Dovrà scontare quattro mesi di carcere per aver postato su Facebook una foto in cui la sua ex compariva senza veli. Per la prima volta una persona finisce in prigione per un reato commesso usando il più popolare social network del mondo. Joshua Simon Ashby, ventenne neozelandese, di professione pittore, è stato condannato venerdì scorso dal tribunale del distretto di Wellington, che lo ha riconosciuto colpevole non solo di aver pubblicato la foto incriminata, ma anche di essere responsabile di altri sei reati tra cui minacce di morte, aggressione e furto di vestiti.
LA SENTENZA - I principali reati sono stati commessi lo scorso 23 luglio. Quel giorno il giovane Ashby, dopo un litigio con la fidanzata, ha postato sulla pagina Facebook di quest’ultima la foto senza veli. In un primo momento l’immagine poteva essere vista «solo» dai 218 amici della ragazza. Ma più tardi, il giovane, dopo aver cambiato la password dell'account della vittima, ha reso pubblico il suo profilo, dando in pratica la possibilità a tutti i 500 milioni di utenti del social network di vedere la foto. Solo 12 ore dopo essere stata postata, la foto è stata rimossa. Sulla bacheca della ragazza poi il pittore ha anche postato messaggi di morte. Tra questi uno recitava: «Ho intenzione di ucciderti». In un altro il pittore definiva la fidanzata una «sporca sgualdrina». Secondo quanto racconta il portale d'informazione neozelandese stuff.co.nz dopo pochi giorni la ragazza avrebbe perdonato Ashby e sarebbe tornata con lui. Ma la situazione è precipitata a ottobre: il giovane pittore, dopo l'ennesimo litigio, avrebbe aggredito la ragazza spingendola a terra e spaccandole il cellulare.
COMPORTAMENTO IRRESPONSABILE - Dopo la lettura della sentenza Ashby si è coperto il volto con un pezzo di carta per evitare che i fotografi immortalassero il suo viso, ma il giudice Andrew Becroft gli ha chiesto di non nascondere il volto perché «vi era una certa simmetria tra quello che stava subendo e ciò che aveva fatto alla sua ex». Inoltre Becroft dopo aver definito il comportamento del giovane «irresponsabile e frutto di una gelosia rabbiosa» ha difeso la vittima: «La ragazza è stata messa fortemente in imbarazzo - ha dichiarato il giudice - La tecnologia non può essere usata in questo modo. Si possono fare danni incalcolabili alla reputazione di una persona».
LA DIFESA DEI GENITORI - Lisa Ashby, madre del pittore, è stata sempre vicina al figlio. L’ha visitato in carcere durante la custodia cautelare di cinque settimane, ma ha da subito riconosciuto la sua colpevolezza. Venerdì ha definito il lavoro della corte «eccellente»: «Speriamo che questa condanna possa servire agli altri ragazzi che intendono usare in maniera sbagliata i social network - ha confessato la signora Ashby - Da oggi tutti sanno che con un'azione del genere si rischia la prigione. Una cosa simile è reato». Secondo la donna suo figlio è profondamente pentito e dispiaciuto per i danni causati alla sua ex: «Non è una cattiva persona - afferma la signora Ashby - E' solo un ragazzo molto impulsivo. Quando le cose non gli vanno come vuole, reagisce senza riflettere».
LA SENTENZA - I principali reati sono stati commessi lo scorso 23 luglio. Quel giorno il giovane Ashby, dopo un litigio con la fidanzata, ha postato sulla pagina Facebook di quest’ultima la foto senza veli. In un primo momento l’immagine poteva essere vista «solo» dai 218 amici della ragazza. Ma più tardi, il giovane, dopo aver cambiato la password dell'account della vittima, ha reso pubblico il suo profilo, dando in pratica la possibilità a tutti i 500 milioni di utenti del social network di vedere la foto. Solo 12 ore dopo essere stata postata, la foto è stata rimossa. Sulla bacheca della ragazza poi il pittore ha anche postato messaggi di morte. Tra questi uno recitava: «Ho intenzione di ucciderti». In un altro il pittore definiva la fidanzata una «sporca sgualdrina». Secondo quanto racconta il portale d'informazione neozelandese stuff.co.nz dopo pochi giorni la ragazza avrebbe perdonato Ashby e sarebbe tornata con lui. Ma la situazione è precipitata a ottobre: il giovane pittore, dopo l'ennesimo litigio, avrebbe aggredito la ragazza spingendola a terra e spaccandole il cellulare.
COMPORTAMENTO IRRESPONSABILE - Dopo la lettura della sentenza Ashby si è coperto il volto con un pezzo di carta per evitare che i fotografi immortalassero il suo viso, ma il giudice Andrew Becroft gli ha chiesto di non nascondere il volto perché «vi era una certa simmetria tra quello che stava subendo e ciò che aveva fatto alla sua ex». Inoltre Becroft dopo aver definito il comportamento del giovane «irresponsabile e frutto di una gelosia rabbiosa» ha difeso la vittima: «La ragazza è stata messa fortemente in imbarazzo - ha dichiarato il giudice - La tecnologia non può essere usata in questo modo. Si possono fare danni incalcolabili alla reputazione di una persona».
LA DIFESA DEI GENITORI - Lisa Ashby, madre del pittore, è stata sempre vicina al figlio. L’ha visitato in carcere durante la custodia cautelare di cinque settimane, ma ha da subito riconosciuto la sua colpevolezza. Venerdì ha definito il lavoro della corte «eccellente»: «Speriamo che questa condanna possa servire agli altri ragazzi che intendono usare in maniera sbagliata i social network - ha confessato la signora Ashby - Da oggi tutti sanno che con un'azione del genere si rischia la prigione. Una cosa simile è reato». Secondo la donna suo figlio è profondamente pentito e dispiaciuto per i danni causati alla sua ex: «Non è una cattiva persona - afferma la signora Ashby - E' solo un ragazzo molto impulsivo. Quando le cose non gli vanno come vuole, reagisce senza riflettere».
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