"Dopo gli anni ovattati dell'infanzia e quelli spensierati dello studio ci si immerge nella catena lavorativa che, al di là di qualunque gratificazione, assorbe e lascia poco tempo ... e poi finalmente arriva la tua quarta dimensione ... e ritrovi quella serenità smarrita."

Il presente blog costituisce un almanacco che in origine raccoglie i testi completi dei post parzialmente pubblicati su: http://www.laquartadimensione.blogspot.com, indicandone gli autori, le fonti e le eventuali pagine web (se disponibili).

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sabato 27 febbraio 2010

Grazie a tre leggi ad personam evita la galera. La condanna di Mills lo avrebbe coinvolto


Senza tre leggi ad personam, fatte apposta per lui e per Cesare Previti, ieri Silvio Berlusconi sarebbe stato prelevato dalle forze dell’ordine e accompagnato a San Vittore per scontare la pena dopo la condanna definitiva per corruzione giudiziaria di David Mills. Stessa sorte sarebbe toccata, con le opportune procedure di estradizione, per il legale (si fa per dire) inglese. E’ questa – checché ne dicano i tg e i giornali di regime – la traduzione in italiano della sentenza della Cassazione che l’altroieri ha confermato irrevocabilmente la colpevolezza di Mills per essere stato corrotto da Berlusconi con 600 mila dollari in cambio di due false testimonianze nei processi All Iberian e Guardia di finanza, e dichiarando il reato prescritto da un paio di mesi. Basta riavvolgere il nastro del processo per immaginarne l’esito finale e definitivo, al netto della legge ex Cirielli (2005), dell’indulto extra-large (2006) e del “lodo” Alfano (2008).
Nel 2004 la Procura di Milano scopre, da una lettera di Mills al suo commercialista, che il legale è stato ricompensato con 600 mila dollari da “Mr.B.” per le sue testimonianze reticenti. Il 26 novembre 2005 Mr.B. fa approvare in tutta fretta l’ex Cirielli, che taglia la prescrizione per gli incensurati (cioè anche per lui e per Mills): quella per la corruzione giudiziaria scende da 15 a 10 anni. E, siccome la tangente a Mills risale al 1999-2000, il reato si prescriverà non più nel 2014-2015, ma nel 2009-2010. Nell’ex Cirielli c’è anche una norma che tutti definiscono salva-Previti, ma è anche salva-Berlusconi: quella che consente agli ultrasettantenni di scontare la pena agli arresti domiciliari. Norma approvata quando Previti ha 71 anni e Berlusconi 69. Nel 2006 la Procura di Milano chiede e ottiene il rinvio a giudizio di Berlusconi e Mills.
L’Unione vince le elezioni e, come primo atto in materia di giustizia, pensa bene di varare l’indulto più ampio della storia d’Italia, con la scusa del sovraffollamento delle carceri.
Nessuno dei trenta provvedimenti di clemenza varati in 50 anni di storia repubblicana includeva la corruzione. Il buonsenso consiglierebbe di escluderla anche stavolta, anche perché in carcere non c’è nessuno che sconti la pena per quel delitto. Ma il diktat di Forza Italia è chiaro: o si include la corruzione (anche giudiziaria) o niente. Altrimenti Previti, condannato a 6 anni per corruzione giudiziaria nel processo Imi-Sir e a 1 anno e mezzo nel processo Mondadori, dovrebbe scontarne almeno 4 e mezzo ai domiciliari: invece, con lo sconto di 3 anni per l’indulto, uscirebbe subito in affidamento ai servizi sociali. Mastella e i vertici dei partiti “liberi tutti” – Ds, Margherita, Verdi, Sdi, Rifondazione e Udc – cedono all’istante a Forza Italia e a fine luglio del 2006 approvano l’indulto extra-large.
Previti esce dai domiciliari e torna libero. Tutti i condannati per delitti commessi fino al 2 maggio 2006 avranno da spendere un buono-sconto di tre anni. Nel 2008 il processo Berlusconi-Mills è agli sgoccioli. Ma il 12 aprile l’imputato principale torna per la terza volta a Palazzo Chigi e vara subito la legge Alfano che immunizza le quattro alte cariche dello Stato, cioè lui. Il Tribunale di Milano stralcia la sua posizione in un processo separato, che viene congelato a settembre in attesa che la Consulta esamini l’eccezione sull’incostituzionalità del “lodo”, e seguita a processare il solo Mills. Che viene condannato a 4 anni e 6 mesi in primo e in secondo grado per essere stato corrotto da Berlusconi.
Nell’ottobre 2009 la Corte costituzionale cancella il lodo Alfano e il Tribunale di Milano rimette in pista il processo a Berlusconi (che ricomincia oggi dinanzi a un collegio diverso da quello che ha condannato Mills). Tutti attendono il verdetto della Consulta perché, se assolvesse Mills, anche Berlusconi sarebbe salvo e non dovrebbe più ricorrere ad altre leggi ad personam già in gestazione (processo breve e/o legittimo impedimento come “ponte” verso la soluzione finale: lodo Alfano costituzionale per alte cariche e ministri o, in alternativa, ripristino dell’immunità parlamentare ). L’altro ieri la Corte ha invece confermato che Mills (e dunque Berlusconi) il reato l’ha commesso, tant’è che l’ha condannato a risarcire la presidenza del Consiglio con 250 mila euro per i danni arrecati all’imparzialità della giustizia. Quanto alla pena, non ha potuto applicarla perché il processo è durato tre mesi di troppo: il reato si è estinto a fine 2009.
Ora, senza la ex Cirielli il reato si estinguerebbe nel 2014. Dunque Mills sarebbe stato condannato a 4 anni e 6 mesi. Senza il lodo Alfano, anche Berlusconi sarebbe stato condannato a una pena almeno equivalente, se non addirittura superiore in quanto corruttore. Senza l’indulto esteso alla corruzione giudiziaria, entrambi i condannati non beneficerebbero dello sconto di un terzo e sarebbero finiti in carcere. E, senza la norma salva-ultrasettantenni contenuta nell’ex Cirielli, Berlusconi finirebbe in carcere senza nemmeno poter chiedere i domiciliari. In più, dall’altroieri, sarebbe interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, pena accessoria obbligatoria per legge in caso di condanna per questo tipo di reato. Dunque la giunta per le elezioni e poi l’aula della Camera dovrebbero dichiararlo decaduto da deputato e ineleggibile per sempre, come hanno fatto tre anni fa per Previti. Mai come in questo momento, Mr.B. deve rivolgere un pensiero riconoscente alla sua maggioranza e anche al grosso della cosiddetta opposizione che, ciascuna secondo le proprie possibilità, l’hanno salvato dalla galera.

Peter Gomez e Marco Travaglio Il Fatto Quotidiano 27 febbraio 2010

venerdì 26 febbraio 2010

Elsa Morante e la manipolazione della rete


Seppur la manipolazione è evidente .................. quanto appare verosimile ............

1) E-mail:

Circola da qualche settimana in rete questo scritto di Elsa Morante.

"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.
Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."

Qualunque cosa abbiate pensato, il testo, del 1945, si riferisce a Mussolini
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2) Post di: georgiamada (a 21:15 / lunedì, 15 febbraio 2010)

Elsa Morante e la manipolazione della rete.

In questi giorni circola in rete un pezzo a firma Elsa Morante che in realtà è una grossolana manipolazione con tagli arbitrari e non segnalati, collage di pezzi dislocati a proprio piacimento e, cosa ancor più grave, cambiamento di interi brani. Nella bufala-pastiche ci sono cascati quasi tutti, primo fra tutti Atti impuri, poi Il primo amore (Teo Lorini) e Giulio Mozzi, un sacco di altri blog e liste e, cosa ancor più grave, Luigi De Magistris che come parlamentare europeo dovrebbe avere a cuore la grande letteratura italiana e come minimo dovrebbe controllare prima di usare testi, trovati in rete, di firme prestigiose. Sono rimasta veramente basita e per questo ho copiato il testo originale per intero (georgia)

Roma 1° maggio 1945

Mussolini e la sua amante Clara Petacci sono stati fucilati insieme, dai partigiani del Nord Italia. Non si hanno sulla loro morte e sulle circostanze antecedenti dei particolari di cui si possa essere sicuri. Così pure non si conoscono con precisione le colpe, violenze e delitti di cui Mussolini può essere ritenuto responsabile diretto o indiretto nell’alta Italia come capo della sua Repubblica di Sociale. Per queste ragioni è difficile dare un giudizio imparziale su quest’ultimo evento con cui la vita del Duce ha fine. Alcuni punti però sono sicuri e cioè: durante la sua carriera, Mussolini si macchiò più volte di delitti che, al cospetto di un popolo onesto e libero, gli avrebbe meritato, se non la morte, la vergogna, la condanna e la privazione di ogni autorità di governo (ma un popolo onesto e libero non avrebbe mai posto al governo un Mussolini). Fra tali delitti ricordiamo, per esempio: la soppressione della libertà, della giustizia e dei diritti costituzionali del popolo (1925), la uccisione di Matteotti (1924), l’aggressione all’Abissinia, riconosciuta dallo stesso Mussolini come consocia alla Società delle Nazioni, società cui l’Italia era legata da patti (1935),la privazione dei diritti civili degli Ebrei, cittadini italiani assolutamente pari a tutti gli altri fino a quel giorno (1938). Tutti questi delitti di Mussolini furono o tollerati, o addirittura favoriti e applauditi. Ora, un popolo che tollera i delitti del suo capo, si fa complice di questi delitti. Se poi li favorisce e applaude, peggio che complice, si fa mandante di questi delitti. Perché il popolo tollerò favorì e applaudì questi delitti? Una parte per viltà, una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse o per machiavellismo. Vi fu pure una minoranza che si oppose; ma fu così esigua che non mette conto di parlarne. Finché Mussolini era vittorioso in pieno, il popolo guardava i componenti questa minoranza come nemici del popolo e della nazione, o nel miglior dei casi come dei fessi (parola nazionale assai pregiata dagli italiani). Si rendeva conto la maggioranza del popolo italiano che questi atti erano delitti? Quasi sempre, se ne rese conto, ma il popolo italiano è cosìffatto da dare i suoi voti piuttosto al forte che al giusto; e se lo si fa scegliere fra il tornaconto e il dovere, anche conoscendo quale sarebbe il suo dovere, esso sceglie il suo tornaconto. Mussolini,uomo mediocre, grossolano, fuori dalla cultura, di eloquenza alquanto volgare, ma di facile effetto, era ed è un perfetto esemplare e specchio del popolo italiano contemporaneo. Presso un popolo onesto e libero, Mussolini sarebbe stato tutto al più il leader di un partito con un modesto seguito e l’autore non troppo brillante di articoli verbosi sul giornale del suo partito. Sarebbe rimasto un personaggio provinciale, un po’ ridicolo a causa delle sue maniere e atteggiamenti, e offensivo per il buon gusto della gente educata a causa del suo stile enfatico, impudico e goffo. Ma forse, non essendo stupido, in un paese libero e onesto, si sarebbe meglio educato e istruito e moderato e avrebbe fatto migliore figura, alla fine. In Italia, fu il Duce. Perché è difficile trovare un migliore e più completo esempio di Italiano. Debole in fondo, ma ammiratore della forza, e deciso ad apparire forte contro la sua natura. Venale, corruttibile. Adulatore. Cattolico senza credere in Dio. Corruttore. Presuntuoso: Vanitoso. Bonario. Sensualità facile, e regolare. Buon padre di famiglia, ma con amanti. Scettico e sentimentale. Violento a parole, rifugge dalla ferocia e dalla violenza, alla quale preferisce il compromesso, la corruzione e il ricatto. Facile a commuoversi in superficie, ma non in profondità, se fa della beneficenza è per questo motivo, oltre che per vanità e per misurare il proprio potere. Si proclama popolano, per adulare la maggioranza, ma è snob e rispetta il denaro. Disprezza sufficientemente gli uomini, ma la loro ammirazione lo sollecita. Come la cocotte che si vende al vecchio e ne parla male con l’amante più valido, così Mussolini predica contro i borghesi; accarezzando impudicamente le masse. Come la cocotte crede di essere amata dal bel giovane, ma è soltanto sfruttata da lui che la abbandonerà quando non potrà più servirsene, così Mussolini con le masse. Lo abbaglia il prestigio di certe parole: Storia, Chiesa, Famiglia, Popolo, Patria, ecc., ma ignora la sostanza delle cose; pur ignorandole le disprezza o non cura, in fondo, per egoismo e grossolanità. Superficiale. Dà più valore alla mimica dei sentimenti , anche se falsa, che ai sentimenti stessi. Mimo abile, e tale da far effetto su un pubblico volgare. Gli si confà la letteratura amena (tipo ungherese), e la musica patetica (tipo Puccini). Della poesia non gli importa nulla, ma si commuove a quella mediocre (Ada Negri) e bramerebbe forte che un poeta lo adulasse. Al tempo delle aristocrazie sarebbe stato forse un Mecenate, per vanità; ma in tempi di masse, preferisce essere un demagogo. Non capisce nulla di arte, ma, alla guisa di certa gente del popolo, e incolta, ne subisce un poco il mito, e cerca di corrompere gli artisti. Si serve anche di coloro che disprezza. Disprezzando (e talvolta temendo) gli onesti , i sinceri, gli intelligenti poiché costoro non gli servono a nulla, li deride, li mette al bando. Si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, e quando essi lo portano alla rovina o lo tradiscono (com’è nella loro natura), si proclama tradito, e innocente, e nel dir ciò è in buona fede, almeno in parte; giacché, come ogni abile mimo, non ha un carattere ben definito, e s’immagina di essere il personaggio che vuole rappresentare.

Pagina di diario, pubblicata su Paragone Letteratura, n. 456, n.s., n.7, febbraio 1988, poi in Opere (Meridiani), Milano 1988, vol. I, pp. L-LII; e anche in Alfonso Berardinelli, Autoritratto italiano, Donzelli, 1998, pp. 29-31.

georgiamada

È l'onomastico del babbo ed egli è lontano. Scrivigli ciò che ti detta il cuore.


Caro papà, oggi è il tuo onomastico, e io ti scrivo ciò che mi detta il cuore.
Caro papà, tu eri disoccupato, perciò sei andato a Torino! perché eri disoccupato! Tu a Torino non ci volevi andare, mi ricordo; dicevi che quella gente non ci poteva vedere, che il clima era una schifezza, la lingua una schifezza, il mangiare una schifezza, che tutti i torinesi erano una schifezza. Tu non ci volevi andare a Torino, mi ricordo, ma ci sei dovuto andare per forza. Poi ci hai scritto che non tutti erano una schifezza lassù, che due o tre pure si salvavano! Meno male, papà, così ora stiamo più sereni.
Oggi è il tuo onomastico, e io ti scrivo ciò che mi detta il cuore.
Tu eri disoccupato, papà, perciò sei andato a Torino. Ti voglio raccontare qualcosa che è successo in questi giorni. Ieri stavo solo con nonna, quando hanno bussato alla porta. Erano i Testimoni di Genova. Io non li volevo far entrare, pensando che Genova sta vicino a Torino, ma nonna ha aperto lei la porta, e quelli sono entrati. Allora si sono seduti e hanno aperto una specie di valiggetta, tirando fuori un sacco di libricini. Nonna allora li voleva cacciare, ma quelli parlavano sempre essi, e ogni tanto alzavano li occhi al cielo come se stessero per morire. Nonna allora li voleva cacciare un'altra volta, ma quelli parlavano, parlavano, parlavano sempre essi! Finalmente si sono alzati e se ne sono andati, ma prima ci hanno dato dei giornaletti e nonna gli ha dato mille lire. Papà, se c'eri tu quelli la mille lire non l'avevano, perché tu non la tenevi!
Caro papà, oggi è il tuo onomastico, e io ti scrivo ciò che mi detta il cuore.
Io ti vorrei vicino a me, qui a casa non si capisce niente, mamma e Taniello si appiccicano1 sempre e le galline se ne scappano sotto al tavolo.
Io dico sempre: beato a te che stai a Torino!

1 Litigano.


Marcello D'Orta (Io Speriamo Che Me La Cavo)

Benito Mussolini Discorso alla Camera dei Deputati (3 Gennaio 1925)


Signori!

Il discorso che sto per pronunziare dinanzi a voi forse non potrà essere, a rigor di termini, classificato come un discorso parlamentare.
Può darsi che alla fine qualcuno di voi trovi che questo discorso si riallaccia, sia pure attraverso il varco del tempo trascorso, a quello che io pronunciai in questa stessa aula il 16 novembre.
Un discorso di siffatto genere può condurre, ma può anche non condurre ad un voto politico. Si sappia ad ogni modo che io non cerco questo voto politico. Non lo desidero: ne ho avuti troppi.
L'articolo 47 dello Statuto dice:
« La Camera dei deputati ha il diritto di accusare i ministri del re e di tradurli dinanzi all'Alta corte di giustizia ».
Domando formalmente se in questa Camera, o fuori di questa Camera, c'è qualcuno che si voglia valere dell'articolo 47. [Vivissimi prolungati applausi. Moltissimi deputati sorgono in piedi. Grida di "Viva Mussolini!". Applausi anche dalle tribune].
Il mio discorso sarà quindi chiarissimo e tale da determinare una chiarificazione assoluta.
Voi intendete che dopo aver lungamente camminato insieme con dei compagni di viaggio, ai quali del resto andrebbe sempre la nostra gratitudine per quello che hanno fatto, è necessaria una sosta per vedere se la stessa strada con gli stessi compagni può essere ancora percorsa nell'avvenire.
Sono io, o signori, che levo in quest'aula l'accusa contro me stesso.
Si è detto che io avrei fondato una Ceka. Dove? Quando? In qual modo? Nessuno potrebbe dirlo!
Veramente c'è stata una Ceka in Russia, che ha giustiziato, senza processo, dalle centocinquanta alle centosessantamila persone, secondo statistiche quasi ufficiali. C'è stata una Ceka in Russia, che ha esercitato il terrore sistematicamente su tutta la classe borghese e sui membri singoli della borghesia. Una Ceka che diceva di essere la rossa spada della rivoluzione.
Ma la Ceka italiana non è mai esistita.
Nessuno mi ha negato fino ad oggi queste tre qualità: una discreta intelligenza, molto coraggio e un sovrano disprezzo del vile denaro. [Vivissimi prolungati applausi]
Se io avessi fondato una Ceka l'avrei fondata seguendo i criteri che ho sempre posto a presidio di quella violenza che non può essere espulsa dalla storia. Ho sempre detto, e qui lo ricordano quelli che mi hanno seguito in questi cinque anni di dura battaglia, che la violenza, per essere risolutiva, deve essere chirurgica, intelligente, cavalleresca. [Approvazioni]
Ora i gesti di questa sedicente Ceka sono stati sempre inintelligenti, incomposti, stupidi.
Ma potete proprio pensare che nel giorno successivo a quello del Santo Natale, giorno nel quale tutti gli spiriti sono portati alle immagini pietose e buone, io potessi ordinare un'aggressione alle 10 del mattino in via Francesco Crispi, a Roma, dopo il mio discorso di Monterotondo, che è stato forse il discorso più pacificatore che io abbia pronunziato in due anni di governo? Risparmiatemi di pensarmi così cretino.
E avrei ordito con la stessa intelligenza le aggressioni minori di Misuri e di Forni? Voi ricordate certamente il discorso del 7 giugno. Vi è forse facile ritornare a quella settimana di accese passioni politiche, quando in questa aula la minoranza e la maggioranza si scontravano quotidianamente, tantoché qualcuno disperava di riuscire a stabilire i termini necessari di una convivenza politica e civile fra le due opposte parti della Camera. Discorsi irritanti da una parte e dall'altra. Finalmente, il 6 giugno, l'onorevole Delcroix squarciò, col suo discorso lirico, pieno di vita e forte di passione, l'atmosfera carica, temporalesca.
All'indomani, io pronuncio un discorso che rischiara totalmente l'atmosfera. Dico alle opposizioni: riconosco il vostro diritto ideale ed anche il vostro diritto contingente; voi potete sorpassare il fascismo come esperienza storica; voi potete mettere sul terreno della critica immediata tutti i provvedimenti del Governo fascista.
Ricordo e ho ancora ai miei occhi la visione di questa parte della Camera, dove tutti intenti sentivano che in quel momento avevo detto profonde parole di vita e avevo stabilito i termini di quella necessaria convivenza senza la quale non è possibile assemblea politica di sorta.
E come potevo, dopo un successo, e lasciatemelo dire senza falsi pudori e ridicole modestie, dopo un successo così clamoroso, che tutta la Camera ha ammesso, comprese le opposizioni, per cui la Camera si aperse il mercoledì successivo in un'atmosfera idilliaca, da salotto quasi, come potevo pensare, senza essere colpito da morbosa follia, non dico solo di far commettere un delitto, ma nemmeno il più tenue, il più ridicolo sfregio a quell'avversario che io stimavo perché aveva una certa crânerie, un certo coraggio, che rassomigliavano qualche volta al mio coraggio e alla mia ostinatezza nel sostenere le tesi?
Che cosa dovevo fare? Dei cervellini di grillo pretendevano da me in quella occasione gesti di cinismo, che io non sentivo di fare perché repugnavano al profondo della mia coscienza. Oppure dei gesti di forza? Di quale forza? Contro chi? Per quale scopo?
Quando io penso a questi signori, mi ricordo degli strateghi che durante la guerra, mentre noi mangiavamo in trincea, facevano la strategia con gli spillini sulla carta geografica. Ma quando poi si tratta di casi al concreto, al posto di comando e di responsabilità si vedono le cose sotto un altro raggio e sotto un aspetto diverso.
Eppure non mi erano mancate occasioni di dare prova della mia energia. Non sono ancora stato inferiore agli eventi. Ho liquidato in dodici ore una rivolta di Guardie Regie, ho liquidato in pochi giorni una insidiosa sedizione, in quarantott'ore ho condotto una divisione di fanteria e mezza flotta a Corfù.
Questi gesti di energia, e quest'ultimo, che stupiva persino uno dei più grandi generali di una nazione amica, stanno a dimostrare che non è l'energia che fa difetto al mio spirito.
Pena di morte? Ma qui si scherza, signori. Prima di tutto, bisognerà introdurla nel Codice penale, la pena di morte; e poi, comunque, la pena di morte non può essere la rappresaglia di un Governo. Deve essere applicata dopo un giudizio regolare, anzi regolarissimo, quando si tratta della vita di un cittadino!
Fu alla fine di quel mese, di quel mese che è segnato profondamente nella mia vita, che io dissi: « Voglio che ci sia la pace per il popolo italiano »; e volevo stabilire la normalità della vita politica.
Ma come si è risposto a questo mio principio? Prima di tutto, con la secessione dell'Aventino, secessione anticostituzionale, nettamente rivoluzionaria. Poi con una campagna giornalistica durata nei mesi di giugno, luglio, agosto, campagna immonda e miserabile che ci ha disonorato per tre mesi. Le più fantastiche, le più raccapriccianti, le più macabre menzogne sono state affermate diffusamente su tutti i giornali! C'era veramente un accesso di necrofilia! Si facevano inquisizioni anche di quel che succede sotto terra: si inventava, si sapeva di mentire, ma si mentiva.
E io sono stato tranquillo, calmo, in mezzo a questa bufera, che sarà ricordata da coloro che verranno dopo di noi con un senso di intima vergogna.
E intanto c'è un risultato di questa campagna! Il giorno 11 settembre qualcuno vuol vendicare l'ucciso e spara su uno dei migliori, che morì povero. Aveva sessanta lire in tasca.
Tuttavia io continuo nel mio sforzo di normalizzazione e di normalità. Reprimo l'illegalismo.
Non è menzogna. Non è menzogna il fatto che nelle carceri ci sono ancor oggi centinaia di fascisti! Non è menzogna il fatto che si sia riaperto il Parlamento regolarmente alla data fissata e si siano discussi non meno regolarmente tutti i bilanci, non è menzogna il giuramento della Milizia, e non è menzogna la nomina di generali per tutti i comandi di Zona.
Finalmente viene dinanzi a noi una questione che ci appassionava: la domanda di autorizzazione a procedere con le conseguenti dimissioni dell'onorevole Giunta.
La Camera scatta; io comprendo il senso di questa rivolta; pure, dopo quarantott'ore, io piego ancora una volta, giovandomi del mio prestigio, del mio ascendente, piego questa assemblea riottosa e riluttante e dico: siano accettate le dimissioni. Si accettano. Non basta ancora; compio un ultimo gesto normalizzatore: il progetto della riforma elettorale.
A tutto questo, come si risponde? Si risponde con una accentuazione della campagna. Si dice: il fascismo è un'orda di barbari accampati nella nazione; è un movimento di banditi e di predoni! Si inscena la questione morale, e noi conosciamo la triste storia delle questioni morali in Italia.
Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l'arco di Tito? Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto.
Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda!
Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa!
Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere!
Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l'ho creato con una propaganda che va dall'intervento ad oggi.
In questi ultimi giorni non solo i fascisti, ma molti cittadini si domandavano: c'è un Governo? [Approvazioni] Ci sono degli uomini o ci sono dei fantocci? Questi uomini hanno una dignità come uomini? E ne hanno una anche come Governo? [Approvazioni]
Io ho voluto deliberatamente che le cose giungessero a quel determinato punto estremo, e, ricco della mia esperienza di vita, in questi sei mesi ho saggiato il Partito; e, come per sentire la tempra di certi metalli bisogna battere con un martelletto, così ho sentito la tempra di certi uomini, ho visto che cosa valgono e per quali motivi a un certo momento, quando il vento è infido, scantonano per la tangente. [Vivissimi applausi]
Ho saggiato me stesso, e guardate che io non avrei fatto ricorso a quelle misure se non fossero andati in gioco gli interessi della nazione. Ma un popolo non rispetta un Governo che si lascia vilipendere! [Approvazioni] Il popolo vuole specchiata la sua dignità nella dignità del Governo, e il popolo, prima ancora che lo dicessi io, ha detto: Basta! La misura è colma!
Ed era colma perché? Perché la sedizione dell'Aventino a sfondo repubblicano, [Vivi applausi. Grida di "Viva il Re!". I ministri e i deputati sono in piedi. Vivissimi generali prolungati applausi, cui si associano le tribune] questa sedizione dell'Aventino ha avuto delle conseguenze.
Perché oggi in Italia, chi è fascista, rischia ancora la vita! E nei soli due mesi di novembre e dicembre undici fascisti sono caduti uccisi, uno dei quali ha avuto la testa spiaccicata fino ad essere ridotta un'ostia sanguinosa, e un altro, un vecchio di 73 anni, è stato ucciso e gettato da un muraglione.
Poi tre incendi si sono avuti in un mese, incendi misteriosi, incendi nelle Ferrovie e negli stessi magazzini a Roma, a Parma e a Firenze.
Poi un risveglio sovversivo su tutta la linea, che vi documento, perché è necessario di documentare, attraverso i giornali, i giornali di ieri e di oggi: un caposquadra della Milizia ferito gravemente da sovversivi a Genzano; un tentativo di assalto alla sede del Fascio a Tarquinia; un fascista ferito da sovversivi a Verona; un milite della Milizia ferito in provincia di Cremona; fascisti feriti da sovversivi a Forlì; imboscata comunista a San Giorgio di Pesaro; sovversivi che cantano Bandiera rossa e aggrediscono i fascisti a Monzambano.
Nei soli tre giorni di questo gennaio 1925, e in una sola zona, sono avvenuti incidenti a Mestre, Pionca, Vallombra: cinquanta sovversivi armati di fucili scorrazzano in paese cantando Bandiera rossa e fanno esplodere petardi; a Venezia, il milite Pascai Mario aggredito e ferito; a Cavaso di Treviso, un altro fascista e ferito; a Crespano, la caserma dei carabinieri invasa da una ventina di donne scalmanate; un capomanipolo aggredito e gettato in acqua a Favara di Venezia; fascisti aggrediti da sovversivi a Mestre; a Padova, altri fascisti aggrediti da sovversivi.
Richiamo su ciò la vostra attenzione, perché questo è un sintomo: il diretto 192 preso a sassate da sovversivi con rotture di vetri; a Moduno di Livenza, un capomanipolo assalito e percosso.
Voi vedete da questa situazione che la sedizione dell'Aventino ha avuto profonde ripercussioni in tutto il paese.
Allora viene il momento in cui si dice basta! Quando due elementi sono in lotta e sono irriducibili, la soluzione è la forza. [Vive approvazioni. Vivi applausi.]
Non c'è stata mai altra soluzione nella storia e non ce ne sarà mai.
Ora io oso dire che il problema sarà risolto. Il fascismo, Governo e Partito, sono in piena efficienza. Signori! Vi siete fatte delle illusioni!
Voi avete creduto che il fascismo fosse finito perché io lo comprimevo, che fosse morto perché io lo castigavo e poi avevo anche la crudeltà di dirlo. Ma se io mettessi la centesima parte dell'energia che ho messo a comprimerlo, a scatenarlo, voi vedreste allora ... [Vivissimi applausi]
Non ci sarà bisogno di questo, perché il Governo è abbastanza forte per stroncare in pieno definitivamente la sedizione dell'Aventino. [Vivissimi prolungati applausi]
L'Italia, o signori, vuole la pace, vuole la tranquillità, vuole la calma laboriosa. Noi, questa tranquillità, questa calma laboriosa gliela daremo con l'amore, se è possibile, e con la forza, se sarà necessario. [Vive approvazioni]
Voi state certi che nelle quarantott'ore successive a questo mio discorso, la situazione sarà chiarita su tutta l'area. [Vivissimi prolungati applausi]
Tutti sappiano che ciò che ho in animo non è capriccio di persona, non è libidine di Governo, non è passione ignobile, ma è soltanto amore sconfinato e possente per la patria. [Vivissimi prolungati e reiterati applausi. Grida ripetute di "Viva Mussolini!" Gli onorevoli ministri e moltissimi deputati si congratulano con l'onorevole presidente del consiglio. La seduta è sospesa].

Benito Mussolini


Sentenza Mills: "La prova delle menzogne"

David Mills è prescritto e colpevole. C'è un corrotto, e quindi anche un corruttore. Questa situazione non aggiunge nulla, o quasi nulla, alla dignità mai avuta ne dimostrata da un uomo che occupa la Presidenza del Consiglio e che, nella sua carriera politica ed imprenditoriale, ha compiuto questa e ben altre vergognose gesta.
Riporto l'editoriale di Repubblica di oggi di Giuseppe D'Avanzo, che riassume in maniera esaustiva la vicenda ed il significato della condanna all'avvocato inglese David Mills.

Testo dell'editoriale:

"David Mills è stato corrotto. È quel che conta anche se la manipolazione delle norme sulla prescrizione, che Berlusconi si è affatturato a partita in corso, lo salva dalla condanna e lo obbliga soltanto a risarcire il danno per il pregiudizio arrecato all'immagine dello Stato. Questa è la sentenza delle Sezioni unite della Cassazione. Per comprenderla bisogna sapere che la corruzione è un reato "a concorso necessario": se Mills è corrotto, il presidente del Consiglio è il corruttore.
Per apprezzare la decisione, si deve ricordare che cosa ha detto, nel corso del tempo, Silvio Berlusconi di David Mills e di All Iberian, l'arcipelago di società off-shore creato dall'avvocato inglese. "Ho dichiarato pubblicamente, nella mia qualità di leader politico responsabile quindi di fronte agli elettori, che di questa All Iberian non conosco neppure l'esistenza. Sfido chiunque a dimostrare il contrario" (Ansa, 23 novembre 1999). "Non conosco David Mills, lo giuro sui miei cinque figli. Se fosse vero, mi ritirerei dalla vita politica, lascerei l'Italia" (Ansa, 20 giugno 2008). Bisogna cominciare dalle parole - e dagli impegni pubblici - del capo del governo per intendere il significato della sentenza della Cassazione.
Perché l'interesse pubblico della decisione non è soltanto nella forma giuridica che qualifica gli atti, ma nei fatti che convalida; nella responsabilità che svela; nell'obbligo che oggi incombe sul presidente del Consiglio, se fosse un uomo che tiene fede alle sue promesse.
Dunque, Berlusconi ha conosciuto Mills e, come il processo ha dimostrato e la Cassazione ha confermato (il fatto sussiste e il reato c'è stato), All Iberian è stata sempre nella sua disponibilità. Sono i due punti fermi e fattuali della sentenza (altro è l'aspetto formale, come si è detto). Da oggi, quindi, il capitolo più importante della storia del presidente del consiglio lo si può raccontare così. Con il coinvolgimento "diretto e personale" del Cavaliere, David Mills dà vita alle "64 società estere offshore del group B very discreet della Fininvest". Le gestisce per conto e nell'interesse di Berlusconi e, in due occasioni (processi a Craxi e alle "fiamme gialle" corrotte), Mills mente in aula per tener lontano il Cavaliere da quella galassia di cui l'avvocato inglese si attribuisce la paternità ricevendone in cambio "somme di denaro, estranee alle sue parcelle professionali" che lo ricompensano della testimonianza truccata.
Questa conclusione rivela fatti decisivi: chi è Berlusconi; quali sono i suoi metodi; che cosa è stato nascosto dalla testimonianza alterata dell'avvocato inglese. Si comprende definitivamente come è nato, e con quali pratiche, l'impero del Biscione; con quali menzogne Berlusconi ha avvelenato il Paese.
Torniamo agli eventi che oggi la Cassazione autentica. Le società offshore che per brevità chiamiamo All Iberian sono state uno strumento voluto e adoperato dal Cavaliere, il canale oscuro del suo successo e della sua avventura imprenditoriale. Anche qui bisogna rianimare qualche ricordo. Lungo i sentieri del "group B very discreet della Fininvest" transitano quasi mille miliardi di lire di fondi neri; i 21 miliardi che ricompensano Bettino Craxi per l'approvazione della legge Mammì; i 91 miliardi (trasformati in Cct) destinati non si sa a chi mentre, in parlamento, è in discussione la legge Mammì. In quelle società è occultata la proprietà abusiva di Tele+ (viola le norme antitrust italiane, per nasconderla furono corrotte le "fiamme gialle"); il controllo illegale dell'86 per cento di Telecinco (in disprezzo delle leggi spagnole); l'acquisto fittizio di azioni per conto del tycoon Leo Kirch contrario alle leggi antitrust tedesche. Da quelle società si muovono le risorse destinate poi da Cesare Previti alla corruzione dei giudici di Roma (assicurano al Cavaliere il controllo della Mondadori); gli acquisti di pacchetti azionari che, in violazione delle regole di mercato, favoriscono le scalate a Standa e Rinascente. Dunque, l'atto conclusivo del processo Mills documenta che, al fondo della fortuna del premier, ci sono evasione fiscale e bilanci taroccati, c'è la corruzione della politica, delle burocrazie della sicurezza, di giudici e testimoni; la manipolazione delle leggi che regolano il mercato e il risparmio in Italia e in Europa.
La sentenza conferma non solo che Berlusconi è stato il corruttore di Mills, ma che la sua imprenditorialità, l'efficienza, la mitologia dell'homo faber, l'intero corpo mistico dell'ideologia berlusconiana ha il suo fondamento nel malaffare, nell'illegalità, nel pozzo nero della corruzione della Prima Repubblica, di cui egli è il figlio più longevo.
E' la connessione con il peggiore passato della nostra storia recente che, durante gli interminabili dibattimenti del processo Mills, il capo del governo deve recidere. La radice del suo magnificato talento non può allungarsi in quel fondo fangoso perché, nell'ideologia del premier, è il suo trionfo personale che gli assegna il diritto di governare il Paese. Le sue ricchezze sono la garanzia del patto con gli elettori e dell'infallibilità della sua politica; il canone ineliminabile della "società dell'incanto" che lo beatifica. Per scavare un solco tra sé e il suo passato e farsi alfiere credibile e antipolitico del nuovo, deve allontanare da sé l'ombra di quell'avvocato inglese, il peso di All Iberian. È la scommessa che Berlusconi decide di giocare in pubblico. Così intreccia in un unico nodo il suo futuro di leader politico, responsabile di fronte agli elettori, e il suo passato di imprenditore di successo. Se quel passato risulta opaco perché legato a All Iberian, di cui non conosce l'esistenza, o di David Mills, che non ha mai incontrato, egli è disposto a lasciare la politica e addirittura il Paese. Oggi dovrebbe farlo davvero perché la decisione della Cassazione conferma che ha corrotto Mills (lo conosceva) per nascondere il dominio diretto su quella macchina d'illegalità e abusi che è stata All Iberian (la governava). Il capo del governo non lo farà, naturalmente, aggrappandosi come un naufrago al legno della prescrizione che egli stesso si è approvato. Non lascerà l'Italia, ma l'affliggerà con nuove leggi ad personam (processo breve, legittimo impedimento), utili forse a metterlo al sicuro da una sentenza, ma non dal giudizio degli italiani che da oggi potranno giudicarlo corruttore, bugiardo, spergiuro anche quando fa voto della "testa dei suoi figli".

Postato da Antonio Di Pietro (Blog 26 fabbraio 2010)

Quando si superano i limiti della decenza: "Costi della politica, 626 mila autoblu in Italia"


Sapete quante sono le auto blu in Italia? 626.760 secondo i calcoli fatti alcuni mesi fa. Può darsi però che siano cresciute nel frattempo. Per farvi un’idea, tenete conto che gli Stati Uniti d’America hanno appena 72.000 auto blu. Ve l’immaginate, l’America, grande e federale ne ha otto o nove volte di meno. E dietro gli States ci sono la Francia, il Regno Unito e così via. Il record italiano è irraggiungibile. La parte del leone la fa lo Stato con 172.204 auto blu. Seguono gli Enti pubblici (137.942), le regioni con 54.219, comuni (72.000), province (51.000) e così via. La Sicilia fa la sua parte, naturalmente. Ma i numeri del parco macchine non sono noti. Possiamo riferirvi che per quanto riguarda la Regione tutti gli assessori ed i direttori generali hanno l’auto blu. L’Assemblea regionale ha un parco macchine assai ampio. A tutti i membri del consiglio di presidenza viene assegnata una vettura con autista “ad personam”, i presidenti delle commissioni legislative ne hanno a disposizione una tutte le volte che la chiedono, i presidenti dei gruppi parlamentari ne hanno una e se la pagano con i contributi dell’Assembla. Ogni vettura ha un autista. Il Presidente ha due auto blu con autista, una delle quali viene utilizzata tutte le volte che è richiesto, anche dal capo di gabinetto. Anche il Segretario generale ed il vice segretario generale vicario hanno l’auto blu. Fate il conto voi, non ne facciamo a meno volentieri. Tenete conto che le auto dell’Assemblea sono delle Audi in leasing. Pare che questo sistema sia risultato più economico rispetto all’acquisto e alla manutenzione. Dovrebbero avere fatto i conti; se li hanno fatti, si sono dovuti regolare con la qualità della manutenzione che veniva data alle auto da parte di chi aveva il compito di tenerle in buono stato. Tutto relativo, insomma. Quanto costa una Audi con autista giorno dopo giorno? Non lo sappiamo, perché da Palazzo dei Normanni non danno notizie di questo tipo (e nemmeno di altro tipo). Siccome gli autisti la stragrande maggioranza delle volte escono in missioni, i costi sono sicuramente alti. Anzi, altissimi. Così fan tutti, direte. Eh, no, non è così. Ricordate il parametro, cioè l’equiparazione dell’Assemblea al senato della Repubblica? Ebbene, scordatevelo per quanto riguarda il parco auto. Va bene per gli stipendi con annessi e connessi, le indennità ma sono ammesse le deroghe. A Palazzo Madama, per esempio, le autovetture non sono concesse ad personam. I membri del consiglio di presidenza non le hanno, e nemmeno capi di gabinetto (seppure di straforo), vice segretario generale. Il parametro si applica sempre, meno quando non conviene. Infine una curiosità. Perché Audi e non, per esempio, Lancia Thesis, molto usata a Roma. O Alfa Romeo? E’ stato scelto il tipo di auto o è stata fatta una gara indicando la cilindrata, le prestazioni? Oppure si è privilegiato il costo del leasing. Dietro ogni marchio d’auto, ci sono i concessionari, che hanno un nome ed un cognome. E fornire trenta auto in leasing sono un bell’affare. Sarebbe utile, perciò, conoscere l’entità dei costi degli scostamenti del parametro.

Sicilia Informazioni (25 febbraio 2010)


Informazioni su InDiCaTiVe


Gli INDICATIVE nascono a Palermo nel Marzo 2007. Si tratta di una band esclusivamente strumentale, formata da Betto (Moque,Oktane), Giancarlo (Bastardsinlove,Postoko,KaliYuga), Emanuele & Wolf (FilthySundayCircus).
Gli INDICATIVE, sfruttando anche le varie esperienze ed influenze musicali di ogni componente della band, cercano di creare atmosfere e sonorità coinvolgenti, senza porsi particolari limiti stilistici o di genere e spaziando così tra possibili soluzioni ed intuizioni. Tutto questo, ovviamente, con una visione del tutto....indicativa!
All'attivo il promo contentente 4 brani, registrato e mixato al "21esimoLivello", a Palermo, nel giugno 2007. Adesso (2009) in studio (al "21eimo Livello") per il mixaggio del primo album...e adesso il mastering (2010)

INDICATIVE born in Palermo (Sicily/Italy) in march 2007. It is an instrumental project, made by Betto (Moque,Oktane), Giancarlo (Bastardsinlove,Postoko,Kaliyuga), Emanuele & Wolf (FilthySundayCircus).
INDICATIVE, mixing the several experiences and influences of every member of the band, wants to make a sound and a feeling that hit inside, without boundaries about the style or the kind of music to play, free to be lead by intuition to different solutions. All is, obviously, indicative!
Out a four tracks promo, recorded and mixed at “21esimoLivello”, in Palermo, in june 2007. Now (2009) mixing the new album @ 21eismoLivello (Pa)...and now mastering (2010)

Informazioni su InDiCaTiVe


giovedì 25 febbraio 2010

Passaparola: "Telefascismo"

Testo:

Buongiorno a tutti, la tentazione sarebbe quella di parlare delle liste pulite, perché avete visto che Berlusconi ha scoperto le liste pulite e ha detto “adesso ve lo faccio vedere io” fino a qualche mese fa parlare di liste pulite, di non candidare condannati, rinviati a giudizio per reati contro la pubblica amministrazione o reati gravi era considerato giustizialismo, tutti i giornali, anche indipendenti scrivevano, ma no, si possono fare leggi che consegnano ai pubblici Ministeri o ai G.I.P. la selezione delle classi politiche, dopodiché l’ha detto Berlusconi, quindi tutti a complimentarsi a dirci: ci voleva un giusto segnale, ci mancherebbe, dipende da chi le dice le cose in Italia, è interessante che abbiamo cominciato a dirle noi, poi prima che gli arrestassero tutta la banda è arrivato anche Berlusconi, il PD non è ancora arrivato, questa è la cosa interessante.
Le liste pulite di Berlusconi - Per cui l’ha detto Di Pietro per secoli, Grillo per secoli, l’abbiamo detto noi nei nostri libri per secoli, adesso lo dice Berlusconi, mi dice che non lo dicono solo quelli del PD, anzi si apprestano a fare una legge per impedire la candidatura dei magistrati nel luogo dove stanno lavorando, che è proprio l’emergenza numero uno, siamo in Finlandia, in Danimarca, quindi c’è una politica talmente pulita che può preoccuparsi di dove deve eventualmente candidarsi un Magistrato, perché?
Perché Di Pietro ha candidato un Magistrato come capolista in Puglia, invece di preoccuparsi di quello che succede in Campania dove hanno candidato un triplo imputato e dove purtroppo anche Di Pietro ha accettato per obbedienza di coalizione l’indecenza della candidatura di un pluri imputato come De Luca, si occupano della candidatura dell’Italia dei Valori in Puglia perché vice un magistrato incensurato, faceva le indagini sia su Fitto sia su gente del centro-sinistra e quindi non si deve candidare lì, ci mancherebbe altro. Peraltro lì fa il Sindaco di Bari un ex Magistrato per il PD e lo fa anche bene, tra l’altro, Michele Emiliano e nessuno del PD ha mai obiettato niente, lì sono candidati e vengono eletti il Magistrato Scrittore Carofiglio che un’ottima persona naturalmente, nel PD quindi va bene. Maritati, un ex PM, quello che ha indagato sulla tangente del re delle cliniche Cavallari a D’Alema e che poi la tangente si è prescritta e quindi Maritati è diventato parlamentare, sempre a Bari, ma dato che sta nel PD non c’è problema, adesso che candida un Magistrato Di Pietro, bisogna fare una legge per impedirgli di farlo, oppure magari bisogna fare una legge per fare il modo che uno che si candida al Consiglio regionale della Puglia e che è pugliese e che conosce la Puglia, venga candidato in Valle d’Aosta, lontano della regione che lui conosce e dove lui ha operato, è una mossa geniale naturalmente, che dimostra quello che dicevo prima, che non contano i principi, conta semplicemente chi in quel momento bisogna cercare di eliminare o di danneggiare.L'anticorruzione pro corrotti - Ma oggi non vi parlerò di liste pulite anche perché mi viene da ridere, leggo che Berlusconi, quello che Fortebraccio chiamava “il geniale” e lo chiamava “Il Geniale quando lo dirigeva Montanelli, pensate come lo chiamerebbe adesso che lo dirige Feltri “nelle nostre liste nessuna figura compromessa” quindi lui non si candida.Questa è già una notizia, sapete che lui si candida sempre anche dove non può essere eletto , evidentemente questa volta non c’è lui, infatti non c’è nessuna figura compromessa , si presume che non candidino neanche la Signora Mastella, perché l’altro giorno era uscito che avevano candidato la Signora Mastella, quest’ultima è imputata per concussione in Campania, si suppone che non candidino nessuno delle decine di imputati rinviati a giudizio o addirittura pregiudicati che già siedono in Parlamento, anzi si presumi che li caccino perché se un imputato o un condannato non può sedere in un Consiglio regionale, a maggior ragione non dovrebbe poter sedere nel Parlamento nazionale, naturalmente cacceranno anche dal Governo il Ministro Fitto che ha due rinvii a giudizio per turbativa d’asta, corruzione, finanziamento illecito e altri reati, cacceranno ovviamente il Ministro Bossi che è un pregiudicato per finanziamento illecito ai partiti, lo dico perché ho visto che anche quest’altro bel tomino di Cota, candidato alla Regione Piemonte dice “stop ai condannati!”, la Lega se dice “stop ai condannati” perde contemporaneamente il Ministro delle riforme istituzionali, Bossi e il Ministro dell’Interno, Maroni, resistenza a pubblico ufficiale e oltraggio, quel reato che se lo fa un immigrato bisogna massacrarlo di i botte, mi viene da ridere perché siamo ovviamente nel ridicolo, però è significato che almeno Berlusconi abbia annusato, dato che lui un certo fiuto ce l’ha e soprattutto una capacità pubblicitaria ce l’ha, visto che quello è sempre stato il suo mestiere, abbia colto il clima che c’è nel paese, un clima frizzante, le avete viste le immagini delle contestazioni dei politici, politici che sono costretti a rifugiarsi in una libreria con la gente de L’Aquila che va a ricordargli le promesse, poi è capitato al povero Ghedini e alla povera Bongiorno, bisognava ovviamente occuparsi del principale perché sicuramente non sono né Ghedini né la Bongiorno che hanno voce in capitolo, fanno quello che dicono i rispettivi leader, Berlusconi e Fini, però è significativo questo clima e Berlusconi che ha fiuto, ha capito che bisogna dare dei segnali, sono segnali che naturalmente ciascuno può dare secondo le proprie possibilità se Berlusconi davvero facesse le liste pulite gli si svuota il partito all’istante.
L’altro giorno c’era un articolo, del Foglio di Giuliano Ferrara “La rivolta dei deputati del Pdl contro la norma che diprietrifica le liste, moralizzare e punire, sgomento per iniziativa del governo che renderebbe ineleggibili gli inquisiti, è lo stesso tragico errore di Craxi” per la verità Craxi è scappato, quindi non si capisce bene il parallelo, ma sono talmente terrorizzati, anche Ferrara ha un certo naso, dall’idea che i rinviati a giudizio e i condannati non possano fare politica che giustamente il Foglio scrive “Sgomento nel Popolo delle Libertà” guardate che lo sgomento precede di pochi istanti la fuga, è tutto da ridere, come le norme anticorruzione, avete visto che erano state commissionate a Ghedini e a Alfano, Berlusconi gli aveva detto: fatemi una legge anticorruzione, quelli l’hanno guardato, gli hanno chiesto di ripeterlo 3 o 4 volte perché all’inizio a furia di sentire “fammi una norma pro corruzione” a forza dell’abitudine pensavano di dover fare la solita legge… invece lui ha detto “no, questa volta non transigo, ne voglio una anti perché c’è un certo clima, la gente è incazzata, i nostri si stanno facendo prendere ormai con le tangenti nelle mutande, quindi provate a farne una anti, così per cambiare un po’” e loro ci hanno provato poveretti, avete visto con quale dedizione si sono applicati, ve l’ho già detto, hanno queste borse sotto gli occhi, sono sempre più emaciati, curvi, perché sono lì che studiano, moltiplicano, dividono, applicano formule matematiche perché devono fare una legge anticorruzione che non porti all’arresto immediato di Berlusconi, quindi è una cosa difficilissima, devono stare attenti.
Poi hanno partorito un abortino, un testicolino che hanno portato in Consiglio dei Ministri, che ha fatto ridere perfino Berlusconi perché la norma anticorruzione prevedeva che il reato di corruzione in atti giudiziari, quando ti compri un giudice o un testimone che è uno dei reati tipici della famiglia (vedi caso Sme, caso Mondadori, caso Mills) sono tutte corruzioni giudiziarie, di giudici o testimoni, quel reato per il quale Berlusconi e Mills sono ancora imputati, Mills è in Cassazione e Berlusconi in primo grado, che oggi è punito con una pena massimo fino a 8 anni, sarebbe sceso a una pena massima di 6, guardate che è spettacolare in una norma anticorruzione il reato più grave della corruzione, quando ti compri direttamente il giudice per ottenere una sentenza ingiusta a tuo favore e quindi provocare un danno ingiusto alla persona che ha ragione e a cui verrà dato torto perché devono dare ragione a te che hai torto, per quel reato diminuivano la pena, in una legge anticorruzione, pensate se facevano una legge procurruzione cosa veniva fuori!
Per cui è venuto da ridere anche a Berlusconi e hanno rinviato sine die la norma.
E’ bene citarla questa cosa perché se anche Berlusconi parla di norme anticorruzione di liste pulite, vuole dire che la situazione è veramente oltre il livello di guardia e a furia di ripetere che non c’è una nuota Tangentopoli, lo capiranno tutti che c’è una nuova Tangentopoli, altrimenti perché lo ripetono? E’ come quando dicevano: non c’è nessuna crisi, non bisogna parlare di crisi finanziaria, perché altrimenti la gente pensa che ci sia la crisi finanziaria, diffondiamo ottimismo, i disoccupati non sono disoccupati, è disoccupazione percepita, i poveri non sono poveri, è povertà percepita, sono loro che si percepiscono senza lavoro, ma in realtà hanno ancora un lavoro e sono pieni di soldi, solo che non li trovano.
Informazione e diversivi - Queste stronzate segnalano che c’è un problema e cioè che siamo alla vigilia di una nuova tangentopoli e questo mi premeva dire, però questa volta volevo rompervi un po’ le scatole su una questione che apparentemente riguarda me e che io penso che in realtà riguardi l’informazione, una cosa un po’ più importante della mia misera persona, un meccanismo che avevo già descritto nella scomparsa dei fatti e che Cristicchi a San Remo ha distillato in una canzone molto efficace da questo punto di vista, il diversivo: tu stai parlando di una cosa, arriva uno e distoglie l’attenzione da quella cosa per trasportarla verso altri lidi.C’è lo scandalo x e noi parliamo di quanto è bella Carla Bruni, perché sicuramente Carla Bruni è bella e quindi l’attenzione si rivolge a Carla Bruni, questo è il senso, soltanto un demente poteva pensare che quella fosse una canzone contro Carla Bruni o contro Sarcozy, era questo il senso, lo dico perché ovviamente tutti hanno sentito la canzone di Cristicchi, mentre ovviamente non tutti hanno letto la scomparsa dei fatti, questo era il problema che segnalavo.
Adesso questo meccanismo del parlar d’altro si è ulteriormente raffinato e è andato a infestare anche una delle poche trasmissioni nelle quali fino a qualche mese fa si riusciva ancora a parlare dei fatti, parlare dei fatti non vuole dire parlare da soli, parlare dei fatti vuole dire, in una trasmissione come la vedo io naturalmente, infatti vi sto parlando io, che c’è un’inchiesta, filmati, interviste, immagini, dati, affidata a 1, 2, 3 giornalisti inviati, dopodiché si va in studio e si chiama a rispondere delle cose che si sono viste nell’inchiesta, dei problemi che emergono, per sapere le soluzioni che si intendono adottare, i politici, perché i politici servono o servirebbero in questa ottica? Perché bene o male purtroppo spetta a loro risolvere i problemi, quindi per evitare quel senso di impotenza, quelle norme, punto interrogativo che ci accompagna alla fine di una grande inchiesta di Iacona della Gabanelli, dove poi non c’è un qualcuno al quale rinfacciare i problemi di lì, adesso che fai? Avevi detto che facevi così, adesso cosa fai per risolvere il problema che abbiamo appena visto, si invitano i politici e ovviamente non si può invitare politici di una sola parte, è bene che ci siano politici di entrambi gli schieramenti perché chi deve governare dica cosa vuole fare il per governo e chi vuole fare l’opposizione, dica cosa vuole fare l’opposizione, questo dovrebbe essere nel migliore dei mondi possibili, una trasmissione di approfondimento giornalistico, non la ciancia, non una trasmissione basata sulla chiacchiera fine a sé stessa, una tribuna politica permanente tutto l’anno come sono Ballarò e Porta a Porta o quella robina di Matrix dopo che hanno cacciato Mentana e tutti i cloni più o meno minoritari nelle altre emittenti.
Annozero era riuscita a mettere in piedi questo format, secondo me ottimo, adesso come fanno a inquinarlo? Fanno una cosa molto semplice, quando ci sono i politici, i politici divagano e menano il can per l’aia, per cui avete visto che Santoro porta sempre meno politici in trasmissione, proprio perché il loro contributo al dibattito è nullo, se accettassero, salvo rari casi naturalmente, di confrontarsi sul tema della puntata, su quello che hanno appena visto, sarebbe utile sapere cosa dicono, invece non lo fanno mai, li vedo, me li osservo durante i filmati, durante i filmati di solito, salvo rare eccezioni, si comportano come se ci fosse la pubblicità, chiacchierano, scribacchiano, guardano i messaggi, non hanno la minima intenzione di entrare in sintonia con la realtà.
Quindi poi dopo menano il can per l’aia e dicono quello che gli pare a loro per fare degli spot o cose del genere, adesso per fortuna, perché poi alla fine si è rivelata una fortuna, la Commissione di vigilanza ha detto che o si invitano tutti i politici di tutti i partiti possibili e immaginabili, oppure non si invita più nessuno, perché le trasmissioni di approfondimento devono diventare soggette alle regole della comunicazione che non è l’informazione, la comunicazione sono i partiti che comunicano ai cittadini quello che gli pare e quindi stiamo parlando degli spazi autogestiti: tribuna politica o comizi televisivi, quindi giustamente Santoro ha portato anche altri programmi a dire: benissimo, allora facciamo delle trasmissioni di informazione senza i politici, non c'è mica bisogno dei politici per fare l'informazione, sono dappertutto, sono perfino a San Remo e ne faremo a meno.
Infatti ha organizzato la puntata sullo scandalo del terremoto senza politici e devo dire che è stato un ottimo esperimento, nel senso che anche qui nel migliore dei mondi possibili, avere dei giornalisti che da vari punti di vista ti commentano, analizzano e ti raccontano dei particolari su un’indagine che in televisione nessuno ha mai seguito, ovviamente, basti pensare che il Tg1 è diretto da Minzolini e ricordare cosa ha detto questo, non saprei neanche come definirlo, è una macchietta che si definisce da solo, quindi in televisione hanno nascosto lo scandalo della protezione civile, oppure hanno fatto come al solito, dove a Ballarò in cambio dell’avere in studio Bertolaso nella prima serata di San Remo e quindi di reggere la concorrenza degli ascolti, gli hanno concesso praticamente di farsi una serata di gala a spese del contribuente, facendo in modo che non si venissero a affrontare i veri problemi, che sono quelli che abbiamo cercato di enucleare.
Vorrei solo ricordare di cosa si era parlato l’altra sera a Annozero, si era parlato del fatto che alla Maddalena lavora al risanamento ambientale il cognato di Bertolaso, il fratello della moglie di Bertolaso, che di professionisti del calibro del cognato di Bertolaso, l’Ing. Piermarini ce ne sono a centinaia, come abbiamo dimostrato, quindi non è vero quello che dice Bertolaso che se non c’era Piermarini non si faceva il risanamento della Maddalena, oppure che povero Piermarini è il più bravo di tutti e lo vogliamo escludere solo perché è il cognato di Bertolaso e magari lo vogliamo mandare in Svizzera? Sono stronzate, eppure gli è stato consentito di dire queste stronzate a Ballarò e poi abbiamo raccontato che le spese stavano lievitando alla Maddalena da 300 a 600 milioni di Euro, pari a quasi 1.200.000.000 di lire, stiamo parlando di costruttori Anemone, con i quali Bertolaso aveva una dimestichezza amicale, frequentazioni anche a ferragosto etc., poi soprattutto si serviva per i massaggi particolari, erano i massaggi al termine dei quali c’era un addetto che andava a far sparire i preservativi, sono strani massaggi naturalmente, ho cercato l’altra sera di chiedere a Porro, dove te lo mettono il preservativo durante il massaggio terapeutico, ma non ho avuto risposta perché lui sosteneva naturalmente che si tratta di massaggi rigorosamente terapeutici.
A me non interessa il tipo di massaggio, mi interessa però il fatto che queste seratine in esclusiva con il centro salari a sport village chiuso soltanto per Bertolaso, venisse organizzato dallo staff dei costruttori Anemone che poi vincevano gli appalti alla Maddalena e non solo e ottenevano di poter ingrandire a dismisura il loro centro sportivo sulla Salaria che è a ridosso del Tevere, a rischio esondazione, che contro il permesso negato da tutte le amministrazioni locali, ha avuto in realtà, come al solito, le deroghe previste dalle ordinanze di protezione civile perché gli hanno fatto rientrare questi ampliamenti nelle onere dei mondiali di nuoto, delle quali si occupava Bertolaso e di cui era commissario straordinario l’ottimo Filippo Balducci che guarda caso aveva rapporti familiari di società con la famiglia Anemone, la moglie di Balducci è socia della moglie di Anemone le figlio era uno di quelli che nel 2004 avevano comprato il centro Salari a sport village che all’epoca si chiamava in un altro modo insieme a Anemone, quindi anche il figlio era socio e poi lavorava presso quel centro e quindi dato che di centri massaggi ce ne sono tanti, se Bertolaso andava a farsi fare i massaggi proprio nel centro del costruttore che vinceva gli appalti alla protezione civile, c’è un conflitto di interessi chiarissimo, soprattutto se gli appalti non vengono vinti da Anemone con una gara pubblica europea a evidenza di bando e di curricula e di progetti, ma viene affidata segretamente, spesso direttamente, con la scusa dell’urgenza, non soltanto per i terremoti ma anche per i grandi eventi, tipo i 150 anni dell’Unità di Italia che sono proprio un evento a sorpresa che nessuno poteva sospettare che sarebbe arrivato!
Era da 150 anni che si sapeva che l’anno prossimo ci sarebbe stato il 150° dell’Unità d’Italia, soltanto dalle parti di Bertolaso sono stati colti alla sprovvista e l’hanno coperto all’ultimo momento, di questo si è parlato l’altra sera e si è parlato del fatto che se Bertolaso leggesse i giornali, sarebbe chi sono le due persone che si aggiravano in quel sottobosco e che vincevano gli appalti della protezione civile e che erano già state beccate dalla Magistratura, una era una vecchia conoscenza dell’inchiesta Why not? e l’altra era una vecchia conoscenza dell’inchiesta di Woodcock a Potenza.
Questo avevo raccontato l’altra sera quando è successo il patatrac, perché lo dico? Per quelli che magari hanno visto soltanto il seguito, il seguito è questo: Travaglio minaccia Santoro, guerra nella coppia ammazza cavalieri, il giornalista scrive al conduttore “a Annozero non voglio più tra i piedi quelli del giornale di Libero, altrimenti me ne vado io, motivo? Non sopporta il contraddittorio e che gli si ricordino in diretta alcune cosette che lo riguardano” Libero, si fa per dire, occupato vi racconto chi è Travaglio – c’è Maurizio Belpietro che pensando di insultarmi dice che io ero vicecorrispondente da Torino del giornale quando ero ragazzo , sono onorato di essere stato vicecorrispondente del giornale e di essere stato assunto per due volte prima al Giornale e poi alla Voce da Indro Montanelli, non da Belpietro, quest’ultimo questa fortuna non l’ha mai avuta, il massimo della sua fortuna è stata quella di lavorare per Feltri, come vice addirittura di Feltri, pensate come deve sentirsi male in cuor suo al raffronto.
Lo spirito fascitello del PM Travaglio, il giornalista è come certi giudici che difende, ogni volta che lo prendono in castagna perde la testa e inizia a negare anche le cose più evidenti. Travaglio sotto accusa fa il matto, guai a processare l’inquisitore. Infine critica gli incontri del sottosegretario, ma Travaglio dimentica le sue vacanze, questo era ancora Libero. Mentre sul Giornale sul numero di ieri, hanno aperto Il Giornale, è un giornale vero che va nelle rassegne stampa che tutti lo vedono e dicono: cavolo, Travaglio ha minacciato Santoro, se ne va se non cacciano i giornalisti di destra, pensate un po’, “Marco i pasdaran dell’insulto - questi poveri analfabeti non sanno che pasdaran è plurale – in pochi giorni getta fango su tutti, quella conoscenza scomoda che lo manda in bestia” cosa hanno fatto? Hanno fatto una cosa molto semplice, quando ho finito di parlare di Bertolaso, il vicedirettore de Il Giornale, quello con i capelli e direttore di Libero, hanno cominciato a parlare non di Bertolaso, avrebbero potuto fare quello che fanno sempre, per la verità a un certo punto l’hanno anche fatto e cioè gli Avvocati di ufficio di Bertolaso, il bello di questa gente è che sono prevedibili, mentre tutti noi che facciamo i giornalisti e che non abbiamo un padrone da servire e da leccare, non siamo prevedibili, nel senso che può capitare che a volte ce la prendiamo con la destra, con la sinistra, recentemente mi è capitato di prendermela con Di Pietro per l’affaire De Luca, diciamo quello che vediamo, quello che pensiamo, poi magari sbagliamo, però in proprio, non perché ce l’ha ordinato qualcuno o perché dobbiamo per forza dire qualcosa, loro invece hanno questo di bello, si sa in anticipo che per loro gli imputati di centro-destra sono tutti innocenti, perseguitati, quelli di centro-sinistra sono tutti colpevoli e le inchieste giudiziarie sono politicizzate soltanto quando riguardano il centro-sinistra, quando riguardano il centro-sinistra invece gli indagati devono dimettersi, per esempio Del Bono per quella storia da qualche centinaio di Euro della sua segretaria, forse amante, l’hanno picchiato duro, via Del Bono, ci mancherebbe altro, mica ha rubato miliardi, altrimenti dovrebbe rimanere se fosse di centro-destra e avesse rubato miliardi, quindi sono prevedibili.
Ma loro non si sono limitati a difendere Bertolaso, perché? Perché difendere Bertolaso con quello che si era visto nelle intercettazioni e con quello che avevo raccontato io e nei servizi dove c’erano piscine lunghe un metro e mezzo di più, dove c’era una sciatteria, cialtronaggine, uno sperpero di denaro pubblico micidiale, era impossibile, anche perché eravamo stati abituati a considerare Bertolaso l’unico genio della protezione civile, l’unico protagonista positivo, l’eroe buono, il superman che va e risolve, per cui è chiaro che se uno è così bravo che riesce a fermare i terremoti e le alluvioni con le nude mani e a ricostruire con un tocco di bacchetta magica intere città new town etc., addirittura l’abbiamo mandato a Haiti a insegnare agli americani come si fa la protezione civile dai terremoti etc., sapete che gli Stati Uniti sono degli sprovveduti in fatto di terremoti, mica come noi, anche in fatto di catastrofi ambientali non ne hanno mai avute, quindi giustamente Bertolaso è andato a dargli i primi rudimenti, l’hanno rimpatriato con il primo volo naturalmente la Clinton gli ha dato il foglio di vi praticamente…
Ma in ogni caso se ci raccontano che questo è il salvatore della patria, è ovvio che poi se si scopre che tutto intorno a lui si ruba, che lui si fa massaggiare ed è pappa e ciccia con quelli che poi vincono gli appalti, che tra questi appalti ci sono quelli che vengono dati chissà come mai a suo cognato che è molto bravo, viene premiato perché è bravo, non perché è il cognato ci mancherebbe, è evidente che tutto quel popo’ di sperpero, ruberie, regalini, favori, ammiccamenti, fughe di notizie, è evidente che ricade sotto la sua responsabilità, infatti quando mi hanno detto che Bertolaso potrebbe essere stato incastrato, mi sono permesso di dire: tanto peggio mi sento, se è così facile incastrare Bertolaso, perché se si è fatto incastrare da questa combriccola che per anni gliene ha fatte di tutti i colori sotto il naso e lui non si è mai accorto di niente, questa è una responsabilità gravissima e se poi c’è qualcuno che riesce a incastrarlo per poi sputtanarlo, siamo di fronte a un incapace totale, a uno sprovveduto!
Allora hanno risposto: no perché ha ricostruito, ho detto: guardate che non sto parlando della sua capacità di ricostruire, anche perché non credo che le case le abbia proprio messe in piedi lui, ci sono costate ha un’ira di Dio quelle casette, mentre il centro de L’Aquila è esattamente a terra come vi ha mostrato ieri sera Iacona e l’altra sera Annozero, ho detto: no, stiamo parlando della scelta degli uomini dei quali si circonda, dei controllori e degli appaltatori, allora lì il genio, il vicedirettore de Il Giornale con i capelli, ha tirato fuori le mie vacanze, dicendo: anche tu hai avuto delle frequentazioni di cui ti dovresti vergognare etc., vi segnalo il procedimento perché da quel momento tu cosa fai? Ti metti a parlare delle tue vacanze? Se ti metti a parlare delle tue vacanze la gente dice: ma come, stavamo parlando di Bertolaso, della protezione civile, che c’entrano le vacanze di Travaglio? Quindi ne parli giustamente il conduttore dice: mica possiamo parlare delle vacanze, d’altra parte se non ne parli, la gente dice: ah, hai visto chissà cosa c’è dietro le vacanze di questo Travaglio, vedi che non risponde, lui che è sempre così loquace, questa volta è stato zitto, quindi se stai zitto autorizzi qualcuno a pensare che hai qualcosa da nascondere, se parli dovresti parlare per mezz’ora, perché è facile dire: tu hai frequentato gente in odor di mafia in vacanza, ci impieghi 10 secondi, per rispondere che non è vero e come sono andate le cose etc., impieghi 15 minuti, quindi non lo puoi fare, ecco perché ho scritto questa lettera… avrei potuto fare anche una terza cosa, qualcuno me l’ha suggerita: loro sputtanano te e tu sputtana loro, ricordando a quello de Il Giornale che hanno pubblicato l’informativa falsa attribuendola alla Polizia sull’omosessualità di Boffo e a Belpietro per esempio ricordagli quanti soldi pubblici ci costa il suo giornale, compreso il suo stipendio, sapete che Libero, è a carico nostro, vostro, a carico anche di quelli che non hanno mai comprato una copia, ogni giorno contribuiscono a Libero, perché non gli hai rinfacciato questo?
Il mio modo di fare informazione - Il contraddittorio non è: ti racconto lo scandalo della protezione civile, risposta: sì ma tu vai in vacanza con, sarebbe come se uno finito di dare le pagelle ai giocatori dopo la partita, si sentisse rispondere: sì, però lei gioca male a pallone, ma potrei anche non avere mai giocato a pallone, ma ti sto dicendo cosa ne penso io della partita di pallone, cosa c’entra come gioco io a pallone rispetto a quello che hai fatto tu, sto giudicando quello che stai facendo tu perché sono un critico, perché sono un giornalista, perché do dei fatti e dei documenti, delle banalissimi, chi se ne frega… mica chi fa la critica delle corse ippiche deve essere un cavallo!Quindi l’idea che dicano a me che sarei inadeguato a fare il capo della protezione civile perché sono andato in vacanza, secondo loro, con le persone sbagliate, è semplicemente folle, perché? Perché non faccio, né voglio fare il capo della protezione civile, non ho mai dato nomine pubbliche perché non ho incarichi pubblici, non ho mai distribuito soldi pubblici perché non mi occupo di queste cose, faccio il giornalista, stiamo parlando della protezione civile, di cosa vogliamo parlare? Quindi in quel momento non sai cosa devi fare, dice: ti sei incazzato, certo, perché è la quarantesima volta in due anni che spiego come sono andate le mie vacanze, guardate che dicono: ah non vuole che gli si ricordino certe sue faccenduole? Come non voglio, sono due anni che me le ricordano e guardate che sono due anni che me le ricordano e io sono due anni che rispondo, e mi dicono: non rispondere più perché tanto si sa che sei una persona per bene, e no, perché ogni volta che non rispondi ci sarà sempre qualcuno che non ha seguito quello che è successo prima, purtroppo in rete non ci vanno tutti gli italiani, in televisione ci vanno molti di più e quindi non sanno che io di quelle vacanze ho documentato fino all'ultimo centesimo e me le sono pagate io e quindi era falla la notizia che era stata ripresa da Davanzo e quelle ferie le avesse pagate quell’Aiello quel costruttore che poi è stato condannato per concorso esterno, credo in appello in associazione mafiosa, che ho frequentato una persona che quando l’ho frequentata io, era un ufficiale, anzi un sott’ufficiale della Guardia di Finanza Ciuro dell’antimafia che faceva le indagini antimafia, dopo si è scoperto che si vendeva le notizie.
Lo dico perché naturalmente lo conosco l’obiezione, dice: ah va beh, ma allora tu perché hai detto di Schifani che aveva frequentato delle persone che poi sono state condannate per mafia? Attenzione, se fossero stati degli ufficiali dell’antimafia che poi sono state beccate a vendere delle informazioni a questo o a quell’imputato, uno dovrebbe dire: beh, come faceva quello a sospettarlo, erano degli ufficiali dell’antimafia, ma stiamo parlando invece di imprenditori piuttosto opachi che Schifani non ha incontrato, che Schifani non ha conosciuto, che erano soci in affari di Schifani, non sono mai stato socio di nessuna persona che abbia avuto delle disavventure, perché? Perché probabilmente prima di mettermi in società con qualcuno mi informo, poi può sempre capitare, ma possibile che a Schifani abbiano arrestato un sacco di soci e un sacco di clienti? Non sto parlando del fatto che Schifani ha commesso dei reati e non ho neanche detto che non dovrebbe fare il Presidente del Senato, mi ero limitato da Fabio Fazio a ricordare una notizia che stava nei libri di Lirio Abbate e Peter Gomez negli articoli di Marco Lillo e che non era mai uscita proprio nei giorni in cui Schifani era diventato Presidente del Senato, l’avevano cancellata dalle sue biografie, per questo ne avevo parlato, dopodiché avevo detto: l’importante è che lo si sappia, dopodiché lo decideranno i cittadini se abbiamo un Presidente del Senato degno o non degno, per come la vedo io, un Avvocato, personalmente anche onestissimo, faccio un caso generale di scuola, che abbia assistito dei mafiosi nei processi, non può fare il Presidente del Senato, non lo può fare secondo me!
Siamo liberissimi, non ci può essere una legge che impedisce all’Avvocato dei mafiosi di fare il Presidente del Senato, deve essere il costume dei partiti che dice: no, se ha dei clienti o ha avuto dei clienti mafiosi, è giusto che i mafiosi abbiano un Avvocato difensore, ci mancherebbe altro, ma quell’Avvocato difensore nessun partito lo deve nominare Presidente del Senato o Presidente della Camera, o della Repubblica, così la vedo io, ma dopodiché non ho mai detto né che Schifani avesse fatto dei reati, né che Schifani dovesse dimettersi da Presidente del Senato, avevo semplicemente raccontato da Fazio per quale motivo la stampa asservita alla politica, aveva omesso quel capitolo spiacevole della vita di Schifani che non era neanche paragonabile, non c’entrava niente con il fatto che mi sono ritrovato a conoscere per ragioni professionali, perché faccio il giornalista e mi occupo di processi di mafia, quindi conosco centinaia di poliziotti, un finanziere che poi è finito in galera e è stato poi condannato perché passava notizie, attenzione non alla mafia, non a Provenzano, come leggete sui giornali dei falsari, passava notizie a un certo Aiello che non era mai stato condannato per mafia e Ciuro non è stato condannato per favoreggiamento della mafia, perché? Perché si è riconosciuto passare delle informazioni sulle indagini a un indagato, ma gliele passava perché era amico suo, non perché intendesse, questa è l’aggravante mafiosa del favoreggiamento, favorire l’organizzazione mafiosa, mentre Cuffaro è stato recentemente condannato proprio per Art. 7, dopodiché penso che sarebbe giusto se diventassi Presidente del Senato, cosa che vi assicuro non capiterà mai, che qualche giornalista ricordi che nella mia vita avevo conosciuto una volta un tizio che poi etc., etc., ma l’importante è scrivere la verità e cioè che l’ho conosciuto in quanto ufficiale dell’antimafia, assolutamente insospettabile, non imprenditore trafficone che poi si è scoperto, pure, essere mafioso come invece è quell’altro caso.
Vedete come si fa, il risultato è che per due giorni questi signori hanno potuto espellere dalle loro prime pagine la vicenda Bertolaso e occuparsi di altro, di demolire chi si occupa della vicenda Bertolaso, dando addirittura a me, delle lezioni di buona frequentazione e stiamo parlando di un giornale edito da Paolo Berlusconi, due volte arrestato, pregiudicato per lo scandalo della discarica di Cerro e questi signori continuano a frequentarlo e a prendere lo stipendio da questo pregiudicato, dopo che è stato arrestato e è stato condannato e questi altri signori, quelli di Libero, continuano a fare i direttori etc, di un editore, Angelucci che è stato arrestato due volte pure lui, per gli scandali della sanità, con l’accusa di avere corrotto Fitto, di avere truffato la Regione Lazio e che sono protagonisti di quelle meravigliose imprese che avete visto a Report e due settimane fa a Annozero e vengono a dire a me che devo vergognarmi per avere frequentato uno che quando l’ho frequentato io, frequentato vuole dire che mi ha detto che c’era un villaggio turistico e sono andato a affittarmi una casetta, dove tra varie decine e decine di persone c’era anche la sua, perché questa è la mia frequentazione.
Mi dovrei vergognare di queste cose, dopo che addirittura ho documentato con tutti gli assegni e li trovate sul blog “voglio scendere su antefatto.it” tutti i pagamenti? Questi sono i signori con i quali noi dovremmo fare il contraddittorio in televisione, non ho mai scritto su Il Fatto, la lettera per fortuna è pubblica, la mia lettera ma Santoro che dovrebbe rispondere domani sul nostro giornale, su Il Fatto quotidiano, non ho mai detto di epurare questi signori, ho semplicemente detto: cosa devo fare io per evitare di rovinare una trasmissione perfettamente riuscita come quella dell’altra sera, con una delle 3 reazioni che vi ho detto, cosa faccio, li insulto? Gli rinfaccio qualche loro magagna? Non lo posso fare, passerei dalla parte del torto e io sono lì per parlare del tema della puntata, cosa faccio, racconto la rava e la fava della mia vacanza per la quarantesima volta? No, perché? Perché stiamo parlando di un altro argomento, allora cosa faccio? Mi alzo e vado a fumarmi una sigaretta? Questo era il senso, perché penso che questo modo di impedire agli altri di parlare, non sia contraddittorio, contraddittorio è venire lì e parlare del tema della puntata che conosci prima e sulla quale ti prepari, mi preparo ogni settimana sul tema della puntata, altri si preparano sempre su di me e tirano fuori sempre queste cose, peraltro false e poi il giorno dopo scrivono ancora il falso, che li vorrei epurare, figuratevi se io ho il potere o anche soltanto l’intenzione di mandare via qualcuno, semplicemente vorrei confrontarmi con delle persone che se si parla di protezione civile, parlano di protezione civile e poi quando si parlerà, facciamo una bella puntata interessantissima, credo, sulle mie vacanze, allora si parlerà delle mie vacanze e poi magari si parlerà anche delle frequentazioni di tutti gli altri giornalisti e da dove prendono i soldi e allora ci sarà da ridere.
Passate parola, buona settimana!

Marco Travaglio (Passaparola del 22 febbraio 2010)

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Monte Pellegrino visto da casa natia di Acqua dei Corsari

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