lunedì 1 gennaio 2024

Due parole su quello che è stato, per quanto rimane attuale  



Per chi ne utilizza gadget e opportunità Google invita periodicamente a rivisitare i dati giacenti nello spazio gratuito di memoria concessa. Di regola propone di acquistare nuovi giga ogni qual volta si supera l’utilizzo dell’ottanta per centro dei 15 di base. 
Capita, quindi, che nel cestinare file obsoleti per recuperare spazi, di ritrovare uno scritto, non tanto vecchio, ma che tale lo fa sembrare la mente che tende a sostituire velocemente ricordi e sensazioni.
Il testo riporta come data il 25 aprile 2022, ed era stato scritto come una articolata didascalia a un mini portfolio fotografico messo in piedi nell’aprile di due anni prima.
Titolo: "Pandemia Covid". 
Svolgimento: "Che considerazioni si possono fare dopo aver vissuto un’esperienza del genere? Per chi ha avuto la fortuna di vivere come noi in tempo di pace, quanto accaduto avrà certamente procurato in alcuni dei traumi, più o meno manifesti che, nella maggior parte dei casi, hanno indotto a riconsiderare taluni punti di riferimento del quotidiano.
Le oppressioni frutto d’inusuali costrizioni anomale e l’isolamento obbligato hanno comportato disorientamenti in alcuni ma, paradossalmente, obbligato positivamente tutti quanti a fermarsi per porsi qualche dubbio e riflettere. 
Proibizioni, carenze, presenze, coercizioni e quant’altro hanno cambiato radicalmente e fulmineamente ogni cosa, esponendo fragilità e inquietudini a condizioni di rischio.
Flash accecanti hanno congelato le scene, come fossero autovelox scattati all’improvviso.
Lo stato di prigionia imprevista ha dato però spazio a riqualifiche, con un maggiore valore all’utilizzo ottimale del tempo. Inducendo a riconsiderare eventuali sprechi, leggerezze e trascuratezze; a ridiscutere i valori, a riclassificare priorità e importanze.
Quanti ricordi dormienti c’erano in ognuno di noi che stazionano latenti e che ogni tanto imprevedibilmente riaffiorano." 
Anche se la continuità del tempo rinnova momenti che inesorabilmente si stratificano, bastano pochi input, spesso di pensieri lontani, per far riaffiorare polveri dimenticate che credevamo sepolte.
E accade così che spezzoni del film già vissuto si ripresentino con le scene del tempo e i relativi personaggi, facendo rivivere pienamente le stesse sensazioni del passato.
In pochi attimi si ripresentano reali vaghi fantasmi d’emozioni, che ritornano intense e ripropongono stati d’animo; con scene di vita che credevamo definitivamente rimossi. E accade che i ricordi riappaiano improvvisamente vividi e attuali; con tutti quanti i colori, gli odori, i sapori e ogni altra componente.
Rivivendoli, ponendoci come osservatori, quasi da estranei, rivediamo fotografie del passato miscelate tra sogni, realtà, allegrie, fatiche, fortune, incoscienze, che hanno costellato il nostro tempo. Gli armadi, bauli, ripostigli d’ognuno di noi celano tanto vissuto; con trascorsi che hanno palesato tante gioie, patimenti, desideri, aspettative.
Ma l’animale umano si assuefà a tutto e, come per incanto, opportunità di cambiamento vengono oscurate da forze esistenziali che tendono a rimuovere le negatività accadute. La mente umana tende a rimuovore tristezze per mantenere solo, magari enfatizzandoli, positività e ricordi belli.
Nell'elaborazione del lutto le sue cinque fasi percorrono un cammino ben preciso.
L’argomento complesso e contorto non può trovare regole …… allora meglio fermarsi alle fotografie che inconsciamente riescono sempre a parlare di noi e che, con una sintassi sanno descrivere ogni nostro disagio o passione in maniera trasparente ….. a condizione di non temporeggiare troppo nel premere il grilletto della reflex mentale chiamata a scattare.
Emblematici a questo punto possono risultare gli inviti riportati sui manifesti attaccati davanti a una scuola romana: "fa ciò che vuoi". Perchè, in fondo, per la banderuola del caso, non saremo mai solo noi quelli che avremo veramente operato le scelte.
Per concludere, a chi subisce un'attrazione dalla street art e ha l'abitudine di sbirciare su quanto viene scritto sui muri da giovani e artisti, puo' capitare di scoprire cose interessanti.
Ad esempio, nella zona del Quadraro, a Roma, precisamente al numero 123 di via dei Quintili, davanti a un laboratorio, stanno da tempo scritte considerazioni - sbiadite e riprese - che trovano collegamenti coi contenuti degli argomenti prima sviluppati.
Si legge: "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. Chi raggiunge la bellezza a occhi e chiusi, facile che cià i piedi stanchi. Tutto è determinato da forze sulle quali non abbiamo, non abbiamo nessun controllo. Esseri umani vegetali, o polvere comune, tutti danziamo a ritmo di una musica misteriosa suonata in lontananza da un flauto invisibile ...... il caos è il vivaio del cosmo" (forse l'autrice della frase è Roberta Sanges, che si indica a sx della parete, o è il graffitaro che ha composto autonomamente un pensiero. Chissà).

Buona luce a tutti!


© ESSEC

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