Secondo le intuizioni in origine teorizzate da
Alan Turing, le manifestazioni generate da un elemento osservato come se si
fosse davanti ad un essere vivente, mostrano una naturale produzione di tanti
eventi - anche colorati - che spontaneamente si creano, prolificano e
interagiscono.
Una moltitudine di segnali costituiti da cariche
vibranti che, se immaginate anche come dei suoni, vanno a determinare dei rumori
formati da una miscellanea di singole frequenze, corrispondenti a sommatorie multiple
di forme differenti, di vite e materiali inerti che fanno da corollario.
Ogni singolo elemento costituisce così e di per
sé un piccolo universo; tutto quanto un insieme.
Linee, vibrazioni, colori, calori, masse, etc...
s’intersecano, si sfiorano, si toccano senza mai fondersi.
Si propagano dilatandosi, accennano a masse
formate da frequenze differenti ma variegate, seguendo logiche proprie - con
regole manifeste e occulte - navigando in un sistema infinito, che ci fa
perdere nell’universo oscuro che tutto avvolge.
Secondo regole matematiche, talvolta univoche e
semplici, che si ripetono e moltiplicano, incrociandosi, rimbalzando, deviando, contaminandosi.
E mentre tutto si propaga, singole unità che intanto invecchiano non muoiono nell’altro che continua a sua volta la catena, trasmettendo
e condizionando così un rinnovo perpetuo che viaggia nel tempo e nello spazio.
Il nostro sguardo smarrito continua sempre a
scrutare nel cielo, alla ricerca dell’origine o dell’orizzonte dei viaggi d’infinite
stelle o dei residui sparsi nell’universo.
Il big bang o qualcos’altro posto a confine rimangono
a noi inaccessibili, perchè superano l’immaginario della mente.
Queste scene visionarie non nascono come conseguenza di una cena
pesante della sera precedente ma dalla rielaborazione onirica, apparentemente
reale, di un interessante documentario (“La vita segreta del caos”) visto qualche
tempo fa su input di un amico ….. allo stesso si assomma pure la sintesi di quel che è rimasto dalla lettura de "Il lungo racconto dell'origine" di Margherita Hach (Dalai editore - 2012).
Il video, della durata di 59 minuti, è presentato con la seguente
didascalia: ”La teoria del caos ha un
brutto nome. Evoca immagini di tempo imprevedibile, crolli economici e scienze
sbagliate. Ma c'è un lato affascinante e nascosto nel caos, che gli scienziati
stanno solo ora cominciando a capire. Si scopre che la teoria del caos risponde
a una domanda che il genere umano ha fatto per millenni ... Come siamo arrivati
qui? In questo programma il professor Jim Al-Khalili rivela la scienza dietro
gran parte della bellezza e della struttura nel mondo naturale e scopre che,
lontano dal fatto che sia magia o un'arte di Dio, è in realtà una parte intrinseca
delle leggi della fisica.”
Disponendo d’un’ora di tempo, vale la pena vederlo, anche per farsi
un’idea seppur approssimata di come siamo, cosa siamo, cercando di discernere,
credenza e scienza, sacro e profano. Non ultimo per osservare e riflettere sulle
origini del mondo e, conseguenzialmente, sul nostro modo di essere insomma.
© Essec
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