venerdì 18 dicembre 2020

Fotografia


 
Quest’anno in Fiaf si sta procedendo a un riesame della complessa organizzazione allo scopo di rendere più rispondente il proprio assetto e rendere meglio fruibili le tante offerte settoriali ai propri iscritti.
Nell’ambito di tale censimento, quest’anno sono stati programmati una serie d’incontri instreaming per continuare l’attività culturale nonostante il Covid. 
L’apertura della serie ha registrato l’intervento di Mario Cresci e una partecipazione all’evento ha fatto registrare il pieno dei collegamenti possibili nella piattaforma Gotowebinar (per chi se lo fosse perso è stato postato il video su You Tube). 
In relazione al successo di affluenze, al fine di garantire la partecipazione a un maggior numero di soci è stato, quindi, acquistato un nuovo spazio che permette collegamenti fino a 500 postazioni. 
Il secondo appuntamento di giovedì 17 era incentrato sull’illustrazione dei primi cinque dei venti portfolio finalisti dell’edizione Portfolio Italia 2020, con l’intervento sia degli autori che dei relativi lettori. 
Fra i lavori presentati, personalmente, sono rimasto particolarmente catturato dal portfolio proposto da Csaba Istvan Santa, che vedevo per la prima volta. 
Composto da una serie di immagini (mi pare fossero venti) che a qualcuno magari potevano risultare apparentemente slegate, costituiva invece un perfetto documento dei luoghi e delle molteplici emozioni vissute in prima persona dall’autore ed efficacemente narrate. 
Personalmente ho visitato quegli stessi luoghi anche io nel 2017  alla "Cavallerizza Reale" ma a manifestazioni terminate e, il vedere quelle foto, ha riempito quel vuoto di sensazioni che avevo istintivamente immaginato con la fantasia, girando per quegli spazi che ancora ne testimoniavano tracce (qualche foto si trova nel mio slide show su Torino). 
Il tutto mi porta pertanto a comprendere pienamente il commento espresso dalla lettrice piemontese Barbara Bergaglio, che ha proceduto alla sua lettura e che ha pure raccontato di aver proposto il lavoro per un premio senza però aggiungere ulteriori commenti e facendo sì, come la stessa ha riferito, che parlassero solamente le immagini. 
Queste considerazioni credo che siano sufficienti per testimoniare non solo la valenza della fotografia nel sociale, ma anche per sottolineare l’importanza di questo tipo di associazionismo che consente di mostrare anche a una più ampia platea lavori che altrimenti molto difficilmente potrebbero essere visti dai tanti appassionati del settore. 
 
Buona luce a tutti! 
 

  © Essec

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