Quest’anno
in Fiaf si sta procedendo a un riesame della complessa organizzazione allo
scopo di rendere più rispondente il proprio assetto e rendere meglio fruibili le tante offerte
settoriali ai propri iscritti.
Nell’ambito
di tale censimento, quest’anno sono stati programmati una serie d’incontri instreaming per continuare l’attività culturale nonostante il Covid.
L’apertura
della serie ha registrato l’intervento di Mario Cresci e una partecipazione
all’evento ha fatto registrare il pieno dei collegamenti possibili nella piattaforma
Gotowebinar (per chi se lo fosse perso è stato postato il video su You Tube).
In
relazione al successo di affluenze, al fine di garantire la partecipazione a un
maggior numero di soci è stato, quindi, acquistato un nuovo spazio che permette
collegamenti fino a 500 postazioni.
Il
secondo appuntamento di giovedì 17 era incentrato sull’illustrazione dei primi
cinque dei venti portfolio finalisti dell’edizione Portfolio Italia 2020, con l’intervento sia degli
autori che dei relativi lettori.
Fra
i lavori presentati, personalmente, sono rimasto particolarmente catturato dal
portfolio proposto da Csaba Istvan Santa, che vedevo per la prima volta.
Composto
da una serie di immagini (mi pare fossero venti) che a qualcuno magari potevano
risultare apparentemente slegate, costituiva invece un perfetto documento dei
luoghi e delle molteplici emozioni vissute in prima persona dall’autore ed
efficacemente narrate.
Personalmente
ho visitato quegli stessi luoghi anche io nel 2017 alla "Cavallerizza Reale" ma a manifestazioni terminate
e, il vedere quelle foto, ha riempito quel vuoto di sensazioni che avevo
istintivamente immaginato con la fantasia, girando per quegli spazi che ancora
ne testimoniavano tracce (qualche foto si trova nel mio slide show su Torino).
Il tutto mi porta pertanto a comprendere pienamente il commento
espresso dalla lettrice piemontese Barbara Bergaglio, che ha proceduto alla sua
lettura e che ha pure raccontato di aver proposto il lavoro per un premio senza
però aggiungere ulteriori commenti e facendo sì, come la stessa ha riferito, che
parlassero solamente le immagini.
Queste
considerazioni credo che siano sufficienti per testimoniare non solo la valenza
della fotografia nel sociale, ma anche per sottolineare l’importanza di questo
tipo di associazionismo che consente di mostrare anche a una più ampia platea
lavori che altrimenti molto difficilmente potrebbero essere visti dai tanti
appassionati del settore.
Buona
luce a tutti!
© Essec
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