"Dopo gli anni ovattati dell'infanzia e quelli spensierati dello studio ci si immerge nella catena lavorativa che, al di là di qualunque gratificazione, assorbe e lascia poco tempo ... e poi finalmente arriva la tua quarta dimensione ... e ritrovi quella serenità smarrita."

Il presente blog costituisce un almanacco che in origine raccoglie i testi completi dei post parzialmente pubblicati su: http://www.laquartadimensione.blogspot.com, indicandone gli autori, le fonti e le eventuali pagine web (se disponibili).

Fotogazzeggiando

Fotogazzeggiando
Fotogazzeggiando: Immagini e Racconti

Cerca nel blog

Translate

domenica 20 settembre 2009

La perizia psichiatrica


Lezione tenuta il 7 maggio 1999 alla Scuola di Specializzazione in Psichiatria Forense dell'Università del Sacro Cuore di Roma.



La capacità di intendere e di volere

" Dica il perito, valutato l'imputato e presa conoscenza degli atti e fatte tutte le acquisizioni e gli accertamenti che riterrà opportuni, se, al momento dei fatti per cui si procede, egli era capace di intendere e di volere, oppure se le capacità erano totalmente o grandemente scemate". È questa la formula che, con piccole variazioni, viene usata giudizialmente nel conferire l'incarico a uno psichiatra. Talvolta si legge: " Dica il perito qual è la capacità di intendere e di volere allo stato attuale e al momento dei fatti per cui si procede". Spesso può essere aggiunta un'ulteriore domanda: "Dica, inoltre, il perito se il soggetto sia socialmente pericoloso". A questa parte del quesito il perito dovrà dare risposta solo qualora si configuri, nel soggetto, una limitazione della capacità di intendere e di volere, mentre non può esprimersi sul punto, e anzi il suo comportamento sarebbe illecito, se dalla conclusione della sua indagine risultasse che l'imputato non è limitato grandemente o totalmente in queste capacità. Quello che oggi ci domandiamo è se il tenore del quesito, formulato secondo il contenuto delle norme che regolano il diritto penale, tenga effettivamente conto della scienza psichiatrica attuale, se cioè il sapere psichiatrico sia adeguato a dare una risposta a una domanda così proposta. Non si può mancare di sottolineare che il quesito, in questa esatta dicitura, risale agli anni Trenta, riferendosi pertanto a conoscenze psichiatriche ben lontane dagli sviluppi a cui siamo arrivati negli ultimi decenni. D'altra parte, nella riforma del codice di procedura penale di pochi anni fa, non si è intervenuti sulla norma che lo regola, lasciandola immutata. Tuttavia il problema se questa richiesta del magistrato trovi o meno una corrispondenza nelle discipline psichiatriche rimane fondamentale. Il primo punto che vorrei analizzare riguarda la capacità di intendere e di volere, l'unica a cui il quesito faccia espressa menzione. Precisamente, una volta stabilito o ipotizzato, attraverso prove e indagini, che un soggetto possa avere attinenza con un reato penale e possa esserne quindi il colpevole, perché il magistrato lo dichiari responsabile deve avere la certezza che quella persona, nel momento in cui ha commesso il fatto, fosse capace di intendere e di volere. Se, invece, queste due facoltà sono grandemente o totalmente scemate, nonostante la colpevolezza del soggetto, la legge impedisce che venga dichiarato responsabile. Ecco, dunque, perché la perizia psichiatrica diventa uno strumento fondamentale per il magistrato al fine di decidere una sanzione. Egli deve accertare non solo che il soggetto abbia compiuto il fatto, ma che abbia capito che cosa stava per fare. E, una volta valutati i significati delle azioni che hanno condotto alla consumazione del reato, se davvero abbia voluto commetterlo. La formulazione della legge ha dato adito a discussioni incessanti: innanzitutto perché non è facile chiarire il senso di questa capacità. Giudizialmente si è proceduto nel senso di ritenere non responsabile, sebbene colpevole, chi ha commesso un reato anche quando solo una delle due capacità sia grandemente scemata. Per esempio, non è ritenuto responsabile del reato chi, pur avendo inteso chiaramente che cosa stava facendo, lo abbia commesso pur non volendo, a causa di un difetto nella capacità di volere. Gli accertamenti sulla volontà vengono, attraverso la perizia, affidati agli psichiatri, che oggi, almeno a partire dal 1900, cioè dalla data di pubblicazione dell'Interpretazione dei sogni di Freud, si sono convinti, con sempre maggiore certezza, che il comportamento umano non può dipendere solo da questioni di intelligere e di volere, ma viene fortemente influenzato da una grande quantità di forze, che non hanno nulla a che fare né con l'intelligenza, né con la volontà. A partire dagli inizi del Novecento, da quando è nata l'idea che il comportamento dell'uomo è dominato anche dall'inconscio, cioè da qualche cosa di cui non può essere consapevole, e pertanto non riconducibile alla capacità di capire e volere, il quesito formulato dalla norma di legge è diventato inadeguato, o quanto meno amputato rispetto alle conoscenze e agli studi della psichiatria. Tar l'altro, per lungo tempo la magistratura ha applicato un'interpretazione assolutamente restrittiva del già inadeguato contenuto del quesito. Fino a qualche anno fa nelle corti non si accettava, infatti, che il perito presentasse le sue conclusioni riguardo alla personalità dell'imputato in esame. Non era possibile offrire elementi di carattere psicologico, dal momento che il riferimento teorico era ancora quello ottocentesco, secondo cui un'alterazione dell'intelletto o della volontà dipendeva da una lesione che riguardava l'organo cervello, una sua area specifica, e pertanto il magistrato chiedeva che venissero indicate, in maniera esatta, le lesioni che sottendevano a queste limitazioni. Ne discende che tutto quanto fosse attinente all'analisi psicologica, veniva considerato inidoneo alla chiarificazione dei fatti, e addirittura illecito parlarne, tanto che spesso la difesa o il pubblico ministero chiedevano che non si tenesse conto dei riferimenti formulati dal perito che si fondavano sulla cosiddetta analisi psicologica. Su questo punto, però, non solo i magistrati si erano divisi, ma una dura reazione era stata sollevata anche da parte dei cultori delle scienze psicologiche, tant'è che all'inizio degli anni Settanta, attorno al tribunale di Milano, si affermò un movimento di psicologia giuridica, che si proponeva di difendere l'accoglimento nelle aule di giustizia delle scoperte fondamentali delle scienze psicologiche. Oggi, naturalmente, è difficile trovare giudici o pubblici ministeri che si oppongano all'analisi della personalità dell'imputato. Spesso, anzi, sono proprio i magistrati a formulare, nel quesito, la richiesta che si proceda a una valutazione specifica della personalità. Tuttavia è evidente come quegli aspetti psicologici, che sono così essenziali nel lavoro psichiatrico e terapeutico, rimangano affidati alla discrezione delle singole corti, quando ritengano di volerne fare un'indagine specifica. Eppure la norma del codice di procedura penale continua a ignorarli.


Tra norma e psichiatria

Ancora qualche anno fa, in alcuni processi, si è discusso se ammettere o non ammettere una serie di prove e di valutazioni psicologiche riguardanti l'imputato. La distanza tra psichiatria e diritto è dunque, anche storicamente, molto evidente: per la psichiatria, infatti, il concetto di inconscio è entrato già all'inizio del secolo scorso con Freud, cambiando completamente il modo di interpretare il comportamento umano. Le aule giudiziarie sono state ‘sorde' molto a lungo. Per questo, gli psichiatri continuano a chiedere, ancora, che venga modificata, per legge, la formulazione della richiesta relativa alla perizia psichiatrica, domandando espressamente che il medico compia una valutazione globale della personalità del soggetto, comprese anche quelle componenti che non sono certamente riducibili alla capacità di intendere e di volere ma nondimeno si mostrano fondamentali nel comprendere i comportamenti. La scienza psichiatrica deve, infatti, potere applicare gli strumenti che le sono propri, in modo da dare una lettura quanto più veritiera e completa possibile della personalità, sulla cui condanna il tribunale andrà poi a decidere. Non c'è psichiatra al mondo che, davanti a un proprio paziente, possa distinguere da una parte l'intendere e, dall'altra parte, il volere. C'è una serie complessa di altre dimensioni che attengono ai meccanismi dell'inconscio, traumi, rimozioni, non consapevoli eppure capaci di condizionare, talvolta completamente, il comportamento. Ricordo a questo proposito un caso che mi fu sottoposto qualche anno fa, conosciuto, anche alla stampa, come il caso Rozzi. Rozzi era un ragazzo della periferia romana, che un giorno uccise entrambi i genitori, dichiarando, però, che il suo reale desiderio era di ammazzare soltanto il padre, a seguito di forti litigi riguardanti la destinazione di un immobile. In quell'occasione, si configurava in lui la volontà di commettere il reato, c'era stato anzi un progetto preciso. Eppure l'intera storia permise di vedere che, in realtà, quel comportamento non era altro che la realizzazione, seppure tardiva e esteriorizzata sul piano della cronaca, del complesso di Edipo teorizzato da Freud. La conflittualità con la figura paterna che, secondo Freud, si inscriveva in una precisa fase della crescita del bambino, se non risolta, può spingere un soggetto adulto a percepire incessantemente il padre come nemico, non tanto per ragioni concrete o specifiche richieste, ma per traumi passati mai elaborati. Freud rilevò, infatti, come il complesso edipico venisse risolto attraverso l'uccisione simbolica del padre. Se questo non accade, la crescita psicologica non è equilibrata, perché la non soluzione tiene in sospeso un'energia che tende a riproporre incessantemente il conflitto, fino a spingere, addirittura, il soggetto a mettere in atto, nel teatro della cronaca e della realtà, quanto non risolto simbolicamente. E dunque, a compiere un omicidio. Naturalmente si tratta di un caso limite, eppure l'ho riportato perché dimostra come eventi criminosi possano trovare la loro reale motivazione in fatti assolutamente slegati dalla capacità di intendere e di volere strettamente intesa, affondando le loro reali radici nella storia complessa del soggetto. Il quesito di legge con cui si incarica il perito psichiatra in corso di giudizio penale fa ancora riferimento soltanto a quei due parametri, riportando la psichiatria indietro di oltre un secolo, al tempo delle teorie lombrosiane. Lo psichiatra veronese Cesare Lombroso aveva sostenuto che il compimento di un delitto fosse in sé segno certo che il soggetto soffre di una malattia di mente, intesa, secondo le teorie dell'Ottocento, come una degenerazione. Precisamente, influenzato dagli studi di Morel, Lombroso intendeva il delitto come sintomo di una vera e propria alterazione anatomopatologica di aree cerebrali. E ne era a tal punto convinto da avere elaborato intensi studi di fisiognomica, atti a dimostrare come determinate caratteristiche del viso e del corpo risultassero utili per rilevare anomalie del cervello, che invece non era possibile guardare direttamente. Ecco, allora il concetto di degenerazione: in presenza di un atto criminoso, non poteva che esistere un'alterazione cerebrale che avrebbe tolto al soggetto la capacità, chiamata già da allora così, di intendere e di volere. Oggi nessuno più in psichiatria si sentirebbe di sostenere simili teorie, perché le scoperte degli ultimi decenni hanno davvero rivoluzionato il modo di pensare e studiare il cervello umano. Queste scoperte hanno reso più urgente la modificazione della normativa penale. Le richieste del giudice devono essere proporzionate, anche nel linguaggio, allo stato attuale delle conoscenze psichiatriche. Se il comportamento non è, dunque, riducibile alla sola volontà e intelligenza, vorremmo che il magistrato che chiede a noi il perché del comportamento criminoso, ci permettesse di valutarne tutte le componenti. Per questa ragione, quando vengo chiamato per una perizia, chiedo sempre la riformulazione del quesito, in modo che espressamente ampliata la premessa, "valutata la personalità del soggetto, tenuto conto delle condizioni ambientali in cui vive e in cui ha agito". Eppure il giudice non può omettere nel quesito la formulazione richiesta per legge sulla capacità di intendere e di volere, se sia ampiamente, grandemente o totalmente scemata. E' questo il punto che impone assolutamente una modifica. Nel richiedere, come io faccio, l'amplia premessa del giudice, mi assicuro una specie di legittimità per andare davanti alla Corte d'Assise cominciando a parlare della personalità del soggetto, svolgendo così pienamente la mia professione di psichiatra. Ma la difficoltà è quando, per concludere, devo ridurre la risposta finale al solo profilo delle capacità di intendere e di volere.


Sulla pericolosità sociale

A questo primo e fondamentale elemento di insoddisfazione ne aggiungo subito un altro, e cioè il modo in cui viene intesa, secondo il diritto penale, la cosiddetta pericolosità sociale. Il codice stabilisce, infatti, che, qualora un soggetto abbia commesso un reato ma, nel momento del fatto, fosse grandemente o totalmente incapace di intendere e di volere, egli non può essere condannato alla pena prevista per il reato, ma se si accerti che, comunque, costituisce un pericolo per la società, in quanto ci siano fondate ragioni di ritenere che commetterà nuovi fatti di reato, possono essergli applicate misure alternative. Quello che stupisce è che una simile facoltà sia ammessa solo se si sia concluso per la parziale o totale infermità di mente del soggetto. A questo proposito, infatti, nella formulazione del quesito al perito la richiesta di questo accertamento è subordinata alla risposta affermativa circa quel primo punto. Ne deriva l'impossibilità di parlare di pericolosità sociale in chi è capace di intendere e di volere. Anzi, se il perito, di fronte al giudice, concludesse che il soggetto è capace di intendere e di volere, ma anche pericoloso socialmente, sarebbe perseguibile per legge, in quanto avrebbe fatto un'osservazione non pertinente al caso, idonea a ledere i diritti dell'imputato stesso. Dunque, per il codice penale, la pericolosità sociale si lega soltanto alla malattia di mente. Questo è chiaramente inaccettabile dal punto di vista psichiatrico. Ritroviamo anche a questo proposito le influenze delle teorie ottocentesche: Cesare Lombroso, nel congresso di criminologia del 1905 in Belgio, era riuscito a far passare l'equazione delitto — malattia di mente. Se, sosteneva, il crimine è degenerazione mentale, dell'organo cervello, con tutta probabilità chi porta quell'anomalia riprodurrà in seguito il delitto. Pertanto, proseguiva Lombroso, la pena prevista per il singolo delitto, una volta scontata, lasciava libero il criminale di colpire ancora. Si auspicava così l'applicazione di ulteriori misure di sicurezza, esaurito il periodo fissato per la pena vera e propria. Questo retaggio antico ha tuttora lasciato i suoi riflessi in questo concetto di pericolosità sociale. Siamo passati dall'automatismo tra malattia e crimine, secondo Lombroso la circostanza era certa, a una presunzione da accertare di volta in volta. Credo non ci sia nessuno psichiatra che possa sostenere oggi una simile affermazione. Non solo da tutte le statistiche più recenti risulta falso che i malati di mente diano un grosso contributo a delitti gravi, per esempio all'omicidio, rispetto alla popolazione in generale. Inoltre, non è assolutamente dimostrabile che l'aggressività e la violenza siano un dato più specifico per i cosiddetti malati di mente, rispetto ai non malati di mente. Pertanto riteniamo che il giudice abbia ragione di domandare nella formulazione del quesito che si valuti la pericolosità sociale del soggetto, ma non ci sono motivi per cui la ricerchi nel solo caso di malattia di mente. Coordinando le due critiche mosse, de iure condendo, il conferimento della perizia dovrebbe articolarsi in questo modo: nel primo quesito chiedere che vengano analizzate tutte le componenti che hanno agito sulla personalità del soggetto, influenzandone il comportamento per cui si procede; nel secondo quesito che si sposta dal momento in cui fu commesso il fatto al presente, domandare che si accerti se il soggetto è pericoloso adesso. Solo in questo modo verrà garantita allo psichiatra la libertà necessaria a compiere pienamente il suo lavoro, valutando effettivamente il soggetto sotto la dimensione della pericolosità sociale, che rimane un quesito psichiatrico importante. Sempre gli psichiatri si chiedono, nel loro lavoro anche non giudiziario ma finalizzato alla terapia, se il paziente possa compiere gesti in qualche modo lesivi per la comunità o per se stesso. Però questo deve essere un quesito specifico e separato diverso dalla valutazione psicologica, in quanto impone di applicare una parte precisa del sapere psichiatrico, che riguarda il rapporto del soggetto con l'ambiente, ossia il campo privilegiato della psichiatria relazionale. Non si tratta più della valutazione del soggetto, ma ci chiediamo come quel soggetto interagisce con altri soggetti. Si può arrivare così ad affermare, per esempio, che esiste una pericolosità sociale del soggetto all'interno della famiglia, ma non verso l'esterno. Possiamo dunque formulare un giudizio di pericolosità nel non malato di mente, la pericolosità nel cosiddetto normale.


Giudici e psichiatria

La considerazione attuale da parte delle corti del lavoro psichiatrico è spesso inadeguata e talvolta persino disastrosa: in tribunale la psichiatria viene sovente strumentalizzata, e anzi accade che sia il magistrato a utilizzare lo psichiatra, non per uno specifico sapere, ma per una sorta di condivisione di un giudizio. Non è casuale, per esempio, che, in uno stesso processo, ci siano addirittura tre conclusioni psichiatriche, formulate rispettivamente dal medico chiamato dal Gip, da quello della difesa e da quello scelto dal pm. Così, anche a livello psichiatrico viene ripetuta quella sorta di conflittualità, tipica del diritto della difesa e dell'accusa, inscenando sul sapere psichiatrico una battaglia di teorie a seconda della posizione in cui si è stati chiamati. Al punto tale, che se gli psichiatri cambiassero ruolo, lo stesso psichiatra che prima aveva assunto una linea, per esempio difensiva, ne assume un'altra opposta. Certamente sto portando un caso estremo di un modo di agire che, di fatto, ha indotto la magistratura a un atteggiamento molto guardingo e di scarsissima fiducia negli psichiatri, nel risultato delle loro perizie. Tanto che spesso la richiesta di un consulente non viene fatta perché ritenuta utile al processo, ma perché, in qualche modo, rende meno gravosa la dura decisione del giudizio, che spetta, in ultima istanza, soltanto al magistrato. Ciò non toglie che sia assurdo che il giudice possa considerarsi peritus peritorum: in altre parole, se è certo che la sentenza spetti soltanto a lui, non per questo può interferire con la conclusione peritale. E precisamente, potrà scegliere se tenerne conto o meno, ma non disattendere la perizia nel suo contenuto finale. Altrimenti si arrogherebbe un sapere che non possiede, ragione esatta per cui chiama, nel processo, il perito a renderlo edotto sul punto. In pratica, questo significa che se, come è accaduto nel caso Maso, il soggetto deve essere considerato sano di mente, o comunque capace di intendere e di volere nel momento, del fatto, il magistrato non può fondare la propria decisione sul fatto che Maso sia seminfermo di mente. Può addurre qualsiasi altra motivazione alla sua sentenza, tranne questa. Altrimenti diventa un'offesa allo psichiatra e soprattutto alla psichiatria. Se la corte mi chiede: "come fa, professore, a concludere che è sano di mente, se ha ammazzato sua madre e suo padre per una eredità?", l'unica risposta che posso dare è chiedere al giudice: "se lei è già convinto di sapere, perché chiama me?". Non spetta al perito imporsi o proporsi, la legge espressamente dà questa facoltà al giudice per aiutarlo ad assumere gli elementi necessari a decidere. Ma, se questi decide di avere bisogno di una consulenza psichiatrica, deve, sul punto, attenersi alle conclusioni date dalla psichiatria. Alla fine potrà non tenerne conto, ma mai contraddirla. Perché, altrimenti, significa che chiama un esperto su ciò che lui, come giudice, non può sapere, essendo esperto di leggi, ma si arroga, infine, il diritto di discuterne, senza strumenti appropriati, la validità. Come ogni disciplina, la psichiatria ha conoscenze proprie che vanno rispettate, qualora la si chiami in causa. Al giudice rimane la libertà assoluta di scelta di lasciarla fuori. Mi preme sottolineare che non sto assolutamente sminuendo l'autorità dei giudici, tutt'altro. Ma lo psichiatra vuole essere una persona che, chiamata, abbia il diritto di usare la propria professionalità correttamente, applicando le tecniche e il sapere, propri della sua scienza, formulando una risposta, a cui il giudice potrà anche non dare attenzione, ma non può modificarla. Naturalmente, io faccio questo discorso dal punto di vista della psichiatria, ma credo che sia un assunto che si estenda a tutti gli aspetti peritali. Ma per la psichiatria la situazione è particolarmente delicata: si è infatti creata la convinzione che lo psichiatra entri nel processo senza contare nulla. Prova ne sono i compensi bassissimi — ragione per cui io ho lavorato gratuitamente —, le condizioni sfavorevoli, come la difficoltà di vedere il paziente, senza contare che il setting non è certo favorevole per poter fare un'analisi relazionale. Si tratta del carcere, non si può rinunciare alla presenza della guardia carceraria, a meno che uno non si assuma, per iscritto, la responsabilità di ciò che può succedergli. Ma il compito è, anche socialmente, molto importante. Per questo c'è da auspicare che la psichiatria acquisti lo spazio che le spetta rispetto al comportamento criminale, fino al punto da chiedersi se sia possibile che un giudice possa sancire una condanna senza avere raccolto dati tecnici sulla valutazione della personalità. Bisogna tuttavia che questo ruolo venga rivisto, cominciando a far sì che il quesito sia aderente al sapere psichiatrico, che lo psichiatra possa insomma agire secondo quella scienza e coscienza che non applica vedendo per due volte un carcerato assieme ai periti di parte, magari in condizioni dove non c'è neanche uno studio medico. Entrate in un carcere per una perizia psichiatrica e vi accorgete di qual è la considerazione dello psichiatra rispetto alle altre figure che hanno a che fare con il processo. Non chiedo certo che si provveda a fornire il lettino di Freud, ma lo psichiatra deve essere messo nelle condizioni di decidere come lavorare, seguendo i propri metodi per creare la relazione terapeutica o comunque di comprensione, altrettanto necessari al suo lavoro quanto un bisturi al chirurgo.


Domande e risposte

Può chiarire qual è il percorso più opportuno da seguire nell'analisi di una personalità?

Per capire un comportamento nella sua complessità, oggi la scienza psichiatrica dice che occorre analizzare tre componenti fondamentali: quella biologica, quella psicologica e quella ambientale. Sappiamo da tempo che la biologia influenza il comportamento, e per biologia noi intendiamo certamente la genetica, ovvero l'insieme dei messaggi trasmessi nei geni, che informano e condizionano il comportamento, ma anche il cervello. Uno psichiatra che voglia studiare il comportamento, di qualunque natura sia, deve dunque chiedersi: qual è la componente biologica in quel soggetto? Per esempio, si può procedere a rilevare l'assetto della mappa cromosomica: se, dall'esame, risulti che sono intervenute delle alterazioni, se ne approfondirà la natura. Riguardo alla funzionalità cerebrale, invece, si dispone di solito la risonanza magnetica nucleare, da preferire anche alla TAC. Se si riscontrassero sospetti di qualche alterazione si può procedere a una indagine più accurata, per singoli comparti. Esaurito l'aspetto biologico, si deve procedere all'analisi di quella che chiamiamo personalità di base. Si domanderà, a esempio, se si abbia di fronte un soggetto intro-verso o estroverso, se l'elaborazione delle esperienze sia di tipo depressiva, oppure tenda alla maniacalità. Tra le caratteristiche su cui soffermarsi un ruolo di grande rilevanza spetta al comportamento sessuale. Ci sono strumenti notevolissimi, oggi, per scandagliare non solo gli aspetti strutturali della personalità, ma anche queste componenti particolari. Compiuto anche l'accertamento sulla personalità, il perito dovrà studiare una terza componente rappresentata dall'ambiente in cui il soggetto agisce e quindi lo spazio, fisico ma soprattutto relazionale in cui è stato compiuto il fatto criminoso, considerando a esempio la famiglia, attraverso specifici test. Quindi oggi c'è una scienza psichiatrica che ha raggiunto una precisa convinzione su come portare l'analisi del comportamento e che ha stabilito molti strumenti utili. Per questo, dopo i primi colloqui orientativi con il soggetto, è bene che il perito o i periti possano decidere insieme quali esami è più opportuno fare nel caso specifico.

Quanto sono utili gli esami ematochimici al fine di valutare una personalità, e soprattutto, qual è il ruolo degli ormoni rispetto alla determinazione di un comportamento, per esempio violento o aggressivo?

Per la componente biologica ho fatto riferimento propriamente alle analisi del cervello, perché è la parte anatomica che più direttamente viene implicata nel comportamento. Tuttavia è certo che possiamo cogliere molti elementi utili per l'analisi attra-verso le valutazioni ematochimiche: la valutazione degli ormoni della sessualità. Su questo punto, infatti, vorrei sottolineare che la differenza tra l'apporto maschile e fem-minile nella criminalità è rilevantissimo: in Italia, la popolazione carceraria è media-mente formata dal 15% di sesso femminile, il resto sono maschi, anche se negli ultimi anni è assai cambiata la geografia dei reati. Io credo che questa proporzione sia destinata a cambiare molto, perché risente notevolmente della situazione culturale, e quindi di quelli che erano stati anche i ruoli che la donna e l'uomo avevano avuto in una so-cietà che adesso sta cambiando molto. Reati da cui le donne erano ritenute ‘immuni' sono ora in continuo aumento tra la popolazione femminile. Però non c'è dubbio che esami di laboratorio ematoclinici possano rivelarsi utili, quando mostrino alterazioni di qualche organo, spingendo pertanto il medico ad approfondirne cause e natura. Pertanto, quando c'è da valutare il perché di un comportamento che noi chia-miamo in questo caso malato, bisogna fare accertamenti biologici più accurati possi-bili, purché non ci si soffermi a questo solo, e uguale attenzione sia assicurata all'a-nalisi della personalità e a quella sull'ambiente.

Lei ha criticato il modo in cui la psichiatria è trattata nelle aule di giustizia. Però ha anche sottolineato che talvolta gli psichiatri si mettono a disposizione del gioco tra le parti. Come succede?

Ho certamente detto che talvolta il comportamento di singoli psichiatri è vergognoso, perché non usano professionalità verso il loro compito, esaurendo in due incontri la valutazione a cui sono chiamati. Tuttavia il lavoro, come già ho precisato, non viene agevolato. Al di là del luogo delle visite, il carcere, che ha regole rigidissime, è la considerazione finale del lavoro psichiatrico che viene troppo spesso disat-tesa dalla magistratura, vanificandone lo sforzo e la competenza. Se il giudice dispone una perizia psichiatrica, ritenendo questa scienza capace di fornire elementi utili sul soggetto che la corte non può ottenere da sé, deve necessariamente mostrare rispetto per il lavoro svolto. Porto a questo proposito un esempio molto semplice. Mi sono occupato del caso Carretta. In realtà eravamo in tre psichiatri, ciascuno lavorava per conto di un diverso soggetto, eppure siamo tutti arrivati a conclusioni comuni. Questo è un esempio chiarissimo di come tre psichiatri che decidano di svolgere seriamente il loro compito possono dal punto di vista clinico formulare una sola analisi. E questo perché si sono applicate le conoscenze della psichiatria e si è fatto di tutto perché le condizioni di lavoro fossero rispettate. Anche nel caso Maso, in cui lavoravo alla valutazione della personalità di tre ragazzi, ho dovuto battermi per questo. Li incontravo almeno tre volte la settimana. Quando, a un certo punto, il mio compito venne ostacolato dalla struttura carceraria, scrissi una lettera al magistrato, dicendo che o mi si metteva nelle condizioni di avere rispettato il mio setting, o rinunciavo al lavoro, per ragioni di etica professionale. Nel giro di quarantotto ore è stata messa a disposizione una stanza nel carcere, con uno spioncino che mettesse insieme la mia esigenza analitica con il dovere della guardia carceraria di essere presente. Queste pretese non sono capricci né manifestazioni di potere. Solo io, come psichiatra, so di che cosa c'è bisogno per studiare il comportamento. Pertanto, se un giudice mi chiama per fare questo, devo poterlo eseguire secondo professionalità. Bisogna arrivare a una condizione in cui gli psichiatri possano fare gli psichiatri. Allo stato attuale delle cose non è assolutamente facile. Ma, d'altra parte, non c'è nessuna soluzione diversa. Un altro tema molto dibattuto è se sia corretto affidare la valutazione di un soggetto a un singolo professionista, lo psichiatra, il cui parere condizionerà il giudice. In questa critica si propone di risolvere l'impasse, sostituendo al perito un centro o istituto autorizzato dallo Stato, in cui lavorino équipe. Questa è la strada seguita, per esempio, in America, dove funzionano centri per lo studio del comportamento altamente specializzati, in cui il magistrato manda l'imputato per un certo numero di giorni, trascorsi i quali si esprime una valutazione, di cui il giudice terrà conto.

Lei rileva un atteggiamento piuttosto diffidente da parte dei giudici nell'accettare che comportamenti criminosi, anche efferati, non siano in qualche modo legati alla follia?

E' necessario che la magistratura riesca a capire e accettare le scoperte delle scienze psicologiche riguardo al legame tra malattia e crimine, che non ha nulla a che fare con le teorie antiche di Lombroso. Purtroppo non sempre il giudice riesce a su-perare, culturalmente, quella specie di apparente buonsenso secondo cui certe azioni sono talmente terribili da non potere che sconfinare nella malattia. Lo studio dell'ambiente e della dimensione della personalità, come questa si vada sviluppando a confronto con determinate esperienze e traumi, hanno mostrato allo psichiatra come non si possa sempre ‘rifugiarsi' nel concetto di malattia di mente. Esiste il dramma anche dentro alla normalità. La capacità di intendere e di volere può essere integra, come nel caso Maso, eppure il soggetto compie ugualmente un omicidio. La categoria della follia non può essere utilizzata e questo disorienta. Vorrei fare un esempio attinto dalla storia. Quando ho cominciato a lavorare quarant'anni fa in manicomio, l'omosessualità era considerata una psicosi. Soltanto dal 1992 l'Organizzazione Mondiale della Sanità l'ha cancellata dall'elenco delle malat-tie, inserendola tra le caratteristiche della personalità. Anche la psichiatria è dunque in evoluzione. A questo la magistratura deve mostrarsi disponibile tutte le volte in cui, per chiarire un caso, chiede aiuto agli psichiatri.

Vittorino Andreoli


Nessun commento:

Posta un commento

Tutto quanto pubblicato in questo blog è coperto da copyright. E' quindi proibito riprodurre, copiare, utilizzare le fotografie e i testi senza il consenso dell'autore.

Archivio blog

Post più popolari ultimi 7 giorni

Questo BLOG non è una testata giornalistica: viene aggiornato con cadenza casuale e pertanto non è un prodotto editoriale (ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001) bensì un semplice archivio condiviso di idee e libere opinioni. Tutto ciò ai sensi dell'art.21 comma 1 della Costituzione Italiana che recita come: TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

Dissertazioni su Street Art, ne vogliamo parlare? A cura di Toti Clemente

Dissertazioni su Street Art, ne vogliamo parlare? A cura di Toti Clemente
Dissertazioni su Street Art. Ne vogliamo parlare?

Post più popolari dall'inizio

Lettori fissi

Visualizzazioni totali

Cagando todos somos iguales

Cagando todos somos iguales
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001

Un'immagine, un racconto

Un'immagine, un racconto
La fotografia è in genere un documento, la testimonianza di un ricordo che raffigura spesso persone e luoghi, ma talvolta può anche costituire lo spunto per fantasticare un viaggio ovvero per inventare un racconto e leggere con la fantasia l’apparenza visiva. (cliccando sopra la foto è possibile visionare il volume)

Etichette

"Sbankor" (2) 10 storie del Cavaliere (10) Abbate Ciccio (1) Abbate Lirio (2) Accolla Dario (1) Accorinti Renato (1) Adinolfi Massimo (1) Aforismi (18) Ai Weiwei (1) Aiosa Lorella (2) Al Capone (1) Alberton Mariachiara (1) Alfano Angelino (2) alias C215 (1) Alice ed Ellen Kessler (1) Alinari Luca (1) Allende Isabel (1) Allievi Stefano (1) Almerighi Mario (1) Amato Fabio (2) Amato Giuliano (2) Ambrosi Elisabetta (1) Amurri Sandra (1) Andreoli Vittorino (4) Andreotti Giulio (4) Andrews Geoff (1) Aneddoti (21) Angela (1) Angelo Rivoluzionario (1) Annunziata Lucia (2) Anselmi Tina (2) Anzalone Morena (1) Articoli (2029) articolo (9) ARVIS (2) Ascione Marco (1) Assange Julian (1) Assante Ernesto (2) Attias Luca (1) Augias Corrado (2) Autieri Daniele (1) Avedon Richard (1) Avveduto Virginia (1) B1 (2) Bachis Roberto (1) Baglioni Angelo (1) Bagnasco Angelo (1) Ballarò (1) Balocco Fabio (1) Banca d'Italia (31) Banche & Finanza (60) Baraggino Franz (1) Barbacetto Gianni (3) Barbareschi Luca (1) Barbera Davide (1) Barca Fabrizio (2) Barone Giacomo (1) Barra Francesca (1) Basile Gaetano (2) Bassi Franco (1) Basso Francesca (1) Battaglia Letizia (10) Battiato Franco (8) Battisti Lucio (1) BCE (1) Beccaria Antonella (1) Beha Oliviero (3) Bei Francesco (1) Belardelli Giovanni (1) Belardelli Giulia (3) Bellantoni Pietro (1) Beltramini Enrico (1) Bene Carmelo (1) Benedetti Carla (1) Benetazzo Eugenio (1) Benigni Roberto (1) Benincasa Giuseppe (1) Benni Stefano (35) Bergoglio Jorge Mario (2) Bergonzoni Alessandro (10) Berlinguer Bianca (1) Berlinguer Enrico (4) Berlusconi Silvio (17) Bernabei Ettore (1) Bersani Pierluigi (3) Bertini Carlo (1) Bertinotti Fausto (1) Bertolini Gregorio (2) Bertolucci Lionello (1) Biagi Enzo (26) Bianca Nascimento Gonçalves (1) Bianchi Enzo (1) Bianchini Eleonora (3) Bianchini Gabriella (1) Bianconi Giovanni (1) Bicocchi Silvano (5) Bignardi Daria (1) Bilderberg (1) Billeci Antonio (2) Billi Debora (1) Billitteri Daniele (1) Bindi Rosy (1) Bini Flavio (2) Biondani Paolo (1) Biscotto Carlo Antonio (1) Bisio Caludio (1) Biussy Nick (1) Bizzarri Sura (7) Blair Cherie (1) Bobbio Norberto (3) Bocca Giorgio (7) Bocca Riccardo (1) Bocconi Sergio (1) Boggi Paolo (1) Boldrini Laura (1) Bolzoni Attilio (2) Bongiorno Carmelo (3) Bongiorno Giulia (1) Bongiorno Mike (1) Bonini Carlo (1) Bonino Carlo (1) Bonino Emma (1) Borghi di Sicilia (1) Borromeo Beatrice (3) Borsellino Paolo (4) Borsellino Rita (1) Borsellino Salvatore (2) Bossi Umberto (2) Botti Antonella (1) Bowie David (1) Bozonnet Jean-Jacques (1) Bracconi Marco (4) Brambrilla Michele (1) Branduardi Angelo (2) Breda Marzio (1) Brera Guido Maria (1) Brusini Chiara (1) Bucaro Giuseppe (1) Buffett Warren (1) Buinadonna Sergio (1) Bukowski Charles (1) Buonanni Michele (1) Burioni Roberto (1) Busi Maria Luisa (1) Buttafuoco Pietrangelo (1) Buzzati Dino (1) Cacciari Massimo (3) Cacciatore Cristian (1) Cacioppo Giovanni (1) Calabresi Mario (4) Calabrò Maria Antonietta (1) Calderoli Roberto (1) Callari Francesco (1) Calvenzi Giovanna (1) Calzona Piero (1) Camilleri Andrea (25) Cammara Nuccia (2) Cammarata Diego (1) Campanile Achille (13) Campi Alessandro (1) Campofiorito Matteo (1) Cancellieri Anna Maria (3) Canfora Luciano (1) Canini Silvio (1) Cannatà Angelo (1) Cannavò Salvatore (3) Cantone Raffaele (1) Canzoni (19) Caponnetto Antonino (1) Caporale Antonello (4) Caprarica Antonio (4) Carbone Chiara (1) Carchedi Bruno (1) Carli Enzo (1) Carlisi Franco (2) Carmi Lisetta (1) Carminati Massimo (1) Carofiglio Gianrico (2) Carpenzano Emanuele (1) Caruso Cenzi (1) Casaleggio Gianroberto (1) Caselli Gian Carlo (5) Caselli Stefano (2) Caserta Sergio (1) Cassese Sabino (1) Castellana Giovanni (1) Castigliani Martina (1) Cat Stevens (1) Catalano Carmela (3) Catalano Massino (2) Catilina Lucio Sergio (1) Cavallaro Felice (2) cazzegio ma non tanto (1) Cazzullo Aldo (1) Ceccarelli Filippo (2) Cedrone Giovanni (1) Cei Enzo (1) Celentano Adriano (3) Celestini Ascanio (12) Celi Lia (1) Centro Paolo Borsellino (1) Cerami Gabriella (1) Cernigliaro Totò (1) Cerno Tommaso (1) Cerrito Florinda (3) Cetto La Qualunque (1) Change.Org (1) Chessa Pasquale (1) Chi controlla il controllore? (1) Chiarucci Giancarlo (1) Ciancimino Massimo (3) Ciancimino Vito (2) Ciccarello Elena (1) Cicconi Massi Lorenzo (1) Cicozzetti Giuseppe (1) Cimato Claudia (1) Cimò Valeria (1) Ciotti Luigi (1) Cipiciani Carlo (1) Cirino Mariano (1) Citelli Zino (1) Cito Francesco (4) Civati Giuseppe (1) Claudel Paul (1) Clemente Toti (2) Cocuzza Luigi (1) Colletti Giampaolo (1) Collini Pietro (1) Colombo Furio (4) Colombo Gherardo (6) Coltorti Fulvio (1) Conte Giuseppe (9) Conti Paolo (1) Copasir (1) Coppola Gerardo (11) copyright (1) Cordà Eliane (1) Cordero Franco (1) Cornaglia Carlo (2) Corsi Cristina (2) Corsini Daniele (29) Cortese Renato (1) Cosimi Simone (1) Costamagna Luisella (9) Covatta Giobbe (1) Covid 19 (7) Craxi Bettino (3) Crispi Maurizio (1) Crocetta Rosario (1) Crozza Maurizio (2) Curcio Antonio (3) Cuscunà Salvo (1) Custodero Alberto (1) Cusumano Antonino (1) Cuticchio Franco (1) Cuzzocrea Annalisa (1) d (1) D'alema Massimo (2) D'Alessandro Nicolò (2) D'Amato Daniele (1) D'Ambrosio Simone (2) D'Avanzo Giuseppe (11) D'Eramo Marco (1) D'Esposito Fabrizio (2) D'Orta Marcello (19) da altri blog (1486) Dacrema Pierangelo (1) Dalla Chiesa Carlo Alberto (1) Dalla Chiesa Nando (1) Dalla Lucio (1) Damilano Marco (6) Dandini Serena (1) Davigo Piercamillo (8) De Andrè Fabrizio (4) De Angelis Alessandro (1) De Angelis Attilio (1) De Bac Marcherita (1) De Bortoli Ferruccio (2) De Crescenzi Davide (8) De Crescenzo Luciano (24) De Crescenzo Paola (1) De Curtis Antonio (2) De Francesco Gian Maria (1) De Gasperi Alcide (1) De Gregori Francesco (2) De Gregorio Concita (3) De Luca Erri (2) De Luca Maria Novella (1) De Magistris Luigi (5) De Marchi Toni (1) De Masi Domenico (1) De Riccardis Sandro (1) De Sciciolo Cristiano (1) Deaglio Enrico (3) Dedalus (1) Del Bene Francesco (1) Del Corno Mauro (1) Dell'Utri Marcello (4) Della Valle Diego (1) Deneault Alain (1) Di Bartolo Marica (1) Di Battista Alessandro (1) Di Cori Modigliani Sergio (1) Di Domenico Marco (1) Di Donato Michele (1) Di Feo Gianluca (1) Di Giorgio Floriana (1) Di Maio Luigi (1) Di Matteo Antonino (6) Di Napoli Andrea (11) Di Nicola Primo (2) Di Nuoscio Enzo (3) Di Pietro Antonio (28) Di Romano Arianna (1) Di Stefano Jolanda Elettra (2) Di Stefano Paolo (1) Diamanti Ilvo (28) Didonna Donato (1) Discorsi (1) Documenti (115) Dominici Piero (1) Donadi Massimo (2) Donati Antonella (1) Dondero Mario (1) Dones Merid Elvira (1) Draghi Mario (11) Dusi Elena (1) Eco Umberto (2) Editoriali (1) Eduardo De Filippo (1) Educazione Finanziaria (4) Einstein Albert (1) Elio e Le Storie Tese (1) Email (24) Emanuello Daniele (1) Enigmistica (1) Erika Tomasicchio (1) Ernesto Bazan (2) Esopo (7) Esposito Antonio (1) essec (600) Etica e società (1) Eugenia Romanelli (1) Evangelista Valerio (1) Evita Cidni (3) Ezio Bosso (1) Fabozzi Andrea (1) Fabri Fibra (1) Facchini Martini Giulia (1) Facci Filippo (1) Facebook (28) Falcone Giovanni (5) Falcone Michele (1) Faletti Giorgio (1) Famiglie Arcobaleno (6) Famularo Massimo (1) Fantauzzi Paolo (1) Faraci Francesco (1) Faraone Davide (1) Farinella Paolo (7) Fatucchi Marzio (1) Fava Giuseppe (1) Favale Mauro (1) Favole (11) Fazio Antonio (1) Federica Radice Fossati Confalonieri (1) Federico Vender (2) Fedro (6) Feltri Stefano (6) Feltri Vittorio (1) Ferla Giuseppe (1) Ferrandelli Fabrizio (2) Ferrara Gianluca (1) Ferrara Roberta (1) Ferrarella Luigi (1) Ferro Ornella (2) FIAT (1) Ficocelli Sara (2) Fierro Enrico (2) Filastrocche (1) Finanza (2) Fini Gianfranco (5) Fini Massimo (348) Fiorio Giorgia (1) Fittipaldi Emiliano (2) Flaiano Ennio (1) Flores d'Arcais Paolo (7) Floris Giovanni (2) Flusser Vilem (1) Fo Dario (3) Foà Arnoldo (1) Fontanarosa Aldo (1) Fontcuberta Joan (2) Forleo Maria Clementina (1) Formigli Enrico (1) Fornaro Placido Antonino (1) Fotogazzeggiando (1) Fotografia (336) Franceschini Dario (2) Franceschini Enrico (3) Franceschini Renata (1) Franco Luigi (1) Frangini Sara (1) Fraschilla Antonio (1) Friedman Alan (1) Fruttero Carlo (1) Fruttero e Lucentini (1) Furnari Angelo (1) Fusaro Diego (3) Gaarder Jostein (2) Gab Loter (1) Gabanelli Milena (5) Gaber Giorgio (11) Gaglio Massimiliano (1) Gaita Luisiana (1) Galantino Nunzio (1) Galeazzi Lorenzo (1) Galici Marina (2) Galimberti Umberto (10) Galli della Loggia Ernesto (1) Galligani Mauro (1) Gallo Andrea (2) Gallo Domenico (1) Garbo Rosellina (1) Garcin Gilbert (1) Garibaldi Giuseppe (1) Gasparri Maurizio (1) Gattuso Marco (1) Gaudenzi Daniela (3) Gawronski PierGiorgio (2) Gebbia Totò (1) Gelmini Mariastella (2) Genovesi Enrico (3) Gentile Tony (1) georgiamada (1) Gerbasi Giuseppe (3) Gerino Claudio (1) Ghedini Niccolò (2) Giampà Domenico (1) Giamporcaro Concetta (1) Gianguzzi Rosalinda (1) Giannelli (1) Giannini Massimo (31) Giannone Eugenio (1) Giannuli Aldo (3) Giaramidaro Nino (9) Gilardi Ando (1) Gilioli Alessandro (5) Gino e Michele (2) Ginori Anais (1) Giordano Lucio (1) Giordano Paolo (1) Giuè Rosario (1) Giuffrida Roberta (1) Giulietti Beppe (1) Gomez Peter (24) Gonzalez Silvia (1) Google (1) Gotor Miguel (1) Graffiti (2) Gramellini Massimo (9) Granata Fabio (3) Grancagnolo Alessio (1) Grassadonia Marilena (2) Gratteri Nicola (1) Greco Francesco (3) Greco Valentina (1) Grillo Beppe (45) Grimoldi Mauro (1) Grossi Alberto (1) Gruber Lilli (1) Gualerzi Valerio (1) Guémy Christian (1) Guerri Giordano Bruno (3) Gump Forrest (2) Gusatto Lara (1) Guzzanti Corrado (10) Guzzanti Paolo (4) Guzzanti Sabina (1) Hallen Woody (1) Harari Guido (1) Herranz Victoria (1) Hikmet Nazim (1) Hitler Adolf (1) Horvat Frank (1) Hutter Paolo (1) IA (2) Iacchetti Enzo (1) Iacona Riccardo (1) Iannaccone Sandro (1) Idem Josefa (1) IDV - Italia dei Valori (23) Il Ghigno (2) Il significato delle parole (5) Imperatore Vincenzo (4) Imprudente C. (1) Ingroia Antonio (4) Innocenti Simone (1) Invisi Guglielmo (1) Ioan Claudia (1) Iori Vanna (1) Iossa Mariolina (1) Iotti Nilde (1) Iovine Sandro (1) ITC Francesco Crispi (2) Iurillo Vincenzo (1) Jarrett Keith (1) Jodice Mimmo (1) Jop Toni (1) Joppolo Francesca (1) Julia Jiulio (1) Kashgar (1) Kipling Rudyard (1) Kleon Austin (1) L'Angolino (6) L'apprendista libraio (1) L'Ideota (1) La Delfa Giuseppina (1) La Grua Giuseppe (1) La Licata Francesco (2) La Rocca Margherita (1) La Rosa Dario (1) LAD (Laboratorio Arti Digitali) - Palermo (1) Lana Alessio (1) Lannino Franco (2) Lannutti Elio (1) Lannutti Wlio (1) Lanzetta Maria Carmela (1) Lanzi Gabriele (1) Laurenzi Laura (1) Lauria Attilio (2) Lavezzi Francesco (1) Le Formiche Elettriche (19) Le Gru (3) Leanza Enzo Gabriele (1) Lectio Magistralis (1) Lella's Space (1) Lenin (1) Lerner Gad (1) Letta Enrico (3) Letta Gianni (1) Levi Montalcini Rita (1) Lezioni (3) Li Castri Roberto (1) Li Vigni Monica (1) Licandro Orazio (1) Licciardello Silvana (1) Lido Fondachello (1) Lillo Marco (14) Limiti Stefania (1) Lingiardi Vittorio (1) Littizzetto Luciana (8) Liucci Raffaele (1) Liuzzi Emiliano (3) Livini Ettore (1) Lo Bianco Giuseppe (2) Lo Bianco Lucia (1) Lo Piccolo Filippo (1) Lodato Saverio (8) Lolli Claudio (1) Longo Alessandra (1) Lorenzini Antonio (8) Lorenzo dè Medici (2) Loy Guglielmo (1) Lucarelli Carlo (1) Lucci Enrico (1) Lungaretti Celso (1) Luongo Patrizia (1) Luporini Sandro (7) Lussana Carolina (1) Luttazi Daniele (3) M5S (2) Mackinson Thomas (3) Magris Claudio (1) Maier Vivian (1) Maiorana Marco Fato (1) Maltese Curzio (22) Manca Daniele (1) Manfredi Alessia (1) Manna Francesco (1) Mannheimer Renato (1) Mannoia Fiorella (2) Manzi Alberto (1) Maraini Dacia (2) Maratona di Palermo (7) Maratona di Palermo 2023 (1) Marcelli Fabio (1) Marchetti Ugo (1) Marchionne Sergio (3) Marcoaldi Franco (1) Marconi Mario (1) Marcorè Neri (1) Marenostrum (1) Marino Ignazio (2) Marra Wanda (3) Marro Enrico (1) Martelli Claudio (4) Martini Carlo Maria (2) Martorana Gaetano (5) Marzano Michela (2) Mascali Antonella (2) Mascheroni Luigi (1) Masi Mauro (1) Massarenti Armando (4) Massimino Eletta (1) Mastella Clemente (1) Mastropaolo Alfio (1) Mattarella Sergio (2) Mauri Ilaria (1) Maurizi Stefania (1) Mauro Ezio (22) Mautino Beatrice (1) Max Serradifalco (1) Mazza Donatella (1) Mazzarella Roberto (1) Mazzella Luigi (1) Mazzola Barbara (2) Mazzucato Mariana (1) McCurry Steve (1) Meletti Giorgio (3) Meli Elena (1) Mello Federico (4) Melloni Mario (3) Meloni Giorgia (1) Menichini Stefano (1) Mentana Enrico (3) Merella Pasquale (1) Merico Chiara (1) Merkel Angela (1) Merlino Simona (1) Merlo Francesco (5) Messina Ignazio (1) Messina Sebastiano (3) Mesurati Marco (1) Milella Liana (2) Milla Cristiana (1) Mincuzzi Angelo (1) Mineo Corradino (2) Minnella Liana (1) Minnella Melo (1) Mogavero Domenico (2) Molteni Wainer (1) Monastra Antonella (1) Montanari Maurizio (1) Montanari Tomaso (2) Montanelli Indro (8) Montefiori Stefano (2) Monti Mario (7) Moore Michael (1) Mora Miguel (2) Morelli Giulia (1) Moretti Nanni (1) Moro Aldo (6) Mosca Giuditta (1) Munafò Mauro (1) Murgia Michela (1) Musolino Lucio (1) Mussolini Benito (4) Myanmar (1) Napoleoni Loretta (1) Napoli Angela (1) Napolitano Giorgio (10) Narratori e Umoristi (267) Nemo's (1) Nicoli Sara (6) Nietzsche Friedrich (2) Norwood Robin (1) Notarianni Aurora (1) Nuzzi Gianluigi (4) Obama Barak (4) Oian Daniele (1) Oliva Alfredo (1) Onorevoli e .... (282) Oppes Alessandro (1) Orlando Leoluca (5) Ottolina Paolo (1) P.T. (6) Pace Federico (2) Padellaro Antonio (32) Padre Georg Sporschill (1) Pagliai Giovanni (1) Pagliaro Beniamino (1) Pagnoncelli Nando (1) Palazzotto Gery (1) Palminteri Igor (1) Palombi Marco (2) Panebianco Angelo (1) Panizza Ghizzi Alberto (1) Pannella Marco (1) Pansa Giampaolo (3) Papa Bergoglio (2) Papa Francesco (1) Papa Roncalli (2) Pappalardo Pippo (34) Paragone Gianluigi (1) Parise Goffredo (1) Parisi Francesco (1) Parisi Giorgio (1) Parlagreco Salvatore (5) Pasolini Caterina (1) Pasolini Pierpaolo (1) Pasqualino Lia (1) Passaparola (84) Peccarisi Cesare (1) Pellegrini Edoardo (1) Pellegrino Gianluigi (1) Pellizzetti Pierfranco (9) Penelope Nunzia (1) Pericle (1) Personaggi (7) Pertini Sandro (1) Petizioni (1) Petraloro Vito (1) Petrella Louis (1) Petretto Francesca (1) Petrini Diego (1) Petrolini Ettore (4) Piana degli Albanesi (1) Picciuto Salvatore (1) Piccolo Francesco (5) Pignatone Giuseppe (1) Piketty Thomas (2) Pillitteri Nino (2) Pini Massimo (4) Pini Valeria (2) Pink Floyd (2) Pino Sunseri (1) Pinotti Ferruccio (1) Pipitone Giuseppe (5) Pisanu Giuseppe (1) Pitta Francesca (1) Pitti Luca (1) Pivano Fernanda (1) Poesia (39) Politi Marco (2) politica (41) Polito Antonio (1) Pomi Simone (4) Pomicino Paolo Cirino (1) Pompei (1) Popolo Viola (1) Porro Nicola (1) Porrovecchio Rino (2) Portanova Mario (1) Pretini Diego (1) Prezzolini Giuseppe (1) Prodi Romano (3) Puppato Laura (1) Purgatori Andrea (1) Quagliarello Gaetano (1) Querzè Rita (1) Quinto Celestino (1) Raiperunanotte (1) Rajastan (1) Rame Franca (1) Rampini Federico (13) Randazzo Alessia (1) Ranieri Daniela (1) Ranucci Sigfrido (1) Ravello (1) Recalcati Massimo (2) Recensioni (86) Referendum (2) Reguitti Elisabetta (2) Reina Davide (1) Remuzzi Giuseppe (1) Renzi Matteo (12) Report (2) reportage (1) Reportage siciliano (4) Reski Petra (2) Retico Alessandra (1) Reuscher Costance (1) Revelli Marco (1) Riboud Marc (1) Ricci Maurizio (1) Ricciardi Raffaele (1) Rijtano Rosita (1) Riondino David (4) Riva Gloria (1) Rizza Sandra (2) Rizzo Marzia (1) Rizzo Sergio (9) Rizzoli Angelo (1) Roberti Franco (2) Roccuzzo Antonio (1) Rodari Gianni (3) Rodotà Maria Laura (1) Rodotà Stefano (6) Roiter Fulvio (1) Romagnoli Gabriele (1) Rosalio (1) Rosselli Elena (1) Rossi Enrico (1) Rossi Guido (1) Rossi Paolo (1) Rosso Umberto (1) Ruccia Gisella (1) Rusconi Gianni (1) Russo Stefano (1) Rutigliano Gianvito (2) Ruvolo Mariastella (1) Sacconi Maurizio (2) Safina Arturo (1) Saggistica (134) Saglietti Ivo (1) Said Shukri (1) sallusti Alessandro (1) Salvati Michele (1) Sander August (1) Sannino Conchita (1) Sansa Ferruccio (3) Sansonetti Stefano (1) Santamaria Marcello (1) Santarpia Valentina (1) Santoro Michele (6) Sardo Alessandro (1) Sargentini Monica Ricci (1) Sartori Giovanni (9) Sasso Cinzia (1) Sava Lia (1) Savagnone Fabio (1) Savagnone Giuseppe (1) Saviano Roberto (12) Savoca Tobia (7) Savona Paolo (1) Scacciavillani Fabio (1) Scaglia Enrico (1) Scalfari Eugenio (33) Scalzi Andrea (1) Scanzi Andrea (9) Scarafia Sara (1) Scarpinato Roberto (10) Schillaci Angelo (1) Scianna Ferdinando (12) Sciascia Carlo Roberto (1) Scorza Guido (2) Scuola (2) Scurati Antonio (1) Segre Liliana (1) Sellerio Enzo (3) Serra Michele (14) Serra Michele R. (1) Serradifalco Massimiliano (1) Severgnini Beppe (12) Sgroi Fabio (3) Shopenhauer Arthur (1) Shultz (1) Sicilcassa (2) SID (1) Sidari Daniela (3) Sideri Massimo (2) Siena (2) Signorelli Amalia (1) Siino Tony (1) Silena Lambertini (1) Simonelli Giorgio (2) Sisto Davide (1) Slide show (66) Smargiassi Michele (3) Snoopy (1) Socrate (1) Soffici Caterina (1) Sofri Adriano (1) Sollima Giovanni (1) Sommatino Francesca (2) Soth Alec (1) Sparacino Tiziana (1) Spencer Tunick (1) Spicola Mila (3) Spielberg Steven (1) Spinelli Barbara (6) Spinicci Paolo (1) Sport (1) Springsteen Bruce (4) Staino Sergio (1) Stasi Davide (1) Stella Gian Antonio (10) Stepchild adoption (1) Stille Alexander (2) Stone Oliver (1) Storie comuni (6) Strada Gino (1) Strano Roberto (1) street art (11) Studio Seffer (1) Superbonus (1) Sylos Labini Francesco (1) Szymborska Wislawa (1) T.S. (1) Tafanus (1) Taormina Carlo (1) Tarantino Nella (1) Tarquini Andrea (2) Tartaglia Roberto (1) Tava Raffaella (1) Taverna Paola (1) Tecce Carlo (4) Telese Luca (7) Temi (4) Terzani Tiziano (4) Tholozan Isabella (1) Tinti Bruno (16) Tito Claudio (2) Tocci Walter (1) Tomasi di Lampedusa Giuseppe (1) Tomasoni Diego (2) Tonacci Fabio (1) Toniolo Maria Gigliola (1) Toniutti Tiziano (2) Tornatore Giuseppe (1) Torresani Giancarlo (9) Torsello Emilio Fabio (2) Tortora Francesco (3) Totò (3) Trailer (1) Tramonte Pietro (1) Travaglio Marco (252) Tremonti Giulio (2) Tribuzio Pasquale (5) Trilussa (15) Troja Tony (1) Trump Donald (1) Truzzi Silvia (8) TT&P (1) Tundo Andrea (1) Turati Giuseppe (1) Turco Susanna (1) Turrini Davide (1) Twain Mark (1) U2 (1) UIF - Unione Italiana Fotoamatori (4) Usi ed Abusi (8) Valesini Simone (1) Valkenet Paulina (1) Vandenberghe Dirk (1) Vannucci Alberto (1) Varie (109) Vauro Senesi (3) Vazquez Luisa (3) Vecchi Davide (9) Vecchio Concetto (3) Veltroni Walter (3) Vendola Niki (3) Venturini Marco (1) Verderami Francesco (1) Verdini Denis (3) Vergassola Dario (4) Verrecchia Serena (1) Viale Guido (1) Video (104) Villaggio Paolo (6) Violante Luciano (2) Viroli Maurizio (3) Visetti Giampaolo (1) Vita Daniele (1) Vittorini Elio (1) Viviano Francesco (2) Vivirito Cettina (1) Volàno Giulio (1) Vulpi Daniele (1) Vultaggio Giuseppe (1) Walters Simon (1) Weinberger Matt (1) Wenders Wim (2) Wikipedia (20) Wilde Oscar (3) WWF (1) www.toticlemente.it (4) You Tube (97) Yourcenar Margherite (1) Zaccagnini Adriano (1) Zaccagnini Benigno (1) Zagrebelsky Gustavo (9) Zambardino Vittorio (1) Zanardo Lorella (1) Zanca Paola (1) Zecchin Franco (2) Zucconi Vittorio (3) Zucman Gabriel (1) Zunino Corrado (1)

COOKIES e PRIVACY Attenzione!

Si avvisano i visitatori che questo sito utilizza dei cookies per fornire servizi ed effettuare analisi statistiche anonime. E’ possibile trovare maggiori informazioni all’indirizzo della Privacy Policy di Automattic: http://automattic.com/privacy/ Continuando la navigazione in questo sito, si acconsente all’uso di tali cookies. In alternativa è possibile rifiutare tutti i cookies cambiando le impostazioni del proprio browser.

Monte Pellegrino visto da casa natia di Acqua dei Corsari

Monte Pellegrino visto da casa natia di Acqua dei Corsari

Collaboratori

Calcolo Devalutazione Monetaria