venerdì 15 novembre 2024

"Prima Legge" - Corto di Mauro Baiamonte



L’uso dell’intelligenza artificiale è diventato l’argomento del giorno, forse anche per le performance visive che interagendo con essa si possono ormai facilmente realizzare.
Eppure ci sono già molti che la utilizzano da tempo, specialmente nelle elaborazioni di testi e c’è chi perfino riesce a demandare alla IA scritture di articoli, saggi e romanzi, mettendone in dubbio la legittima titolarità del copyright.
Chi ha avuto modo già di sperimentare ChatGPT, ad esempio, si sarà anche accorto dei limiti. Non tanto della piattaforma IA ma delle conoscenze clturali del soggetto stesso che ne fa uso.
Chi non è addentro alla materia su cui intende elaborare/interloquire potrebbe trovarsi, infatti, di fronte a elaborazioni attendibili ma non sempre precise. Ciò per il semplice fatto che l’IA sostanzialmente si alimenta su una serie di informazioni assemblate nei server che derivano da database di testi digitalizzati e dal continuo interscambio (do ut des) che si instaura con gli stessi fruitori.
Più interazioni intervengono e più l’IA si arricchisce di informazioni, nozioni, logiche, connessioni che simulano una infinità di sinapsi e pseudomemorie che poi elabora con algoritmi che cercano di emulare una sorta di super intelligenza umana.
L’interessante libro di Kevin Scott, esperto d’informatica che, oltre ad aver operato nei ruoli apicali dei colossi americani della Silicon Valley, descrive efficacemente il processo di crescita del fenomeno, mette a nudo quanta IA è stata via via attuata senza che noi ce ne siamo mai resi conto.
Il mondo americano ha continuato intuizioni concettuali di talentosi studiosi e sviluppato i primi passi. Altri paesi ne stanno oggi seguendo il solco, con la consapevolezza generale che, così come potrebbe nascondere pericoli se non adeguatamente disciplinata con regole certe, l’IA è una enorme opportunità di crescita sociale e, anche o ancor di più, occasione di progresso artistico e culturale.
Nell’ambito del Festival delle Filosofie organizzato da Lympha ho avuto modo di assistere all’interessante cortometraggio “Prima Legge”, realizzato da Mauro Baiamonte unitamente a un insieme di giovani artisti indicati nella locandina in testa a questo scritto.
La sinossi dell’operazione recita: “È tipico dell’esperienza umana percepire nel buio forme non esistenti nella realtà. La mente può giocare brutti scherzi quando c’è poca luce. Amplificando i suoni, facendo vedere movimenti dove non ce ne sono. La mancanza di stimoli visivi chiari porta a riempire i vuoti con l’immaginazione.” E l’illustrazione del corto da parte del regista e dei suoi amici potrebbe continuare ancora.
Personalmente, al di là degli spunti illustrati dagli autori che hanno preso a pretesto l’IA nella realizzazione del cortometraggio, i messaggi mescolati nell’opera del di Mauro Baiamonte sono tanti.
Anche perché la costante regola risaputa è che, per quanti chiamati a leggere qualunque proposta artistica, che la cognizione dei messaggi per ciascun osservatore rimane strettamente legata alla sensibilità di ciascuno, al personale talento naturale detenuto e alla correlata cultura intanto accumulata.
Talvolta capita all'osservatore anche di leggere cose a cui lo stesso autore non aveva pensato, percui i contenuti di un'opera artistica possono ben inglobare il risultato di somme tra visioni dell'autore e i vari lettori.
In ogni caso il fimato proposto nell'evento illustra in modo efficace il rapporto tra psicologia e psicoanalisi nell’arte, focalizzando quanto l’opera artistica riesca a ingenerare reazioni in chi l’osserva.
Nella lettura del corto in questione, pertanto, potrebbe certamente essere d’ausilio l’articolo di Michele Cavallo e Ivana Salis che esordisce sostenendo: “l’esperienza artistica (come pratica e come fruizione) è considerata, nella nostra cultura, una dimensione separata dalla vita quotidiana e prerogativa di “specialisti” detentori di un sapere difficilmente accessibile. Riportare tale dimensione alla luce della quotidianità dell’esperienza di ogni essere umano, può essere un obiettivo della psicologia.”
Il seguito, pubblicato su Artiterapie, n. 3-4 2000, è accessibile attraverso il link: https://www.nuoveartiterapie.net/psicologia-psicoanalisi-dell-arte/ e vale la pena soffermarsi a leggerlo.
Chi poi potrà anche avere l'opportunità di visionare il corto "Prima Legge" troverà conferma della complessità dei contenuto dell'opera.

Buona luce a tutti!


© ESSEC

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