La Commissione Giustizia del Senato ha proposto
una modifica (primo firmatario Casson, Pd) all’art. 414 del codice
penale: se il Parlamento approverà (e c’è da giurare che lo farà, sono
tutti d’accordo), negare lo sterminio degli ebrei a opera dei nazisti
sarà un reato punito da 1 anno e mezzo fino a 7 anni e mezzo di
prigione. Che nessuno si sia posto un problema di compatibilità con
l’art. 21 della Costituzione (Tutti hanno diritto di manifestare
liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro
mezzo di diffusione) non stupisce; spaventa.
Intendiamoci bene: l’Olocausto è una verità storica dimostrata in
modo inoppugnabile da documenti e testimonianze non contrastabili. È
stato anche un genocidio abominevole, una serie spaventevole di crimini
contro l’umanità, una regressione della natura umana che, prima di
indignare, sconcerta: la coscienza è ferita dalla bestialità
dell’evento, la ragione si chiede come sia stato possibile. Tuttavia è
inaccettabile che l’imbecillità o la faziosità siano punite con il
carcere.
L’art. 414 attualmente in vigore punisce l’istigazione a commettere
delitti e l’apologia di essi. Istigazione: ne ho abbastanza di mia
moglie, quasi quasi la uccido; però, se mi prendono? Ma no, vedrai,
andrà tutto bene. Apologia: ammazzare le mogli che rompono è cosa buona e
giusta. Se istigazione e apologia riguardano delitti di terrorismo e
crimini contro l’umanità, la pena è aumentata. Il che è – ovviamente –
giustissimo. Ma se ci si limita a sostenere che un certo delitto non è
mai avvenuto? Qual è la valenza criminale di questo comportamento? Chi
nega l’olocausto non dice che i nazisti hanno fatto bene ad ammazzare 10
milioni di ebrei; e nemmeno dice che sarebbe bene rifarlo. Espone una
sua demenziale teoria che merita una schifata ripulsa e l’isolamento
sociale: ma niente di più, pena ricadere in analoga ignominia.
Nel XII secolo Papi e Imperatori fondarono l’Inquisizione; servì a
punire i sostenitori di teorie contrarie all’ortodossia cattolica.
Torturavano e bruciavano (nell’ordine) eretici e pagani, sospetti di
false credenze, predicatori di dottrine scandalose e contrarie alla vera
religione (tra questi chi sosteneva non essere vero che la Madonna era
stata concepita senza il peccato originale). Bruciarono Giordano Bruno
perché sosteneva (tra l’altro) che esistevano altri mondi oltre la
Terra; e spaventarono a morte Galileo Galilei che, saviamente, disse che
avevano ragione loro prima di farsi torturare
E’ vero che, in questi casi (ma durò
fino al 1800), i persecutori difendevano falsità storiche e oggi si
vuole difendere la verità storica. Ma è anche vero che ogni individuo ha
diritto a non essere costretto a soggiacere a condizionamenti
ideologici, morali o religiosi altrui. E che certe cose si sa come
cominciano ma non si sa come finiscono. Oggi siamo tutti d’accordo che i
negazionisti sono dei faziosi imbecilli. Ma mi scoccerebbe molto se,
domani, una legge analoga mi mandasse in prigione perché, chiacchierando
con amici o scrivendo su questo giornale, esprimessi l’opinione che Dio
non esiste, che il sesso tra persone adulte e consenzienti è cosa buona
e giusta e che il diritto di voto esteso a persone incolte e
disinformate è irragionevole. Tutte tesi, come si vede, che contano una
vasta e determinata opposizione; e, tuttavia, vorrei conservare il
diritto di sostenerle.
Bruno Tinti (Jack's Blog - Il Fatto Quotidiano, 18 ottobre 2013)
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