Mercoledì
sera a Porta a Porta c'erano i rappresentanti dei soliti partiti, gente
di seconda o terza fila. Ad un certo punto, sotto la sapiente regia di
Vespa, ii discorso è caduto su Beppe Grillo e tutti si dimostravano
fintamente preoccupati e sinceramente scandalizzati e indignati del modo
in cui l'ex comico conduce il suo movimento:antidemocratico e
autoritario. Particolarmente sdegnata era la rappresentante del Pdl,
Beatrice Lorenzin. Nel mio libro-dizionario 'Il Ribelle dalla A alla Z'
ho liquidato la voce pudore con una sola parola: scomparso. Se c'è un
partito che in questi anni ha avuto un padre-padrone assoluto è stato ed
è il Partito della libertà (di delinquere), un tempo Forza Italia, dove
il Capo si è permesso di tutto fino a imporre e far votare, senza che
nessuno osasse mettere becco, le sue troie. In quanto ad esplulsioni non
si è limitato a cacciare un Favia qualsiasi, ma il leader di Alleanza
Nazionale, Gianfranco Fini, che aveva avuto la dabbenaggine di far
confluire il suo partito in quello del Padrone pensando ingenuamente di
poter godere di un minimo di autonomia. Nei primi tempi di Forza Italia,
quando il Cavaliere cercava di raccattare anche qualche intellettuale
di prestigio, ebbi la ventura di assistere a una Convention in cui parlò
solo Berlusconi che alla fine fu subissato di applausi. Solo Saverio
Vertone, seduto in prima fila non applaudiva. Berlusconi, dalla
cattedra, lo redarguì aspramente come uno scolaretto: “Perché non
applaude?”. A Vertone vennero le orecchie rosso fuoco, ma non osò
proferir parola (povero Saverio che con la rivista torinese 'Società'
era stato, insieme a Giuliano Ferrara, una delle menti più acute di un
Pci un po' meno ortodosso).
Del
resto, a ben guardare, negli ultimi trent'anni quasi tutti i partiti
sono stati a guida cesarista e carismatica. Fino a metà dei '70 il Psi
era stato un partito libertario. Se in quegli anni uno di sinistra
militava nel Psi e non nel Pci era proprio perché rifiutava il
famigerato 'centralismo democratico' e voleva esser libero di esprimere
le proprie idee. I dibattiti all'interno erano accesissimi, anche
troppo. Poi arrivò Bettino Craxi e, nel giro di poco tempo, tutti erano
diventati craxiani. Dibattito azzerato. Bossi è stato un leader
carismatico, anche se più umano, più vero, più appassionato (e infatti
ci ha lasciato la salute).
E
adesso, improvvisamente, e solo per Grillo, si scopre che il carisma è
cosa cattiva, antidemocratica, pericolosa. E invece proprio un movimento
allo stato nascente, come il 5Stelle, ha la necessità di essere in un
certo modo 'leninista', se non vuole che le infiltrazioni lo corrodano
dall'interno e in breve tempo lo distruggano, come è avvenuto con la
Lega.
Nella
trasmissione di Vespa le amebe presenti, per dimostrare la loro volontà
di rinnovarsi, han detto che “i partiti devono darsi uno statuto
interno democratico”. Non hanno capito niente. Non interessa se i
partiti si verniciano di democrazia interna, se fanno le primarie, le
secondarie, le terziarie. L'enorme astensionismo e, credo, anche i
'grillini' vogliono semplicemente spazzar via i partiti in quanto tali.
E' la forma-partito che è fallita. Arrivando ad aggiungersi, sotto le
mentite spoglie della democrazia, alle mafie propriamente dette.
Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 15 dicembre 2012)
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