando fortemente al famoso bacio di Doisneau.
I due giovani, per mera combinazione, in realtà sono pure francesi, entrambi molto belli, ciascuno è un eccellente rappresentate del proprio genere. Forse erano stati attratti nel luogo dall’avvenimento fotografico pubblicizzato dai media e in corso a Gibellina Nuova.
Prima dicono di non capire la lingua ma, dopo qualche insistenza, si prestano al gioco che dura pochissimi attimi, comunque sufficienti per fermare l’idea di un racconto a quattro mani, a quattro occhi, con due macchine fotografiche e due creatività che immaginano.
Solo pochi scatti che in ogni caso sono esaustivi per descrivere il momento magico venutosi a creare: sullo sfondo dorato non ci sono soggetti, poi entrano in scena la coppia e le loro ombre; il tutto è congelato in un solo scatto mentre i protagonisti si baciano furtivi. Nella foto che segue e che conclude la narrazione, la complicità dei due si manifesta in una felicità condivisa: tra loro e i fotografi, ai quali si sono concessi assecondandoli nel gioco.
Il risultato finale si potrebbe anche comporre con sole quattro immagini, che ciascuno potrà già immaginare traducendo mentalmente in fotografia le parole che sono state usate per descrivere il piccolo racconto.
Ogni vocale e consonante usata in questo scritto corrisponde ai pixel delle immagini che, chi sta leggendo, sta intanto immaginando in una personale proiezione. La sinossi unica corrisponde pedissequamente al racconto formulato.
Buona luce a tutti!
© ESSEC
sabato 5 agosto 2023
“Attraversando il Bardo: sguardi sull’aldilà” (Film di Franco Battiato)
Per ciascuno di noi la vita è un romanzo dove si intrecciano, più o meno densi, avvenimenti che come mattoncini consolidano l’edificio della nostra esistenza.
Per ognuno i materiali sono diversi e cultura ed esperienze inducono a creare strutture sicuramente originali e uniche che mai si possono ripetere, se non per estetiche apparenti che corrispondono al “come ci vedono gli altri”.
In genere, ad una certa età specialmente, quello che credono di noi gli altri conta poco, anche perché, come ha insegnato Pirandello sono “uno, nessuno e centomila” i personaggi che coabitano e si esternano nello stesso individuo.
Oltre a come ci vedono gli altri, di regola siamo mutevoli anche a noi stessi.
Se dovessimo descrivere pensieri e sentimenti dei vari momenti, infatti, uscirebbe fuori un caleidoscopio di figure, molto spesso, nel manifestarsi, pure influenzate dai tanti input esterni che ci stuzzicano, intrigano, infastidiscono e che talvolta condizionano nostre reazioni primordiali.
In questi giorni ho avuto modo di guardare con attenzione due video, un primo era la puntata di Mixer di Giovanni Minoli sulla storia di De Andrè (https://www.youtube.com/watch?v=xBH4I8m0910&pp=QAFIAQ%3D%3D) , un altro era la replica su RAI 3 di un ampio documentario su Franco Battiato.
Nel vederli dopo tempo escono fuori visioni di personaggi che hanno saputo raccontare tantissimo oltre al banale che contraddistingue spesso il mondo della canzone.
Quello che più colpisce però – e in entrambi – è la continua crescente ricerca, verso mete superiori, prossime all’eccellenza.
Entrambi i personaggi, anche davanti al consapevole decadimento, hanno saputo continuare il loro percorso e guardare sempre avanti, alla ricerca di qualcosa di diverso e nell’utopia del bello. Nella circostanza ho scoperto l’esistenza di un film di Battiato “Attraversando il Bardo: sguardi sull’aldilà” che ho cercato su You Tube (https://www.youtube.com/watch?v=FdnQkqqVwO0).
Un film, forse pesante ma premonitore per l’artista ricercatore, che consiglio di vedere.
Magari non potrà essere condivisibile per tutti e per molti aspetti, specie se si viene ad anteporre una eventuale fede cattolica intrisa di dogmi. Anche perchè potrebbe contrastare con quella sonnolenza del nostro vivere occidentale che ci accompagna, nell'indifferenza, all'oblio.
In ogni caso, potrebbe anche essere un modo per conoscere altri punti di vista ed aprirsi alle diverse culture del mondo, spesso a noi sconosciute.
Buona luce a tutti!
© ESSEC
giovedì 3 agosto 2023
"Abecedario fotografico" di Ferdinando Scianna
L’abecedario fotografico di Ferdinando Scianna offre lo spunto per tante riflessioni che non riguardano esclusivamente il mondo della fotografia.
In questo ultimo suo libro, che riannoda tanti concetti espressi già in altri scritti precedenti, l’autore rimescola elementi delle sue “convinzioni sospese” che rivisita con nuove prospettive e angoli visuali.
Al riguardo, nel breve capitolo intitolato “influenze” Scianna ad esempio dice: “mi considero il fotografo più influenzato e influenzabile che conosca. Ne traggo vanto. L’elenco di quelli che mi hanno influenzato sarebbe troppo lungo, e comprende più scrittori che pittori, più pittori che musicisti, più musicisti che fotografi. Ma anche molta gente comune, molti amici. Ne continuo a scoprire che mi hanno influenzato da anni senza che li conoscessi.”
Soffermandosi sul suo mestiere di fotografo, in altro punto del volume afferma che: “le fotografie mostrano, non dimostrano. Si può mentire con le fotografie. Si può persino dire la verità, per quanto sia estremamente difficile. Il luogo comune che vuole che la fotografia sia specchio del mondo, credo si possa rovesciarlo: il mondo è lo specchio del fotografo.”
Ferdinando Scianna fin da subito in Abecedario mette in risalto la sua principale predisposizione per la lettura, ancor di più maturata negli ultimi anni.
Nel capitolo che ha intitolato “leggere” scrive, infatti, che “un libro è un mondo, certo, ma è cosa morta, terra disabitata se non viene vissuto e fatto vivere dal lettore, che a sua volta, rendendola cosa viva se ne nutre.”
Poco prima aveva pure citato un noto proverbio siciliano che recita: “bianca muntagna, niura simenza, e l’omu ca simina sempri pensa”, che sta a voler dire “il bianco della carta come innevata montagna, semi le parole e lo scrivere un pensare. Leggere significa dunque inoltrarsi nella foresta generata da quei semi.”
Riallacciandosi più propriamente alla fotografia nello stesso capitolo afferma come: “di solito si usa l’etimologia della parola per dire che fotografia sia scrivere con la luce. Più entro in questa pratica e ci rifletto, più mi pare che fotografare sia propriamente un leggere, con i propri occhi e con gli occhiali della macchina e del linguaggio, ciò che il mondo ha scritto con penna di luce.” Aggiunge ancora: “per me fotografo, almeno per il tipo di fotografia che amo e ho cercato di praticare, la realtà è un infinito, inesauribile libro da leggere e rileggere infinitamente, inesauribilmente.”
In altre pagine, accostando la musica alla fotografia, riporta considerazioni su come certe musiche/opere artistiche possano essere percepite intimamente come delle stampe in bianco e nero ovvero a colori.
Il suo noto e acuto sarcasmo Ferdinando Scianna lo fa emergere nel capitolo “Realisti e visionari”, dove, rivolgendosi all’affollato mondo della fotografia, afferma senza mezzi termini che secondo lui: “la migliore fotografia italiana del novecento è stata realista e visionaria contemporaneamente. Penso a Giacomelli, a Berengo Gardin. La peggiore ha voluto essere artistica.” Aggiunge, quindi, per rafforzare il suo pensiero che: “le cosiddette scuole sono invenzioni, spesso artificiose, perniciose e condizionanti, dei cosiddetti critici di fotografia. Specie che in Italia è stata allevata in vitro a imitazione di Francia, America, eccetera.” Pertanto, conclude: “i fotografi, quelli buoni, fanno le fotografie che devono fare, i critici si inventano le scuole. I fotografi mediocri si aggregano, o si fanno aggregare dai critici.”
A questa nota pungente Scianna fa seguire il capitolo dedicato al Ritratto che rappresenta un condensato di un trattato di fotografia, difficile da sintetizzare e al quale inevitabilmente si rimanda.
Dall’intero volume edito da “Contrato” e dedicato alla "moglie Paola e alle figlie" esce fuori l’anima bressoniana che accompagna tutti i capitoli del suo abecedario e dove ritrovo anche, con mio grande compiacimento, concetti espressi nel mio “Fotogazzeggiando”.
In conclusione, i fotografi potrebbero essere paragonati o visti come “Anime vaganti”; le quali, più che guardare, osservano e traggono considerazioni da ciò che riescono realmente a vedere. Anime che si muovono senza pregiudizi; con passi che, avventurandosi su sentieri nuovi, valutano opportunità nella scelta di possibili direzioni altre, da poter liberamente intraprendere.
Sempre alla continua e assillante ricerca di specchi o superfici che riescano a riflettere tutto quanto possa apparire prossimo e coerente alla propria indole, conosciuta o ancora da conoscere. Comunque incorniciata in contesti d’idee più o meno consapevoli e conformi alle personali sensibilità, strettamente connesse al bagaglio culturale disponibile.
A tal proposito anche Scianna si dilunga a parlare del talento che, a dosaggio variabile, tutti quanti gli individui hanno. E anche qui affiora la sua pungente indole critica quando accentua come, in alcuni, risieda una maggiore capacità a sapersi proporre e vendere.
Il volume “Abecedario fotografico” edito da Contrasto, anche se in talune parti riassume pensieri espressi in altri libri, è fresco, scorrevole e ricco. Merita, quindi, di essere letto da tutti coloro che vogliono indagare sull'animo umano, interessante anche per il formato pensato dall'autore che, in qualche modo, ha organizzato il libro con una inusuale originalità propositiva, prossima a un taglio didattico/scientifico.
Buona luce a tutti!
© ESSEC