“Vi chiamate Popolo della libertà ma di libertà vi è rimasta solo quella vigilata. Dite di tenere alla famiglia ed essere contro il divorzio ma avete due famiglie e siete tutti divorziati. Volete mandare in carcere i ragazzi per sei spinelli ma se viene un cane poliziotto a Montecitorio si arrende il cane”.
Parola dell’antico Daniele Capezzone, ieri segretario dei Radicali italiani (2001-2006), oggi portavoce del Pdl. Dal palco della manifestazione promossa da Arcigay e Arcilesbiche “anima e core” di colui che un tempo definiva “lo sciancatore di Arcore”.
Le frasi celebri di Daniele Capezzone contro Berlusconi si sprecano dopo che il quotidiano online “FFwebmagazine” ha ripreso alcuni dei suoi discorsi fatti prima di dare l’adesione al Popolo della libertà (9 febbraio 2008) e dopo essere stato anche deputato della Rosa nel Pugno (2006-2008).
Partiamo dall’11 dicembre 2004. Capezzone sulla sentenza di condanna nei confronti di Marcello Dell’Utri: “In nessun paese al mondo avremmo un premier così. Per essere chiaro, voglio prescindere dall’esito dei processi di ieri e di oggi, e perfino, se possibile, dalla rilevanza penale dei fatti che sono emersi. Ma è però incontrovertibile che Silvio Berlusconi, prescrizione o no, abbia pagato o fatto pagare magistrati. Così come da Palermo, quale che sia la qualificazione giuridica di questi fatti, emergono fatti e comportamenti oscuri di cui qualcuno, Berlusconi in testa, dovrà assumersi la responsabilità politica”.
Al congresso dei Radicali del 29 ottobre 2005 invece: “L’Italia non può permettersi altri cinque anni di governo di Silvio Berlusconi: non sarebbero ecosostenibili”. In questa legislatura Berlusconi ha avuto a disposizione una maggioranza parlamentare amplissima (“più 100 deputati e più 50 senatori”): eppure, le riforme non si sono viste. Dall’economia alla giustizia è enorme il divario tra le promesse di cinque anni fa e le cose effettivamente realizzate. Per non parlare di ciò che è accaduto sul terreno dei diritti civili, con un’autentica aggressione contro le libertà personali: contro il divorzio breve (eppure, anche tanti leader del centrodestra sono tutti divorziati), contro l’aborto, contro i pacs, contro la fecondazione assistita e la libertà di ricerca scientifica, fino all’ultimo tentativo di sbattere in carcere i ragazzi per qualche spinello”. Da ricordare anche: “Berlusconi è come Wanna Marchi (1 aprile 2006). Mentre, nel 2003, sulle leggi ad personam: “Tre anni fa i Radicali proposero tre referendum che avrebbero cambiato il sistema giudiziario. Ci fu chi si oppose legittimamente, ma Berlusconi invitò a non votare perché tanto lui avrebbe fatto le riforme. In questi tre anni non è stato fatto nulla, solo leggi di interesse personale, che non funzioneranno e che molto probabilmente verranno dichiarate incostituzionali”.
Archivio cartaceo | di Elisabetta Reguitti (Il Fatto Quotidiano - 12 agosto 2010)
Parola dell’antico Daniele Capezzone, ieri segretario dei Radicali italiani (2001-2006), oggi portavoce del Pdl. Dal palco della manifestazione promossa da Arcigay e Arcilesbiche “anima e core” di colui che un tempo definiva “lo sciancatore di Arcore”.
Le frasi celebri di Daniele Capezzone contro Berlusconi si sprecano dopo che il quotidiano online “FFwebmagazine” ha ripreso alcuni dei suoi discorsi fatti prima di dare l’adesione al Popolo della libertà (9 febbraio 2008) e dopo essere stato anche deputato della Rosa nel Pugno (2006-2008).
Partiamo dall’11 dicembre 2004. Capezzone sulla sentenza di condanna nei confronti di Marcello Dell’Utri: “In nessun paese al mondo avremmo un premier così. Per essere chiaro, voglio prescindere dall’esito dei processi di ieri e di oggi, e perfino, se possibile, dalla rilevanza penale dei fatti che sono emersi. Ma è però incontrovertibile che Silvio Berlusconi, prescrizione o no, abbia pagato o fatto pagare magistrati. Così come da Palermo, quale che sia la qualificazione giuridica di questi fatti, emergono fatti e comportamenti oscuri di cui qualcuno, Berlusconi in testa, dovrà assumersi la responsabilità politica”.
Al congresso dei Radicali del 29 ottobre 2005 invece: “L’Italia non può permettersi altri cinque anni di governo di Silvio Berlusconi: non sarebbero ecosostenibili”. In questa legislatura Berlusconi ha avuto a disposizione una maggioranza parlamentare amplissima (“più 100 deputati e più 50 senatori”): eppure, le riforme non si sono viste. Dall’economia alla giustizia è enorme il divario tra le promesse di cinque anni fa e le cose effettivamente realizzate. Per non parlare di ciò che è accaduto sul terreno dei diritti civili, con un’autentica aggressione contro le libertà personali: contro il divorzio breve (eppure, anche tanti leader del centrodestra sono tutti divorziati), contro l’aborto, contro i pacs, contro la fecondazione assistita e la libertà di ricerca scientifica, fino all’ultimo tentativo di sbattere in carcere i ragazzi per qualche spinello”. Da ricordare anche: “Berlusconi è come Wanna Marchi (1 aprile 2006). Mentre, nel 2003, sulle leggi ad personam: “Tre anni fa i Radicali proposero tre referendum che avrebbero cambiato il sistema giudiziario. Ci fu chi si oppose legittimamente, ma Berlusconi invitò a non votare perché tanto lui avrebbe fatto le riforme. In questi tre anni non è stato fatto nulla, solo leggi di interesse personale, che non funzioneranno e che molto probabilmente verranno dichiarate incostituzionali”.
Archivio cartaceo | di Elisabetta Reguitti (Il Fatto Quotidiano - 12 agosto 2010)
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