Il Presidente della Repubblica ha proposto al Parlamento di adottare un’amnistia e un indulto.
Per svuotare le carceri, cosa necessaria perché la Cedu ha detto che
l’eccessivo affollamento carcerario equivale a “tortura”. Napolitano ha
spiegato che occorrono interventi strutturali (proposti da anni e mai
nemmeno arrivati allo stadio di progetto) e straordinari, appunto
amnistia e indulto.
Sono proposte sbagliate e motivate tendenziosamente
Non è vero che l’Italia ha troppi detenuti. Secondo
l’Istat (dicembre 2012) ce ne sono 112,6 ogni 100 mila abitanti, contro
una media europea di 127,7. È vero invece che in Italia ci sono poche
carceri. Con 47.500 posti siamo ultimi in Europa. Il “piano carceri”
garantisce 10 mila posti in più nell’arco (dicono) di 3 anni: una
miseria.
Non è vero che l’amnistia sgombrerebbe le carceri. A
meno di non prevedere un’amnistia per reati puniti con pene superiori a
10 anni (rapine, violenze sessuali, traffico di droga, omicidi colposi
di particolare gravità etc), quelli oggetto di un’amnistia “normale”
(quelle emanate in passato si “limitavano” ai reati puniti fino a 3,4, 5
anni) sono reati per cui nessuno va in carcere.
Sospensione della pena e arresti domiciliari garantiscono impunità alla maggioranza dei delinquenti:
l’amnistia li convincerebbe sempre più che, nel nostro Paese,
delinquere conviene. L’indulto le svuoterebbe certamente perché si
applica a qualsiasi pena derivante da qualsiasi reato. Un delinquente
può essere stato condannato a 4 anni, averne scontato uno, gliene
restano 3, esce con la benedizione di Napolitano. Tutti quelli che
devono scontare pene inferiori a 3 anni sarebbero scarcerati. Con quanta
soddisfazione dei rapinati, violentati, truffati, inquinati, ammazzati
(i familiari, in questo caso) è facile immaginare. Non solo. Come tutti
sanno ma non dicono, la maggior parte degli indultati rientra in carcere
nel giro di qualche mese.
Quindi l’indulto è il classico placebo. Sollievo
momentaneo, recrudescenza della malattia. Per restare in termini,
blocchiamo la procedura Cedu (ci ha dato tempo fino al maggio 2014) e
fra un paio d’anni ne riparliamo. Esattamente come negli ultimi 50 anni.
Sembra il solito teatrino: soluzioni apparenti per passare il
fiammifero acceso a chi verrà.
Ma qui c’è un problema per cui occorre (secondo Napolitano &C) una soluzione vera.
Che ne facciamo del delinquente B., condannato a 4 anni, di cui “solo” 3
coperti dal condono (quello del 2006, adottato con la medesima
motivazione, svuotare le carceri)? La grazia non si può, la prigione,
gli arresti domiciliari, i lavori socialmente utili nemmeno. Allora
amnistia e indulto; e chi se ne frega se l’Italia sarà invasa da circa
25.000 delinquenti che, con soldi e fatica, erano stati finalmente
ficcati in galera. B. ne beneficerà. E la sua agibilità politica
garantita. Garantita? Forse sì.
L’amnistia estingue il reato; come non fosse successo niente, abbiamo scherzato.
A questo punto il coro unanime: B. non deve essere dichiarato decaduto,
non c’è condanna, manca il presupposto per applicare la legge Severino.
Probabilmente un non senso giuridico; ma c’è materia per discuterne un
paio d’anni. Quanto all’indulto, vero che estingue la pena e lascia
intatto il reato. Come dire, B. resta conclamato delinquente. Ma,
siccome Ghedini & C. sostengono che la decadenza è un effetto penale
della condanna (non è vero ma loro lo strillano molto forte),
potrebbero arrivare a sostenere che anch’essa è coperta dall’indulto. E
anche qui, prima di arrivare a una decisione, passerebbe un sacco di
tempo.
Presidente, guardi che abbiamo capito.
Bruno Tinti (Jack's Blog - Il Fatto Quotidiano, 11 ottobre 2013)
Nessun commento:
Posta un commento
Tutto quanto pubblicato in questo blog è coperto da copyright. E' quindi proibito riprodurre, copiare, utilizzare le fotografie e i testi senza il consenso dell'autore.