Questo blog – e questo giornale- sono contenti e orgogliosi di aver dato il loro contributo nella battaglia contro l’emendamento D’Alia, quello che minacciava parecchio la libertà della Rete. Quello che tuttavia dispiace è che evidentemente non a tutti è giunta la notizia che quella battaglia è stata (per una volta) vinta, e grazie al buon senso di molti deputati (compresi alcuni della maggioranza), l’emendamento D’Alia è stato bocciato, cassato, cestinato. No, tocca dirlo perchè chiacchierando questa mattina con il mio amico Vittorio Zambardino si notava che da qualche giorno gira per la Rete la storia di un simpatico frate cappuccino che, un filo in ritardo con gli eventi, lancia una campagna «per fermare l’attacco a Facebook e YouTube», che però è stato già fermato. L’appello di padre Giorgio Butterini è finito sull’Agi, di lì a Repubblica.it, quindi su svariati giornali on line, dopodiché la cosa è tracimata sui blog (e questo, oh buon dio, sostiene pure che la sua fonte è L’espresso), i forum e così via. Ecco, credo che se si vogliono fare buone battaglie civili sia necessario indirizzare i propri sforzi verso quelle in corso, non quelle alle spalle – a meno che ovviamente non ci siano rigurgiti. Ad esempio, l’aria che tira fa pensare che presto si tenterà di imporre soluzioni alla francese sul tema della “pirateria”. Insomma, ci sarà da sbattersi su temi nuovi, non c’è bisogno di far girare appelli in Rete per quelli vecchi.
Ps. Mi segnalano – e volentieri riporto – che lo strampalato effetto del cappuccino bufala è stato segnalato per la prima volta qui.
Testo del msg che circola:
Il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (UDC) identificato dall’articolo 50-bis: “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”; prossimamente Il testo approderà alla Camera come articolo 60. Questo senatore NON fa neanche parte della maggioranza al Governo… il che la dice lunga sulle alleanze trasversali del disegno liberticida della Casta. In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog (o un profilo su fb, o altro sulla rete) a disobbedire o a ISTIGARE (cioè.. CRITICARE..??!) contro una legge che ritiene ingiusta, i providers DOVRANNO bloccarne il blog o il sito. Questo provvedimento può far oscurare la visibilità di un sito in Italia ovunque si trovi, anche se è all’ESTERO; basta che il Ministro dell’Interno disponga con proprio decreto l’interruzione dell’attività del blogger, ordinandone il blocco ai fornitori di connettività alla rete internet. L’attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro 24 ore; pena, per i provider, sanzioni da 50.000 a 250.000 euro. Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni per l’istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all’ODIO (!) fra le classi sociali. MORALE: questa legge può ripulire immediatamente tutti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta. In pratica sarà possibile bloccare in Italia (come in Iran, in Birmania e in Cina) Facebook, Youtube e la rete da tutti i blog che al momento rappresentano in Italia l’unica informazione non condizionata e/o censurata. ITALIA: l’unico Paese al mondo in cui una media company (Mediaset) ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento. Con questa legge non sarà più necessario, nulla sarà più di ostacolo anche in termini PREVENTIVI. Dopo la proposta di legge Cassinelli e l’istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al “pacchetto sicurezza” di fatto rende esplicito il progetto del Governo di “normalizzare” con leggi di repressione internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni che finora non riusciva a dominare.Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet, l’Italia prende a modello la Cina, la Birmania e l’Iran. Oggi gli UNICI media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati la rivista specializzata “Punto Informatico” e il blog di Grillo.
RTM (31 maggio 2010)
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