Il mondo della fotografia, come
tutte le forme artistiche, si presenta alquanto variegato e per molti aspetti
alimenta spunti per argomentare, magari contrapponendo spesso proposte e tesi
diverse.
L'utilità in ogni dibattito è
comunque costituita dalla chiara illustrazione dei rispettivi punti di vista.
Ogni posizione e proposta ha una
sua valenza che può essere accettata, parzialmente condivisa o rifiutata,
importanti rimangono comunque le esposizioni delle proprie tesi a supporto.
Per quanto mi riguarda, correndo
sempre più il rischio di apparire autoreferenziale, se è il caso mi piace
sollevare contestazioni o critiche prendendo spunto da realizzazioni che mi
riguardano direttamente.
Qualche tempo fa ho anche avuto
modo di contestare apertamente sull'operato di giurie accomunate in un circuito
di tre concorsi, argomentando specificatamente le mie perplessità in merito
alla non ammissione di nessuna delle foto da me presentate (per chi avesse la
curiosità di approfondire rimando all'articolo "Quando i risultati non corrispondono per nulla alle
aspettative" e ai diversi commenti successivamente scaturiti).
Presunzione dirà qualcuno o forse
tanti. No, obietto io, è semplicemente ricerca di chiarezza.
Per completezza devo
ricordare che io stesso sono stato anche autore di un altro articolo "Fotografia:
Concorsi a premi, onorificenze e corsie privilegiate" in cui
accolgo e difendo l’insindacabilità dei giudizi delle giurie, collegandole
sempre a casualità legate anche al contesto di concorrenti ed al coesistere con
altre valide opere da giudicare.
Continuando sempre sulla scia di
voler assicurare trasparenza alle tante sfaccettature e chiavi di lettura
possibili in fotografia, ho di recente pensato di sottoporre all'attenzione di
appassionati le possibili diverse letture/interpretazioni derivanti da
differenti critici su un unico portfolio fotografico.
L’esperimento riesce a dimostrare
come tutte le letture siano di per se legittime, specie se sviluppate secondo
presupposti, con logiche comunemente condivise e supportate sempre da onestà
intellettuale.
Nello specifico, quindi, ho
approntato in un paio di giorni un mio racconto semplice, costituito da
quindici foto (in copertina) riguardanti il "Cimitero dei Carusi",
ubicato nei pressi di Caltanissetta, che custodisce i resti dei minatori
bambini coinvolti nel drammatico incidente occorso nel lontano 1881, nella
miniera di zolfo di Gessolungo.
I quattro video amatoriali,
realizzati per lo scopo, durante la giornata dedicata ai "portfolio"
in seno all'evento "TrapaninPhoto" dello scorso ottobre, sono
pubblicati separatamente su You Tube e registrano le interessanti differenti
letture effettuate da Sandro Iovine, Giammarco
Maraviglia, Pippo Pappalardo e Fabio Savagnone.
Chi avesse curiosità al riguardo,
attraverso una visione potrà formularsi una propria opinione in argomento e
verificare come alcuni aspetti accomunino tutti in giudizi univoci, mentre
altri aspetti si differenziano secondo le specificità e le caratteristiche dei
singoli critici.
Buona luce a tutti!
© Essec
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