Una
delle frasi più efficaci per indisporre in un'argomentazione chi, arroccandosi a
un suo modo di vedere e che non fa alcun passo avanti per alimentare il
dibattito, è quello di mediare per cercare di chiudere la discussione, esortando
anche gli altri a pronunciare la fatidica frase: “digli che ha ragione”. Apriti
cielo, di regola ne segue un pandemonio.
Ripetuta
però, questa tecnica diventa un metodo infallibile per indurre alla ragione e ridurre o eliminare a monte
possibili confronti inconcludenti, quasi sempre per la scarsa malleabilità dei
soggetti abituati a essere solo ascoltati, abituati a non avere alcun
contraddittorio.
A certuni,
peraltro, non balena mai l’idea di verificare se l’occasionale platea condivide
le opinioni espresse o, quanto meno, le teorie che tendono ad avvitarsi su
presupposti giammai dimostrati ma esclusivamente basati su un personale punto
di vista.
Reminiscenze
scolastiche rievocano dalla memoria certi professori inutili che si parlavano
addosso, che si avvolgevano in noiosi monologhi che lasciavano esclusa gran parte
degli allievi. Di questi soggetti me ne ricordo fortunatamente solo alcuni,
poiché la nostra mente ha buoni anticorpi e tende a rimuovere sempre dalla
memoria quello che è “il superfluo”.
Di
contro ricordiamo tutti gli arricchimenti procurati da quelli che hanno
costituito delle luci nell’evoluzione lenta del nostro pensiero.
In
questo caso affiorano tanti personaggi, molti aneddoti, una folla di “maestri”
che, ciascuno per ogni campo specialistico e a prescindere dal livello
culturale intrinseco – inteso come preparazione scolastica di base – hanno
saputo regalare mattoncini costruttivi, in un percorso di vita. Nel nostro
ambito sociale circolano molte capre laureate, asini di razza dotati però di
attestati e diplomi (non di asinità ovviamente). Particolare clamore fece un
tempo la laurea del “Trota” conseguita in Albania. Ma anche in casa nostra non
si è scherzato tanto, quando si è aperto a mini lauree finalizzate
esclusivamente a innalzamenti di carriera, per lucrare soltanto.
Come
ebbero a dire o ancora ci dicono molti di questi personaggi che annoveriamo fra
le stelle che orientano nel percorso di vita, la vera scuola è il mondo e non
si finisce mai di apprendere perché è in esso le aule sono sempre aperte a una didattica senza fine. In genere non si ha nulla di
assolutamente nuovo da insegnare, non c'è nulla che non sia stato già detto, fatto o solo accennato da
qualcun altro prima.
In ogni caso, per chi vuole continuare a crescere, il ruolo delle parti necessita – e da entrambi i versanti – che ci sia ovviamente onestà intellettuale, ma anche un’educazione propensa all’ascolto e una chiarezza espositiva nel declinare le proprie tesi. La concettualizzazione e la sintesi costituiscono poi solo delle logiche conseguenze.
In ogni caso, per chi vuole continuare a crescere, il ruolo delle parti necessita – e da entrambi i versanti – che ci sia ovviamente onestà intellettuale, ma anche un’educazione propensa all’ascolto e una chiarezza espositiva nel declinare le proprie tesi. La concettualizzazione e la sintesi costituiscono poi solo delle logiche conseguenze.
Le
tante citazioni che spesso infiocchettano i discorsi possono essere spunti o
soltanto dei vezzi, per approfondire magari più i
temi o per abbellire il discorso, ma non devono mai essere subiti da chi ascolta come armi emarginanti.
Un
concetto, se si ha ben chiaro, può essere espresso usando termini semplici e
comprensibili, se lo scopo dell’oratore è veramente quello di voler far
intendere ciò che vuol dire.
Ritornando
all’inizio di questo scritto e per concludere, assicuro che la tecnica dell’indurre
anche gli altri a pronunciare le parole “digli che ha ragione” è sperimentata, efficace
e funziona sempre.
Vedrete
che dopo un paio di volte certuni avvezzi, almeno in vostra presenza,
eviteranno d’incaponirsi ostinatamente nelle loro tesi e nel voler convincere ad
ogni costo, per non correre il rischio di essere “mediati” con quelle parole
che li fanno imbufalire per davvero.
Un'altra delle frasi che tendono a disarmare un interlocutore agguerrito che minaccia pure di scrivere e non si sa a chi è anche questa: "scrivi, scrivi e ...... quando poi hai tempo leggi" ...... ma questa è un'altra storia.
Un'altra delle frasi che tendono a disarmare un interlocutore agguerrito che minaccia pure di scrivere e non si sa a chi è anche questa: "scrivi, scrivi e ...... quando poi hai tempo leggi" ...... ma questa è un'altra storia.
Buona
luce a tutti!
© Essec
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