Un simpatico buontempone che scrive sull’Unità,
Massimo Adinolfi, che risulta laureato in Filosofia e professore
associato all’Università di Cassino, mi dedica un articolo intitolato
“Morale un po’ reazionaria” [CLICCA QUI].
Non gli è piaciuto affatto un argomento da me usato contro l’amnistia e
l’indulto proposti da Sua Maestà Giorgio Napolitano: quello che “chi ha
sbagliato deve pagare”. Un principio che, osserva il noto filosofo
citando l’incolpevole Walter Benjamin, è sintomo di un “ruvido e
inflessibile senso di giustizia” che “si tiene” in un tutt’uno “con la
vendetta”, contro il “senso di umanità e rispetto della dignità della
persona”.
Se fosse solo Adinolfi, non meriterebbe neppure di perdere tempo per
rispondergli. Ma la disgraziata sinistra italiana, la peggiore del
mondo, è piena di Adinolfi convinti che il principio “chi sbaglia paga”
sia roba fascista. “Morale reazionaria”. Il pover’uomo forse ignora che
il principio “chi sbaglia paga” è la base di ogni morale, punto,
senz’aggettivi. Si chiama etica della responsabilità. Che, in campo
penale, si traduce in “certezza della pena”. Ciascuno, quando compie
un’azione, deve sapere a quali conseguenze va incontro. Se quell’azione è
un delitto, c’è un Codice penale che l’avverte della sanzione che gli
toccherà. E la sanzione, per essere efficace (“deterrente”, se non è
troppo reazionario il concetto), dev’essere poi irrogata. Altrimenti, se
uno sa che una cosa è vietata ma, facendola, non gli succede niente, o è
virtuoso per natura, oppure la fa. Per impeto, per interesse, per
abitudine. Solo così lo Stato può arrogarsi il diritto di amministrare
la giustizia al posto dei singoli cittadini che subiscono un torto:
altrimenti ciascuno si fa giustizia da sé e quella sì che è giustizia di
piazza, un po’ anzi molto reazionaria e “giustizialista”.
Sono concetti elementari che potrebbe capire anche un Adinolfi
qualsiasi, se la sinistra italiana fosse dominata da culture
democratiche dotate di un minimo senso dello Stato: invece è anch’essa,
come questa destra, figlia di culture autoritarie (togliattismo) e
impunitarie (craxismo, cattocomunismo, lottacontinuismo e gruppettarismo
anni 70) che non hanno mai introiettato il principio di legalità (la
legge è uguale per tutti) e l’etica della responsabilità (non a caso il
cattolicesimo liberale di De Gasperi ed Einaudi o “democratico” di
Dossetti, e l’azionismo dei Galante Garrone, Mila, Firpo e Sylos Labini
sono sempre rimasti in minoranza). Sono queste culture dominanti a
sinistra, oltreché i politici ricattati o ricattabili, che Berlusconi
deve ringraziare se da 20 anni lo lasciano scorrazzare indisturbato
sulle spoglie della nostra democrazia. Non è un caso se la sinistra
nominò Del Turco presidente dell’Antimafia, Boato relatore sulla
Giustizia in Bicamerale, Manconi sottosegretario alla Giustizia, Buemi
estensore dell’indulto 2006, ri-Manconi scriba del colpo di spugna
prossimo venturo.
Il fatto poi che abbiamo osato scrivere
che l’indulto, proposto da Napolitano sulla falsariga di quello del
2006, si applicherà anche a B., sbugiardando chiunque lo neghi, è per
Adinolfi il sintomo di un’ossessione malata: “Travaglio sarebbe in grado
di tirare in ballo Berlusconi anche in caso di collisione di un
meteorite sulla Terra: tutti scappano, vuoi vedere che il meteorite è
precipitato per consentire a Berlusconi di farla franca?”. Forse lo
spiritoso filosofo in questi vent’anni è stato su Saturno e non ha
potuto assistere ai continui salvataggi di B. da parte dei suoi, ma
anche della cosiddetta sinistra. Che, lo ricordo, è tuttora al governo
con lui. In ogni caso, invece di cianciare di Benjamin e di meteoriti,
questi Kant de noantri potrebbero spendere poche righe per spiegarci una
cosa molto semplice: per quale strano motivo l’indulto del 2006 si
applicava a B. e invece quello gemello in cantiere ora non si
applicherebbe a B. È un concetto piuttosto elementare: se indulto
A=indulto B, Berlusconi la sfanga anche stavolta. Forza, Adinolfi, ce la
puoi fare anche tu.
Marco Travaglio (Jack's Blog - Il Fatto Quotidiano. 11 ottobre 2013)
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